Recensioni per
Oltre il tempo
di Sia_

Questa storia ha ottenuto 6 recensioni.
Positive : 6
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
08/12/21, ore 19:26

Ciao!

Avevo inserito questa storia nella lista di quelle da recensire da tanto tempo, ma non ho mai effettivamente tenuto fede al proposito. La casellina dell'avvento di oggi, però, mi dà finalmente l'occasione di rimediare, perciò eccomi qua a offrirti una cioccolata!
Vorrei subito farti i complimenti per lo stile. E' da un po' che non amo particolarmente gli stili aulici: preferisco di gran lunga quelli diretti, vividi, senza particolari metafore, quelli che non trattano la prosa come fosse una poesia. Ma questo qui l'ho trovato perfetto. E' alto, è poetico, è solenne e, data la premessa, non avrebbe dovuto entusiasmarmi, eppure mi ha commossa la prima volta che ho letto questa storia e mi ha commossa anche adesso che la rileggo per scriverti questa recensione. Il modo che hai scelto di raccontare l'amore tra Arwen e Aragorn, il dolore così grande della perdita e dell'attesa, le loro sensazioni che modificano l'ambiente circostante metaforicamente e fisicamente... Tutto l'aspetto tecnico di questa storia è perfettamente calibrato e adeguato, è adatto alla situazione ed è adatto ai personaggi. Neanche per un attimo ho pensato che avrei voluto leggere di questa coppia in modo diverso o che avrei voluto cambiare quel particolare nella prosa che la avvicina al genere poetico. Davvero, mai, e la cosa ha stupito me per prima! Questo vuol dire che hai scritto qualcosa di talmente bello, di così toccante che mi ha fatto proseguire nella lettura facendomi abbassare qualsiasi barriera io abbia eretto nel corso del tempo nei confronti di un determinato stile di scrittura.
Mi è piaciuto tantissimo il modo in cui hai descritto l'amore che questi personaggi provano l'uno per l'altra. Un amore che non ha bisogno di parole, che non ha bisogno di essere dichiarato esplicitamente perché sia reale. Arwen e Aragorn si amano e si adorano, si sono scelti e continuano a scegliersi nonostante tutto, nonostante la follia di un'elfa e di un'uomo che si scambiano voti d'amore. L'immagine del bacio come firma è stata bellissima, mi ha fatto venire i brividi. E' un tema antico, quello del sigillo, ma qui l'ho trovato tanto delicato e allo stesso tempo tanto forte che mi è sembrato nuovissimo: trovo difficile descrivere in modo così dolce un concetto dalle sfumature aggressive come il possesso, ma tu l'hai fatto benissimo e hai potuto mitigare il senso della proprietà che il possesso si porta dietro con un significato molto più equilibrato, che appunto va a richiamare quella scelta (la firma mi ha fatto pensare a qualcosa che si appone volontariamente) reciproca tra i due. Arwen, soprattutto, mi colpisce tantissimo nella forza con cui ama Aragorn. Penso che tu l'abbia descritta benissimo e con grandissimo rispetto.
Il fatto che lei conti le ore che la separano dall'uomo che ama è qualcosa di indescrivibile. Il tempo acquisisce un carattere diverso, umano, per lei che è un'elfa e che non è fatta per contare intervalli così brevi perché la sua esistenza è troppo diversa da quella di un mortale. Trovo che questa sia stata la giusta riflessione per accompagnare il paragrafo finale, tanto doloroso quanto in realtà pieno di sollievo e speranza: Arwen ha smesso di soffrire, ha smesso di contare le ore vuote, senza Aragorn, e finalmente ha trovato pace.
Ti ringrazio tantissimo per aver scritto questa storia. E' davvero splendida e io non posso che farti tantissimi complimenti per come hai parlato di loro.
Un abbraccio,

Menade Danzante

Recensore Master
08/02/21, ore 10:41

Ciao! Finalmente sono riuscita a passare, perdonami il ritardo.
Come forse capirai dal mio avatar, Aragorn e Arwen non sono la mia coppia preferita dell'universo di Tolkien (questo onore va a Eowyn e Faramir), ma non per questo non meno amati. Il loro è un amore che va oltre il tempo e lo spazio, sono Beren e Luthien rincarnati, discendenti di quel mortale e quell'elfa che per la prima volta hanno rotto ogni regola pur di stare insieme. Come i loro antenati condividono lo stesso destino, ovvero quello di affrontare la mortalità, il tempo che sfugge e che è loro nemico. Ed è proprio il tempo il terzo protagonista di questa storia, sempre presente nel suo essere immateriale, nemico imbattibile come neanche Sauron è stato. Il tuo stile elegante ha caratterizzato perfettamente non solo la coppia, ma anche l'ambiente e l'atmosfera, i piccoli gesti fatti di sguardi, baci rubati e ciocche di capelli sfiorati. L'amore che provano pervade ogni singola parola, è stupendo e mi ha emozionata.
La tua è una storia breve ma intensa, ha colto benissimo lo spirito dei personaggi di Tolkien e non posso che farti i miei sinceri complimenti.
Alla prossima,
V.

Recensore Master
08/12/20, ore 11:48

Ciao carissima, ammetto che avrei tanto voluto leggere una tua Fremione – perché nonostante io adori la Romione, in quest'ultimo anno mi sono molto avvicinata anche a quest'altra coppia –, ma poi ho visto che avevi scritto di questa coppia meravigliosa e non ho saputo resistere, rimandando quindi l'appuntamento con quella coppia che tanto ami.
Sappi che sei riuscita a emozionarmi in maniera assoluta, descrivendo il sentimento totalizzante che Arwen e Aragorn provano l'una per l'altro, questo scegliersi nonostante tutto, questo aspettarsi quando sono separati e questa voglia di essere l'una accanto all'altro per tutto il tempo che verrà loro concesso. Loro sono assolutamente una delle mie più antiche OTP, anche se sono una profana perché per ora ho visto solo i film, e trovo che la tua storia li abbia ritratti in maniera davvero fedele ai personaggi della trilogia.
Non hanno bisogno di troppe parole, perché le loro anime si conoscono e si capiscono e l'idea di Arwen che conta le ore che la separano dall'uomo che ama è struggente, eppure meravigliosa, è una tortura, eppure è il simbolo più fulgido del loro amore immortale – perché è più che evidente che il loro amore trascenda qualcosa come il tempo, è un amore che ha cambiato i loro destini e che ha modificato per sempre le loro esistenze. Aragorn tenta di portare con sé un ricordo che renda tangibile questo legame, anche quando saranno separati, e io non dubito che sia proprio aggrappandosi a questo momento e risentendo ancora e ancora la voce di Arwen che gli ribadisce di aver scelto lui che l'uomo sia riuscito a sopravvivere – e a tornare da lei per il ricongiungimento che hanno atteso a lungo.
Il paragrafo finale è stato particolarmente doloroso da leggere, anche se sapere che hanno vissuto una lunga esistenza l'una accanto all'altro riesce a far affievolire il dolore, e sapere che Arwen abbia smesso di soffrire e si sia ricongiunta al suo amore anche dopo la morte mi è stato d conforto.
Ho trovato lo stile particolarmente poetico ed evocativo, di una delicatezza estrema e, davvero, non so cosa dirti se non che l'ho amato profondamente. Mi ha saputo trasportare a Gran Burrone ed è assolutamente perfetto per loro due; ti giuro che mi è sembrato davvero che fosse una scena mancante del film.
Complimenti e alla prossima!
Un abbraccio,
Francy

Recensore Master
07/12/20, ore 21:48

Sappi che ho letto questa storia stamattina e che ha contribuito a tenermi di buonumore per tutta la giornata. Perché insomma, ma la tenerezza di questi due? Ne vogliamo parlare?
La questione dell'immortalità elfica vs mortalità umana è una di quelle cose che mi toccano nel profondo e che riescono sempre a farmi morire in un mare di feels, e in questo senso la tua storia ha fatto decisamente centro.
Già l'idea di Aragorn che in Arwen vede il mescolarsi di passato presente e futuro è così esplicativa di come gli Elfi possano essere percepiti dagli Uomini, così come, di contro, la concretezza solida di Aragorn che Arwen vede in lui... Sono differenze che contribuiscono, anzi che sono essenziali allo svilupparsi del loro amore e solo per questa resa che ne hai fatto vorrei gettarti addosso una pioggia di cuoricini <3
Ma poi la cosa più struggente di tutte, Arwen che conta le ore, che quindi nel momento dell'assenza riesce ad attribuire al tempo un valore tutto umano (perché insomma, cosa sarà mai un'ora nella visione elfica delle cose?) è qualcosa che mi ha definitivamente uccisa.
E Aragorn che le dice che non dovrà più contare... Prima di leggere il resto mi sono fermata un attimo e ho detto ad alta voce: "no, non sarà così". E anche io mi sono illusa con loro e mi sono lasciata incantare dalla tenerezza con cui ne hai tratteggiato il legame, perché davvero, descrivi tutto con poche pennellate ma sembra proprio di vederli e sono la dolcezza <3
E poi il finale, con Arwen che conta ogni singola ora di quell'anno di assenza. Cosa sono centoventi anni per lei, alla fine, nonostante la scelta di Luthien?
E niente, quel "e poi non contò più" è tipo il colpo da maestro, la perfetta stoccata finale.
Oddio, ti sto riversando addosso tante parole senza senso, ma spero ti diano una vaga idea dei sentimenti che mi ha lasciato questa storia, che penso mi abbia dato molto di quello che non sapevo di voler leggere su Aragorn e Arwen, e ti ringrazio davvero tanto per questo.
Un saluto, e perdonami ancora lo sproloquio XD

Mel

Recensore Master
07/12/20, ore 11:22

Sia del mio cuore **, non puoi capire la gioia quando ho visto il postaggio ieri **. Sei tornata con Aragorn e Arwen, una coppia che mi è entrata nel cuore quando avevo undici anni, e grazie alla quale ti ho scoperta come autrice <3

Questo testo è meravigliosamente struggente, trovo unisca davvero molto bene il concetto di anime gemelle a quello di due amanti sfortunati perchè situati su due piani temporali completamente opposti. Perchè nonostante Aragorn possegga una vita molto più lunga rispetto a quella degli altri mortali, e nonostante Arwen abbia compiuto la stessa scelta di Luthien, alla fine li troveremo comunque separati, in quella che reputo forse la parte più triste dell'intero libro.

E' molto bella la divisione temporale del racconto, prima e dopo la caduta di Sauron: l'intensità del loro sentimento non è cambiata, nonostante la consapevolezza che entrambi hanno di quanto sia diverso l'arco temporale della loro vita, vivono questa storia come se la separazione non dovesse mai giungere, come se la caduta dell'oscuro signore potesse diventare per entrambi il termine ultimo della separazione. Spezza il cuore invece vedere come Arwen rimarrà sola a contare le ore, sapendo che nulla potrà mai ricongiungerla al suo sposo, adesso. E' qualcosa che ho sempre trovato tremendamente ingiusto, nonostante le parole con cui lui cerca di consolarla prima di morire.

E quindi niente, mi hai spezzato un po' il cuore ma lo hai fatto come sempre con tanta poesia e delicatezza, tanto che il piacere grande di leggerti riesce ogni volta a lenire la tristezza della separazione degli amanti.

Continua così, tesoro <3
un abbraccio grande!

Bennina

Recensore Veterano
07/12/20, ore 08:39

Ciao Sia!
Il nome mi sembrava familiare (non per la cantante) e direi anche il soggetto scelto... insomma, bello rivederti :D

...forse sono strana ma mi è sembrato qualcosa di felice? O meglio, mi ha trasmesso una certa tenerezza dall’inizio alla fine, perché comunque c’è un lieto fine.
Arriva il tempo in cui Arwen smette di contare.
Dovrà pure aspettare un altro anno, ma poi smette di contare le ore che la separano da Aragorn. Per me questo è un lieto fine, magari un po’ dolceamaro, ma mi ha fatto concludere con un sorriso un po’ ebete.
Ma come dicevo prima, forse sono strana io ahahahah!

Resta il fatto che la storia ha una delicatezza unica, e i piccoli dettagli, le descrizioni frammentarie, tutto dà quel senso di “conta delle ore” che c’è tra i due amanti, così come dell’attenzione l’uno per l’altra, in quel modo così specifico di chi ama qualcuno e non sa quanto tempo ha a disposizione con quel qualcuno.
I piccoli dettagli da imprimersi nella memoria in quelle lunghe ore da contare fino al prossimo incontro.

È anche interessante come si incontra il passaggio del tempo in Arwen, quel “presente, passato e futuro scorrevano e si mischiavano in lei” mi ha trasmesso alla perfezione come un mortale (per quanto dotato di una vita più lunga) come Aragorn possa percepire la vita degli elfi, è un’immagine che mi è piaciuta molto e molto efficace.
Così come rende bene Aragorn concreto ma sfuggevole agli occhi di Arwen, dopotutto è un mortale come chissà quanti ne ha visti lei passare da Imladris e svanire dalla Terra di Mezzo in quel che deve essere stato per lei un battito di ciglia. Il semplice fatto che, per tanti anni che Aragorn è stato ospite di Elrond da bambino, lui non abbia mai incontrato Arwen prima di quel primo, fatidico incontro rende l’idea di come viaggino su binari separati.
In quest’ottica il contare delle ore (e anche meno: “ogni secondo, ogni attimo, ogni respiro“) riduce il tempo di Arwen a un’unità molto umana, molto mortale, come dopotutto lei sceglie di vivere la sua vita con Aragorn.
Quello stesso tempo che sembra dilatarsi nel viaggio per raggiungerlo, altra percezione che mi fa pensare a come anche in questo Arwen sta diventando mortale. Dopotutto per un elfo cos’è qualche giorno, qualche settimana? Nulla, nel quadro generale della loro lunga vita.

Insomma, il titolo sarà “Oltre il tempo” ma ha un che di ironico perché durante la storia il tempo è ben presente e ha sempre più importanza... finché non ne ha più.
Col finale. Il che mi sembra bello, no? Ahahahah!

La pianto qua XD

È stato bello ritrovare Aragorn e Arwen con questa delicatezza che mi pare ricordare anche in Wound, e con tutta questa tenerezza dolceamara che fa sempre piacere, diciamocelo XD

Grazie per questo racconto ♥️
Kan