Ciao Blue,
Devo ammettere che è da un po' che tendo d'occhio il tuo profilo e ti ringrazio per avermi dato la possibilità di passare: forse è per lo scambio che alla fine mi sono decisa e ti ho letto davvero. Mi mangio un po' le mani per non essere venuta prima, ma in un certo senso è come se questa lettura abbia riempito il tempo perso.
Ora, lo so che non ti convince e che ci sono cose che avresti fatto diversamente, ma io sono contenta tu l'abbia pubblicata così, con un Ted così sopratutto. Piano piano imparerai a capire – ho adocchiato altre cosucce sul tuo profilo quindi di sicuro tornerò a leggerti, che amo i personaggi complessi, che hanno una profondità nascosta, mille colori. Ted, che ha preso un po' dalla madre, può essere mille sfumatura e nessuna: diventa nero, ha i capelli oscurati dal velo del passato e non riesce ad andare avanti come dovrebbe, come tutti vorrebbero.
Quindi si lascia trascinare in un vortice, vede l'uomo che ha rovinato l'esistenza al padre che non ha mai conosciuto e si rende conto di non poter essere come Harry o come Victorie vorrebbe, Ted nella mente ha il pensiero costante della vendetta, del portare a casa qualcosa che sappia più di sicurezza: con Greyback in giro, Vitorie ed Harry e tutta la sua famiglia saranno sempre in pericolo. E non lo può accettare: ci sono fantasmi che non può scacciare via, anche se provengono da una vita che non ha vissuto, ma dai racconti dello zio. Gli dice così che Remus non è mai stato in grado di andare avanti e di accettare quello che è diventato, gli dice che se c'è un colpevole per tutte le notti passare a piangere, a disperarsi è proprio Greyback, che si nasconde per anni e crede di farla franca.
E allora Ted non ci sta, non può starci: comprende che o è ora o mai più. Mette in pericolo persino il suo stesso collega, ma non ragiona a mente lucida, non se delle parole piene di odio vengono a dirgli che presto troverà Victorie e ucciderà anche lei. L'unica luce, l'unica cosa bella, l'unica cosa che che trasforma il nero in mille colori. Deve aver pensato a lei, quando si è sentito morire, deve aver pensato a lei quando ha lottato per la sua vita e ha ucciso il suo peggior nemico. Mette un punto, ma non può andare davvero avanti finché non torna a casa e la vede: deve dirglielo, ma come ha avuto paura di perderla prima, ha paura di perderla adesso nel confessare quello che ha fatto. Victorie è luce e la paura di perderla per quello che ha fatto è nero. Non c'è gioia, non c'è niente in quelle notte: pensa a lei, che si fa così vicina e vorrebbe solo essere lontano per non ferirla a sua volta. Vorrebbe solo che nulla avesse più importanza, ecco. Che Greyback non fosse niente, che non avesse un significato, che non fosse mai esistito. Invece c'è, è un riflesso nelle sue pupille e Victorie lo intravede bene: s'è abituata a conoscere un Ted dai mille colori, ma sa alla perfezione che a volte diventano sbiaditi e torna il passato a tormentarlo. Victorie, in quei momento, è la luce: così glielo chiede, ha bisogno di sapere di più.
Scopre l'ennesima sfumatura di Ted, ma non si arrabbia – non per quello che ha fatto, per lo meno. Si arrabbia perché ha paura di non essere stata abbastanza, di non averlo amato abbastanza, quando è stato proprio l'amore a spingerlo a tanto. L'ha fatto per salvarla e andare avanti. E andare avanti è anche un nuovo inizio, con un figlio e con una donna che ama – « Non è vero che non sei abbastanza » mugugna roco, risalendo verso il suo orecchio e mordendole il lobo. « Tu sei tutto. Lo sei sempre stata, e lo sai ».
Questa storia mi è piaciuta davvero tanto, a leggerla con i miei occhi ci ho visto tante imperfezioni: non nella tua scrittura, ma parlo delle imperfezioni minime dei personaggi, della loro anima, dei loro pensieri. Non sono cose negative, ma diventano i punti di forza di questo racconto e me la fanno amare a dismisura. Teddy e Victorie sono una grossissima otp, ho iniziato da poco a conoscerli ma sono già indelebili e tu me li hai mostrati in una forma un po' diversa, un po' più profonda. Chissà quante volte ho detto profonda, perdonami. Davanti a certe storie finisce che non so mai che dire e riempio questo spazio di parole sconclusionate e ripetizioni.
Ti dico infine che hai una scrittura bellissima, che rendi ogni minimo dettaglio, che fai entrare il lettore nelle tue frasi: ero lì, sono sempre stata con Teddy come a tenergli la mano, come a rimanere sul suo corpo a dirgli di aspettare ancora un attimo, che presto sarebbero arrivati i rinforzi e di non morire, per nessuna ragione al mondo. Sono contentissima di questo scambio avrai capito, conoscerti è stato proprio meraviglioso e non vedo l'ora di tornare da te il prima possibile,
Sia ❤ |