Ciao mia amichevole Miryel di quartiere!
Eccomi qui a lasciarti quella che spero sarà la prima di una lunga serie di recensioni in questo 2021!
Il Tony che ci presenti nelle prime righe di questo terzo capitolo mi da tutta l’impressione di essere un Tony ancora più in crisi di quello che abbiamo visto nei due precedenti. Ormai, oltre a soffrire per la scomparsa di Peter vi è da aggiungersi anche il volontario e, speriamo, temporaneo allontanamento di Pepper.
Capisco perfettamente che la donna abbia avuto bisogno di “staccare momentaneamente la spina” con quella situazione e di prendersi del tempo per se stessa, per rimuginare sopra la scoperta che Tony ha avuto una relazione parallela con Peter anche dopo che erano tornati insieme e decidere che futuro può ancora avere la loro relazione, considerando anche che aspetta una bambina.
Nonostante Tony si senta “una statua piena zeppa di crepe” e ha “la sensazione che, prima o poi, si infrangerà sul pavimento”, sono davvero contenta che abbia deciso di Harley Keener da lui per lavorare su un vecchio elmo di una vecchia armatura che ha ritrovato. Molto probabilmente sarebbe stato in grado di sistemarlo da solo e, comunque, non ha ancora intenzione di tornare a vestire i panni di Iron Man, ma sono felice che abbia voluto contattare il ragazzo e invitarlo da lui. Lo trovo un ottimo modo per iniziare a reagire alla situazione, per iniziare a riappropriarsi nuovamente della sua vita e smettere di essere un automa seduto sul divano che passa le sue giornate a fissa il nulla. Si è reso conto di aver toccato il fondo dopo che Pepper se n’è andata e sta lentamente risalendo verso la superficie.
Anche Harley, infatti, si rende immediatamente conto che non lo ha chiamato perché ha veramente bisogno di lui per il casco, ma perché ha bisogno di compagnia, ha bisogno di stare insieme a qualcuno.
La conversazione che i due hanno è veramente molto intensa e spero davvero che possa aver ulteriormente aiutato Tony a reagire.
Infatti, appena Harley arriva in casa, deve spiegarli che Pepper non è in casa perché hanno preso una specie di pausa dal loro rapporto. Molto probabilmente, visto che oltre la donna era davvero trascorso tempo dall’ultima volta che ha parlato con qualcuno, è la prima volta che lo dice a voce altra. Ovviamente omette il motivo del loro allontanamento, anche perché non aveva assolutamente nessun motivo per farlo.
Se questo non bastava, Harley trova una sua foto insieme a Peter e, dopo una battutina, dice che può immaginare quanto la sua famiglia possa essere addolorata per la sua perdita. Tony cerca di essere il più distaccato possibile, spiegando che anche sua zia è scomparsa e quindi non ha dovuto informare nulla della sua morte, peccato che Harley non sembra del tutto bersi questo suo comportamento. Il giovane sa perfettamente quanto Peter fosse importante per Tony, quindi non riesce proprio a credere che non gliene freghi nulla della sua morte, che non gliene freghi nulla che metà universo sia sparito.
Mi piace questo suo continuo incalzare e il voler rammentare a Tony che tutti hanno sofferto, perché a tutti hanno perduto tanto in quel secondo in cui Thanos ha schioccato le dita e, mentre gli altri Avengers stanno lavorando per trovare una soluzione che faccia riportare indietro tutti, lui che cosa sta facendo? Nulla!
Sì, Tony non ha fatto nulla, ma gli è molto più facile dire che non lo ha fatto perché non ha voglia di perdere tempo dietro a qualcosa che non ha soluzione che ammettere la realtà: non vuole fare nulla perché non vuole rimanerci male nel caso non si trovi veramente una soluzione. È come se lui non voglia cedere alla speranza che una soluzione c’è, che c’è un modo per far tornare Peter indietro.
Quindi, preferisce dire che non c’è soluzione e quindi non vale nemmeno la pena di provarci. Sembra davvero che tutto quello che ha fatto in quel anno sia stato solo un modo per non cedere alla speranza che un giorno Peter potesse tornare.
Anche se la conversazione con i due è terminata con quel “No!”, che non avrebbe nemmeno provato a far tornare indietro Peter, spero davvero che questa possa essere per Tony uno spunto di riflessione, che possa dargli la spinta per provare davvero a fare qualcosa.
Due punti in particolare, nella loro conversazione, hanno fatto riflettere me.
Il primo è quando Tony pensa che Harley e Peter sarebbero potuti diventare amici e, mentre ha potuto costatare quanto il primo sia cresciuto dall’ultima volta che l’ha visto, il secondo non potrà più farlo. Peter rimarrà sempre un ragazzino di sedici anni che aveva davanti una vita che non avrà l’occasione di vivere. Questo mi ha fatto ritornare alla memoria dei pensieri che facevo durante la mia malattia e ora mi rendo invece conto di quanto dovremmo ringraziare per ogni giorno che ci viene concesso, per ogni persona che incontriamo o ogni esperienza che facciamo visto che non ha tutti a stata data questa possibilità, che qualcuno ha terminato la sua vita quando ancora doveva pienamente viverla.
Il secondo è stato quando Harley ha rammentato a Tony che tutti i sono sulla stessa barca e che tutti hanno perso qualcosa. Questo mi ha ricordato tanto la situazione difficile che stiamo vivendo anche noi ormai da quasi un anno e di come il coronavirus ha tolto qualcosa a chiunque, da cose piccole come il poter stare a Natale con le persone care al perdere un famigliare o la propria vita. Anche in questo caso la cosa migliore è reagire, anche se spesso sembra, appunto, inutile farlo.
(Sì, sono due riflessioni tristi, ma è il 7 gennaio e la fine delle festività natalizie tira fuori il Leopardi che è in me :P).
Il capitolo termina con un flash back in cui troviamo Tony e Peter trascorrere un pomeriggio insieme dopo aver lavorato alla tuta di Spider-Man. Cercano di parlare di più o del meno, evitando così di fare accenni sulla loro relazione, su Pepper e sul futuro in generale. L’ho trovata davvero una scena dal gusto agro dolce: si vede chiaramente quanto i due stanno bene insieme e quanto si amano, ma non si può negare che ci sono veramente molte questione non affronta tra di loro.
Ora, mio caro Tony Stark, mi rivolgo direttamente a te: capisco che la tua vita è incasinata, che ami due persone ed è difficile portare avanti due relazioni parallele, ma NON TOCCARMI IL MOMA!! È uno dei musei più belli che avete in America (non dico nel mondo perché in Europa abbiamo di meglio), anche semplicemente perché vi sono conservati “Les Demoiselles d’Avignon” di Picasso e “Notte stellata” di van Gogh. Per oggi ti perdono, ma non offenderlo più!! Ahahahahaa.
A parte gli scherzi, è stato un capitolo bellissimo, che devo ammettere che mi ha fatto venire la pelle d’oca. Penso di non avertelo mai detto, ma sia questa long che le altre storie che fanno parte della raccolta “Tales About a Spider Kid and an Iron Guy” che ho letto non mi hanno mai lasciato indifferente, ma mi hanno davvero fatta ragionare sulle diverse tematiche che ci hai proposto, soprattutto legate alla vita e alla morte e per questo devo farti i miei complimenti perché ci vuole davvero un gran talento per permettere una cosa del genere.
A prestissimo tesoro!
Un mega abbraccio virtuale,
Jodie |