Recensioni per
Ho imparato anche l'amore
di blackjessamine

Questa storia ha ottenuto 22 recensioni.
Positive : 22
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
06/02/21, ore 12:40

Ciao!
Ho letto questa storia con molto piacere e non solo perché Bill e Fleur sono una delle poche coppie canon che mi piacciono senza se e senza ma. In realtà negli anni non ho letto poi tantissime fanfiction su di loro, ma indubbiamente questa mi ha colpita.
Mi è piaciuto tanto come hai condotto un'immersione totale nel personaggio di Fleur, dandole uno spessore che nella saga di Harry Potter è solo accennato, si può solo intuire nel rapporto con Bill, ad esempio nella scelta di restargli accanto nonostante le sue cicatrici e nonostante le aspettative sciocche degli altri. Gli altri personaggi, i familiari del suo futuro marito in primis, la vedono per il suo aspetto esteriore, non vanno molto al di là della corazza che lei ha scelto di mostrare in pubblico, trincerandosi dietro la sua bellezza innaturale. In questa storia hai scavato per giungere all'origine di quella corazza, alla genesi di un senso di colpa che si porta addosso sin da bambina, quando ha scoperto il desiderio negli sguardi degli altri uomini e in seguito ha imparato a usarlo, piegandolo alla sua volontà. Quel desiderio che ritorna anni dopo, quando conosce Bill, e scopre di provarlo a una intensità nuova, e comprende che per lui, a differenza degli altri, non è abbastanza. Perciò deve lei scroprirsi di più, abbandonare la sua perfetta facciata e mostrargli anche le insicurezze che vi sono dietro, perché nessuno ne è privo e nell'amore c'è bisogno di una conoscenza più profonda. È stato un viaggio nel senso di colpa di Fleur e nell'evoluzione del desiderio in vero amore, che si compie nel finale, anche se l'epilogo è palesato già dal titolo molto appropriato che hai scelto.
Come è evidente, ho amato la caratterizzazione del personaggio, ma trovo che sia stata raggiunta anche tramite un adeguato utilizzo della prima persona singolare e con uno stile molto adeguato al contenuto così intimo: hai condotto il lettore, o me almeno, a immedesimarmi in Fleur, anche quando pochi possono davvero farlo, con una donna che ha la bellezza inumana del sangue di Veela. Ma in realtà, a prescindere dal pretesto che ha condotto lei a mascherarsi in pubblico, tutti possiamo comprendere cosa significa nascondersi per un motivo e probabilmente anche per questo ho trovato questo testo così efficace, perché è molto umano, vivo.
Complimenti, ho davvero apprezzato questa lettura!
<>Legar

Recensore Junior
31/01/21, ore 18:44

Cara,
ti scrivo questa recensione con gli occhi pieni di commozione. Vorrei scrivere tanto, ma è difficile, mi sento inadeguata, soprattutto perché - come sai - anche io sto scrivendo di Bill e Fleur. Ma non posso rimanere indifferente davanti a questa bellezza.
Perché questa storia ne è piena in tutti i sensi, densa di sensazioni dure, che aprono le prospettive su un personaggio che amo e che sto imparando a fare mio.
Questa è la Fleur che mi piace: hai definito perfettamente il suo sentirsi ingabbiata in un corpo troppo bello, che ha dovuto imparare a gestire fin da bambina e a difenderlo dagli sguardi troppo arditi degli uomini e dalle gelosie delle donne. Sfondi una porta aperta, perché - al di là del personaggio - hai dato una definizione di donna che combacia con tante storie di violenze che sentiamo (e che viviamo?) ogni giorno. La colpa strisciante di essere soltanto donna, con le proprie forme, la propria costituzione fisica che il mondo vorrebbe come unica caratteristica del genere femminile. C'è chi reagisce, c'è chi soccombe: ma il peso del giudizio dello sguardo altrui è un vulnus che si declina in vario modo, nella mente di una donna.
Non vedo magia in quello che Fleur fa, ma, come hai giustamente detto tu e come penso anche io, l'atteggiamento orgoglioso è una corazza, una difesa per se stessi, per continuare a rimanere a galla.
Sarà Bill a rompere quella corazza indurita, a leggere con lo guardo della gentilezza e della sincerità oltre quel muro che Fleur aveva eretto durante la sua vita e trovarci la donna che lo farà innamorare.
Anche la mia Fleur è un'anima fragile, ma non lo vuole dare a vedere.
Credo che sia una delle migliori storie su Bill e Fleur che abbia mai letto e per questo posso solo dirti grazie.
Un abbraccio
Ilaria

Recensore Master
26/01/21, ore 19:15

Ciao, cara ^^

Cercavo da tanto il tempo per passare sul tuo profilo e non posso non iniziare da Bill e Fleur, visto che sono tra le mie coppie preferite. <3
Non appena è iniziato il monologo di Fleur sul tema della colpa, ho immaginato subito tu avessi preso in considerazione la bellezza sovraumana della ragazza dovuta alle sue origini da Veela. Sei partita dalle particolarità di Fleur che la rendono un personaggio unico all’interno della saga e ci hai presentato il pregresso rispetto alla trama che conosciamo. Direi che per questo, e non solo per questo, ciò che hai scritto sia lodevole.
Ci hai presentato una bambina/ragazza fragile. Ciò che lei sente e come si sente è del tutto plausibile; penso che tra le righe tu abbia saputo anche affrontare un tema che, purtroppo, è molto attuale, la riduzione di una donna ad oggetto di desiderio e la sua fatica a dimostrare che ella è molto più di questo. Sono gli sguardi audaci e maliziosi a rendere Fleur donna prima ancora che lei si senta davvero tale, prima ancora che lei lo sia davvero; non è difficile credere che abbia imparato a difendersi da questi sguardi, dal momento che è cresciuta sotto la loro costante pressione.

Anno dopo anno emerge la personalità di Fleur, i suoi occhi rispecchiano la sua anima, la quale viene inevitabilmente influenzata da quegli sguardi insistenti altrui e dall’opinione del prossimo. Fleur matura un’arma di difesa e inizia a ricambiare il disagio che le viene provocato, condivide la colpa che sente addosso causata dalla sua inevitabile capacità di attirare sguardi avidi su di lei.

Fleur inizia la scuola di magia a Beauxbatons e avvengono i primi costanti confronti con i coetanei. Nelle ragazze infonde una buona dose di invidia e nei ragazzi tanta soggezione. Fleur è diventata una bellezza irraggiungibile per ognuno di loro e lei sente di avere il mondo ai suoi piedi e nelle sue mani. Sfrutta la colpa a suo vantaggio per poterne sentire meno il peso e impara a conviverci, governa e smonta il proprio desiderio e quello degli altri con abilità.

La “colpa” che sente la trasformata in una donna. Lei non ha mai dovuto chiedere attenzioni, anzi ha dovuto respingere quelle indesiderate e si è “divertita” a spezzare cuori, deludere e ferire le donne che non erano alla sua altezza.
Sottolinei subito quanto Bill sia speciale e questo è raro, perché di solito si pensa sempre a quanto Bill sia stato fortunato a trovare una donna che lo amasse oltre lo aspetto segnato, ma raramente a quanto sia stata fortunata lei ad essere amata veramente da lui.
Fleur subisce il contraccolpo da Bill, come se lui fosse immune ai suoi giochetti seduttivi, ai suoi giochetti passivo-aggressivi che servono solo come arma di difesa per annientare la colpa di cui ha sempre sentito il peso fin da bambina. È come se Bill la smascherasse nelle sue debolezze, toccasse nervi scoperti che lei aveva imparato a coprire con l’esperienza, ecco perché le fa così male, la comprende nel profondo, dimostrando di essere un uomo sensibile. La ferisce anche il fatto di averlo deluso, di aver giocato con lui e i suoi sentimenti, perché a lui di lei importa davvero; ciò l’ha ferita ancor più del fatto che lui non ha dimostrato subito desiderio verso di lei, scoprirà più tardi che proprio perché verso di lei non prova solo desiderio ma anche interesse per la sua anima, si tratta di amore e non di semplice possesso.
Il desiderio posto al centro è di Fleur e non più solo quello degli altri, il desiderio diventa qualcosa di naturale, non qualcosa da cui difendersi e che spaventa, è qualcosa di piacevole che allontana la diffidenza. Anche Bill perde diffidenza verso di lei, verso il suo atteggiamento difensivo, si fidano a vicenda, sciolgono insieme le riserve. Bill le bacia la fronte in segno di protezione, comunicandole quanto sia pronto ad accogliere le sue fragilità e ad aspettare che lei si fidi di lui. Lei ha bisogno di imparare l’amore, di fidarsi dell’amore e Bill è l’incarnazione dell’amore proprio per questo.

Posso solo farti i miei più sinceri complimenti per l’abilità con cui hai dato voce ai pensieri e ai sentimenti di Fleur, rendendola pienamente IC, e per il modo profondo in cui sai esprimere i concetti. <3

A presto!
Un abbraccio grande
-Vale (una tua piccola fan)

Recensore Veterano
06/01/21, ore 14:49

Eccomi per lo scambio a catena!
La tua OS mi è piaciuta tantissimo, già dal titolo, bello e appropriato alla storia di una parte della vita di Fleur che hai raccontato.
La frase di apertura mi ha subito conquistata, una massima sul senso di colpa che condivido, hai descritto questo sentimento usando delle belle parole e descrivendolo proprio per come lo percepisco anch'io, complimenti, vorrei essere in grado di scrivere una cosa del genere ma aimé non sono così profonda da riuscirci, ma l'ho apprezzata molto.
Avendo del sangue Veela Fleur deve sempre essere stata di una bellezza fuori dal comune quindi non stupisce che da quando ha cominciato a non essere più bambina abbia anche cominciato ad attirare delle attenzioni non desiderate da parte del sesso opposto. Fleur però impara subito a stare al gioco e se deve si serve di questo potere, del forte fascino che ha sugli altri, ho trovato questa tua teoria molto in linea con la ragazza che appare nel libro e nel film: una ragazza matura per la sua età con una gran sicurezza di sé, in grado di soggiogare a suo piacimento chi le sta attorno, credo che tu l'abbia inquadrata molto bene, mi è piaciuto essere nella sua testa e scoprire con quanta amarezza vivesse in realtà tutto questo sotto la maschera che indossa. Hai donato a Fleur delle sfaccettature vere, una sofferenza autentica e profonda che ho adorato, anzi amato!
Ed è stato veramente bello che Bill l'abbia smascherata, lui con il suo sguardo limpido che sembra quasi l'abbia spogliata di ogni inganno *.* Che romantico!!!
Come dici tu lui individua e scioglie incantesimi per mestiere, in più in quanto Weasley credo sia una persona genuina e che di conseguenza apprezzi anche la parte più vera delle persone. É giustissimo quello che hai supposto fosse accaduto tra i due per me, mi è piaciuto davvero tanto, sembra un po' che Bill riesca a salvare Fleur da ciò che era diventata e che lei stessa sembri disprezzare, altrimenti non lo avrebbe spostato suppongo. Lei che avrebbe potuto avere praticamente chiunque si ritrova a sfoderare tutte le sue armi per riuscire ad avere colui che sembra per la prima volta volere veramente, ma il bello è che non deve fare assolutamente nulla, solo essere sé stessa e lasciarlo entrare. Bello, bellissimo non riesco a trovare parole più brillanti per dirti quanto mi è piaciuto il racconto. Davvero tantissimi complimenti, al prossimo scambio 😉

Recensore Master
23/12/20, ore 19:24

Secondo Posto a Pari Merito

Ho imparato anche l'amore
Premio “Regulus” per il personaggio rivelazione
di Blackjessamine




Grammatica: 5/5

Non ho trovato errori grammaticali o di sintassi. Complimenti.
Per correttezza specifico che solitamente sconsiglio l’uso della d eufonica tra vocali differenti ma che in questo caso non ho inferto la penalità poiché il narratore è in prima persona.
la bussola davanti ad un sorriso → a un sorriso


Stile: 17/20

In questa storia, hai adottato delle scelte stilistiche particolari e molto coraggiose, secondo me. Hai dato ampio spazio alla riflessione, rendendola di fatto il fulcro di ogni cosa, e facendo passare dalla riflessione l’evoluzione del personaggio. Ho percepito il tutto come un flusso di coscienza a tratti distaccato, molto concentrato sui concetti e sul filo logico del tema; questa scelta, forse, ha pagato lo scotto del limite di parole.
Lo stile è caratterizzato da una forte componente metaforica, introspettiva, che tende a far passare i concetti attraverso metafore o perifrasi, allontanandosi parecchio dal concreto.
Una cosa che ho notato e che ho trovato interessante è la mancanza di nomi, sia di personaggi sia di luoghi. A tutto il narratore trova un aggettivo, più spesso si limita a usare nomi comuni (ragazzo, compagna…). Questo da un lato ha accresciuto l’idea di voler trattare più l’argomento che caratterizzare le persone che hanno influito nella vita del personaggio; dall’altro credo sia stato caratterizzante del personaggio stesso, vista la natura molto critica e selettiva di Fleur. Infatti, gli unici nomi che compaiono sono quelli di Bill e di Diagon Alley, l’unica persona e l’unico luogo, seguendo questo processo riflessivo, che hanno avuto veramente importanza per Fleur.
Difficile, a questo punto, è stato per me separare il come hai trattato il tema dal come hai caratterizzato il narratore in prima persona. Metto le mani avanti, io mi faccio strani ragionamenti quando leggo qualcosa, e ho un’idea tutta mia del modo in cui è meglio gestire un narratore in prima persona. Penso, infatti, che ancor più di un narratore con POV, quello in prima persona debba adattarsi alla “voce” del personaggio; riuscire, attraverso la formulazione di frasi più o meno lunghe e articolate, a far trasparire la caratterizzazione espressiva ed emotiva del personaggio-narratore.
In questo caso, ho avuto l’impressione che lo stile adottato – che di per sé è molto curato, coeso nella sua struttura, coerente nelle sue scelte stilistiche – non si piegasse a servire la voce di Fleur. Ma per spiegarmi meglio, procedo per gradi.

- Ero forse qualcosa in più di una bambina, ma di certo ero molto lontana dall’essere un’adulta – o anche solo dall’avere quel poco di consapevolezza di sé che arriva quando ci si affaccia ai confini dell’adolescenza. → Trovo che la parlata e il modo di esprimersi di Fleur nei libri sia più diretto, con un tono critico che non fa sconti, molto emotivo anche, ma soprattutto il tipo che non si perde in molte chiacchiere – vedi il suo atteggiamento sbrigativo in alcuni punti, come ad esempio quando liquida la signora Weasley per portare il vassoio su a Harry. In questo punto ho trovato la parentetica di “troppo” per il tipo di narratore.

Ci sono momenti in cui lo stile si fa troppo denso di immagini e di aggettivi, e sempre nell’ottica del personaggio che parla in prima persona credo che questo “metodo” non sia adatto. Per esempio:

- Fu in un palazzo che conosceva solamente la primavera, in un palazzo dove gli unici sguardi che mi sfioravano erano quelli invidiosi di compagne gelose → “quelli invidiosi di compagne gelose” trovo che sia un po’ ridondante, che “invidiose” e “gelose” facciano un po’ a pugni, se vogliamo. Ne bastava uno.

Il lavoro per asindeto l’ho trovato ben riuscito, soprattutto nelle parti in cui descrive le sensazioni della colpa, perché rende il flusso di coscienza incalzante, angoscioso; mentre nei punti in cui lo utilizzi tra le subordinate di pari grado ho trovato che rendesse perfettamente la determinazione, la risolutezza e la forza del personaggio. Allo stesso tempo l’utilizzo di un lessico “chiuso”, vizioso, dove alcuni termini tornano a ripetersi come un mantra è riuscito a farsi esplicatore dell’effetto traumatico che simili concetti – e di conseguenze gli eventi che gli hanno generati – hanno avuto sulla psiche di Fleur. Non credo che Fleur sia il tipo che torna due volte a ripetere le cose; al contrario, mi sembra il tipo che invece a certe cose si attacchi davvero forte – vedi la lealtà verso Harry o l’amore verso Bill – ed ecco che in quest’ottica, il ritornare di alcuni termini acquista ancora più validità.
Sempre seguendo la logica personaggio-narratore, ho trovato che alcune frasi fossero troppo lunghe, ma ancor più delle frasi, forse sono alcuni concetti che sono stati espressi con “troppe parole”. Ci sono intere frasi, infatti, che non fanno che ripetere lo stesso concetto della frase prima, soltanto con parole differenti. E penso che questo “bisogno di farsi capire” non sia tipico di Fleur: ancora una volta, avrei scelto la strada più semplice e diretta.

- Non avevo ancora imparato a curarmi degli altri quando furono proprio gli sguardi altrui a trovarmi, a toccarmi, a farmi sprofondare in spirali di disagio densissime. Erano spire fatte di tentacoli stretti e insinuanti, tentacoli in grado di paralizzarmi e farmi sentire inerte. Inerte e sporca, sbagliata, colpevole, perché se uno sguardo ti segue a quel modo, se uno sguardo ti invade e ti tocca e ti lascia lividi di paura tu devi aver fatto qualcosa. O forse ti è bastato esistere: sei comunque colpevole. → Qui c’è stato un gioco di riprese e ripetizioni molto fitto. Se da un lato ho trovato molto interessante la ripresa dei termini “sporca, sbagliata, colpevole” a richiamare la parte più sopra, dall’altro penso che ci sia una sovrabbondanza di immagini e aggettivi –personalmente avrei tolto il “colpevole” dopo “sbagliata” evitando la ripetizione – la metafora, seppur bella e incalzante, secondo me appesantisce un po’ l’intero paragrafo, lo rende davvero molto denso, potrei suggerire di rendere l’introspezione più diretta piuttosto che farla passare attraverso un’immagine. Trovo che l’argomento e le sensazioni di cui parla Fleur siano talmente “facili” da capire che non hai bisogno di rendere il concetto attraverso una metafora, per non parlare sempre della questione personaggio-narratore. A volte, usando una metafora si ottiene l’effetto di “edulcorare” la pillola, mentre un linguaggio più diretto potrebbe risultare più duro, d’impatto.

Ed è proprio l’uso della ripetizione, che personalmente mi piace moltissimo, penso che andava calibrato in alcuni punti. Un esempio più marcato è questo:

- […]riversando nell’altro timori e speranze con la naturalezza di un incontro dove c’era spazio soltanto per uno sfiorarsi pieno di naturalezza → Anche qui, trovo che la “voce” si faccia troppo ingarbugliata, troppe subordinate, e la ripetizione rende il periodo ridondante.

Non sempre, però, ho percepito in negativo le metafore. Per esempio, questa che riporto qua sotto l’ho trovata adatta sia come impostazione sia come paragone per la caratterizzazione di Fleur; inoltre credo che s’incastri meglio perché inserita in un periodo più semplice e lineare, e quindi non va ad appesantirlo, ma lo arricchisce con eleganza:

- Da bambina mi ero scoperta una colpa cucita addosso, e quando fui abbastanza grande da comprenderne i confini, non esitai a indossare ogni risvolto di quella colpa → Ho trovato questa metafora molto bella, calzante, soprattutto ho ammirato l’eleganza con cui l’hai portata avanti, fino alla fine; inoltre l’ho trovata un’immagine spietata, risoluta, molto adatta a Fleur.

Secondo me, il pezzo più rappresentativo della voce di Fleur è il secondo paragrafo, quando parla del desiderio: ho ritrovato il suo tono feroce, schietto, determinato, sicuro. Un altro punto a favore, poi, è anche la parte in cui descrivi le emozioni nascenti di Fleur per Bill e la descrizione del loro primo appuntamento: anche qui, ho percepito la sua determinazione, ma anche il suo struggimento, il modo totalizzante in cui ama (e che nei libri il suo modo di amare lo abbiamo visto in azione in più di un momento). Infine, lodo l’uso di alcune espressione, come “faccino di bambola” o “qualche compagna gelosa”, che ricalcano perfettamente l’indole critica, schietta e altezzosa di Fleur. A tratti, quindi, la sua “voce” emerge, penso soltanto che il testo potrebbe essere snellito in alcuni punti, farsi più espressivo e meno riflessivo, per inglobare al tema anche il carattere del personaggio.
Detto ciò, torno a ripetere che lo stile è molto coeso, ci sono alcuni effetti stilistici a cui sei molto legata e che caratterizzano il testo: le ripetizioni, le metafore, gli asindeti, ma anche la ripresa strutturale di ogni inizio “tappa” che ha ripartito con ordine il testo, evidenziando tutto un processo evolutivo e sfaccettato. Il tono della narrazione è molto riflessivo, a tratti si arricchisce di enfasi, ma nell’insieme si mantiene posato. Il lessico mantiene un registro semplice, con alcuni termini di spicco (pavidi) e un uso di avverbi che si fa notare. Avrei equilibrato di più l’utilizzo di questi ultimi, assieme agli aggettivi.
Per il resto, è uno stile che si fa promotore di un argomento delicato, che tu hai cercato sicuramente di trattare in maniera profonda e delicata, e sei riuscita a sviscerarlo in tutti i suoi angoli più scuri, non tralasciando affatto il rovescio della medaglia. Complimenti.


Titolo, Introduzione e impaginazione: 10/10

Scommetto che tu sei una di quelle che dicono “non so trovare un titolo adatto” o che se ne escono con “non mi piace molto il titolo”. Ti avverto, potrei macchiarmi di un crimine se leggo una cosa simile.
Mi sono innamorata del titolo ancora prima che della storia. È un titolo che arriva alla fine – e qui non posso che farti i complimenti perché è davvero molto bello il fatto che la storia si concluda con queste esatte parole – è un titolo che porta già dentro di sé un vissuto, una serie di retrospezioni fuori campo che si possono soltanto intuire. È un titolo che annuncia che all’interno della storia non si parlerà solo d’amore, anzi l’amore, avverte, arriva dopo, tra le altre cose; prima c’è molto altro, molte altre lezioni che si apprendono, molti eventi che segnano.
Ci sono titoli dai significati molteplici, che possono essere interpretati in più maniere, che giocano con il significato delle parole, e in questo modo abbracciano l’intera trama. E ci sono alcuni titoli che hanno la capacità di creare, in maniera del tutto irrazionale e completamente slegata dal contesto a cui sono legati, delle sensazioni, delle immagini. Ecco, questo titolo appartiene alla seconda categoria.
Trovo sia un titolo dolce, uno di quei titoli pieno di feels che scivolano, che fanno da sottofondo a una melodia che ci accompagna per tutta la lettura; è un titolo che, proprio per questo suo incedere fluido, ha forza, è un titolo impregnato di riflessione, di un insegnamento. E come ti ho anticipato, trovo che sia un tocco di classe che il titolo riprenda esattamente le ultime parole della storia, perché dà l’impressione di chiudere un cerchio; è inizio e fine. Una volta letta la storia, poi, si riempie di altre sensazioni, una fra queste è il senso di crescita e di benessere che lascia addosso. Profuma di rivincita, di vittoria, di conquista. Ma non di quelle che arrivano dopo tanto lavoro e competizione, non il tipo di vittoria che la stessa Fleur pensava di andar rincorrendo, ma quelle invece che arrivano alla fine di un percorso profondo, umano. È anche un titolo che lascia aperta la storia, forse fermandosi proprio sul più bello, sembra dire: il meglio deve ancora venire, perché il concetto d’amore rimane in sospeso, e questo senso di sospensione, di aleggiare che suscita a modo suo anche il titolo. Insomma, è un titolo stupendo, romantico, soave, e sa trasmettere moltissimo.
L’introduzione è accattivante, e cattura proprio perché gioca con il ritmo delle parole, sintetizza la storia senza dire esattamente qual è questa storia; cattura perché è di per sé un piccolo lavoro stilistico. A colpirmi tanto è la commistione dell’anafora, del climax di concetti – che sono gli stessi tre concetti che scandiscono la storia – e lo scandire del tempo attraverso gli avverbi: troppo (che dà il senso dell’eccedenza), ancora (che dà il senso di mancanza), appena (che dà il senso di limite). Giochi, in altre parole, con la semantica, il ritmo e il tempo. Soprattutto, a colpirmi tanto è il tempo, il tempismo degli eventi. Fleur impara a confrontarsi con il suo corpo prima del tempo, con il senso di desiderio prima del tempo, e con l’amore un attimo prima del troppo tardi. La vita di Fleur, sembri annunciare, non va mai al ritmo giusto, anzi viene incalzata, e nel tentativo di stare al passo, Fleur finisce per correre troppo. Infine, ho trovato molta cura della commistione dei due poli – bellezza e amore, esteriorità e interiorità – e tra di loro, la colpa, che rimbalza e cambia forma. Complimenti per come l’introduzione riesce a essere coerente con la struttura e lo stile della storia.
L’impaginazione è compatta, ordinata e semplice. Ho apprezzato, visto la natura prettamente introspettiva del testo, la cura con cui hai ripartito il testo. Sono gli spazi, ancor prima della voce narrante che invece segue un flusso di pensieri coeso e sciolto, a dare la percezione di tempo, a inserire un vuoto tra una scena e l’altra, a far capire i salti temporali. Posso – e questo è l’unico dubbio che ho – presupporre grazie a questa divisione che le ultime due scene siano separate dall’appuntamento. Mi spiego meglio: c’è la scena dell’appuntamento con Bill che l’allontana, c’è una scena in cui lei ripensa alle sensazioni provate e al rifiuto, e c’è un’altra scena in cui Bill le dice che non importa se ancora non riesce ad aprirsi completamente a lui, se gliene dà la possibilità possono crescere assieme; ma sono tra di loro tre momenti temporali diversi… giusto?
In quest’ottica, l’isolamento delle due frasi in corsivo – “aveva fatto male” e “così ho imparato anche l’amore” – dà ancora una volta la percezione di sospensione, come se galleggiassero nello spazio vuoto tra le scene, e il loro significato fosse un’eco che rimbomba, si prolunga nel tempo. Nel primo caso, sembra quasi di sentire il dolore sordo e nascosto di Fleur davanti al rifiuto, l’orgoglio con cui tace davanti ai suoi sentimenti; nel secondo invece si ha un’apertura verso il futuro che sta al di là del bordo della pagina.


Sviluppo del tema, Caratterizzazione dei personaggi e IC: 29/30 (di cui 19/20 dell’IC e caratterizzazione)

Parto dal tema. Ho trovato che fosse quasi un capovolgimento il considerare la “bellezza” un demone, a maggior ragione se il personaggio in questione è un personaggio dalla bellezza mozzafiato quale è Fleur Delacour.
Il taglio che hai dato alla storia è davvero originale, quasi dissacrante, se vogliamo. Ma io l’ho sentito davvero come un grido che, in silenzio, viene condiviso da molte persone. Quello che hai mostrato è un complesso di sensazioni e meccanismi che rompono gli schemi, frantumano lo stereotipo della bionda bella e dal cuore di ghiaccio. E tu hai frantumato quella barriera che è stata costruita attorno a questo personaggio, e lo hai fatto attaccandoti con perizia e precisione a quei pochi elementi sparsi nei libri e che tu hai ricomposto a formare un puzzle davvero inedito, complesso, che dà rispetto e onore a un personaggio che, nonostante il suo ruolo nella seconda guerra magica, viene spesso relegato alla bambolina di Beauxbatons.
Nella struttura di questa storia, è possibile apprezzare come la Fleur che descrivi tu si fermi proprio nel momento in cui noi impariamo meglio a conoscerla nei libri: infatti ne riempi la vita prima, facendo un grandissimo lavoro di retrospezione.
Hai sviscerato il personaggio mettendo nel corpo centrale i suoi difetti, le sue colpe, ma lo hai fatto iniziando dalle sue paure, donandole una profonda umanità. Ed è una paura che possiamo capire in molti – il sentirsi scivolare addosso gli sguardi altrui, il percepire la forza con cui quegli sguardi riescono a scavare la pelle liscia dei bambini e a creare rughe, crepe, appigli e angoli dove far sedimentare il disagio, le insicurezze. Fleur invecchia prima del tempo perché sono gli sguardi altrui a consumare la sua giovinezza e la sua innocenza.
Ci parli di una Fleur giovane che cresce in fretta, ci fai conoscere da cosa nasce la bambola e la maschera che indossa, e lo fai tessendo abilmente in contemporanea un’introspezione che non può che spingere chi legge a immedesimarsi con lei, a comprenderla, a rattristarsi anche, a giudicare con meno astio e arroganza i suoi difetti, i suoi atteggiamenti. Il lettore è costretto a empatizzare, ad arrabbiarsi anche con chi le ha fatto questo, a battere i piedi quando vede come questo la cambia, la porta a sbagliare. Sei riuscita, attraverso piccoli accenni, anche a mostrarci come il suo atteggiamento spinga a sentimenti ostili chi le sta intorno, creando in questa maniera una doppia immagine: quella data da chi le sta attorno e vede solo la sua apparenza e quella data dalla sua introspezione, che racconta e indaga in profondità le ragioni del suo modo di essere.
Ho trovato il finale sospeso molto ben riuscito, proprio nel momento in cui inizia per Fleur un nuovo percorso, un percorso in salita ma non solitario, ricco di sottintesi, e come già detto trovo geniale l’idea di fermare la narrazione proprio un passo indietro rispetto al momento in cui il personaggio nei libri acquista più importanza, perché sembra che questa storia finisca dove i libri iniziano, diventando un tutt’uno con essa.
Anche l’estratto mi ha messo un po’ in difficoltà. Innanzitutto, voglio precisare che dall’introspezione, dal modo in cui mostri come lei appare agli altri e dal modo in cui lei si muove era riconoscibile ritrovare Fleur. “Saggiavo i limiti del potere che mi scorreva nel sangue” è perfetto per indicare come il suo potere non è quello comune e innato dei maghi, ma qualcosa d’altro, qualcosa che ha a che fare con il sangue e quindi la genetica, riferimento chiaro al suo sangue di Veela ereditato dalla nonna. Anche l’invidia delle compagne era ricollegabile al comportamento delle altre allieve di Beauxbatons quando Fleur viene scelta per il torneo tremaghi; in quel punto, nel quarto libro, io ho percepito molto la mancanza di una solidarietà nei suoi confronti, e quindi trovo plausibile queste descrizioni; allo stesso tempo, il timore dei ragazzi è un’immagine ricollegabile facilmente all’incapacità di tutti gli uomini che le sono gravitati attorno e che davanti a lei hanno perso la parola – facile l’esempio di Ron, ma anche Roger Davies si dimostra inebetito durante il Ballo del Ceppo, in balia della sua bellezza, incapace di razionalizzare e di muoversi “attivamente”.
Ci sono alcuni elementi, però, di cui ho dovuto tenere conto e che in qualche modo hanno offuscato l’estratto. Il riferimento a “fu in un palazzo che conosceva solamente la primavera”, “nessuno di loro credeva di potermi guardare, di potermi avere, e io mi sentivo al sicuro” e “imparavo a trasformare gli sguardi che mi avevano paralizzata” sono stati leggermente fuorvianti: il primo poteva essere inteso in senso metaforico, e il riferimento a Beauxbatons io l’ho ritrovato calzante, a confondere purtroppo è il fatto che essendo un momento extralibro ha confuso le acque non permettendo subito la collocazione del luogo, ma si potrebbe soprassedere, poiché ragionandoci bene era fattibile come collegamento; più “grave” comunque sono la seconda e la terza frase che ti ho riportato, dove quel “mi sentivo al sicuro” e “gli sguardi che mi avevano paralizzata” erano impossibile, senza leggere la storia completa, ricollegare alla Fleur dei libri. Danno a intuire di un personaggio spaventato, timoroso, traumatizzato da qualcosa. È un piccolo dettaglio che toglie la certezza di un estratto che, nel suo complesso, aveva fatto secondo me un ottimo lavoro giocando di sottintesi e doppi sfondi.
E passo alla caratterizzazione vera e propria, finalmente (scusatemi!). Credo tu abbia descritto molto bene l’atteggiamento di Fleur, il suo modo di ammiccare, il suo continuo agitare i capelli per catturare la luce (questo dettaglio è perfetto perché ricalca quello nei libri), ho ammirato anche la genialità con cui hai sfruttato le parole di Harry riguardo all’incantesimo che Fleur tenta di “gettare” su Cedric per caratterizzare il suo usare tale potere ma anche il modo in cui a volte sfugge al suo controllo, soprattutto trovo plausibile il modo senziente in cui lo usa, e in questo posso portare a valorare la tesi anche il modo in cui viene descritto il matrimonio di Bill e Fleur in cui la bellezza di lei sembra riflettersi su chi le sta attorno, come una cappa che li ingloba e li fa risplendere tutti. Anche il suo modo di conquistare e raggiungere obiettivi attraverso la bellezza è perfettamente IC, ci sono infatti alcuni episodi nel quarto libro che richiamano proprio tale atteggiamento, il suo modo di provocare e scherzare con Bagman, per esempio (ho sempre percepito il suo modo di parlargli ammiccante, adulatore, anche se scherzoso), il che valorizza anche la caratterizzazione sul suo comportarsi da donna prima del tempo. Hai caratterizzato il suo atteggiamento arrogante, indifferente, il suo modo di agire feroce, deciso, il suo non curarsi troppo dei sentimenti altrui, ma anche la sua indole determinata a perseguire i suoi obiettivi.
I cuori che si sbriciolano con sguardi indifferenti e le menti brillanti che perdono la bussola con un sorriso hanno sfruttato, generalizzando tale comportamento e facendolo diventare un’abitudine che va al di là dei singoli momenti, le scene appunto in cui Ron perde la testa e scappa davanti al suo sguardo freddo e il tentato incantesimo a Cedric, ma anche il modo in cui inebetisce Roger.
Infine, per quanto riguarda l’IC, posso dire che hai fatto un ottimo lavoro anche per quanto riguarda la parte in cui è presente Bill. Bill è l’unico maschio che non cade ai piedi di Fleur, l’unico che stando con lei non perde la testa, anzi. Rileggendo i pochi dialoghi in cui entrambi sono presenti, Bill risulta essere una pietra salda che “frena” l’indole aggressiva e arrogante di Fleur, che ne tira fuori il lato più tenero e fiducioso, ma è anche il personaggio paziente e amorevole che fai trasparire tu, quello che la ama veramente. Emblematica, secondo me, è la scena in cui Fleur retrocede dalla cucina quando Bill vuole parlare solo con Harry nel settimo libro. Tenendo conto di questo, trovo perfettamente IC il ruolo che Bill gioca nel cambio di comportamento di Fleur e soprattutto nella sua presa di consapevolezza del suo atteggiamento. Ho ritrovato nel Bill che muovi tu in questa storia la sua indole pacata e decisa, la sua maturità, la risolutezza in certi ideali e atteggiamenti, ma anche la sua dolcezza, la sua leggerezza, il suo interessamento per Fleur. Anche la sua indole curiosa sei riuscita a caratterizzare, la sua voglia di conoscenza attraverso questo suo modo di approcciarsi a Fleur. Ultimo, ma non ultimo, ho trovato geniale – e merita un commento a parte – la battuta di Bill, il richiamo al suo lavoro e come questo suo talento poi si ripercuote anche sia nel suo spiccato senso intuitivo a livello caratteriale, sia nella sua sensibilità magica. Ho trovato perfetta la sua “voce”, la cadenza delle parole, il tono che imprimi alla frase, è lui, qui lo posso dire senza problemi. Secondo la mia mente contorta è perfettamente in linea al tono che tira fuori quando parla con Harry del suo lavoro, hai ricalcato bene il suo modo di esprimersi.
Credo di averne parlato qua e là, perché è stato impossibile scindere la caratterizzazione, il tuo headcanon, dall’argomento e dal tema, ma voglio spendere comunque le ultime due parole di questa voce per farti i complimenti sul modo in cui hai costruito la retrospezione del personaggio, hai “motivato” il suo atteggiamento, ma soprattutto hai dato voce alle sue fragilità.
Così come il suo parlare è diretto e senza filtri, così anche la sua personalità e il suo modo di reagire alla vita credo che siano altrettanto diretti e aggressivi. Lei è il tipo di personaggio che nasconde le ferite, non se ne cura, anzi si crogiola – ed è un meccanismo di difesa – nell’idea di essere intoccabile. Ecco che la sua reazione a un simile disagio e alla paura diventano più che plausibili e reali. Qualcun altro al suo posto si sarebbe chiuso a riccio, lei invece reagisce con aggressività, mordendo la vita, e così facendo costruendosi una maschera usando proprio quello che gli altri di lei hanno desiderato: la bellezza. Non cancella, però, il fatto che questo atteggiamento e questo tipo di reazione la spingono ad allontanare tutti e non mostrare le sue fragilità.
Per questo della sua caratterizzazione, tra tutte, ho apprezzato la sua nascosta solitudine – io l’ho sempre percepita davvero come un personaggio che deve cavarsela da sola, che ha imparato a fare a meno dell’appoggio di amici – e il modo in cui per una volta la colpa che prova verso Bill la riesce ad azzittire, a farla “rinunciare” al traguardo (e anche qui il cambio di passo è IC perché ricorda quello che lei stessa ha nei confronti di Harry dopo che quest’ultimo salva sua sorella dal lago), ed è proprio Bill che le dice che non deve arrendersi, ma che deve cambiare soltanto piano di attacco. Trovo che ci voglia una grande forza per ammettere i propri sbagli e cambiare rotta, e Fleur è uno di quei personaggi che riesce a farlo con naturalezza, quasi con un atteggiamento altezzoso, che non vuole dire cambiare per gli altri ma conservare se stessa pur diventando migliore. Bravissima.


Gradimento personale: 5/5

Questo è uno di quei rari casi dove, nonostante io non mi ritrovi molto nello stile, la storia è riuscita a prendermi totalmente. A prendermi è stata Fleur, ma innanzitutto il lavoro di studio e approfondimento che hai fatto su questo personaggio e sul suo ruolo all’interno della saga. Il personaggio del libro da quello dei film cambia parecchio, e secondo me perde molto (ma nei film perdono tutti, purtroppo, non se ne salva uno a livello di caratterizzazione, secondo me). Il lavoro che hai fatto è stato sicuramente fatto sui libri – e ha “obbligato” me a tirarli giù dagli scaffali e ricercare quei passaggi in cui Fleur è protagonista. Sei riuscita, mettendo in primo piano l’introspezione del personaggio, a trattare in maniera “dura” uno dei temi più caldi, quasi un tabù. O forse dovrei dire una deplorevole abitudine.
Sinceramente ho sentito quest’argomento in maniera molto personale. Perché è vero, sono gli altri ad accorgersi e a rinfacciarti per primi quanto sei cresciuta, quanto ti stai facendo carina. E dovunque vai ci sono sguardi che ti spogliano, ti misurano, ti attraversano, e sono veri e propri pugnali. La riflessione di Fleur è ciò che di più vero e universale io possa immaginare, ed è del tutto plausibile anche per il personaggio.
In questo commento, però, io voglio soffermarmi maggiormente sulla tematica, però, perché è quella che mi ha colpito di più. Il prezzo della bellezza. In realtà, quello di cui parla Fleur è una sensazione che tutte le donne, credo, hanno conosciuto; bastano delle forme appena accennate sotto una maglietta smanicata e partono la bave… Attraverso Fleur hai abbattuto secondo me più di un semplice argomento: hai parlato sì del desiderio e della colpa “meschina” e del tutto ingiusta che ricopre “l’oggetto” del desiderio, hai parlato anche dell’ingenuità e della naturalezza con cui alle volte questo desiderio si manifesta nelle persone, hai anche però parlato di quanto a volte il concetto di bellezza sia fuorviante. Penso all’invidia delle compagne di Fleur, penso al modo superficiale con cui i ragazzi si rapportano a lei, e penso che tutto questo sia causato non dalla persona ma dal suo aspetto fisico. Insomma, è abitudine pensare che dietro a un bel faccino non ci sia niente che valga la pena di conoscere… hai già una bella faccia, no? Che altro può volere o nascondere, un cervello? Non sia mai!
Ecco, attraverso Fleur tu hai saputo mescolare le carte, parlare di una condizione che la società ci porta quasi ad accettare passivamente – è così che funziona, accettalo – ne hai mostrato il disgusto – io ho sentito molto disgusto, oltre alla paura, ed è proprio il disgusto che ti fa pensare ho sbagliato qualcosa, secondo me – ma hai mostrato anche l’altra faccia della medaglia: hai mostrato Fleur vittima degli sguardi altrui, ma hai mostrato Fleur anche artefice di quegli sguardi. In altre parole, hai mostrato quanto è facile cadere nello stesso circolo vizioso dal quale per tutta una vita si prova a scappare.
Sono sinceramente ammirata per la profondità, ma soprattutto la forza, con cui hai parlato del concetto di colpa, del desiderio e dell’amore; e ho ammirato anche come, attraverso questi concetti, emerga con sensibilità anche l’introspezione di una mente ferita, traumatizzata anche, parlando di un periodo delicato della vita, che molto spesso viene sottovalutato e ne si parla quasi come una “fase che deve passare”, come se poi questo non avesse effetti su di noi. Invece, quelli effetti sono davvero forti e a volte condizionano tutto il resto, a lungo, in alcuni casi per sempre.
A questo punto non posso quindi che esprimere tutto il mio amore per Bill, per la sua maturità, per la sua dolcezza, e posso dirlo anche, per la sua virilità, perché secondo me virile è l’uomo che ti cammina a fianco e riesce a tirare fuori il meglio di te.
Hai una sensibilità e un pensiero ammirevoli, hai una voce e delle opinioni di cui questo mondo ha davvero bisogno. E io sono felice di averti letto.

Punteggio: 66/70

Recensore Master
12/12/20, ore 16:37

Ho scelto questa storia per l’incipit, mi piaceva un sacco come avevi giocato con l’immagine della cera per trasmettere al lettore come la colpa sia un concetto che si insinua anche lì dove c’è poco spazio, quanto sia bravo a piegarsi e incastrarsi e poi ci ritroviamo ad aver a che fare con essa senza sapere da dove sia cominciata la cosa. E quanto è bello quando dici che invece dovrebbe essere qualcosa di attivo, di netto e marcato come la giustizia e non sfumato e pieno di dubbi. Che bell’immagine!
Trovo molto azzeccato aver accostato il concetto di molestia (sembra tu voglia alludere a quel concetto) a Fleur, perché considerando il suo sangue di Veela, ci sta tutto che lei sia stata vittima di tutto ciò. E che nell’insicurezza dell’adolescenza si sia anche sentita in colpa, come se il disagio potesse venire solo perché tu sei dalla parte del torno, non perché gli altri ci sono. Adoro questo tema, sono felicissima che qualcuno ci si sia accostato e adoro che ci sia Fleur. Tra parentesi vedo spesso che la prima persona è evitata da molto scrittori, io invece la adoro e quindi grazie e complimenti perché fino ad ora mi sta piacendo un sacco come stai usando il punto di vista di lei.
Bellissima questa frase: ‘la mia colpa doveva rimbalzare ovunque’. Se Fleur doveva sentirsi colpevole, allora che ci si sentissero anche gli altri! La trovo molto canon perché ora che ci penso Fleur si era candidata per il Torneo, quindi era un bel tipino combattivo e feroce, non solo una bambolina carina!
Poco spazio, la tua one shot conta solo di mille parole, però hai sviluppato il tema da più angolazioni, non ti sei fermata alle prime occhiate lascive che Fleur probabilmente avrà subito quando era ancora troppo giovane, no. L’hai analizzato e scandagliato nel collegio, crescendo, come vendetta, come scienziata che voleva scoprire se stessa, il proprio corpo e il proprio potere. Mi piace. Mi piace che tu l’abbia sviluppato in modo approfondito.
Quanto è bello Fleur che ha imparato solo a come manipolare gli altri, perché se tutti ti guardano e se tu hai un potere, perché dovresti chiederti che altro ci sia oltre alla manipolazione? E che bello che Bill le rimbalza indietro tutte le sue magie.
Mi piace come tu abbia insistito sul fatto che Bill sia rimasto deluso e questo ha insegnato a Fleur che non si manipola la gente, perché vuol dire che si è messa nei suoi panni, non si è limitata a sentirsi rifiutata e a piegarsi e cambiare per non essere rifiutata. Ha imparato davvero.
Ho trovato tutti e due splendidamente IC. Mi è piaciuto un sacco il tuo stile: le immagini e le metafore che richiami per descrivere cosa prova Fleur. Breve come fanfic, ma molto intensa, molto ben strutturata. E poi l’argomento del desiderio è stato sviluppato benissimo: dovrebbero esserci più fanfic su questo tema, che parlano di molestie, manipolazioni. Mi piace un sacco come li hai sviluppati, complimenti. Il titolo è stupendo, il fatto che si riallacci con la chiusura della storia, lo rende un po’ come un cerchio che si chiude in se stesso ed è bellissimo. Complimenti.

Recensore Master
11/12/20, ore 11:23

Cara Blackjessamine,
dopo aver letto tutto ciò che hai scritto su Ole e Homer ho deciso di fiondarmi su questa bellissima shot che ho apprezzato per moltissimi motivi. Anzitutto, approvo tutte le scelte, compreso il fatto di aver reso la relazione con Bill meno idilliaca. È romantica e bella, senza altri aggettivi, l’idea che lo spezzatore d’incantesimi riconosca la malìa delle intenzioni di Fleur, una mezza Veela abituata a sfruttare il proprio mix di bellezza e fascino in maniera impropria proprio perché non ha mai imparato realmente l’amore. E quindi non sa comportarsi, non sa rivelare le sue fragilità – cosa che, invece, imparerà a fare col futuro marito. L’altro motivo per cui ho amato la storia è per la sua universalità. Parliamo di Fleur, di un personaggio inserito in un preciso contesto e con una storia ben delineata nei suoi tratti più specifici: sappiamo con chi, come e quando si sposerà, cosa le succederà, che bambini avrà, insomma, che scelte farà della propria vita. Sappiamo che deciderà di optare per gli affetti e l’amore derivanti dall’entrata in una famiglia calorosa e accogliente ad altre carriere o futuri, ma nei momenti in cui la fotografi tu Fleur è prima una bambina e poi una ragazza che si scontra col disagio di una bellezza e di una sessualizzazione che la fanno sentire sporca.

L’atteggiamento sfruttante che la ragazza svilupperà in seguito, quello di usare l’arma del fascino per convincere, irretire e manipolare, è solo (è in parte) un meccanismo di difesa, uno specchio riflesso volto a “rispedire al mittente gli sguardi.” Emerge quest’immagine di bambina solitaria, vittima di sguardi inappropriati in cui forse ci siamo ritrovate tutte, anche se non siamo mezze veela. Penso al disagio di un fischio o di una battutaccia per strada, agli sguardi rivolti sui mezzi pubblici ed ecco che il sentirsi oggetto di troppe attenzioni di Fleur – o di attenzioni inadatte rispetto all’età o, semplicemente, dello stupore a fronte di un aspetto femmineo e particolarmente avvenente secondo determinati canoni, diventa la storia di tutte noi. Una storia in cui tutte abbiamo dovuto imparare a difenderci, dove molte sono state fortunate e molte altre no. Ed ecco perché la chiusa con Bill e con quel suo bacio lieve in fronte è bello. Lui riesce a conquistare la bella francese perché se ne frega che lei è bella, perché vuole vedere lei e non la Veela, perché desidera conoscere Fleur e non stupirsi della sua perfezione, perché mette in secondo piano il desiderio fisico – che ci sarà e nascerà, ma non in questa fase. Anche la scelta del modo in cui hai raccontato questo punto di vista l’ho amato, perché ci consente di ascoltare la voce di Fleur; il suo stesso passato non scorre davanti ai nostri occhi come un film, ma è una rielaborazione di Fleur stessa, che dà un nome agli sguardi che le venivano rivolti e che ripercorre il suo passato giudicandolo e giudicandosi, dando un suo punto di vista parziale e per questo più intenso e capace di far nascere in noi l’empatia.

E insomma, mi scuso profondamente per il ritardo con cui passo a recensirti, ma per tutta la settimana ho lavorato fino alle otto di sera e avevo gli occhi fritti e sapevo che ti avrei lasciato un papiro che supera la lunghezza di una shot. Ma andiamo alle cose serie: ti faccio i miei più sentiti complimenti per quest’ennesima, splendida, perla. Un abbraccio forte e a rileggerti presto,
Shilyss

Nuovo recensore
05/12/20, ore 16:41

Ciao!
Eccomi per lo scambio dell'ABC delle recensioni del giardino. Tanti pensieri, alla fine di questa One-Shot, tanti dettagli da voler mettere nero su bianco in questa recensione. Lo farò per gradi, però, in modo da non dimenticarmi nulla. Fleur è sempre stata un personaggio molto misterioso, se non occupa il primo posto in classifica della saga poco ci manca, ma mi è piaciuto come l'hai descritta qui. Anzi, leggendola qui mi è quasi simpatica, mentre nei libri non avevo molta simpatia per lei. Verso la fine, forse, mi esprime tenerezza. Dell'originale intendo. Ci mostri una Fleur giovanissima, che si ritrova a dover fare i conti con le conseguenze, a volte positive e altre negative, del suo essere mezza Veela, le creature più affascinanti che la Rowling abbia creato, legate a doppio filo da un destino un pò crudele. Ma se dovrei aprire una parentesi sulle creature, staremo qui in una lunga recensione di sole 2000 parole!
Per certi aspetti, in questa fanfic l'ho capita un pò Fleur, ho compreso che forse non è sempre una benedizione essere una ragazza affascinante e bella. Anche nella saga, quando era vista un pò di traverso da Molly e Ginny, storcevo il naso in una maniera incredibile. Il suo amore per Bill, però, è vero e sincero... e anche qui si nota un distacco netto da una Fleur ammaliatrice e sicura, a Fleur maturata. Sente per lui un desiderio che è ben diverso dagli altri. Ho apprezzato la frase che le dice Bill, rendendosi conto che sta per essere intrappolato da una sorta di magia. Ed è proprio con quel rifiuto che, Fleur, capisce cos'è l'amore. Una degna conclusione per una storia da un solo capitolo. Magari sarebbe stato interessante vedere qualche evoluzione in più del suo carattere, non solo in quel senso, ma anche dopo la vita matrimoniale con Bill. Prima o dopo la battaglia. E' stata una lettura davvero piacevole.
Di errori non ne ho proprio visti, quindi complimenti! Il tuo stile è stato semplice e scorrevole... non ci si perde affatto e se anche questa è una One-Shot, invogli il lettore comunque ad aprire il tuo profilo EFP e a leggere qualche altra storia.
Generalmente lascerei una recensione più lunga, ma al di là di ciò che ti ho già detto non mi viene in mente nulla se non farti i complimenti per aver ampliato una descrizione maggiore su un personaggio misterioso della saga di Harry Potter.
Complimenti!

Alla prossima,
Venera W.R. Jophiel.

Recensore Veterano
29/11/20, ore 21:37

Ciao Greta!
Arrivo finalmente, anche se con ritardo, a lasciarti qualche parola su questa storia. Non appena ho letto che avevi scritto su Fleur, mi sono precipitata a leggere (che poi arrivi con ritardo è un altro discorso) perché è un personaggio che amo moltissimo, che trovo offra spunti di introspezione particolari e che è spesso sottovalutato.
La chiave di lettura che hai dato a Fleur in questo caso mi ha totalmente affascinata, mi è piaciuto come hai utilizzato il tratto indubbiamente caratteristico di Fleur, la bellezza, visto dal suo punto di vista come una colpa, quel primo "O forse ti è bastato esistere: sei comunque colpevole" mi ha straziata e conquistata completamente.
Bellezza motivo di occhiate di desiderio indesiderate, incomprensibili agli occhi di una Fleur alle soglie dell'adolescenza che scopre il disagio.
E mi è piaciuto il modo in cui Fleur impara e usa il desiderio, perché ho trovato infinitamente umano e comprensibile per una ragazza che sin dalla più tenera età diventa oggetto di desiderio.
Il desiderio che suscita negli altri diventa, in qualche modo, lo strumento attraverso cui Fleur si rende burattinaia di altri, cercando di non essere mai vittima di quegli sguardi e che in un primo momento tenta di utilizzare anche con Bill.
Sappi che ho trovato geniale l'idea di Bill che spezza l'incantesimo, di quest'uomo che arriva e guarda "dietro il velo", dietro la corazza che si è creata, di questo ragazzo che gentile che vede dietro l'orgoglio tutta l'insicurezza di questa ragazza troppo bella.
Ho trovato poi particolarmente efficace l'uso della prima persona, che ha conferito a tutto questo testo (tra l'altro, complimenti per le 1000 parole spaccate!) un'aura diversa, un carico di introspezione immenso destinato a restare impresso nella mente di chi legge.
Meriteresti una recensione nettamente migliore ma rimandavo da troppo e non potevo più esimermi!
Un abbraccio
Fede

Recensore Master
29/11/20, ore 12:46

Carissima, purtroppo ho sempre meno tempo e temo che non riuscirò a dedicare a questa storia bellissima la recensione che si merita, ma ci tenevo a lasciare comunque due righe, senza lasciar passare dei mesi, perchè adoro Bill e Fleur e mi ha fatto veramente tanto piacere trovare qualcosa su loro due scritto da te. La metto immediatamente nelle preferite e ti faccio tanti auguri per il contest sebbene non ce ne sia bisogno. Mi è piaciuta da morire la costruzione della vicenda e mi ha messo i brividi la parte iniziale, che potrebbe declinarsi nel nostro mondo in maniera subdola e perfetta, parlando di violenza sulle donne in qualunque grado. La colpa è spesso vista nella bellezza e nella provocazione da parte della donna, che invece, non si finirà mai di ribadirlo, quando è vittima non ha alcuna colpa. Fleur crescendo impara poi a usare la sua bellezza e la sua "malia" a modo suo, in una sorta di vendetta, e se da bambina colpe vere non ne aveva, ora invece sì, in quanto sceglie deliberatamente di far soffrire altre persone. Bill è quel cambiamento, quella redenzione, quella speranza, che Fleur non sapeva di stare aspettando, ma che le cambierà completamente la vita. Bello bello bello e ho amato la caratterizzazione di lui.
Vorrei dire tanto di più ma mi chiamano a tavola.
Grazie di cuore per questa perla <3

Benni

Recensore Master
28/11/20, ore 22:13

Ciao tesoro,
Ho letto questa storia così tanto tempo fa che mi ha fatto un sacco piacere rileggerla e innamorarmi di nuovo.
Sul tuo profilo ho talmente tante cose da recuperare che non sembra nemmeno possibile, ma giuro che arrivo a recuperare tutto, è solo un po' un tempo così: questa non è la recensione per lo scambio, quella ho in programma di lasciarla in una storia precisa, ma volevo comunque passare dalla tua Bill/Fleur.
Li fai collidere così bene, li rendi così giusti e incredibilmente veri: c'è verità nelle tue parole, verità che diventano tali anche per la giovane ragazza che per una volta non deve fingere, non deve più nascondere sé stessa dietro qualcosa. Ma da Bill e con Bill impara qualcosa di nuovo, l'amore. Impara la trasparenza, impara la dolcezza: Bill è un sacco di cose belle che riempiono la sua vita giorno per giorno, nonostante l'inizio sia un po' in salita – Non è così che ti voglio, Fleur.
Sembra una sciocchezza, ma già il fatto che Fleur non sia data per vinta deve valere qualcosa, deve significare che si sono scelti e hanno intravisto dietro i mille muri issati.
L'ho amata davvero tanto, mi sono ritrovata un sacco in queste parole, per quanto non fossero per me: imparare l'amore è una delle cose più belle che possano capitare ad un essere umano. Ti ringrazio per averla scritta e scusami per la recensione un po' sbrigativa.
Ci vedremo presto in altri tramonti, o koala,
Sia ❤

Recensore Master
23/11/20, ore 19:46

Ciao <3
Se non sbaglio è un po’ che non leggo qualcosa di tuo sul fandom di HP e sappi che questa storia mi è piaciuta davvero tantissimo. Non so, per alcune cose mi ci sono pure ritrovata, quindi anche per questo non ho potuto che entrare molto in empatia con Fleur, dandoci una visione di lei che nei libri è stata appena accennata, ma non approfondita. Fleur è una Veela e in quanto tale è soggetta a molte attenzioni sin da piccolissima a causa del suo aspetto. Attenzioni non sempre opportune o gradite, tutte cose che spaventerebbero chiunque, a maggior ragione una bambina che non può fare niente, anche perché è il suo aspetto, che potrebbe fare?
Ma le cose per Fleur cambiano con l’adolescenza. Fleur arriva a percepire che la sua bellezza, che scatena reazioni in grado di metterla a disagio, può essere un’arma che può usare sul prossimo e ottenere ciò che vuole. Per come l’ho percepito sin da subito è chiaro sin da subito che è un modo per nascondere la paura/disagio. Questo potere le da una sicurezza, quella di poter ottenere quello che vuole. E in effetti non mi ero mai soffermata a pensarci troppo, anche perché credo anche io che sia così, ovvero che le Veela possano sedurre/ammaliare di loro volontà.
Le cose poi cambiano ancora quando entra in scena Bill. Mi sarebbe sempre piaciuto sapere qualcosa di più sul loro rapporto, ma la cosa positiva è che si può interpretare come vuole. Bill capisce subito che c’è qualcosa che non va, e ha la fermezza di dire “non è così che ti voglio”, che è poi quello che credo servisse a Fleur. A me è piaciuto molto come hai fatto evolvere le cose, questo bacio che lui le da sulla fronte, con la speranza che un giorno lei si fidi di lui e si mostri così com’è, senza magia/trucchetti vari in mezzo… Perché è in quel momento che Fleur inizia a capire, è così che capirà l’amore.
E ripeto, mi è piaciuto molto. Leggere dei personaggi secondari è bello anche questo, perché c’è tanto di non detto, e la tua Fleur l’ho davvero adorata.
Ci sentiamo presto :*

Nao

Recensore Master
15/11/20, ore 12:09

Ciao, Greta, eccomi qui ♥︎

Alla fine ho cercato di passare subito, in modo che la lettura fosse ancora fresca. Come sai, questa storia mi chiama da quando l'hai presentata sul gruppo, ma ovviamente vuoi mica che una cosa la leggo subito...! Ma no, lasciamola lì ad accumularsi con tutte le altre XD Però alla fine arrivo, anche se tardi ♥︎ 

La tua Fleur mi è piaciuta molto. L'ho trovata diversa dagli standard (sicuramente diversa da come la Rowling ce l'ha presentata, e questo è ovviamente un complimento per te, sia chiaro), più realistica, più vera. È una Fleur spaccata, questa, tra un'infanzia turbolenta e difficile dove la giovane Fleur non sa come gestire il suo aspetto, non sa come gestire gli sguardi che questo aspetto le attira, e quei passi li ho trovati pieni zeppi di realismo e verità, passi in cui tutte noi donne possiamo ritrovarci, assolutamente e decisamente attuali, diretti e tangibili, e ci possiamo ritrovare in tutti gli sguardi non richiesti, in tutte le attenzioni più o meno velate che noi però non vogliamo attirarci, nel disagio provato nel passare davanti agli uomini perché SAI che, qualsiasi cosa tu possa indossare, attirerai le loro occhiate. Questa è la parte che ho trovato veramente ma veramente attuale, e l'ho amata anche se ha fatto male, quindi bravissima. Tornando a Fleur, la ragazza impara a celarsi dietro i suoi sguardi (di gelo e ghiaccio) per parare i colpi, per trovare un rifugio che la faccia sentire protetta e al sicuro. Ma ovviamente poi Fleur impara a replicare, impara a usare il suo stesso aspetto non solo per difendersi ma anche per contrattaccare. E, ovviamente, arriva infine l'uomo del quale le importa, l'uomo che sa guardare oltre la malia e oltre la bellezza esteriore e riesce a vedere la vera Fleur, e ama la vera Fleur, cosa che lei inizialmente non comprende, ché è abituata a fare come fa, a comportarsi in quei termini, e sembra ormai non conoscere altro linguaggio che quello, ma Bill riesce a riportarla alla realtà, in modo diretto e quasi turbolento, facendole capire chiaro e tondo che lui non è così, e che a lui piace la vera Fleur, quindi è ora di tirarla fuori. 

Allora, non so quanto questa recensione abbia senso, lo ammetto, perché quando una storia mi piace tanto tendo a perdere il filo e a perdermi nei pensieri che poi riverso qui, ma spero che ti sia arrivato il mio messaggio, forte e chiaro: è una storia bellissima, quasi cruda, ma appunto bella perché diretta e vera. 

Ti faccio i miei complimenti, davvero ♥︎

Ci leggiamo presto perché sono fermamente intenzionata a passare dai koala per colmare il mio gap XD 

Un bacione, Marti ♥︎

Recensore Master
14/11/20, ore 15:19

ciao, cara. So che se non ti parlo di Lucius non leggerai mai questa recensione, perché priva di qualsivoglia interesse, per il tuo cuore...T__T
però ti prego, fai eccezione! sono stata tanto bloccata, dai...#^-^#
torno seria. (o lo divento per l'occasione, non dirlo in giro). questa è quella che mi ha fatta più impazzire, quella della quale avevo capito l'informazione di base, ma mi rendevo conto che stavo andando a tentoni sul dettaglio, e che sarei stata sfortunata. Avevo pensato alla mamma di Fleur, perchè essendo "più Veela" mi pareva dotata di maggior potere seduttivo di quello che fa impazzire gli uomini. ma avevo fatto male i conti, miseriaccia! Certo anche lei ha un quarto di sangue e tanto basta a renderla irresistibile. Colpa mia che penso sempre all'attrice che trovo si bella ma non tantissimo e non ho mai giudicata adatta al ruolo, e mi sono confusa sulla descrizione... e sorattutto sono colpita da questa introspezione poetica e soave, che la descrive come una specie di raggio di luce tra i fiori di quell'eterna primavera, una stella che splende e abbaglia,ma senza gioia in tutto questo. il desiderio altrui l'ha fatta stare male, le ha lasciato il senso di colpa di essere lei a provocarlo. Questo mi ha dato i brividi, ho pensato meccanicamente alle donne violentate alle quali viene detto: eri in minigonna di notte da sola. E dire che piacere a chi ti guarda lo deesideriamo tutti, e per motivi culturali soprattutto tutte. e poi...
per questo capisco la reazione gelida, la manipolazione, visto che la accusano che sia vera, non falsa e passiva. finché non ha incontrato Bill. Questa flash è profonda, intensa e bellissima. andrà molto più che bene!
un bacio, autrice cattiva ; )
Setsy con lunga parrucca bionda

Recensore Master
14/11/20, ore 12:17

Ciao, Greta!
Finalmente riesco a passare anche dalla tua Fleur.
Amo molto il suo personaggio; finora ne ho letto solo da adulta, già con Bill, quindi ho trovato a maggior ragione interessante questo sguardo sul prima, su com'è cresciuta.
È facile immaginare come il sangue Veela possa essere una maledizione, soprattutto per una bambina/adolescente. Ho sempre dato per scontato che il tentativo di incantare Cedric ipotizzato da Harry non avesse fondamento, ma partire da lì per tracciare questa storia mi ha colpita tantissimo. È geniale.
Sono passata dal dispiacermi per Fleur per gli sguardi indesiderati che riceve all'inizio al disapprovare – pur con comprensione – ciò che diventa, a sciogliermi quando entra in scena Bill.
Secondo me l'hai gestito benissimo: bello il riferimento al fatto che lui passi il suo tempo spezzando incantesimi e quindi si accorga della magia che Fleur prova a esercitare su di lui. Non la giudica, però, la rifiuta con gentilezza e la comprende. Va oltre come probabilmente nessuno (famiglia esclusa, suppongo) ha mai fatto con lei.
Mi è piaciuto come tu abbia gestito e separato l'imparare prima il desiderio e poi l'amore, e trovo che la scelta del titolo sia stata ottima.
Potrei essermi innamorata di Bill, in tutto ciò— ma ti risparmio i miei deliri.

Mi è piaciuta questa storia e la prospettiva originale con cui interpreta Fleur. L'estratto era buono, peccato solo che non escludesse automaticamente altre Veela (avevo pensato anche a Gabrielle).

Complimenti, alla prossima!
Mari

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