Salve! Non credo che ci conosciamo, io sono Lina Lee e avevo visto questa tua storia nel gruppo Caffé e Calderotti. Mi ero appuntata di passarci e recensirla secoli fa, ma sappi che sono una bradipa ambulante e solo ora riesco a scrivere qualche riga, dato che questa storia mi ha particolarmente colpita.
Innanzittutto mi ero ripromessa di leggerla non solo o non tanto perchè Sirius è uno dei miei personaggi preferiti di tutta la saga, ma anche perché prendi in considerazione un rapporto che, come hai sottolineato tu stesso nelle note, non è mai stato approfondito dalla Rowling. Sappiamo solo il minimo sindacale, o forse anche meno, ovvero che lo zio Alphard aveva lasciato la sua eredità a Sirius e che proprio per questo anche lui era stato eliminato dal famigerato arazzo. Per il resto abbiamo il vuoto cosmico, che tu hai cercato abilmente di riempire.
Mi ha intrigato parecchio il confronto tra Alphard e Orion, un confronto che mostra in modo netto le loro differenze, di cui ci dai un assaggio quando accenni alle differenze tra le tre residenze: da come viene descritta, quella di Alphard sembra più aperta, vuoi verso la natura, attraverso il parco, vuoi verso la libertà, attraverso la vicinanza col mare. Non so se la cosa sia voluta, ma a me ha dato questa sensazione, che già anticipa nel lettore come Alphard sia forse l'unico in grado di comprendere Sirius per davvero.
Quando Orion e Alphard si incontrano, si nota subito come il primo non cerchi nemmeno lontanamente di comprendere l'atteggiamento del figlio più grande. Per lui ormai Sirius è un reietto, una bruciatura nell'arazzo, e se anche tornasse non ci sarebbe alcuna differenza. È un modo di pensare terribile, soprattutto se si considera il fatto che a parlare sia un padre nei riguardi del figlio. Alphard, invece, dopo la sorpresa iniziale della lettera ricevuta, cerca in tutti i modi di capire, di farsi raccontare come sono andate le cose, addirittura di paventare l'ipotesi che lui stesso possa far cambiare idea a Sirius, farlo tornare a casa, ma come detto, è tutto inutile. Sembra quasi che la sua ragionevolezza vada a sbattere contro un muro di gomma.
Ammetto che, invece, non mi aspettavo il confronto tra Alphard e Sirius, col primo quasi impacciato davanti allo zio adorato, e col secondo preoccupato per lui e per la sua sorte, ben consapevole di come i Black non perdonino un tradimento. Mi si è stretto il cuore quando i due si sono abbracciati, mi ha dato uan sensazione di calore, ma anche di addio non detto, quasi che entrambi, nonostante il loro affetto reciproco, sapessero che non si sarebbero più rivisti. E che tenerezza sapere che Sirius va via dalla casa dello zio colmo di dolci, nemmeno avesse a che fare con le premure di una madre amorevole. Senza contare che Alphard era pronto a dargli dell'oro già da subito, anticipando quello che poi farà col suo testamento, che gli costerà la bruciatura su lfamigerato arazzo.
La parte finale è un tocco di classe, uno di quei pensieri particolari che potevano venire proprio a chi ha approfondito il rapporto tra zio e nipote proprio come hai fatto tu (almeno, da quanto ho capito dalle note). È plusibilissimo, a mio parere, che Sirius, scappato da Azkaban, vada a far visita alla tomba dello zio, di colui che gli ha lasciato l'indipendenza economica con cui poter vivere (che altrimenti probabilmente non avrebbe avuto), e soprattutto che gli ha voluto davvero un gran bene, come persona e non come semplice membro di una famiglia o nome su un arazzo.
Davvero, io ti faccio i miei più sentiti complimenti e mi permetto di inserire questa tua piccola storia tra le ricordate, e credo che nella mia mente tutto quello che hai raccontato finirà per diventare in qualche modo canon.<3
Alla prossima!
Lina Lee |