Cara Doctor!
Eccomi finalmente! Era tantissimo che mi intrigava il tuo profilo e non so perché non mi sono mai fatta avanti. Me ne pento, perché queste duemila parole mi hanno trasportata nel clima del XVIII secolo, ma sono state anche altro. Vivi è raccontata, spiegata, non data per scontata solo perché ci troviamo dentro un fandom. Così facendo è più facile capirla e amarla. La sua immagine splende, risalta, sia che si trovi scalza sopra una tavolaccia, a festeggiare la presa della Bastiglia, che più tardi, in ciò che resta di una chiesa, rammaricata dall’idea che le cose non siano andate come sperava. La via dell’inferno è sempre lastricata di buone intenzioni, dice un detto. Prima di continuare, lascia che ti dica che sono andata a leggermi proprio questa storia perché adoro le historical! AU, peraltro, quindi in caso sproloquiassi ancora di più nella recensione, perdonami.
Calare Vivi in questo contesto, come dicevo, è plausibile e azzeccatissimo, così come il darle quel soprannome, “la principessa,” che sa di bieca ironia, di presa in giro manifesta, perché lei è una paria: viene disprezzata dalla sua famiglia e da quelli del suo ceto e, per la stessa ragione, nonostante li sovvenzioni e li difenda come può, è impossibilitata (e, infine, tradita, a seguito delle epurazioni e dal caos generato dal Terrore) a ottenere fiducia presso il popolo, proprio perché ritenuta nobile e privilegiata. Ed è questo probabilmente il motivo per cui nel Terrore fa la fine di Robespierre e di quanti vennero schiacciati da un ideale che divenne rivolta, rivoluzione e che si macchiò di sangue. La figura di Vivi nella shot appare sempre pervasa dal movimento: è lei che si opera per la sua gente, che prova a mediare negli Stati Generali, che si incontra con personalità che possono aiutarla. Le maldicenze la inseguono e toccano la sfera privata (come, purtroppo, accade tutt’oggi quando le donne si mettono in una posizione di preminenza). Ecco perché è una figura tragica (ma splendida). Sabo, che osserva la lotta di questa ragazza che si erge contro il sistema, è uno spettatore privilegiato che ha potuto beneficiare degli ideali degli altri pur non abbracciandoli – dato che scappa dalla Bastiglia, ma per la propria libertà, non per quella di tutti. E l’incontro con lei, che non è Maria Antonietta, ma è una principessa del popolo, lo colpisce.
Inoltre, la saga legata ad Alabasta è personalmente una di quelle che ho amato di più di tutto One Piece (è passato un po’ da quando l’ho vista, ma tant’è) e l’Ancien Régime che, cade sotto i colpi di un nuovo sentire, che cambia il modo della gente di vivere, anche. Certo, col 1815 e il Concilio di Vienna si tenterà di ripristinare lo status quo, ma ormai le idee erano circolate, il mondo era cambiato ed era destinato a non essere più quello del 1789.
Da un punto di vista prettamente storico, mi è piaciuto come hai gestito il tutto: Vivi è una nobildonna che abbraccia i principi dell’Illuminismo e comprende le necessità di una popolazione priva di rappresentanti, schiacciata da un sistema ancora di natura feudale, che invoca la possibilità di poter dare da mangiare ai propri figli mentre assiste allo spreco e allo sperpero di risorse. Prova, perché ci crede, a incanalare quest’onda, a sentirne i sussulti, a dare voce alla gente. Ho apprezzato immensamente che ci sia un riferimento ai giornali (che tanta parte ebbero in questo contesto). Nel ripercorrere la storia di Vivi, inoltre, le hai messo accanto un Sabo non politicamente sensibile, che si fa spiegare le cose solamente il 14 luglio e che, quindi, è inizialmente un pesce fuor d’acqua. Ma hai evidenziato con una grande accuratezza il dramma di una persona che crede fortemente nella giustezza di un principio e osserva che, a volte, il peggior dramma che ci possa capitare è vedere i nostri desideri esauditi. Insomma, una lettura davvero, davvero bella e spero che questa recensione un po’ sconclusionata le renda merito.
Sperando di rileggerti molto presto, ti faccio i miei più vivi e sentiti complimenti ^^!
Shilyss |