Recensioni per
Love persevering
di leila91

Questa storia ha ottenuto 28 recensioni.
Positive : 28
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
18/03/21, ore 18:55

Ciao cara, ero già arrivata a metà recensione e si è cancellato tutto, spero di riprendere tutto il filo del discorso. Allora. Naturalmente sono stata attirata da questa storia sia dal titolo (come potevo non cogliere il riferimento a WandaVision?) sia dalla scelta del fandom e delle ship che io amo tantissimo, davvero tanto. Sono felice che hai iniziato con Haymitch e lo hai mostrato umano, con del dolore che riesce con difficoltà a nascondere, spezzato dalle perdite. Io lo amo con Effie, purtroppo nei libri non esiste tanto questa ship soprattutto perché Effie nel terzo libro non compare se non alla fine. Ma nei film ci hanno regalato scene meravigliose ed un bacio quindi è molto IC che i due stiano insieme, come IC Effie che prima cerca di dare spazio a Haymitch e poi con gesti semplici gli mostra la sua vicinanza. L'immagine di lui che piange sul seno di lei è bellissima, soprattutto perché Effie è proprio così, lo accarezzerebbe in maniera "goffa". Sembra un aggettivo strano riferito ad Effie, ma lei nei gesti di affetto è così. Mi hai proprio creato l'immagine mentale, con poche parole si è schiarita nella mia mente e mi ha fatto sorridere. Katniss soffre per la sorella ed è anche dire poco. Nel libro lei diventa muta, ha un esaurimento, tenta il suicidio più volte. Il finale nel libro è un colpo fortissimo, nel film sono molto più leggeri. Hai ripreso proprio le tematiche del libro, il fuoco e l'ossessione di chiedersi perché Prim e non lei. Poi Peeta? Il mio ragazzo del pane. Lui ha i suoi ricordi scombinati con cui dover avere a che fare, ma sarà sempre lì per Katniss. Sempre prima Katniss. E sono una famiglia, temono di dirlo ad alta voce e si capisce il motivo, la loro paura e reticienza e la speranza che comunque persevera.
È stata una lettura bellissima e che mi ha rasserenata dopo una giornata difficile. Vola tra le preferite, hai trattato divinamente quattro personaggi complessi e due ship che amo. Ti ringrazio e tantissimi complimenti perché sei bravissima :)
A presto! 

Recensore Master
17/03/21, ore 16:40

Figlia mia diletta (perdonami ma anche a me questo fatto diverte non poco per cui mi permetto di continuare XD) <3
Eccomi qui come promesso e sono felicissima di essere incappata proprio in questa storia, perché devi sapere che c’è stato un momento della mia vita in cui praticamente respiravo “Hunger Games” h24 – anche se non ci ho mai scritto, a parte il piccolo ibrido che sai – e tuffarmi nelle tue parole è stato un po’ come tornare in un posto nel quale si è stati bene (in senso metaforico, ovviamente, perché dubito che a Panem qualcuno potesse stare effettivamente bene, soprattutto dopo la fine della guerra).
Il post!Mockinjay è uno dei miei contesti narrativi preferiti, permette di indagare il dopo dei nostri personaggi prediletti, cosa per nulla facile dato che i dolori e i traumi di ciò che questi quattro hanno vissuto non possono che aver lasciato su di loro degli strascichi indelebili, forse impossibili da superare, almeno non del tutto. Rimarrà sempre qualcosa dentro, un mostro sopito ma costantemente in agguato, pronto ad alzare la testa e fare ancora male. Tuttavia, non tutto è rimasto fermo, cristallizzato in un passato di orrori, perché Effie, Haymitch, Katniss e Peeta sono sopravvissuti e ora cercano di riprendere insieme le fila di un’esistenza mutilata. Ognuno a modo suo lotta con i suoi incubi, Haymitch cerca rifugio nell’alcol, non accorgendosi – o fingendo di non accorgersi, semplicemente nel tentativo di proteggerla – che Effie è lì accanto a lui e le sue braccia sono pronte ad accoglierlo insieme a tutto il peso di morte che si porta addosso. Allo stesso modo, Katniss non può – e come potrebbe? – accettare la morte della sorella Prim, ogni notte rivive il momento in cui il fuoco se l’è portata via, e ogni notte trova le braccia di Peeta pronte a cullarla – Peeta, che deve combattere anche lui contro demoni terribili eppure non si tira mai indietro davanti alle mute richieste d’aiuto di Katniss. Lui è lì, sempre, e io ti confesso che per questo ragazzo ho ben più di un debole per cui potrei anche essermi un pochino commossa nel leggere di lui, per di più descritto in un modo tanto delicato e bello.
La frase di WandaVision (che, ahimé, io non ho visto – disonore su di me, disonore sulla mia mucca) direi che è perfetta per la situazione che hai voluto descrivere. È vero, per delle persone come loro la parola famiglia non può che spaventare, ma alla fine conta solo l’amore che li unisce, anche se è un amore nato dalla sofferenza più cupa, ma che è ciò che permette loro di sopravvivere e di guardare avanti, nonostante tutto.
Grazie per questo tuffo in un mare di lacrime e feels, mi serviva proprio <3
Poi io adoro le drabble, ancor di più le storie composte da drabble, e mi è piaciuto tantissimo il parallelismo che hai saputo creare tri i vari personaggi, mantenendoli in equilibrio attorno a punto comune che conferisce linearità a tutti i passaggi.
Complimenti!
Un bacione e alla prossima :*

padme

Recensore Master
17/03/21, ore 11:29

Ciao stellina bellissima! Quanto sono felice di tornare a recensirti e su una storia su Hunger Games, per giunta! *^*
Io adoro quell’opera, è tra le mie saghe preferite! Ho divorato i libri e ovviamente ho amato tutti i film, per cui non appena ho visto che avevi scritto qualcosa al riguardo, il mio entusiasmo è arrivato alle stelle, mi ci sono fiondata in un battito di ciglia! Sapevo che saresti riuscita a dare giustizia ai personaggi e a raccontarli con la delicatezza che ti contraddistingue, e adesso che sono arrivata alla fine della OS, non posso fare altro che sottoscrivere e confermare! :)
Dunque, la storia si svolge dopo gli eventi dell’ultimo libro, vale a dire dopo la fine della guerra contro il Presidente Snow e la disfatta di Capital City. Panem ha finalmente conquistato la pace e anche i nostri protagonisti, non essendo più costretti a combattere, possono cominciare una nuova vita. Peccato che la cosa non sia affatto semplice come potrebbe sembrare: ci sono ferite, traumi, orrori, che non si possono semplicemente archiviare in un angolo della memoria.
Ho amato il modo in cui hai raccontato le loro angosce. Attraverso quella frase che si ripete a inizio di ogni specchietto e il ritmo concitato della narrazione, la frustrazione e la profonda tristezza dei protagonisti mi è arrivata addosso senza sconti, facendomi immedesimare nel loro punto di vista, creando una forte empatia.
Un dettaglio che poi mi ha colpito molto è come la situazione delle due coppie appaia, in qualche modo, speculare: Haymitch e Katniss sono sicuramente coloro che risentono di più dei traumi che hanno subito, ma questo non significa che Peeta ed Effie siano da meno. Così, mentre Haymitch anestetizza il dolore nell’alcol e Katniss prega invano ogni giorno di scambiare il proprio destino con quello di Prim, morta prematuramente, Effie e Peeta si stringono intorno a loro con tutto l’amore di cui sono capaci, anche attraverso la sofferenza, come nel caso di Peeta. Questa è una cosa che li accomuna e su cui non avevo mai riflettuto, sai: entrambi questi personaggi sono dotati di una forza d’amore molto intensa, salda, perseverante appunto, sebbene nel caso di Effie ciò derivi dal suo essere un po' bambina e quindi molto genuina, mentre in quello di Peeta derivi dalla sua tempra, dal suo cuore buono.
Effie e Peeta sono coloro che tengono Haymitch e Katniss in piedi e così, a mano a mano, un passo alla volta, vediamo che la quotidianità si ricostruisce, la speranza ritorna e l’ultimo paragrafo dimostra che guarire del tutto forse è impossibile, ma andare avanti no, attraverso l’amore è un’impresa che si può compiere.
“D’altronde, cos’è il dolore se non amore che persevera?” Ho riconosciuto la bellissima citazione immediatamente e il modo in cui hai srotolato questo concetto nel corso della OS è davvero molto bello!
Complimenti come sempre, tesoro, ogni volta mi fai innamorare!
Un abbraccio, Violet :)

Recensore Master
11/03/21, ore 23:09

Ciao Bennina, carissima!
Perdonami per l’orrendo ritardo, ma ultimamente sono un po’ sottosopra e, nonostante avessi già letto la storia, non sono riuscita a passare di qui a lasciarti una recensione degna di tale nome prima di adesso.
Comunque ho letto e riletto questa tua penta drabble, perché l’ho davvero adorata e mi è sembrata il perfetto prosieguo per la squadra del Dodici alla fine dell’ultimo libro - un team per cui sarebbe stato impossibile non fare il tifo leggendo la saga.❤️
Anche io shippo tantissimo Effie e Haymitch e ho trovato molto credibile lo sviluppo della loro relazione, così come mi è sembrato IC che lui riprendesse a bere e che non volesse farsi vedere da lei, spingendola a prendere coraggio e a mostrargli la sua vicinanza in maniera tangibile. Trovo che la chiosa finale su come Effie non abbia mai conosciuto il dolore sia particolarmente ricca di significato, oltre a mostrarci la crescita del suo personaggio - paragonandola a quando l’abbiamo conosciuta nel primo libro.❤️
Katniss e Peeta mi spezzano il cuore sempre, perché avrebbero meritato tutta la gioia possibile (leggi: quella che abbiamo intravisto nell’epilogo), ma è ovvio che nell’immediato per loro sia particolarmente difficile avere una vita serena. Il momento in cui ci sveli che Katniss ha una lista di buone azioni mi ha emozionata in maniera incredibile, così come l’accenno al fatto che le braccia di Peeta non hanno mai smesso di abbracciarla. Lui sarà sempre il “ragazzo innamorato” e non rinuncerà mai a esserci per Katniss, dimostrandosi come l’unico a poter lenire ferite ravveno troppo profonde.
La scena finale, con le stupende riflessioni legate al concetto di famiglia, ha una forza incredibile e trovo che tu sia riuscita a dare la giusta importanza all’evoluzione di tutti loro.
Mi hai messo una gran voglia di leggere altre storie di questo fandom, hai caratterizzato benissimo i personaggi e hai scelto dei momenti che credevo avrebbero dovuto apparire anche nella saga. Per quanto io abbia amato l’epilogo, forse è stato un po’ affrettato.
Perdonami per la recensione un po’ sconclusionata, ma mi succede sempre così la quando una storia mi piace in maniera particolare.❤️
Un abbraccio e alla prossima,
Francy

Recensore Master
10/03/21, ore 18:45

Ciao,
della saga di Hunger Games ho visto solo il primo film, ma come sempre le tue storie sono godibilissime anche se non si conosce perfettamente il fandom.
Chiaramente i personaggi soffrono tutti di sindrome post-traumatica. D'altra parte sono sopravvissuti a delle esperienze terribili e hanno visto morire persone a loro molto care.
È molto bella l'idea che l'amore un po' alla volta curi le ferite dell'anima di questi ragazzi. Mi è piaciuta in particolare la lista dei "pensieri belli" stilata da Katniss. È vero che per superare il dolore e la depressione, cominciare a concentrarsi sui pensieri positivi e sostituirli a quelli negativi aiuta poco a poco a ritrovare la serenità.
E alla fine i ragazzi si rendono conto che ciò che hanno vissuto, le esperienze comuni li hanno uniti così tanto da potersi considerare una famiglia. D'altra parte la famiglia cos'è se non un gruppo di persone unite da un legame profondo?
Un'altra storia molto dolce e ricca della sensibilità che caratterizza tutte le tue opere.
Complimenti e alla prossima! ♥️
AlbAM

Recensore Master
10/03/21, ore 17:47

Eccomi qui a recensire questa bellissima pentadrabble. Di Hunger Game ho visto solo il primo film ma conosco le vicende e i personaggi. Ho amato molto Haymitch (Woody Harrelson è stupendo come lo porta e ormai ha fatto l'abbonamento a questi personaggi e li interpreta sempre benissimo!). Che dire ho adorato il modo in cui è scritta soprattutto questa frase: "I momenti in cui ha desiderato – pregato, nemmeno lei sa esattamente chi – che i loro destini si fossero scambiati, sono infiniti. Il doppio, il triplo dell’infinito di infinito." Ha una potenza enorme. In poche pennellate sei riuscita a far trasparire tutto il dolore immenso provato dai personaggi, il loro venire a poco a poco a patti con quello che hanno vissuto e con cui ancora stanno facendo i conti. Ma anche la speranza di ognuno che attraverso l'amore questo dolore non se ne andrà ma verrà in qualche modo accolto e sarà sempre una parte di loro, ma nello stesso tempo non saranno isolati ad affrontarlo perchè ormai sono diventati una famiglia. Davvero complimenti!
Alla prossima! <3

Recensore Veterano
08/03/21, ore 13:03

Ciao tesoro!
È lunedì, quindi eccomi finalmente qui da te.
Come ti dicevo, anche se non ho letto i libri, ho assolutamente amato i quattro film di Hunger Games. Trovo che come storia di base sia davvero molto realistica e che da una perfetta visuale allegorica di quello che potrà accadere in futuro se in futuro non cambino molti problemi che vi sono nel nostro mondo, come la differenza tra nord e sud del mondo e l’inquinamento globale.
Penso di parlare un po’ a nome di tutti quelli che conoscono questa storia se dico che Haymitch è forse tra i personaggi che più entrato nel nostro cuore. Fino ai 74° Hunger Games, lui è stato l’unico vincitore del Distretto Dodici. Come sappiamo bene, per sopravvivere all’arena bisogna essere disposti a fare davvero di tutti, quindi è più che plausibile che, una volta tornato a casa, sia caduto vittima nelle dipendenze da alcol e altre sostanze. È quello che è successo a molti reduci di guerra, ex internati o i superstiti a qualche tragedia: dentro di sé inizia a nascere un sentimento di colpa per quello che si è fatto per rimanere in vita, un senso di colpa per essere sopravvissuti quando tanti non ce l’hanno fatto.
Immagino perfettamente che, dopo la guerra, tutto il dolore che Haymitch porta dentro si è ancor di più acutizzato e non può che bere ancor di più per poter annebbiare la mente, per evitare di rivedere in sogno tutti i volti dei compagni che non ci sono più. Capisco perfettamente che sia un dolore talmente grosso, che gli provoca un bisogno così grande di alcol, che pensa che non riuscirà mai a liberarsi da questa fardello.
Fortunatamente, però, Haymitch non è solo, ma ha Effie al suo fianco. Ho trovato bellissima l’immagine di lui che piange contro il suo seno e lei che cerca di tranquillizzarlo, accarezzandogli i capelli.
Comprendo che non voglia che lei si preoccupi per lui e che porti sulle sue spalle tutto il peso dei suoi problemi e trovo davvero carino che lei gli lascia i suoi spazi, ma quando si ama qualcuno si è più che disposti a farlo. Quando si ama qualcuno, si desidera solo il bene della persona amata e si è più che disponibile ad aiutare a portare la propria croce, se questo significa aiutarlo a stare bene.
Anche un’altra coppia ha problemi con gli incubi notturni.
Come Haymitch, anche Katniss e Peeta non possono che fare una tenerezza assurda. Katniss ha fatto di tutto per salvaguardare sua sorella, per tenerla al sicuro: ha cercato sempre di non fare mancare nulla a lei e sua madre e ha sempre messo la sua vita prima della propria, offrendosi volontaria quando è stata selezionata per partecipare agli Hunger Games. Quando tutto sembrava essere finito, quando ormai la guerra sembrava arrivata a una conclusione favorevole, ecco che la sua Prim muore davanti ai suoi occhi. Penso che sia impossibile non avercela con tutto e tutti in un momento del genere, come non si faccia a cadere nella disperazione più totale.
Katniss aveva già iniziato a soffrire di incubi durante la notte dopo i 74°, ma immagino che la morte della sorella abbia solamente amplificato il tutto. Accanto a se, fortunatamente, c’è Peeta. Trovo che lui sia proprio un ragazzo d’oro: non che lui abbia sofferto meno della sua ragazza, perché anche lui ha perso tutti i suoi cari e ha dovuto affrontare due volte l’arena, ma è sempre lì per lei. La ama così tanto da mettere da parte il proprio dolore per poter consolare lei, per non farle mancare il suo affetto.
Quello che accomuna questi quattro personaggi in questo momento è “quando finirà?”: quando questo dolore finirà? Quando potranno vivere una vita il più normale possibile? Quando potranno trascorrere una notte senza svegliarsi di soprassalto per gli incubi?
Sono grandi domande che solo il tempo può dare una risposta. Infatti, quello che ci vuole per superare tutto, è proprio il tempo e una rete enorme d’affetto. Perché Haymitch, Effie, Katniss e Peeta sono una famiglia. Forse nelle loro vene non scorre lo stesso sangue, ma sono una famiglia: hanno affrontato le avversità insieme, si sono sostenuti e continuano a farlo, ma, soprattutto si voglio bene.
Penso che sia proprio questo messaggio che questa storia mi ha lasciato maggior mente dentro: qualsiasi cosa orribile succeda, con il tempo e l’aiuto delle persone a cui vuoi e ti vogliono bene passerà. Certo, magari un pizzico di dolore resterà sempre, ma non farà più male come prima.
Grazie mille per aver scritto questa storia, che ho trovato veramente molto bella ed emozionante.
A prestissimo tesoro!
Un mega abbraccio,
Jodie

Recensore Master
08/03/21, ore 11:29

Mia cara Bennina, mi luce!

Qui oggi piove e mi sono svegliata con un mal di collo assurdo, ma il cattivo umore è passato grazie a te, perché sei una lettura sempre adorabilmente piacevole. Sembra quasi di osservare una giostra: abbiamo Haymitch ed Effie, con lui che beve per tentare di far cessare la presenza dei volti che lo ossessionano, con Effie che col solo gesto di prendergli la mano fa capire un’immensità di cose. Il modo in cui l’hai descritta, con il suo tentativo di mostrarsi assolutamente forte e con il mettere fine alla recita che segue la stretta di mano sincera e la consolazione materna che ne seguirà. Tra l’altro, c’è un parallelo bellissimo. Effie eterna bambina goffa consola Haymitch che piange sul seno di lei, in questo atteggiamento che non è da bambina, ma è protettivo e di tipo materno.

Poi c’è Katniss che piange per Prim: ha fatto di tutto per salvarla, ma non c’è stato niente da fare. Ho apprezzato infinitamente il modo in cui hai descritto la complessità di questo rapporto. Peeta è chiaramente innamorato di Katniss e non ha finto, consapevole, però, di quanto Katniss non lo sia altrettanto e si adagi a lui, lei che, pure, è così forte e determinata, perché consoli il suo pianto, il suo rimorso, il suo dolore. E c’è qualcosa di stolido e tragico, in Peeta che non si arrende all’evidenza del non essere amato da Katniss, che tu hai evidenziato con la delicatezza che ti è propria.

Eppure, sebbene la giostra ci mostri consolazioni e lacrime, l’ultima parte dello scritto è una dolceamara speranza. Peeta continua a rimanere al fianco di Katniss e lei smette di sognare Prim, Haymitch risale dal tunnel dell’alcolismo. Appare il concetto di famiglia, nelle cui maglie possono essere inserite tante cose e che forse si è formata, a questo punto. E se nell’ultima frase compare il dolore e un’immagine guerresca e carica di distruzione, l’ultima parola che si ricollega al titolo è l’amore, che porta con sé sia i concetti di perseveranza (e di pazienza e quanta ce ne vuole, in questi momenti!) che di guarigione. Insomma, io continuo ad adorare tutto ciò che scrivi perché ci trovo dentro tanta verità e tanta dolcezza.
Buona settimana Bennina <3
Shilyss

Recensore Master
06/03/21, ore 23:35

Cara Leila, buonasera.
Da grande fan della saga di Hunger Games non potevo passare che di qui.
Forse è la prima storia così amara che leggo di tuo, sebbene dal buio iniziale si risalga pian piano verso la luce nel finale. Mi è piaciuto moltissimo come hai gestito il dolore in questa breve shot, perché questa emozione non può mancare in una storia di Hunger Games: chiunque sarebbe distrutto da quella realtà, chiunque sarebbe devastato da quei giochi maledetti, dalla guerra… per cui, secondo me, hai reso perfettamente quello stato con cui si è conclusa la trilogia.
Durante la lettura dei libri sinceramente pensavo che un avvicinamento di Effie ed Haymitch non sarebbe stato possibile per via dell’odio, ben più che giustificato, di quest’ultimo per la capitale ma i film hanno saputo avvicinarli in una maniera tale che sì, probabilmente sarebbero stati una coppia travagliata ma assolutamente interessante. Non ho visto ancora WandaVison (guardare qualcosa in questa casa è molto difficile) ma sono invasa di spoiler per cui quella frase non mi è passata inosservata e sì, l’ho amata (moltissimo) e mi sembra perfetta per un contesto come questo.
Mi è piaciuto come hai reso il dolore di Haymitch con i volti degli amici morti che svaniscono solo nell’alcol e quello di Katniss che semplicemente non riesce a capacitarsi di come Prim possa essere morta e lei no (per colpa di quel c……e, sì ci sono due z in mezzo, di Gale +_+), li ho trovati molto d'impatto.
E poi ci sono Effie e Peeta che fanno la parte dei pilastri, traballanti, ma pur sempre pilastri che magari non sanano ma sostengono corpi e menti ferite. Ma anche qui c’è un contrasto perché Peeta ha vissuto cose terribili sulla sua pelle e per Katniss ha lottato contro tutti, persino contro se stesso ma non l'ha abbandonata mai (e mai lo farà) mentre Effie ha sempre vissuto tutto con un gioco per l’appunto (penso tu abbia racchiuso benissimo il concetto nella frase eterna bambina che non ha mai conosciuto il dolore) ma forse, proprio per questo, è l’unica in grado di sostenere il dolore di Haymitch, risucchiando quella voragine senza alimentarla.
Come ti dicevo all’inizio il finale con il concetto dell’amore corale, familiare che risana le ferite ha riportato la luce in mezzo al dolore e anche io sono fermamente convinta che il sostegno e l’amore della famiglia (non necessariamente quella biologica) siano fondamentali per farci arrivare alla serenità.
Mi ha colpito particolarmente anche la frase in cui ci chiedi se non sarebbe bello che un semplice bacio potesse spazzare via tutto? Come il magico bacio di mamma che, in uno schiocco di labbra, faceva passare via tutto? Sì, sarebbe davvero bellissimo.
Decisamente sì, questa storia mi è piaciuta davvero molto… credo che andrò a schiacciare un qual certo bottoncino 😉
Brava!
Alla prossima
Cida

Recensore Master
06/03/21, ore 21:03

Ciao cara!

Passo qui con un po' di ignoranza perché - sebbene io conosca bene la saga (ormai è saga, no, visto il prequel?) di Hunger Games - non conosco la citazione che te l'ha ispirata, e sono parecchio all'oscuro riguardo Wandavision, ma mi riprometto di recuperare per poter capire meglio anche questa storia. E grazie per avermi introdotta alle pentadrabble, che non avevo idea esistessero prima di questo momento.
L'incipit della storia mi ha subito messo addosso molta curiosità, anche perché è davvero da tantissimo tempo che non mi approccio a questo fandom e sapere che c'è gente che conosco che vi scrive ancora mi ha fatto immensamente piacere. Mi è piaciuto tanto il riferimento ai morti di Haymitch - specialmente l'accenno a Finnick, che è uno dei miei personaggi preferiti in tutta la saga, mi ha semplicemente spezzato il cuore: tuttavia è una parte della storia che trovo molto verosimile, d'altronde è qualcosa che nel Canon il personaggio soleva spesso fare, e tu hai fatto sicuramente bene a introdurre questa cosa nella tua ff.
Ho adorato il colpo di scena di Haymitch che finge di credere Effie addormentata - non so se sono io a non capire niente o era giusto che sorprendesse - e l'ho trovata ancora una volta una scena incredibilmente verosimile. Mi è piaciuta molto questa frase, riferita ad Effie: "eterna bambina, che non ha mai conosciuto il vero dolore" che fa male, ma è anche un po'... vera, scusa per l'ennesima ripetizione. Trovo che questo sia uno spaccato tanto IC e che apprezzo veramente moltissimo.
La parte con Peeta e Katniss mi è piaciuta quasi altrettanto, anche se nella mia vecchiaia ho cominciato a nutrire un odio spassionato per il suo personaggio. Ti confesso che, quando sono arrivata a fine storia, avevo la pelle d'oca.
In particolare, ti segnalo la mia parte preferita in assoluto, con valenza ovviamente assolutamente positiva:

A turno se lo domandano spesso, se famiglia non sia una parola troppo grande: pronunciarla fa tremare l’anima ma forse è davvero quello che a poco a poco sono diventati.

Mi è piaciuta da matti l'idea della lista di Katniss, e qui ti lancio un po' una provocazione: perché non scrivere una OS dedicata a questa cosa? Io sarei in prima linea per leggerla!
Il finale lo trovo stupendo e chiude in maniera perfetta questa pentadrabble, che trovo di un'efficacia e una bellezza disarmanti. Io ormai sono appassionata delle tue storie, e non vedo l'ora di vederti scrivere qualcosa di nuovo :)
Un abbraccio,

Gaia

 

Recensore Veterano
06/03/21, ore 14:52

Ciao Benni!
Eccomi per l'abc, la citazione presa da wandavision è stata utilizzata in maniera perfetta, direi: cerco d'andare per ordine...

Innanzitutto, adoro gli accenni alle due coppie: posso dire che Haymitch ed Effie sono la mia otp di quest'opera, durante la visione dei film li ho adorati, per peeta e Katniss è sempre stato un sì da parte mia, ma mai grande quanto i primi due.

L'idea di loro come famiglia l'ho adorata, hanno una bellissima chimica, e anche se in un primo momento ti soffermi sulle coppie, sull'ultima drabble direi che hai fatto capire quanto questi quattro possono funzionare come famiglia.

Haymitch l'ho trovato nel film un grande burbero dal cuore d'oro, che trova rifugio nell'alcol per annegare i suoi fantasmi, lo trovo IC che, dopo gli eventi del canto della rivolta, ritorni per un certo periodo a bere; mi provoca una profonda tenerezza come ingenuamente crede che effie stia dormendo e tenti in tutti i modi di vedersela da solo con le proprie paure, fortunatamente la donna prende l'iniziativa e inizia a cullarlo. Il bello di questa coppia, credo, risieda proprio in questo loro contrasto: lui un uomo burbero che ha conosciuto la sofferenza, il dolore, sentimenti che l'hanno invecchiato di molto, desideroso di preservare l'innocenza di lei, una donna che ha incontrato solo prosperità e gioie, sentimenti che l'hanno mantenuta giovane nello spirito... Poi, basta un attimo, uno sfioramento di mani, ed ecco che i ruoli s'invertono, lui diventa un bambino che ha bisogno di essere consolato, che piange sul seno di una donna che assume un ruolo materno, che accarezza i capelli nella speranza di riuscirlo a consolare (ed è tenera nei suoi gesti goffi, ma è fantastica proprio perché pronta a voler condividere il grande peso che Haymitch si porta), le prime due drabble le ho adorate 💖💖💖

Discorso un po' diverso per Peeta e Katniss, che fanno ugualmente tenerezza, ma per ben altro motivo: se Haymitch rifugga nell'alcol, Katniss rifugia quasi nella logica per affrontare il suo più grande incubo, inizia a prendersela contro le leggi dell'universo, ha un atteggiamento più logico rispetto ad Haymitch, ma non per questo meno freddo, anzi... E fa tenerezza perché è convinta di non meritare l'amore di Peeta, pora cucciola 🥺🥺😭😭😭
Peeta, invece, continua ad infonderle amore, imperterrito e, nonostante anche lui soffra, decide di rimanere forte per lei, sa che tra i due quella che ha più bisogno di sostegno adesso è Katniss, e lui c'è, c'è sempre coi suoi abbracci, pronto a consolarla

Sia Haymitch che Katniss sono perfetti come li hai descritti (secondo me), entrambi forti all'esterno, ma con mille fantasmi che non riescono ad affrontare senza un aiuto; mentre dall'altra parte, Effie e Peeta (anche loro scritti benissimo) sono quelli più ingenui, più dolci in un primo momento, quelli che non meritano di vedere le brutture degli animi dell'uomo e della ragazza, ma che hanno in loro proprio la forza che Haymitch e Katniss necessitano per andare avanti ed affrontare i propri problemi 💖 ho adorato come, mentre Effie ricorre alle carezze, Peeta ricorra invece ai baci 💖

E passo alla parte finale che, anche se hai detto che è leggermente più lunga di una drabble, ti posso dire che forse è meglio così: sono una famiglia, e la famiglia merita qualche parola in più 😁 bellissima l'ingenuità di Effie che ha considerato una famiglia queste 4 persone prima di tutti, bellissima Katniss che ha cominciato a stilare una lista delle buone azioni, bellissimo Peeta che nella sua perseveranza continua a stare ancora lì per a braccia aperte pronta a consolarla (per Haymitch sono contenta che riesce a far riferimento sempre meno all'alcool 💖)
È bello leggere di come piano piano si siano abituati all'idea di famiglia, ed abbiano infondato così tanto amore, ognuno a modo proprio, in una cosa in cui tutti e 4 credono e vogliono preservare, trovando la forza d'andare avanti senza distruggere 💖
Bellissima fine per una storia dove l'amore, sia in senso romantico che familiare, regna sovrano 💖💖💖

Grazie per averla scritta, m'hai donato un piccolo momento di serenità 💖 ci vediamo alla prossima 😘

Recensore Master
06/03/21, ore 13:42

Vabbè adesso sto piangendo, mannaggia, donna, come puoi farmi piangere?
Conosco poco il fandom di Hunger Games, avevo visto solo metà del primo film, ma ricordavo i personaggi e per vie traverse conosco un po' la trama quindi sono andata a cercare la loro storia su internet per recuperare quello che non sapevo - giusto per dare i volti a qualche nome.

Secondo me hai reso con grande chiarezza il concetto di lutto che si trascina, l'amore non è l'unica cosa che persevera, lo fa anche il dolore... ma il lutto, hai ragione, è a sua volta amore che persevera. Non si possono lasciare andare così facilmente le persone che abbiamo amato.

Hai reso benissimo il perché dei problemi di alcolismo di Haymitch con questa frase: "gli appaiono in sogno fino a quando non sono il bourbon o la tequila a scacciarli". Non si beve per il piacere di farlo (non quelle quantità), non si beve perché è una soluzione, si beve per anestetizzare temporaneamente il dolore.
Eppure avere il supporto di un'altra persona, anche se all'inizio può fare male esporsi, è l'unico modo per riuscire ad andare oltre. In questi casi mi piace sempre citare lo studio sulla tossicodipendenza nei topi, che credo sia molto calzante: un individuo lasciato da solo non ce la può fare e cadrà nelle dipendenze, un individuo calato in un contesto più sano, con altri suoi simili intorno, con anche dei propositi nella vita, non avrà altrettanto bisogno di cercare evasione e sollievo nelle sostanze alteranti.
E questo ambiente più sano non è solo Effie, sono anche Katniss e Peeta. Forse nessuno di loro è completamente in bolla, abbastanza forte da poter supportare gli altri, ma insieme ce la possono fare. Peeta è un grandissimo supporto per Katniss, e Effie "eterna bambina che non ha mai conosciuto il vero dolore" forse è forte abbastanza per risollevare Haymitch. Conoscere il dolore, da una parte ti fa crescere perché ti costringe a prendere atto di com'è il mondo, ma dall'altra parte ti crea delle fratture, grandi o piccole, che ti rendono vulnerabile.
E forse una famiglia è come un fascio di rametti: un rametto solo è facile da spezzare, un fascio di rametti è molto più resistente. Mi è piaciuta molto la frase: "se famiglia è una parola troppo grande, è perchè è l’unica ad avere abbastanza spazio per contenere tutto".

Sono davvero sollevata che alla fine l'amore sia riuscito a guarirli, ma l'amore non è una cosa che piove dal cielo, è loro il merito, sono loro che hanno perseverato. Essendoci gli uni per gli altri, trovando la forza di restare gli uni per gli altri.
Uno spaccato bellissimo delle loro storie.

Recensore Master
06/03/21, ore 11:57

Ciao Leila,
metto un attimo in pausa la long sul Eowin ed Eomer per leggere il tuo ultimo (capo)lavoro. Premetto che non ho mai letto i libri o visto le trasposizioni cinematografiche di Hunger Games; per questo mi sono goduto la storia come se fosse un originale. E poi da quando non conoscere un fandom è un limite? Specialmente se l’autore/autrice è un fenomeno della scrittura? Non lo è, appunto.
Però, ora basta con i complimenti, altrimenti di emozioni troppo e non scrivi più, e a me non andrebbe affatto bene.
L’idea che c’è alla base di questa storia mi è piaciuta molto: la famiglia, in qualsiasi sua forma. Non intensa come un vincolo di sangue, bensì come un legame più profondo, forgiato attraverso mille difficoltà, attraverso il dolora, la perdita di persone a noi care; attraverso la consapevolezza che non possiamo affrontare tutti i nostri demoni da soli, ma che a volte, è bene lasciarsi andare, è bene farsi aiutare dalle persone che ci sono vicine, sempre, in ogni momento della vita.
Quella di cui parli non è una famiglia convenzionale, eppure è molto più convenzionale di molte famiglie naturali (perdonami le troppe ripetizioni, ma non riuscivo a trovare un modo migliore per dire questo concetto).
Quello che accomuna i quattro protagonisti, oltre il vissuto, è l’amore. Un sentimento nato tra mille difficoltà, che cresce tra mille difficoltà, ma che non li abbandona, persevera, come da titolo. Mi ha molto colpito la consapevolezza dei protagonisti: sanno di star vivendo una situazione alquanto precaria (credo a causa degli Hunger Games), hanno paura di mostrare i loro sentimenti, ma capiscono che non c’è strada migliore nel lasciarsi andare, perché solo questo permetterà di comprendersi meglio. È un passaggio che ho molto apprezzato, perché lo ha saputo descrivere molto bene, usando poche ma incisive parole. Bisogna essere molto abili nel fare un capolavoro del genere. Ma dovrei essere meravigliato di questo? Ovviamente no, altrimenti non sarei quei a leggere/commentare, se non fossi convinto della bravura di chi scrive.
Come sempre, Leila, ti ringrazio infinitamente per le letture che ogni volta mi offri.
A prestissimo.
Mask.

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