Valutzione per il contest "Storie alfabetiche"
Grammatica e stile: 9.4/10 (grammatica: 4.9/5 + stile: 4.5/5)
nato babbano – Nato Babbano -0.1
Da un punto di vista stilistico, la storia funziona. Pur parlando di sette personaggi diversi, lo spazio dedicato a ognuno globalmente non fa effetto elenco e questo è sicuramente un primo punto a favore. Ho trovato azzeccato il lessico, l’andare a capo e i parallelismi che hai creato all’interno delle frasi e nella storia in generale – come quello di fare una frase secca di apertura e una secca di chiusura. Alcuni periodi sono abbastanza lunghi, eppure la lettura scorre sempre agevole e comprensibile, grazie alla capacità di usare una punteggiatura diversificata e adatta. Hai usato infatti i due punti, il punto e virgola e le virgole (e anche un trattino indipendente) sempre nei punti corretti, dove era giusto inserirli.
Ogni frase, presa singolarmente nella sua interezza, mi è dunque parsa dunque ottima nella sua formulazione; tuttavia ciò che ho trovato stonato è la visione ampia che emerge collegando ogni frase tra loro. Mi rendo conto che il veto del mettere punti fermi abbia creato una difficoltà, però questo si è tradotto in un abbandonare di due punti e punti e virgola che – pur essendo sempre corretti – appaiono ridondanti e, in alcuni casi, troppo ravvicinati.
Ho contato otto punti e virgola e cinque due punti: un pochino troppo per una storia così corta.
L’effetto potenzialmente negativo si smorza perché l’obiettivo della storia è quello di creare una catena tra personaggi, quindi che ci siano dei richiami anche grafici non è un male. In ogni caso, avrei però limato un po’ l’uso di questi due segni di punteggiatura, magari nei punti dove sono troppo ravvicinati.
Si tratta di un appunto che si nota nel momento di “valutazione” e che immagino a te sia sfuggito. Nulla toglie però a una capacità di scrittura e di articolazione delle frasi a mio parere ottima.
Titolo: 3/3
Il titolo è perfetto: incisivo, rapido, asciutto. Rispecchia esattamente la storia, nel suo contenuto ma anche nella sua forma di “carrellata di personaggi”, rimandando anche immediatamente il lettore alla madre di Blaise, pur essendo un personaggio assolutamente marginale. Suona, poi, molto bene, anche complice la ripetizione delle “v”.
Trama e personaggi: 10/10
Anche in questo parametro, il tuo lavoro è eccellente. Hai scelto un “argomento” non troppo affrontato nel mondo delle fan fiction di Harry Potter e nello spazio di una flash lo hai esplorato con delle creazioni interessanti. Hai raccontato la storia di questa donna attraverso i suoi matrimoni, e dalle diverse scene si coglie quello che questa donna è: si delinea pian piano il suo carattere, il suo modo di intendere la vita (e anche la morte), oltre che anche l’amore per il figlio. Interessante come sei riuscita a trovare per ogni uomo un frammento personale: ognuno emerge per caratteristiche fisiche e/o caratteriali, segnalando l’incontro con Madama Zabini e il momento della morte. Dimostri una grande attenzione e capacità di strutturazione. In particolare, ho amato l’incontro con Philibert (sicuramente “nuovo” e diverso rispetto agli altri come scena) e la morte di Steven (semplicemente geniale!).
Bellissimo infine il tocco che l’unico uomo che ha amato – è che è il padre di suo figlio – non è un odei mariti. La tua storia mi è piaciuta davvero tanto e l’ho trovata molto completa.
Svolgimento traccia: 9.5/10
Le frasi sono 21 e tutte le lettere sono presenti, senza che ci sia nessuna ripetizione: la consegna è rispettata.
Passando ora a vedere quanto bene sia rispettata, devo dire che hai fatto un ottimo lavoro. Le parole iniziali sono abbastanza varie (verbi, articoli, nomi, aggettivi) e inserite nel testo in maniera tale che non si crei mai un effetto di ripetizione o di stonatura. Anche qualcosa di più azzardato come l’inversione nel punto R (Roventi erano le fiamme che lo inghiottirono e a tutti lei disse che era scappato lasciandole un gruzzolo di soldi e nulla più; nessuno ne sentì la mancanza.) risulta azzeccato perché da una parte non tentato prima nella storia (nessuna pesantezza) e dall’altra crea un tentativo poetico che hai saputo ben orchestrare, senza calcare troppo la mano.
La scelta di usare molto i nomi come inizio (avendone ben sette a disposizione!) è stata certamente “furbetta” – ma lo dico nel senso migliore del termine. Hai saputo, infatti, creare anche la giusta distanza tra i diversi nomi con altre frasi in mezzo e “giustificare” gli inizi, che tra loro si richiamano, dando unitarietà alla storia.
Ho apprezzato il tuo gioco con questa sfida, specialmente perché il risultato è quello di un’integrazione totale tra la storia e il gioco: viene da pensare che la storia si prestasse fin dall’inizio a essere narrata così.
E allora, dopo questi complimenti, qual è la cosa che non mi ha convinta? La frase finale. In sé va bene, tuttavia a parte che “zero mariti” non è proprio un’espressione limpidissima, non calza del tutto perché (a parte il sette del titolo) non scandisci però tutti i mariti in numero. In sostanza, avresti potuto evitare quel “zero” che sarebbe stato giustificato pienamente anche nel suo suonare male solo se la storia fosse stata permeata concretamente di numeri. Alla fine, proprio alla fine e mai prima, per effetto “cacofonico” il lettore avverte una spia del gioco. Tra l’altro – ma questa è una mia impressione soggettiva – avresti potuto giocare forse con “Zabini” per la lettera zeta.
Si tratta comunque di una piccola cosa perché, ripeto, non ci si accorge di niente fino all’ultima frase e in sé essa non è sbagliata. Il gioco è davvero ben riuscito.
Totale: 31.9/33 |