Che emozione: sei la prima ad aver sviluppato un mio prompt e, onestamente, non potrei essere più felice di iniziare proprio con te, amica!
Il perché è presto detto: non era un prompt semplice, me ne rendo conto, e non era neanche una coppia della quale sei solita scrivere, ma il risultato finale mi ha pienamente soddisfatta.
Come tutte le tue storie, anche questa è molto ‘densa’, nel senso che riesci brillantemente a racchiudere in testi relativamente brevi intere relazioni ed intere esistenze, senza però banalizzarle o descriverle con superficialità.
No, quando tu scegli un personaggio e ne delinei il carattere, le motivazioni di fondo, gli ideali e il modo di rapportarsi alle persone più vicine, è come se tu ti immergessi nella sua mente. Lo affermo con assoluta certezza poiché anche questa, come ogni altra lettura sul tuo profilo, mi ha lasciato con un senso di piacevole completezza: c’era tutto, la cura dei dettagli, un’accurata capacità di analisi e d’introspezione, l’abilità di tenere assieme quanto sappiamo dalla saga ed elementi che, in mancanza di informazioni più dettagliate, ricostruisci da te, ma sempre con quella che definirei un’armoniosa coerenza – tutto si amalgama alla perfezione e il risultato è, appunto, una ricostruzione attenta, precisa e completa, in cui nulla è lasciato al caso.
Ma, dopo questa che è una mia impressione “generale” (che le tue storie mi regalano sempre), passo alla storia in questione, considerandola più nello specifico.
Innanzitutto, mi è piaciuta molto la struttura della storia, come tu abbia “scandito” l’introspezione di Lucius con stralci di dialoghi e scene precise, che veramente aiutavano a calarsi in questo matrimonio apparentemente perfetto e, in realtà, tanto complesso.
In merito alla caratterizzazione di questo Lucius (e di Narcissa vista dagli occhi di lui), non ho nulla da dire se non che l’ho trovata veramente impeccabile. Sempre impeccabilmente lo segui in questo percorso di crescente stupore e dubbio, man mano che le “crepe” tra lui e la sua sposa diventano sempre più evidenti e impossibili da ignorare, a partire dal momento in cui lui riceve il Marchio Nero e Narcissa mostra una prima reazione di disappunto: ho apprezzato tanto come tu sia stata, già qui, in grado di catturare l’ambiguità di lei (nel suo essere una perfetta e fiera Black, sostenitrice della purezza del sangue, ma – al contempo, forse in maniera atipica - non fanaticamente investita nella “Causa” come Bellatrix e i Mangiamorte).
Questo perché, come sai mostrare con delicatezza nella scena successiva (oh, Reg! Quanto ho potuto apprezzare questo momento che hai inserito, non sono capace di esprimerlo!), Narcissa ha i suoi ideali e le sue priorità, che Lucius – chiuso com’è nel suo egocentrismo e nella sua ambizione – non si cura mai di approfondire e, anzi, li dà talmente per scontati da appiattirli e ridurli sulla base delle proprie credenze ed esigenze.
Ma Narcissa - checché ne pensi Lucius - è, prima di tutto, donna e madre (da qui la sua pena e indignazione nei confronti di quel ragazzo, suo cugino, che è morto così prematuramente e, pertanto, ingiustamente, agli occhi della materna Narcissa, indignazione che diventa rabbia e disperazione quando, successivamente, suo figlio Draco si ritrova a pagare per gli errori commessi dal padre).
Ho apprezzato il riferimento all’affetto che la legava sia a Regulus che a Walburga (a proposito di Walburga, l’idea che Narcissa impari l’Occlumanzia da lei mi ha piacevolmente colpita).
Mi è piaciuto come tu abbia reso la crescente difficoltà di Lucius nel tentativo di “restare a galla” – attività in cui riesce meglio di altri Mangiamorte, come hai giustamente sottolineato -, anche per non deludere le aspettative paterne, e l’accenno alle perquisizioni di cui sono effettivamente oggetto i Malfoy; si avverte proprio, con squisita efficacia, questa graduale erosione del “sogno” di Narcissa, che – man mano che la posizione dei Malfoy peggiora e la loro apparente inattaccabilità vien meno – si sente sempre più umiliata e invasa nella propria sfera privata, fino al culmine costituito dallo stabilirsi definitivo di Voldemort a Malfoy Manor.
Ma la mia parte preferita in assoluto è stata questa:
“Narcissa non aveva aspettato come un’eterna Penelope” (…) “Non aveva tessuto tele disperate nell’attesa di suo marito ma ne aveva intrecciata una di salvezza per Draco, accettando rischi che lui non avrebbe mai corso.” (ti ringrazio per questo cenno ad uno dei miei "personaggi dimenticati" preferiti).
Ecco, da lettrice donna che adora leggere di donne forti che imparano a conoscere la propria forza e ad avvalersene, ho amato quanto brava tu sia stata nel rendere la trasformazione di Narcissa, da figlia e moglie docile a donna decisa che assume le redini di una situazione sempre più critica – una trasformazione tanto più impressionante in quanto filtrata (e amplificata) dallo stupore di un marito che, a lungo, ne ha sottovalutato le potenzialità.
Sempre da lettrice, ammetto che mi ha colto quasi un senso di rivalsa e di soddisfazione nel leggere di quel Lucius confuso e sconfitto, che alla fine capisce di non aver mai davvero dettato le regole.
Anche il finale “aperto”, il non esserti sbilanciata troppo su questa Narcissa sfuggente e perennemente altrove (come richiesto, del resto, dal prompt stesso) che resta fino alla fine un mistero, sia agli occhi di Lucius che, di conseguenza, del lettore, è stata una scelta vincente che mi ha trovato decisamente d’accordo.
Quest’aura di segretezza e mistero rievocata dal titolo che aleggia lungo l’intera lettura e che aliena sempre più Lucius si percepisce con forza e l’hai resa perfettamente.
Vedi, era questo che intendevo quando parlavo di caratterizzazione impeccabile e cura ai dettagli: non c’è un singolo passaggio che non mi sia sembrato coerente, né un momento in cui i personaggi mi siano parsi snaturati, sebbene tu li abbia colti nel loro “mutare” e nel loro allontanarsi.
Che dire di più? Bravissima, sono lieta di averti assegnato questo prompt e ti riconfermi un’autrice in grado di cogliere qualsiasi sfida, credo davvero che tu possa scrivere davvero di tutto (ripeto: tutto, perciò non pensare mai di non poter scrivere di certi personaggi).
Un bacione! |