Greta, eccomi! Non vedevo l'ora di passare nuovamente dai tuoi Kingeroy, e che meraviglioso gioiello che ci hai regalato *^*.
Cerco di mettere un po' di ordine e di partire dall'inizio: il titolo, Lividi. Breve, secco, incisivo, e secondo me assolutamente perfetto per riassumere la storia. Lividi che possono avere una doppia valenza, da un lato lividi d'amore, quelli che King e Gild (davvero, perdonami se non scrivo i nomi per esteso ^^") si lasciano a vicenda, e dall'altro invece potremmo considerarli i lividi sull'anima con cui Kingsley dovrà convivere da un certo punto della sua vita in avanti.
Ti faccio già tanti complimenti, io faccio sempre una fatica assurda a trovare dei titoli adatti al contenuto e invidio chi ci riesce.
La struttura frammentaria mi è piaciuta moltissimo, adoro quando un testo è costituito da tanti "mini episodi" (è una tecnica in cui mi ritrovo molto.) e mi è piaciuta molto anche l'idea di introdurre ognuno di essi da dei brevi incisi, allineati a destra, che con pochissime parole introducono il punto dell'episodio, sottolineando da subito quanto King e Gild siano diametralmente opposti.
Tutto nasce come se fosse un gioco. Gilderoy è la finzione fatta persona, ogni cosa in lui è costruita, calcolata: per questo motivo trova probabilmente senza volerlo, affascinanti, quelli che sono diversi da lui e Kingsley ne è l'emblema. E rappresenta una sfida, per Gilderoy, che in qualche modo sembra voler rendere l'altra persona come lui, scoprendone le crepe e portandolo a crollare. Abbiamo la meschinità che incontra l'irreprensibilità e non riesce in alcun modo a scalfirla, perlomeno fino a quando l'atteggiamento del primo non cambia, lasciando ironicamente che sia la sua facciata a farsi scheggiare dalle crepe, per mostrare il suo lato più sincero.
Gilderoy mi ha ricordato tantissimo me stessa nel suo essere paziente nell'impazienza e mi ha anche fatto un po' tenerezza, ti dirò <3 Il suo gioco gli si è ritorto contro, ma per sua fortuna ha scelto la persona giusta, perchè Kingsley non se ne approfitterebbe mai, anzi, per qualche motivo lo ricambia nella maniera più sincera che esista. Mi è piaciuto molto il fatto che Kingsley in qualche modo abbia mantenuto il controllo, che non si sia lasciato strappare la maschera da Gilderoy, ma abbia invece scelto spontaneamente di toglierla. (E di togliersi anche qualcos'altro.)
BUhahaha, perdona la battuta idiota, ma non ho resistito considerato il contenuto del paragrafo successivo **: è bello vederli tanto preda della passione che persino raggiungere il divano diventa impossibile. L'immagine di quest'amore consumato per la prima volta in piedi, affamati e arrabbiati, è erotica e struggente assieme. E i lividi fanno la loro comparsa per la prima di tante altre volte: posso dire che immaginarmi Kingsley che li bacia via gentilmente, in preda ai sensi di colpa, è una delle cose più dolci del mondo? Io vado pazza per scene di hurt/comfort, o in questo caso meglio dire di after care, del genere. E quell'abbraccio di muscoli di cui parli, oddio, mi sto sciogliendo, e posso spingere via Allock da lì e infilarmici io T-T? Lui non lo apprezza a sufficienza, è_è
Poi nel paragrafo successivo cominci a parlare del dimenticare e ho cominciato a piangere, perché questo tema fra loro due assume tutto un altro significato e fa davvero molto male. Quanto vorrei che Allock fosse davvero riuscito a scegliere una vita forse sì, più mediocre (per quanto disprezzi questo termine, che sembra togliere dignità all'esistenza di chiunque non sia una stella di qualche genere) ma felice, e, soprattutto, sincera.
Kingsley e i suoi principi a questo punto diventano un peso, un costante reminder di quello a cui sta rinunciando e che sarebbe potuto essere: diventa un qualcosa da dimenticare, a sfregio del dono più bello che l'altro gli sta offrendo: quello della memoria (e no, non sto facendo involontariamente associazioni con Ryan Gosling ne Le pagine della nostra vita, per piangere ancora di più.)
Sentirsi dire da chi si ama, che si ha intenzione di dimenticare tutto è straziante, e ne so qualcosa.
La conclusione è il colpo di grazia: immaginavo che avresti fatto un accenno alla perdita di memoria di Allock, ma non mi aspettavo di ritrovare Kingsley, ancora al suo fianco dopo tutto questo tempo (sempre Ok la pianto di fare l'idiota) che con pazienza rimane fedele a fare quanto aveva detto in precedenza: aiutare l'altro a ricordare.
L'ho amata, ma adesso ho il cuore a pezzi çç.
Complimenti, cara, è sempre un piacere leggerti e lo è ancora di più quando parli di loro due.
Alla prossima, un abbraccio grande,
Bennina |