Recensioni per
Senza ghiaccio, per favore
di Gaia Bessie

Questa storia ha ottenuto 7 recensioni.
Positive : 7
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
19/05/21, ore 13:58

3° Classificata al contest "Let's Cliché!" indetto da _Vintage_ sul forum di EFP - SENZA GHIACCIO, PER FAVORE DI BESSIEB

- Grammatica e stile: 8.5/10
Ci sono un po’ di errori di distrazione o battitura, tenendo conto che si sta parlando di una mini-long li ho trovati piuttosto normali. In generale la storia non presente errori ortografici di grande rilevanza. Per scrupolo, ti segno quelli che ho riscontrato nella lettura:
[…]con una spolverata ti cacao sopra – ma senza zucchero, per favore. […] C’è un piccolo errore di battitura, di cacao. -0.10
[…] «Non voglio dover ricominciare tutto d’accapo». […] L’avverbio da capo, nel suo uso moderno, ammette solo la forma dovuta a crasi, daccapo, mentre la forma apostrofata non è ammessa. Però suppongo che sia stata una svista perché in tutti gli altri casi l’hai scritto correttamente. -0.10
[…] a regalarle un silenzio disorientata. […] C’è un errore nella concordanza sostantivo-aggettivo, disorientato. -0.10
[…] mojito ed eppure fuma […] C’è una doppia congiunzione, l’avversativa eppure rende inutile il precedente ed, che risulta ridondante. -0.10
[…] e scoprire anche la voce appare diversa […] Qui manca un che esplicativo, che anche la voce appare diversa. -0.10
[…] cos’è ha fatto, di così grave, per impedire […] Errore di battitura, c’è un è di troppo. -0.10
[…] che Asahi comunque non sarebbe darle […] Errore di battitura, saprebbe. -0.10
[…] a guardalo in silenzio sotto uno strato di polvere […] Errore di battitura, guardarlo. -0.10
[…] ma a volta, bisogna cedere qualcosa […] Errore di battitura, a volte. -0.10
[…] l’ha raggiunti in America […] Errore di battitura, raggiunto, oppure li ha raggiunti¸ se s’include anche Asahi – anche se non mi sembra questo il caso. -0.10
[…] Suga ha le maglietta sporca di caffè è cacao amaro […] Errori di battitura, la maglietta e sporca di caffè e cacao amaro. -0.20
[…] tono di voce sempre più bassa […] Qui c’è un errore nella concordanza sostantivo-aggettivo. Bassa dovrebbe riferirsi a tono e non a voce, in quanto esso è complemento di specificazione, per cui basso. -0.10
[…] Ma notizie di Yū, quelle mani […] Errore di battitura, mai. -0.10
[…] anche se quel semplicemente movimento ha il potere […] Errore di battitura, semplice. -0.10

Per quanto riguarda lo stile, come sempre l’ho trovato perfetto. L’unico appunto è, a volte, l’uso degli incisi. Da grande amante degli incisi, specie perché in questo caso riconducono a voci fuori campo per così dire, non ho nulla da dirti, se non che in alcuni momenti risulta un po’ complicato riprendere il filo del discorso, in qualche punto magari ho riletto per accertarmi di dare una prosecuzione alla storia, ma al di là di questo non ho riscontrato alcun problema nella lettura, anzi come sempre l’ho trovata scorrevole e ben scritta.

- Caratterizzazione dei personaggi: 10/10
Ovviamente, neanche a dirlo, questo è stato uno dei punti di forza migliori della storia – se non il migliore in assoluto. Dunque, mi piacerebbe andare per gradi e descriverti passo passo la mia decisione in merito a questo punteggio. Normalmente chi sceglie di utilizzare l’OOC commette a volte l’errore di stravolgere l’essenza dei personaggi, al punto da lasciare a quel personaggio solo il proprio nome. Il tuo OOC, al contrario, è pienamente giustificato – a maggior ragione perché si parla di una what if. Il mio punto di vista, in questo caso, rappresenta come si muoverebbero i personaggi se avessero vissuto quelle esperienze, e mi sono ritrovata in pieno con la versione che tu hai fornito.
Sono rimasta sorpresa ed estasiata – sì, letteralmente – dal profilo di Sugawara, che è stato senza dubbio il tuo personaggio migliore. Si riscontrano in lui tutti gli atteggiamenti tipici del personaggio principale, mischiati a quella distopia di cui sei maestra: la dedizione al limite dell’ossessivo per l’amico Asahi, il malessere che cerca di mascherare senza però riuscirci del tutto, l’amore viscerale per Kyoko, l’odio per non riuscire ad andare avanti, accompagnato a queste stratosferiche descrizioni dell’Old Fashioned che ho apprezzato tantissimo. Insomma, un personaggio positivo sulla superficie, ma che cela in sé un insieme di emozioni irrisolte e sgradevoli, quasi fosse un ossimoro della storia stessa.
Asahi, al contrario, è un personaggio che si riscopre ogni giorno, ed ogni giorno si dimentica. È il copione trito e ritrito di un’esistenza significativa ed insignificante, un uomo che ha perso la memoria e che ogni settimana la riacquista, finendo inevitabilmente per soffrire. La presenza di Noya, una costante nella sua vita, non fa che accentuare questa oppressione che il lettore prova quando legge i paragrafi dedicati a lui, e non ho potuto fare a meno di farmi assalire dai dubbi sin dalla prima volta che ho letto dell’incidente. Per non parlare poi di come Asahi continui ad inviare messaggi sulla segreteria di Yu, senza però ricevere mai risposta – quel te lo prometto, l’ho percepito come una specie di cazzotto in gola ogni volta, concedimi la colorita espressione! Asahi, nel suo limbo di un’amnesia che si cura con sé stessa e lo fa ritornare sempre al punto di partenza, è un personaggio che dal negativo passa al positivo, ad una risoluzione che non v’era mai stata prima, ad un passo dalla consapevolezza di sé stesso, prima di un finale che definirei scioccante. Davvero, altri termine per definirlo non mi vengono in mente, sono rimasta mezz’ora seduta sulla sedia a rileggerlo, ma niente. Pura poesia, perfetto per questa storia, grandiosa.
Shimizu, infine, una figura che personalmente non ho fatto altro che odiare dall’inizio alla fine della storia. Per un istante mi sono persino dimenticata che questo fosse un giudizio, avrei volentieri usato parole ben più oscene per definirla, salvo poi riscoprirla nell’ultimo capitolo, con un passato non ben noto, ma che appare chiaro nelle ultime righe dedicate a lei; la sua continua ricerca di Suga ed il suo allontanarsi, l’indecisione, la rabbia, la frustrazione per quell’Old Fashioned al sapore di menta e quella splendida frase sulla menta che appanna tutti gli altri sapori, ho trovato il tutto davvero molto evocativo e ben descritto, il lettore riesce facilmente ad immedesimarsi in queste sensazioni, arrivando persino a giudicarle lui stesso.
La cosa che senza dubbio ho apprezzato di più di questi tuoi personaggi, è la loro precarietà: tutti vivono all’interno di una realtà quasi onirica, muovendo i passi in direzione contraria, salvo poi ripercorrere la strada giusta e poi sbagliare ancora, e ancora. Rappresentano perfettamente i tratti di persone disilluse, tuttavia con la straordinaria capacità di ricordarsi come si sogna, anche se appare loro impossibile. E, concedimelo, hai avuto una sensibilità particolare per la storia di Asahi, trattando la sua amnesia come qualcosa di vivido e realistico, senza lasciarti assorbire da quelle storie trite e ritrite dove alla fine il protagonista riacquista la lucidità e sfocia in un mare di sterile banalità. Davvero, sono rimasta colpita da questo tuo modo di descriverlo, complimenti.
Non saprei cos’altro dire, se non che sei stata bravissima!

- Utilizzo del cliché: 15/15
Non so come si possa dire senza risultare sgrammaticati, ma hai “sclicheato” un cliché! Non so bene come definirlo in altro modo, ma sei stata a dir poco superba. Perché il cliché c’è tutto, ti soffermi spesso sull’America, sul ricominciare, sulle opportunità da cogliere al volo che, in una cornice così distopica, cozzano terribilmente con l’ambiente in cui si muovono i protagonisti. Un bisticcio che ho trovato perfettamente in linea con la tua storia: hai personalizzato il cliché, rendendolo parte integrante della storia, ma senza strafare, impiegandolo nei punti giusti. L’America è un mondo che viene idealizzato persino in questa storia, salvo poi ritrovarsi all’interno dell’appartamento di Asahi e Sugawara, nel bar dove Sugawara s’incontra con Kyoko, nello studio dello psichiatra, e al lettore viene spontaneo chiedersi: Ma è davvero così figa, questa America?
Forse l’America è davvero figa, se la pensi così. Ma non i tuoi personaggi, quelli no, perché sono inconsciamente consapevoli che la loro è stata solo una fuga, dal dolore, dall’incomprensione, dallo sbaglio, dall’angoscia.
Ho apprezzato moltissimo il modo in cui hai scelto di rendere il cliché, che forse risultava azzardato, ma per una what if di questa portato è stato sicuramente la scelta migliore.
Anche qui, cara Bessie, i miei più sinceri complimenti.

- Gradimento personale: 5/5
Va bene, diciamo che sarebbe stato un po’ assurdo decantare la tua storia in lungo e in largo e non darti pieno punteggio su questo parametro. È stata una delle mie preferite, per un motivo semplicissimo: è una storia che parla di realtà, di qualcosa di vero. Intrisa di tante emozioni che normalmente la gente rifuggirebbe, ma che io adoro – da grande amante dell’angst non poteva che essere così.
Tu, in particolar modo, secondo me hai una capacità di soffermarti su alcune emozioni che a volte risultano difficili da descrivere. Solo leggendo le tue storie, mi rendo conto dell’incredibile sensibilità con cui tratti certe tematiche, avendo un profondo rispetto per ciò che scrivi, e questo ti rende una scrittrice davvero incredibile, oltre che in gamba.
Mi vorrei soffermare, infine, su ciò che ho trovato più d’effetto in questa storia, il particolare che mi ha piacevolmente spiazzata: il nostro amatissimo Nishinoya sorridente, nel suo bel completo. Ti giuro, per me è stato un tuffo al cuore, hai descritto in brevissime frasi tutta la sua personalità, la sua raggiante voglia di vivere, la prorompenza, persino l’attimo in cui tutto finisce è stato come un raggio di sole spentosi all’improvviso. Una scena che mi ha fatto venire la pelle d’oca.
Brava, brava, brava. Una delle migliori storie mai lette nel fandom, complimenti!

Totale: 38.5/40

Recensore Veterano
27/03/21, ore 14:26

Ciao Gaia!
Io rimango sempre deliziato nel leggere le tue storie e vorrei non arrivare mai alla fine del capitolo per godermi il più possibile il tuo stile meraviglioso!
Ero quasi riuscita a togliermi dalla testa "Musica Leggerissima" che ecco che il suo posto viene ricoperto da "La genesi del tuo colore" e ho l'impressione che non se ne andrà presto ahahah.
Come sai, sono sempre affascinata dalla caratterizzazione dei personaggi. Hai un modo di descriverli che è completamente tuo ma non scadi mai nell'IC. Nella sofferenza e dolore che hai scelto di attribuire a loro, io vedo perfettamente Suga e Asahi.
Ho particolarmente amato Suga per essere un ottimo amico anche in questa situazione e soprattutto per l'introspezione fatta che mi ha coinvolto tantissimo!
Non vedo l'ora di leggere presto il secondo capitolo e di rivederti in generale ahahah.
Alla prossima!

Recensore Master
26/03/21, ore 17:27

Ciao! Prima di tutto mi scuso se non ho recensito subito. Ho letto questo capitolo appena era stato pubblicato, credo, ma non sono riuscita a scrivere nulla sul momento, perché questa prima parte mi ha lasciato con un magone in gola che non voleva andare via.
Anche adesso, mentre cerco di riordinare le idee, mi prende di nuovo e so che non riuscirò a fare un discorso sensato, mi dispiace XD
E' questa la sensazione che mi ha dato questo capitolo, mi ha messo una strana inquietudine addosso, ovviamente per l'amnesia di cui soffre Asahi, ma anche per tutto il resto. Per quello che Suga non dice, per la storia appena abbozzata di Shimizu, per la figura di Nishinoya che appare continuamente, pur nella sua assenza.
Mi sono commossa ogni volta che leggevo delle cassette e dei post it; le ho trovate due idee molto originali in questo contesto e applicate ad un personaggio così sensibile come Asahi.
Per quanto riguarda le caratterizzazioni, per questo primo capitolo mi sento di dirti che, nella loro sofferenza e nella loro maturazione, ho trovato i personaggi comunque coerenti con quanto visto nell'opera originale, e non è facile, dato che già di partenza sono così sfaccettati, quindi immagino quanto ti abbia fatto penare svilupparli in un contesto così angstoso.
Questo capitolo doveva seminare indizi qua e là e ci sei riuscita perfettamente, perché la curiosità è alta: come mai Suga è scappato proprio in America? Dov'è finito Nishinoya, e perché non risponde? Ho un brutto presentimento, ma spero di sbagliarmi XD
Non vedo l'ora di sapere come si evolverà la vicenda! Metto la fic nelle seguite e me ne resto ad aspettare buona buona! XD
Complimenti e al prossimo capitolo :)