Recensioni per
Undici solitudini
di blackjessamine

Questa storia ha ottenuto 62 recensioni.
Positive : 62
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
06/08/20, ore 00:20

Ma la bellezza di questa flash? ❤
 
Dal mio modesto punto di vista, questa storia è una di quelle che ti fanno a pezzi parola dopo parola, lasciandoti arrivare alla fine con le lacrime agli occhi (a quanto pare i Nargilli fiutano l’odore delle tue storie e si precipitano appena ne apro una).
Innanzitutto ho amato moltissimo come tu abbia sfruttato il prompt per parlare non di uno ma di due soldati, che hanno combattuto in modi diversi, in momenti diversi, ma di fondo con un unico obiettivo, anche se in due prospettive diverse: Andromeda lotta per poter vivere una vita lontana dall’oppressione e dall’oscurità delle idee di famiglia, per poter dare un mondo giusto alla propria famiglia, Tonks lotta perché questa giustizia sia di tutti, perché quell’oscurità se ne vada da tutto il mondo magico.
Sono due lotte condotte su binari paralleli, con i mezzi che le due hanno a disposizione, e che sono alimentate l’una dall’altra: Tonks è quella che è anche per come è stata cresciuta ed educata dai propri genitori, e questo lo deve alla lotta interiore e con il proprio mondo d’origine che la madre ha portato avanti, Andromeda cresce nella propria lotta grazie all’esempio di questa figlia forte e guerriera, imparando a essere sempre più fiera di lei nonostante la terrorizzi quello che la figlia sta scegliendo – che sia un lavoro pericoloso o il scegliere un uomo con un simile vissuto. Lei, che per prima ha sfidato i pregiudizi per amore, impara dalla figlia ad abbattere anche gli ultimi che rimanevano, e lei che si è distaccata da quegli ideali immorali della propria famiglia, ha insegnato alla figlia rispetto e giustizia, vedendola prendere posizioni nette in questa guerra, di cui andare sempre più fiera. Tonks e Andromeda sono due personaggi che amo moltissimo, e raccontate qui le ho ritrovate in tutta la loro bellezza e fragilità, anche.
E poi, la parte finale: ho apprezzato moltissimo il lavoro che hai fatto nel porre l’accento sulla legittimità di Tonks di partecipare a quella guerra: Tonks è un Auror, e un membro dell’Ordine, è forse una delle più qualificate per prendere parte a questa guerra e alla battaglia finale, in cui si gioca il loro destino. Combatteranno dei ragazzini, e quel figlio appena nato a casa non è un peso che trattiene – per quanto infinitamente doloroso sia, per qualsiasi genitore, partire senza sapere se ritornerà e potrà mai e vederlo crescere – ma un motivo in più per scendere in guerra: perché se la propria parte è importante per la vittoria, allora bisogna compiere qualsiasi sacrificio perché il proprio figlio viva in un mondo migliore. E sì, credo proprio che Tonks, col suo carattere deciso e così determinato e fiero, non avrebbe mai avuto il coraggio di guardare Teddy sapendo di non aver fatto quanto in suo potere per vincere Voldemort – e lasciato andare Remus da solo (che, insomma, se qualcuno dei due deve essere criticato quello è Remus che la abbandona saputo che è incinta…).
La chiusura… è potente: quel piccolo Teddy che ritrova il sorriso della sua mamma in una foto, e grazie a lei non dovrà mai essere un soldato, allarga il cuore e lo stringe al tempo stesso, perché come dice Andromeda, il dolore non se ne va. Eppure, guerriera anche qui, Andromeda continua a lottare per la serenità del nipote, per essere per lui la famiglia che la guerra gli ha strappato, nonostante il dolore delle innumerevoli perdite subite (solo una cosa, sperando di non risultare sgarbata: nel finale c’è “una madre che ha suo figlio ha fatto…”).
Credo di avertelo già accennato in altre storie, ma soprattutto nei testi brevi questa scelta della prima persona trovo che tu la sappia sfruttare al meglio e con risultati che mi ammaliano ogni volta. Tantissimi complimenti, sei sempre una certezza!
 
Un grande abbraccio,
Maqry
 
 

Recensore Master
02/08/20, ore 19:14

Perché.
Perché in qualche modo devi sempre ridurmi quasi in lacrime.
Non so cosa devo scriverti in questa recensione – ma lo sapevo, lo sapevo, che questa traccia avrebbe dato vita a delle perle, lo ha già fatto in passato e non fallisce mai.
Prendo tempo, lo so, è che ancora una volta sei riuscita a emozionarmi con le tue parole, con queste tue madri rotte che cercano di trovare un modo per restare in piedi, per sopravvivere a un'assenza che urla nel silenzio.
Parliamo delle note tecniche, su, così mi riprendo un po'. La nota tecnica è in realtà solo una e riguarda la persona narrante: mi ha stupita vederti alle prese con la prima persona, non credo sia la prima volta, ma ho ormai imparato che non sia la tua prediletta (intesa come quella cui ricorri con più frequenza). In questo caso, non hai voluto porre una barriera tra te e l'emotività del personaggio e questo ha fatto sì che tutto il dolore di Andromeda esplodesse tra una parola e l'altra, vivido da far male.
Ecco, non ho più note tecniche e devo tornare al cuore del racconto.
Ci provo, almeno.
In pochissime parole sei riuscita a ripercorrere l'intera vita di Tonks e tutte quelle scelte che, una dopo l'altra, l'hanno esposta sempre più a quei pericoli che le hanno spezzato la vita. Però c'è una luce in tutto questo ed è in quell'ultimo Sono fiera di te sussurrato al vento, che dà ancora più valore all'intera vita di Dora e alle sue scelte, a un soldato che ha combattutto sino alla fine pur di raddrizzare (ho amato il verbo scelto) il mondo e permettere a Teddy e a tutti coloro che sarebbero venuti di conoscere una realtà senza guerra.
Bellissime, poi, le riflessioni di Andromeda su se stessa, su come anche la sua vita sia stata un po' da soldato, con quelle battaglie emotive e morali che ha condotto, scegliendo di dissociarsi dalla famiglia e sfidare tutto e tutti per la propria felicità – in effetti, ha ragione Ted, Tonks ce l'ha nel sangue.
Storia stupenda, come sempre.
Un abbraccio!

(Nota a margine: so che i koala mi aspettano, ma non è facile scriverti l'ultima recensione T_T)

Recensore Master
31/07/20, ore 20:20

Ciao Greta,
quando ho visto che la tua flash aveva come protagoniste Dora e sua madre ero già certa che l’avrei adorata, ma dopo averla letta non posso che dirti che mi hai praticamente lasciata senza parole e mi hai emozionata in maniera incredibile. Ho amato il modo in cui tu hai messo a confronto il loro modo così diverso, eppure così simile, di essere soldati e di combattere per quello in cui entrambe credono, perché non è importante quello per cui stai combattendo, ciò che conta è quanto questa cosa sia fondamentale per te - cosa tu sia disposta a sacrificare pur di proteggerla. Sappiamo bene che Ted, e la famiglia che si è costruita con lui, sono stati la ragione principale che hanno spinto Andromeda a combattere per la libertà e la legittimità delle proprie scelte e, di conseguenza, sono stati anche uno degli esempio che hanno spinto Dora a diventatate l’Auror che abbiamo conosciuto e amato.

Andromeda non avrà mai impugnato una bacchetta in battaglia, ma questo non ma rende un soldato meno valoroso della figlia, in fondo è grazie alla caparbietà della madre che D’ora può scegliere di diventare Auror anni dopo - adoro il dettaglio della giovane che tiene segreta la scelta ai genitori, lo trovo molto IC per una testarda come lei. Ho apprezzato moltissimo il modo in cui hai messo in luce il rapporto tra Andromeda e Ted: il loro essere così diversi e così compatibili, il loro essere due lati della stessa medaglia e quindi una squadra perfetta. Meraviglioso poi l’accenno a Remus e agli occhi limpidi con lui Dora lo guarda: occhi di una donna che è andata ben oltre al pregiudizio e ha trovato un uomo degno del suo amore - pur con tutti i difetti e le mancanze di Remus e con tutto il tempo che hanno perso a causa sua.

In ultimo poi mi hai fatto stringere il cuore in maniera incredibile quando hai parlato della Battaglia, pur essendo d’accordo sul fatto che Dora si sentisse in dovere di partecipare per difendere il futuro del suo bambino e perché comunque era un’Auror preparata a differenza di suo marito, ma ripensare a Teddy, e Andromeda, durante quella notte è emotivamente snervante. La fine è perfetta, innanzitutto perché l’idea di un Teddy che ama il cioccolato è perfetta, poi perché Dora nella carta delle Cioccorane è qualcosa di meraviglioso e infine per la stupenda frase finale, piace anche a me pensare che i figli dei combattenti non abbiamo dovuto imparare a essere soldati - a differenza del loro genitori.

Bravissima, davvero, hai aggiunto un’altra perla in questa raccolta.❤️

Recensore Veterano
28/07/20, ore 21:49

Ciao!

Sono contentissima che tu sia riuscita a partecipare, anche perché adoro il modo in cui scrivi ed ero curiosissima di vedere chi avresti scelto.

Andromeda e Tonks sono due personaggi che affascinano sempre, soprattutto nella tragicità dei loro destini. Mi è piaciuto moltissimo come hai giocato sull'essere un soldato: su Tonks che effettivamente lo è nel senso più canonico ed Andromeda che combatte la guerra dei genitori. Ho trovato molto incisiva questa frase: "Essere genitore significa avere sempre una candela accesa al centro del petto, una fiamma sporca di paura a tenere viva l’apprensione per quella creatura che è parte di te, ma a cui non puoi nascondere il mondo". L'ho trovata potentissima ed evocativa di tipo di amore immenso, quello di una madre per un figlio, che trascende qualsiasi cosa.
Non hai comunque tralasciato nulla, anche con quel riferimento ad un uomo che non amava accanto a sua figlia e l'aver fatto cadere i suoi pregiudizi.

Le parti finali sono delle stilettate al cuore ma è drammaticamente vero: Tonks, il soldato Tonks, non avrebbe mai potuto perdonarsi di non aver combattuto per un mondo migliore, "un mondo che non ha più bisogno di soldati".

Il tuo stile a me piace sempre, nelle narrazioni più lunghe ed in quelle brevi. Qui quella cadenza data dal "Devi stare attenta/Sono fiera di te" è stato perfetto per accompagnare la preoccupazione di Andromeda, il suo dolore ed il suo orgoglio!
Mi è piaciuta davvero tanto,
Un abbraccio
Fede

Recensore Master
28/07/20, ore 20:14

Carissima Blackjessamine,
Faccio una breve pausa dai dottorini per venire qui – con la minaccia che recupererò tutto perché ‘sta raccolta la amo – e per dirti che hai reso benissimo il prompt. Ci sono diversi modi di resistere e di combattere e credo che quello di Andromeda sia il meno vistoso, ma non il meno importante, dato che ha cresciuto una combattente coraggiosa come Tonks. E credo che lei dovesse lottare, che la sua fosse una scelta inevitabile, perché Dora lotta con Remus per un mondo libero e migliore, privo di soldati. Lo dici tu e fa venire i brividi perché è un concetto di una verità assoluta.

Certo, Teddy vivrà orfano, ma i suoi genitori sono degli eroi che gli hanno offerto un mondo migliore. Ma torniamo all’inizio del capitolo, ad Andromeda che si rende conto che i figli li si fa per il mondo, non per se stessi. Che non può impedire loro di andarsene, vivere e rischiare e che non smetterà mai di preoccuparsi (per un mestiere oggettivamente pericoloso, per un marito che potrebbe renderla infelice) e di soffrire, quando la figlia, come sappiamo, morirà. La forza di Andromeda però non è solamente passiva, nell’attesa di una figlia che non tornerà.

È, invece, come tutte le donne, un baluardo, una torre in mezzo alla tempesta. È lei che, pur nobilissima purosangue, rischia di più sposando Ted; è lei che getta al vento idee vetuste e ridicole e cresce una figlia decostruendosi. È lei che, magari inconsapevolmente, la cresce libera e coraggiosa. È lei che permette a Tonks di combattere e diventare un’eroina, perché come madre e donna può lasciare suo figlio in mani sicure e fare il proprio lavoro, quello che ha scelto. Andromeda appartiene, di diritto, a quella Resistenza che rende possibile ai soldati combattere, Andromeda, pur non impugnando la bacchetta, è una soldatessa che si è ribellata al modo di pensare di Voldemort ben prima di molti altri. E tu sei un’autrice bravissima, ma che te lo dico a fa. <3
Shilyss

Recensore Master
28/07/20, ore 16:03

Dora a Teddy ha regalato un mondo che non ha più bisogno di soldati.
Solo questa frase vale tutta la flash, a mio pare, mi ha messo i brividi. Descrive benissimo tutto il senso della scelta di Ninfadora, una scelta - quella di andare a combattere, lasciando dietro anche suo figlio - che mi ha sempre affascinato tantissimo e su cui ho tentato di ragionare spesso. Davvero questa frase riesce a sottolineare come per lei fosse impossibile restare a guardare e anche quanto abbia combattuto di fatto anche - e forse soprattutto - per Teddy e per il suo futuro. 
È stata una mossa molto interessante quella di descrivere il diventare "soldato" di Tonks attraverso gli occhi della madre. Il combattere di Tonks viene messo in diretto parallelismo con quello di Andromeda che lotta senza alzare la bacchetta, ma è una guerriera nel prendere posizioni e cambiare giudizi. Cogli il suo dolore nell'aver ceduto alla volontà di sua figlia, la sensazione di aver combattuto alla fine "la guerra sbagliata", e mi è piaciuto come solo gradualmente tu l'abbia portata a capire e accettare davvero quella scelta.
Infine, ho trovato perfette le frasi che si ripetono, tra il "Devi stare attenta" e il "Sono fiera di te", perchè vanno a mantenere ogni volta la dicotomia tra la paura e l'orgoglio in ogni divera sfumatura che il tempo e le diverse circostanze creano.
Un altro ottimo lavoro, hai trattato il tema meravigliosamente! Un bacio e alla prossima!
 

Recensore Master
28/07/20, ore 14:12

Ciao, Greta ♥︎

Mi sono ripromessa di leggere tutte le storie uscite dall'iniziativa "A scatola chiusa" del gruppo (ovviamente di fandom che seguo), quindi eccomi qui a leggere questa tua storia, che ti dico subito di aver amato davvero tanto. Il prompt non era semplice perché secondo me si rischiava di finire nello scontato, ma a mio parere tu hai fatto un buonissimo lavoro perché hai scelto Tonks che okay, sappiamo essere un Auror, quindi quanto di più vicino ad un soldato comunemente inteso, ma hai saputo rielaborare l'essere Auror di Tonks molto bene, affiancandole come parallelismo sua madre Andromeda, che come dici tu non può essere definita un soldato vero e proprio perché a quanto ricordo non ha partecipato attivamente alla guerra, ma ciò che ha vissuto da quando ha deciso di sposare Ted e quindi di voltare le spalle alla sua famiglia e a tutto ciò che voleva dire essere un Black è altrettanto duro che se avesse combattuto sul campo, e forse la sua vita è stata più difficile che quella di tanti altri, in quegli anni. 

Tu ci parli delle scelte di Tonks attraverso il filtro degli occhi di sua madre, e quindi dell'amore materno, quell'amore vincolante e che trascende qualsiasi cosa e che Andromeda dimostra a sua figlia fino alla fine, senza esitazione, a parte, come hai scritto tu, quando Tonks decide di sposare Remus, scelta che poi Andromeda comprende e decide di accettare. Per quanto riguarda le critiche mosse a Tonks riguardo la scelta di lasciare Teddy a sua madre e di andare a combattere e, per contro, la quasi totale assenza delle stesse critiche verso Remus... be'... che dire... non mi stupisco, ahimè. Ovviamente non sono d'accordo con chi dice che Tonks sarebbe dovuta rimanere a casa, anche perché Tonks è un Auror, ha fatto una scelta di vita, ha scelto di combattere l'oscurità e di essere coraggiosa, e stare a casa mentre suo marito e tutti gli altri si trovavano a rischiare la vita non le avrebbe dato pace, nonostante la presenza di suo figlio a fare da attenuante alla sua assenza. Insomma, non mi viene da criticarla per la sua scelta, che ripeto, trovo coerente con ciò che lei era e con le sue scelte di vita. Ovviamente ce l'ho con la Rowling che ha deciso di rendere orfano Teddy (amore mio ♥︎), ma questa è un'altra storia.

Concludo questa recensione che a tratti divaga rinnovando il mio amore per questa storia, sei stata veramente bravissima ♥︎ 

Un abbraccio,
Marti ♥︎

Recensore Master
28/07/20, ore 06:49

Ciao :)
Le tue storie sono sempre interessanti, ovviamente mi soffermo sui miei personaggi preferiti.
Tonks era un soldato, e lo è stato fino al suo ultimo giorno. Ho letto anche le note e mi trovi d'accordo: Remus e Tonks sono andati a combattere per poter aiutare a vincere, non erano fatti per starsene al calduccio mentre tutti fuori rischiavano la vita. E se in un primo momento Remus, per proteggere la moglie che aveva partorito da pochi giorni, le abbia supplicato di rimanere a casa, penso che anche lui, in cuor suo, sapeva che lei non avrebbe ascoltato.
Io li ammiro entrambi, purtroppo molti non apprezzano Tonks perché sono del team wolfstar, ma io ho sempre amato questa coppia, e credo che Remus, nella sua vita, abbia amato solo Tonks. La amava così tanto che la sua paura più grande era causarle dolore.
Inoltre, i due non sapevano di morire. Era un rischio, ma quanti invece sono sopravvissuti? A volte è questione di tanti fattori, di coincidenze. Poteva morire anche solo uno di loro, in quel caso solo Teddy avrebbe salvato il genitore dal dolore.
Bella questa flash, hai descritto bene tutto ciò che una madre prova dal momento in cui mette al mondo un figlio.
Alla prossima!