Flusso di coscienza nato da un viaggio in treno, tra mancanze, buchi e spazi da riempire.

Le paure non sono facili da spazzare via con un soffio, come fossero polvere accumulata in un angolo della nostra mente.
Sono sedimentate, e forse la polvere del mondo è l'ultima cosa di cui aver paura.
E' più facile ricordarselo se cè qualcuno al tuo fianco disposto a ripetertelo.

C'è poco da fare, ogni tatuaggio porta con sè una storia, sia per chi lo realizza, sia per chi lo riceve, sia per chi assiste al momento.
Ogni tatuaggio marchia anche l'animo.

Uno scritto realizzato di getto, durante una giornata ventosa, uggiosa, che mi comunica una strana malinconia, e che nondimeno mi fa venire in mente un tornado al cui centro ci sono io, attorniata da specchi deformanti che, nel loro vorticare, continuano a farmi sentire sbagliata.
Buona lettura.

I contorni definiscono la nostra forma e ci rendono reali. Ma chi non li possiede, o li ha così sbiaditi che sembrano inesistenti, fa fatica a riconoscersi, a capire quale sia la sua forma originaria, dove inizi e dove finisca, se vada bene così o se per il mondo non sarà mai accettabile. Può una forma essere giudicata? Può una forma essere rifiutata?
Buona lettura.

Come un normale pomeriggio d'estate di un anno fa riesca a diventare un racconto dai risvolti filosofici, ma anche con la straordinaria capacità di far rivivere quei momenti come fossero ieri. Eppure, è già domani.

A te, che forse non conoscerò mai, ma che infondo è come se ti avessi un pò sempre accanto. Chissà. Un giorno. Magari, in un'altra vita.

Spesso dagli errori quotidiani, banali, scontati, possono nascere grandi consapevolezze. Anche grazie ai commenti non richiesti delle famose P.I.C. (Pigne In Culo)

È ancora notte tu non puoi dormire
Senti il suo respiro sai che è lì accanto a te
E quando arriva sa come annientarti
Ruba quel bagliore che io vedo da qua
Non hai una pausa neanche per un giorno
Un demone che brucia il sangue dentro le vene
Ed io lo so che se non faccio in tempo
Appassirà il ricordo che ho nascosto di me
Che cosa darei per non farci caso
Guardare lassù e non sentirsi piccoli
Per amare di più senza aver mai perso nessuno
Parlare con te darti il mio coraggio
Affronta i tuoi demoni
(Demoni, Fast Animals and Slow Kids)

Prosopagnosia: non riconoscere i volti delle persone, compresi se stessi. A me, capita molto spesso di non riconoscere più le cose che conosco. Compresa me stessa.
Scritto di getto in una notte di stanchezza ma desiderosa di scrivere e riflettere.

Sono tante le cose che ritroviamo sul nostro cammino, e mi riferisco proprio a quelle che si trovano per la strada, sul grigio asfalto che per sfortuna qualcuno ha perso, e che forse nemmeno se n'è reso ancora conto. L'altro giorno ho trovato una carta di due di quadri, e mi sembrava carino farle onore con un racconto.

Fare la spesa può diventare un vero e proprio viaggio infernale, soprattutto se mancano le casse automatiche. Leggere per credere, e farsi due amare risate. E sentirsi un pò meno soli nelle disgrazie quotidiane, quello di sicuro.

Un cuore spezzato avvelena ogni piatto. Ho scritto questa riflessione di getto perché questa frase ha fatto scattare in me qualcosa che esigeva di essere messo nero su bianco, che necessitava di respirare a pieni polmoni fuori dalla mia mente sempre più satura di parole. Magari può far scattare qualcosa anche a chi legge, infondo è sempre questo il mio obiettivo.

Ho deciso di raccogliere le poesie scritte di tanto in tanto, è bello vedere assieme parti di me, parole di me. Sono parole che si raccontano e mi raccontano chi ero nel momento in cui le scrivevo, e i segni d'inchiostro non possono mentire.

Marquez ci riporta le ultime parole di Simon Bolivar, "come usciremo da questo labirinto di sofferenza?". Che infondo è un pò quello che tutti si chiedono, che infondo è un pò quello che tutti non sapranno mai.