Cara Eli,
Purtroppo non me ne intendo molto di poesie. Sto cercando di entrare in questo mondo a piccoli passi, cercando di scardinare quanto mi hanno insegnato a scuola su metrica e versi e figure retoriche per poter apprezzare a pieno il cuore della poesia, per leggerla sentendo l'essenza pulsante che ha dato vita a quelle determinate parole.
Quindi, sono decisamente un'apprezzatrice in erba e il mio commento non risulterà così tecnico, temo.
Scrivere poesie sembra quasi un gesto d'altri tempi, ma porta con sé una forza dirompente racchiusa in una struttura che solo in apparenza risulta più scarna di un testo narrativo.
Per quanto la tua sia una poesia che colpisce come un graffio in faccia, per quanto le immagini siano quelle di bombe che fischiano lacerando le orecchie, tutto quello che sento è un urlo soffocato, silenzioso. Come l'urlo eterno dei personaggi di Guernica.
Silenzioso, ma non per questo meno assordante.
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