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Autore: dirkfelpy89    08/12/2020    6 recensioni
nel 1975 Sirius Black scappa di casa, viene diseredato ed il suo nome bruciato dall’arazzo di casa Black. Alphard Black, lo zio prediletto di Sirius 3 suo padrino, non si capacita della decisione del nipote e dopo aver sentito da Orion il racconto della sua "fuga" tenta disperatamente un'ultima possibilità di parlare con Sirius
Questa storia partecipa al contest “Missing Moments – Quello che la Rowling non dice” indetto da parsefeni sul forum di EFP
Genere: Angst, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alphard Black, Orion Black, Sirius Black
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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-Questa storia partecipa al contest “Missing Moments – Quello che la Rowling non dice” indetto da parsefeni sul forum di EFP-

Farewell, Godson


EastSea Manor, 10 Luglio 1975

EstSea Manor era la residenza dei Black meno grande e meno appariscente di tutte.
Quello che la differenziava rispetto a Black Manor e Grimmauld Place era il vasto parco che circondava la casa, ricco di tante creature magiche, ed il fatto che la residenza fosse stata costruita a pochissimi metri dal mare.

Dentro la casa, nel grande salotto padronale, un uomo sulla cinquantina con lunghi capelli neri macchiati in qualche ciocca di bianco era tutto intento a leggere una lettera.

“Alph, Sirius è scappato di casa. Ha litigato con noi e poi se ne è andato via. Stasera, se riesco, passo da te e ti aggiorno. Saluti, Orion.

Alphard aveva letto quella breve nota recapitata dal gufo di suo cognato almeno venti volte nel corso di quel 10 Luglio. Sirius era scappato di casa.
Oddio, in fondo non poteva dire di esserne sorpreso: Sirius e la sua famiglia erano in rotta di collisione da anni.

Dopo la fuga di Andromeda, Alphard aveva paura, paura che Sirius un giorno avrebbe preso esempio dalla cugina preferita. Nel profondo del suo cuore sapeva che non era un’ipotesi da scartare dato il carattere ribelle e scanzonato del nipote così suscettibile alle dure regole di casa Black.
Però… però un conto era immaginarsela, quella situazione, un conto era viverla. E così Sirius, il suo nipote prediletto, senza avvertirlo nemmeno era scappato via di casa, via dai Black.
Improvvisamente le fiamme del caminetto davanti a lui si tinsero di verde e ne uscì fuori suo cognato, Orion Nigellus Black.

“Buonasera Orion, mettiti pure a sedere.” Alphard strinse brevemente le mani del cognato che però rimase in piedi. I suoi occhi erano cerchiati di nero, i lunghi capelli normalmente ordinati e pettinati alla perfezione erano invece scarmigliati. Puzzava di whisky scadente.

“Andato. Io… io…” Orion boccheggiò, incapace di andare oltre.
Alphard si diresse verso un tavolino colmo di bottiglie di liquori e dopo cinque minuti porse ad Orion un bicchierone di Whisky Incendiario Stravecchio. Orion lo ringraziò e bevve.

“Che cos’è successo, si può sapere?” chiese infine Alphard quando il cognato ebbe finito di bere.
“Lo sai… stavo parlando con Reg di Quidditch: i Serpeverde hanno vinto la Coppa quest’anno e Reg mi stava raccontando le sue partite. Quando mi ha raccontato di come è riuscito a battere quel Potter, Sirius è intervenuto nella discussione. A modo suo ovviamente” Orion posò il bicchiere sul tavolino e rimase in silenzio.
“E quindi? Non mi dirai che se ne è andato per i vostri commenti sulle partite!” chiese Alphard, mettendosi a sedere ed osservando intensamente il cognato.
“Quindi abbiamo discusso, ovviamente Walburga si è messa di mezzo e… ed insomma abbiamo punito Sirius. E lui cosa fa? Va in camera sua e torna giù dopo dieci minuti con il baule di scuola dicendo che se va di casa!” Orion gettò il bicchiere per terra, imprecando. Trixxie, l'elfa domestica, accorse per pulire quel disastro.

“Sapevamo che… che era un ribelle, una delusione assoluta, ma scappare di casa per andare ad elemosinare un posto da quel Potter? Questo no!" L'uomo prese fiato "Walburga lo ha immediatamente incenerito dall’arazzo. La seconda bruciatura in sei anni” Orion rimase ancora una volta in silenzio, le spalle curve. Sembrava molto più vecchio di quanto in realtà non fosse.
Alphard tentò di risollevare la situazione “Vedrai che tornerà. Lo conosco bene, è un ribelle ma non uno sciocco. Se vuoi posso provare a contattarlo!

Orion scosse la testa, si voltò e si diresse verso il caminetto. Prese una manciata di polvere volante dal sacchetto che si trovava su una delle mensole di quercia accanto al camino e le buttò nel fuoco che immediatamente diventò di un verde smeraldo.
“Può anche tornare, non importa. Ha fatto la sua scelta. Ha scelto gli amici alla famiglia ergo non è più un Black.” Orion si chinò ed entrò nel camino.

“Abbiamo ancora Regulus e ti assicuro, Alph, che farò tutto ciò che è in mio potere affinché ci renda oltremodo orgogliosi e riscatti il buon nome dei Black!” con un ultimo amaro sorriso Orion disse “Grimmauld Place!” e sparì tra le fiamme smeraldine.

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“Padron Alphard c’è una visita per lei!" squittì Trixxie, l’elfa domestica. Alphard, intento a leggere la Gazzetta del Profeta, non l’aveva notata. Gettò il giornale su una poltrona ed alzò lo sguardo verso il grande orologio a pendolo.
“Sono le 23. Chi diavolo è a quest’ora?”
“E’... padron Sirius, signore” rispose l’elfa. Alphard rimase oltremodo sorpreso. Una visita di Sirius alle 23?
“Fallo entrare!” rispose stancamente.

Era trascorsa una settimana dall’addio di Sirius ai Black. Una settimana che Alphard aveva passato nella più totale preoccupazione: varie volte aveva tentato di mettersi in contatto con il nipote ma senza risultati.
Non riusciva ancora a credere alla scelta di Sirius.

“Ehi zio! Non hai una bella cera...” Sirius era entrato nel grande salotto. Indossava abiti babbani: dei jeans, una maglietta a maniche corte ed i lunghi capelli neri incorniciavano un volto sorridente. Non lo aveva mai visto così sorridente, non a Grimmauld Place.

“Sirius! Si può sapere cosa hai combinato? E’ una settimana che ti cerco per tutta l’Inghilterra!” chiese Alphard alzandosi con difficoltà dalla sedia. Il sorriso del nipote si spense leggermente.
“Che cosa ho combinato? Ehi zio, mi sembra piuttosto ovvio. Me ne sono andato” rispose il ragazzo, mettendosi le mani in tasca “Del resto non credo che tu o chiunque altro della famiglia non se l’aspettasse. Ho solo… anticipato l’inevitabile di qualche anno!” concluse alzando le spalle.
“Anticipato l’inevitabile?”Sirius sbuffò.

“Andiamo zio, sei il più intelligente di tutti i Black. Non che ci voglia molto eh!” il ragazzo rise, una risata forte, quasi canina “Non li sopporto più. Papà con la sua mania del sangue puro, mamma che pensa solo a salvare la facciata di buona famiglia purosangue e Reg che in pratica è un burattino nelle mani di mia madre! Non parliamo poi degli zii o delle mie adorabili cuginette!”
“Sirius loro…” tentò di rispondere Alphard.
“Non giustificarli, ti prego. No, non mi vogliono bene. Non me ne hanno mai voluto come persona, come loro figlio. Forse solo come un membro dei Black. Perché dovrei rimanere con persone che a malapena mi tollerano?” chiese Sirius in tono piatto.

“Non è così e lo sai” lo interruppe Alphard “Loro ti vogliono bene. Però il loro… vediamo sì… la loro concezione di 'voler bene' è diversa dalla tua!” Sirius sbuffò l’ennesima volta.
“Zio odio dirlo ma non posso tollerare oltre la loro concezione di bene. Mi dispiace perché non potremo più vederci ma… sappi che ecco. Sì insomma… devo andare." Il giovane Black sembrava piuttosto in difficoltà. Volse un ultimo sguardo al salotto e poi girò sui tacchi.
“Aspetta Sirius!" Alphard si mosse verso il nipote ed i due si abbracciarono. Alphard cercò di mettere in quell’abbraccio tutto quello che provava per quel nipote così problematico ma al quale voleva così bene.

“Dove rimarrai fino all’inizio di Hogwarts?” chiese infine Alphard, staccandosi dall’abbraccio.
“Dai Potter, i genitori del mio migliore amico.”
“Se dovessi avere bisogno di qualunque cosa…”
Sirius rise ancora ”Beh diciamo che un bel po’ dell’oro dei Black andrebbe bene ma… no no fermo, scherzavo!” esclamò perché Alphard nel frattempo aveva tirato fuori dalle tasche un po’ d’oro “Me la caverò giuro!”

Sirius uscì da EastSea Manor due ore dopo carico di dolci cucinati da Trixxie. Parlò a lungo con Alphard ma non lo vide mai più.
Alphard morì il 18 Maggio 1976. Lasciò tutti i suoi averi immobiliari alla famiglia e tutto il suo denaro a Sirius Black. Due giorni dopo la sua sepoltura nel giardino di Black Manor il testamento venne letto ed il nome di Alphard nel grande arazzo dei Black venne bruciato.

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Black Manor, Agosto 1993

La grande e splendida Black Manor, orgoglio della famiglia Black, era oramai in rovina.
Lontani erano i giorni dove nei giardini riccamente decorati i padroni di casa erano soliti dare ricevimenti e feste per l'élite della comunità magica purosangue. Le bellissime piante ed i delicati fiori piantati da Druella Rosier si erano ormai inselvatichiti e l’erba fuori dal piccolo sentiero che partiva dal cancello e portava al maniero adesso era alta almeno mezzo metro.
I ricchi saloni di marmo con le loro ampie vetrate, con i loro mobili antichi adesso erano spogli e polverosi.
Cygnus Black era morto l’anno prima e Druella Rosier, l’ultima abitante della casa, era oramai inferma ed assistita da un paio di elfi domestici.

Uno di questi, Kalon, quella sera uscì da Black Manor diretto ad una piccola casupola, nella piccola parte del giardino che ancora riuscivano a tenere sotto controllo, dove era conservata la legna. Svoltato l’angolo però qualcosa lo bloccò.

Era una notte di luna piena e la visibilità era perfetta. Poteva vedere chiaramente un grande cane nero dirigersi a passo svelto e sicuro verso il cimitero. “Un cane randagio, ci mancava solo questa!” pensò l’elfo. Facendo meno rumore possibile seguì l’animale.

Il cane entrò nella parte del parco dove erano sepolti almeno sette generazioni di Black e si diresse, anche questa volta a passo sicuro, verso una particolare lapide.
Era un po’ spostata rispetto alle altre e l'edera aveva oramai coperto la maggior parte del marmo. Il cane iniziò a mordere ed a strappare l’edera che ricopriva la lapide staccandone gran parte dalla tomba ed infine si sedette davanti alla lapide, osservandola intensamente.

“Questa è strana” pensò Kalon. Mosse un passo verso l’animale ma fu troppo goffo ed il cane lo sentì.
Si voltò verso la direzione dell’elfo, l’osservò per un attimo e poi, veloce come era arrivato, se ne andò dalla parte opposta, scavalcando il muretto lì vicino.
Kalon rimase impietrito. Adesso la tomba era ben visibile.

Alphard Black, 1925 - 1976

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Alphard Black ed il suo rapporto con Sirius è uno dei personaggi che più mi affascinano nella famiglia Black. Perché ha dato i suoi averi al nipote? Che rapporto c'era tra di lui.

Anni fa iniziai a lavorare ad una long su Alphard ed i rapporti con la famiglia. Paradossalmente il progetto si arenò però avevo già scritto il finale, questo.
Visto il contest sui Missing Moments trovato nel forum ho subito pensato a questo finale, l’ho ripulito, “aggiornato” ed eccolo qui.

Mi sono sempre immaginato questo missing moment, la fuga di Sirius e la reazione del padre. Secondo me è plausibile che prima di fuggire Sirius abbia avuto un confronto con lo zio ed il finale dove Sirius, in fuga da Azkaban, passa per un momento ad onorare in qualche modo la tomba dello zio non so quanto sia possibile ma mi è sembrata una buona conclusione.

  
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