Recensioni per
La danza degli spiriti
di shilyss

Questa storia ha ottenuto 48 recensioni.
Positive : 48
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
30/12/20, ore 20:26

Cara Autrice di Neve e di Fuoco, e Fatina vezzosa come un piumino da cipria rosa,
questa volta, voglio cominciare dalle citazioni:
- in primis, è usanza del Meridione d’ Italia mettere dei sacchetti di sale dietro le porte, per impedire agli spiriti maligni, alle streghe, alle anime in pena di venire a importunare il sonno dei vivi con i loro sussurri di ombre caliginose: le tue radici partenopee parlano al tuo cuore e alla tua fantasia, anche se non ne sei cosciente;
- in secundis, il solstitium, cioè il “sole femo”, è il momento più cupo in cui effettivamente l’ astro celeste irradia meno calore e luce, ma, fino all’ Editto di Nicea, era seguito dalla festa del “Dies Natalis Solis Invicti”, da cui deriva il Natale cristiano, nella sovrapposizione figurata del sole che rinasce invincibile e la nuova luce che illumina il cuore del credente in Cristo; per questo motivo, trovo molto soddisfacente l’ uso che tu ne abbia fatto, piegandolo alle tue trame.
Una fiaba triste è, allora, questa che ci racconti “in limine anni”? No, non credo. Perché il sorriso sghembo e terribile di Loki mi fa pensare che nulla sia davvero esecrabile, se ha il fine di riportarlo alla sua amata.
E’ sempre un amore molto fisico, viscerale, profondo, assoluto, divorante quello che lega Loki a Sigyn e descrive perfettamente la bramosia di ogni cosa, l’ insaziabilità tipica di lui. Ben s’ attaglia al suo spirito la consapevolezza di riuscire e mi piace l’ alleanza con Hela ( descritta di cesello come solo tu sai fare: semplicemente divino, quel suo incedere “sinuoso e dondolante”, come frutto di una doppia anima, viva e morta insieme, dolce sollievo e feroce strappo della vita, lieve come un fruscio di seta e pizzo logorata dalle tarme del tempo o di una tomba. Oh, Autrice, quanta poesia duplice e meravigliosa in sole due parole!) che resta, comunque, la figlia di Odino che più gli somiglia, per trascorsi e fierezza pugnace, ma anche di magiche conoscenze. Vorrei che tu ne parlassi di più, di un loro rapporto, che ne esplorassi le possibilità e i risvolti narrativi.
Sono rimasta ammirata dalla “flaba” in tutto il suo arco narrativo e ho adorato il colpo di teatro finale: bellissimo!
Mi ha commossa il particolare della perla, perduta, imprigionata, schiacciata, eppure presente in un modo indimenticabile. Una sorta di figura retorica, di metafora, di poesia che permea tutto il racconto.
Un racconto duplice anche nella prospettiva in cui osserviamo gli attori sulla scena: l’ occhio di bue su un dolce ambiente quello in cui è Sigyn, fatto di speranza malinconica e forse un po’ folle, ma dolce, sempre dolce, ancora e comunque, sebbene… E poi la luce del Sol Invictus, di Loki che infiamma la scena e la ruba, la trasforma, la plasma e la rimpie di sé, di musica, di gesti folli davvero e la segna e ci consegna il suo desiderio, il suo progetto e la sua pervicace volontà di perseguirlo. E il Lettore cosa può fare? Cosa gli resta se non parteggiare per lui?
E’ un dono bellissimo, questa storiellina di fine anno, con la sua preziosa dedica: grazie a te, che rendi più belli i momenti in cui nutro la fantasia di fili immaginifici e colorati, sulle tracce delle tue parole.
Post scriptum: CULO, perché non ho ancora visto né terga Thortine, né Confessioni, né Vanir Brava GGente!

Recensore Master
30/12/20, ore 19:35

Carissima Shilyss,
 
i miei gloriosi progetti di recensioni in queste vacanze sono stati decimati impietosamente dallo studio – ci sarebbero tante cose tue da cui dovrei ancora passare, ahimè! – ma appena ho visto che avevi pubblicato qualcosa di nuovo ho chiuso testi e vocabolari e sono venuta a perdermi tra le tue pagine, che mi erano mancate moltissimo. E che, come sempre, mi hanno regalato del tempo bellissimo in loro compagnia e ammaliata.
 
È una storia quasi a incastri, questa, in cui i fili si sciolgono solo alla fine e nemmeno del tutto: ho amato come comunque tu abbia lasciato uno spiraglio aperto, quella piccola insinuazione che Loki non è soddisfatto – non lo è mai, è la sua natura, come ormai ho imparato a conoscere bene dalle tue storie –, che una sola notte rubata alle ombre a lui non basta, e allora per riavere Sigyn con lui sarebbe disposto anche a violare la morte stessa e riportare lei nel mondo dei vivi, invece che raggiungerla lui in quella parvenza di mondo in cui è imprigionata lei.
Perché quello che hanno consumato insieme è un sentimento troppo forte, che va oltre la morte e non si spegne con essa, e ancora gli fa desiderare di poter stringere tra le braccia la sua dea della fedeltà. E così chiede aiuto alla sorella per il rituale che lo porti fin nel mondo dei morti da lei e poi ancora indietro, su Asgard, come un Orfeo che scende gli Inferi per riavere la sua Euridice (e se il cantore, nonostante gli sia concesso di riportare l’amata con sé tra i vivi, finisce per perderla, che al nostro dio degli inganni, a cui la dea della morte invece concede solo di vederla ma non riportarla indietro, alla fine sarà quello in grado di vincere ogni legge magica e riprendere Sigyn?).
Ma la prova della potenza e forza di questo legame, l’ho letta soprattutto guardando ad esso dalla prospettiva di Sigyn: lei è morta, eppure continua ancora ad amarlo e attenderlo ogni anno in quella notte speciale, quasi che la quiete e l’oblio che si associano alla morte non possano toccare un sentimento e una passione tanto dirompenti, che hanno legato in modo così indissolubile le anime dei due amanti. È straziante, tanto è bella e malinconica, la scena di Sigyn che attende nella sua casetta con il gelo dell’inverno che infuria fuori, non mette sale alle porte per permettere al fantasma di Loki, che lei crede essere il morto tra i due, di raggiungerla almeno in quella notte in cui i due mondi si toccano, lo attende e chiama e invoca. E pare quasi una beffa che lei, per amore del dio degli inganni, un amore che non le permette di andare oltre, ma la tiene ancorata a quella casa, nemmeno conscia di essere morta, viva questo continuo inganno, in cui lei è quella viva e lui quello morto, in cui trascorre la propria solitaria vita in una casetta sul fiordo, che pensa sua e non ricorda essere invece uno dei nascondigli di lui, senza più festeggiare ad Asgard dove la credono alcuni ormai uscita di senno. E in questo inganno, in cui lei lo attende sempre paziente e fedele, come la dea che è, lui la raggiunge, infine, correndo innumerevoli rischi come vediamo al suo risveglio, provato dalla potenza degli incantesimi.
Nel mezzo ci narri allora, con quel gusto di canti d’altri tempi dove le storie si incastrano l’una dentro l’altra, e accennare a un dettaglio porta in sé altre storie, di come i due si siano conosciuti, evitati agli inizi, la sagacia di una a rispondere pronta alle istigazioni dell’altro, credendosi troppo diversi e di detestarsi, e della notte in cui, invece, si sono trovati capire che non si trattava di disprezzo ma passione celata per tanto tempo. E da quella perla incastrata tra le assi del pavimento ci narri di un’infinita notte d’amore, con il tuo stile così raffinato ed elegante, di quelle che seguono e di quella che ancora si rinnova, grazie alle magie di Hela.
In questa storia ho ritrovato tutto quello che amo e rende così tuoi i tuoi Loki e Sigyn, la sfrontatezza e sete d’ambizione di lui, la sua eterna insoddisfazione, e la caparbietà della donna, che nemmeno nella morte si stanca di essergli fedele, la sua curiosità e intelligenza. L’essenza che li anima è sempre la stessa, bellissima, che tu hai dato loro, per poi cucirgli perfettamente addosso questo racconto, che un po’ il sapore della fiaba ce l’ha, come un curioso ribaltamento del Canto di Natale di Dickens dove è il vivo a visitare il morto e fargli rivivere i “natali” (se con la parola natale posso concedermi un attimo di chiamarlo, per gli dei nordici) del passato e cercare di donargli la magia anche per quello presente. Manca il natale futuro, ma qui ci si aspettano grandi cose, allora, dalla tua penna sempre così meravigliosa per scrivere un futuro, forse, anche per questa versione della tua amata coppia.
 
Approfitto un momento ancora della tua pazienza per ringraziarti delle tue bellissime storie che mi hanno tenuto compagnia durante l’anno trascorso, e sono state in grado di trasportarmi in luoghi e viaggi mozzafiato, e per augurarti che l’anno prossimo possa essere pieno di tante storie su Loki e Sigyn e di cose belle per te!
 
Un bacio,
Maqry

Recensore Veterano
30/12/20, ore 19:04

Ciao mia cara!
Non ci crederai, ma hai pubblicato proprio nel momento in cui mi stavo mettendo al pc per leggere qualcosa, quindi non ho potuto proprio fare a meno di passare immediatamente qui da te.
Questa storia si apre la notte del solstizio d’inverno, ricorrenza che veniva particolarmente festeggiata dalle popolazioni del nord europa. Infatti, sembra che tutti gli abitanti del fiordo stiano festeggiato, tranne Sigyn.
È ormai diverso tempo che lei si è rintanata in solitudine nella sua capanna, declinando ogni anno l’invito di qualcuno ad unirsi con loro ai festeggiamenti, tanto che da non riceverne ormai più.
Devo ammettere che l’immagine di lei che se ne sta a leggere un libro accoccolata su di una poltrona con accanto il camino acceso, mentre fuori c’è un vero tempo da lupi, mi ha fatto sciogliere il cuore: io amo l’inverno, quindi per me una scena del genere è proprio la descrizione perfetta per quella che me è la pace dei sensi.
Non sapevo che vi fosse la credenza che la notte del solstizio fosse l’unica in cui i fantasmi avevano la possibilità di camminare sulla terra, quindi la popolazione prendeva dei piccoli accorgimenti per evitare che entrassero nelle loro case, quindi grazie mille per avermi fatto conoscere un altro aneddoto super interessante.
A differenza di tutti gli altri, però, Sigyn non ha preso nessun accorgimento perché, al contrario, desidera che uno spirito in particolare le faccia visita durante la notte.
Spirito che effettivamente, poco tempo dopo, le bussa alla sua porta.
Può trattarsi solamente di un’illusione, ma mi è piaciuto davvero tanto che Loki, rendendosi conto che la capanna di Sigyn è spoglia e senza niente che faccia capire che sia una giornata di festa, fa comparire decorazioni e leccornie varie. Infatti lui sa perfettamente che quella è sempre stata la sua festa più amata, ma che ha preferito mettere tutto da parte per aspettare un fantasma, per aspettare lui. Anche se può esserci comunque un secondo fine sotto, lo trovo comunque un bel gesto, come se le volesse ridare la gioia e la spensieratezza che un tempo era legata per lei a questa festività. Le chiede persino di ballare, cosa che lei amava fare durante questa festività.
Proprio da questo punto, parte un flash back che ci mostra una festa del solstizio avvenuta ad Asgard tempo prima.
Fu la prima ed unica volta in cui Loki chiese a Sigyn di ballare. Lei accettò, ma si rese conto che fu un errore quando, dopo che il loro ballo durò più a lungo del solito, lui la condusse in un corridoio isolato del palazzo e poi in un vecchio capanno da caccia riadatto a casa, dopo faranno l’amore per la prima volta.
Anche questa volta ho letteralmente adorato come hai descritto la scena d’amore tra i due perché è ben descritta, ma sempre con garbo e senza mai cadere nel volgare, facendo in modo che siano più le emozioni e i sentimenti che i due provano a prevalere su un piacere fine a se stesso.
È da questo ricordo che comprendiamo come quel capanno sia diventato così caro a Sigyn visto che è il luogo dove lei e Loki sono stati vicini, un luogo che hanno deciso che si dovesse trovare fuori del tempo, dove potevano amarsi senza preoccuparsi del mondo esterno.
Tornando al presente, Loki e Sigyn stanno ancora ballando e lei gli chiede nuovamente perché sia andato a trovarla proprio quella notte. Il dio degli inganni le ripete che lo ha fatto perché è il solstizio e lei ha sempre amato questa festa.
Solamente dopo che hanno fatto l’amore e si ritrovano nudi e abbracciati insieme che lei gli dice che è l’unica notte in cui può andare a trovarla perché appartiene ai fantasmi e non hai vivi. Lo dice con fermezza, non come se fosse una domanda. È certa di questa cosa. È certa che Loki sia morto da qualche parte lontano da Asgard e possa andare a farle visita in questa sola occasione.
Lui non dice nulla, non le conferma che ha ragione, ma le bacia le labbra, assaggiandole e assaporandole per un’ultima volta.
Ma ecco che tutto si fa buoi e Loki riapre gli occhi, ritrovandosi alle prime luci dell’alba in quella casa vuota, gelida e ormai disabitata.
Sì, Sigyn si sbagliava: non era l’ingannatore lo spettro, ma lei. Loki può farle visita solamente la notte del solstizio perché è lei il fantasma. Semplicemente, non se n’è ancora accorta. È così presa ad aspettare il ritorno di Loki all’interno di quella capanna da non essersi neanche resa conto di essere morta.
Lui ha voluto raggiungerla proprio in occasione di quella festività tanto amata, volendo farle rivivere l’atmosfera e la gioia che aveva provato in quelle occasioni in passato.
Lo trovo qualcosa di così romantico, anche se infinitamente struggente: un amore così grande da persistere anche nella morte.
Mi è molto piaciuta la conversazione che Loki ha con Hela, che lo ha aiutato nel incontrare Sigyn quella notte.
La dea della morte cerca di fargli capire che è già tanto che gli ha permesso di varcare il confine tra i vivi e i morti una volta e che non può pensare di farlo nuovamente, anche perché rischierebbe di non poter più tornare indietro. Ovviamente per lui questo non è abbastanza, che non si sarebbe mai soddisfatto di averla potuto rivedere una sola volta.
Ovviamente non sente il minimo rimosso per ever violato le regole della morte, non se gli ha permesso di rivedere Sigyn.
Devo ammettere che la frase finale “Un ghigno ostinato e breve gli attraversò il viso. Aveva ancora il sapore di lei sulle labbra” mi dà l’impressione che, se Hela non vorrà più aiutarlo, troverà altri modi per riunirsi a Sigyn. Non si farà di certo fermare dal no della dea della morte.
Come ti ho scritto anche in privato, ho letteralmente amato questa storia. L’idea di quest’amore così travolgente e profondo che riesce a sopravvivere alla morte mi ha davvero commossa. Senza contare che mi è piaciuto tanto il colpo di scena che hai inserito. Dopo averlo letto, ho ridato una veloce letta alla parte precedente e mi sono resa conto di un particolare che prima non avevo notato: quando Loki parlava con Sigyn, si rivolgeva a lei parlando al passato, cosa giustissima visto che lei è morta.
Penso che entrerà tra le mie preferite tra quelle che hai scritto fino ad adesso perché mi ha davvero sbalordita in positivo.
Dato che oggi è il 30 dicembre, immagino che questa sia l’ultima recensione che ti lascia in questo 2020, quindi volevo davvero ringraziarti per avermi fatta tanto compagnia durante quest’anno con le tue storie. Soprattutto durante il primo lock down, leggere e recensire le storie tue e delle altre sono stati per me dei momenti preziosi per evadere dalla realtà che stavamo vivendo e per questo ve ne sarò sempre grata. In più, sei riuscita a farmi amare Loki e Sigyn ed appassionarmi alla loro storia, cosa rara perché non mi appassiono facilmente alle coppie. Per ultimo, ma non per importanza, sei riuscita (insieme a Miryel) a farmi decidere finalmente di recuperare i film della Marvel, cosa che non facevo da anni.
Spero davvero che Sigyn e Loki continueranno a fare compagnia a me e a tutti gli altri in questo 2021 perché, non mi stancherò mai di ripeterlo, sono bellissimi ed è una gioia vedere quanto li ami e quanti capolavori ti fanno produrre.
Quindi, a prestissimo mia cara!
Buon anno nuovo,
Jodie

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