“È una cosa bella?” “Spero proprio di sì. Per me lo è.”
Ohh, Lor, altro che bella, è una cosa bellissima! 💙❤
Ok, mi ricompongo.
Però non è colpa mia se mi sciolgo così tanto leggendo qualsiasi cosa su di loro e soprattutto momenti così… così calderotti. Di quelli ancora pregni della tensione di queste cose taciute e non dette, che un pochino si crede di essere riusciti a intravedere, ma che lasciano sospesi su un filo sottilissimo, eppure già magici e carichi di altre tensioni, quelle nate da Frangibili. E, insomma, non so per quale ragione, ma leggendo questo missing moments in particolare, sono giunta alla conclusione che questo “limbo” mi piaccia moltissimo: è un giocare a fare gli equilibristi, e anche se è vero che non se la sono ancora detti, quella cosa bella, bellissima – e quindi meno scene calderotte dolci –, trovo che questa tensione abbia un potenziale altissimo per farmi struggere ancora di più su di loro. Insomma, forse questa osservazione trova un pochino il tempo che trova, me ne rendo conto, ma è una sensazione che mi è rimasta appiccicata addosso a lettura ultimata e che volevo condividere.
In un certo senso ho letto questa storia tenendo in testa Di film, pancakes e calderotti, l’ho vista un pochino come il suo contraltare nel vero mondo, e allora ecco che non sono più soli, ma c’è Hermione (e un Ron più protettivo del solito sul finale… io davvero non riesco a rassegnarmi all’idea che sia così poco riconoscente nei miei confronti [per cosa, non ci è dato saperlo] e tutta questa avversione non la riversi su figlio di Coso: gli ho pure trovato un appellativo così bello! Ingrato di un Ron!), che qualcosa nell’aria a volte pare capire, con i suoi sorrisi alla figlia – ma decisamente sul lato “come fare stare a suo agio mia figlia e il suo amico-che-le-piace” deve lavorare ancora un pochino –, i pancake ci sono sempre, anche se non preparati ad opera d’arte da nonna Molly –, e poi, insomma, qui la cosa bella bellissima non se la dicono subito, però lo fanno alla fine, un mese dopo, e va bene! Anche perché sono super contenta che tu abbia inserito il dettaglio di loro che si vedono nella sala del club di scacchi (così come ho amato all’inizio, quando Lorcan paragona Rose in veste Presidentessa alla madre: ho sorriso allo scatto di Rose che si premura subito di negare il tutto, ma temo che sull’atteggiamento di quel momento, Lor un pochino avesse ragione – sull’uso delle chiavi della stanza del club, credo invece che Hermione non sarebbe stata dello stesso avviso, invece, ma peggio per lei, i calderotti sono molto più furbi).
Però, tra questa storia e Di film, pancakes e calderotti ho apprezzato che si mantenesse un certo tono di sottofondo simile, che rende davvero missing moments e “what if” vari su di loro parti di un unico puzzle, ossia la questione del dover gestire gli imbarazzi nuovi che si vengono a creare tra di loro. è si diverso il modo in cui riescono a scacciarli, ma quello che resta davvero, sul fondo, è lo stesso: la capacità di Rose e Lorcan di vincerli, questi imbarazzi, perché insieme sanno semplicemente essere oltre e quello che hanno va protetto e qualsiasi silenzio vuoto messo da parte, anche facendo passi indietro, ma poco alla volta sanno fare quei passi in grado di riportarli alla loro complicità totale. È realistico come rischino di affogarci, a volte, negli imbarazzi, ma il bello loro è come riescono invece, ogni volta, a tornare a galla tenendosi per mano e trascinandosi un po’ uno e un po’ l’altra, perché stare lontani sarebbe semplicemente impensabile. Lo avrò detto milioni di volte, ma è una delle cose che più amo di loro e del loro rapporto, e ogni volta mi trovo a rinnamorarmene più di prima.
Ho apprezzato tantissimo l’apertura, quell’interrogativo su come sia crescere, e Rose che vi riflette alla luce del momento recentemente vissuto con Lorcan, come rifletta sul suo sentirsi smarrita, ma anche meno bambina e sempre più adulta. Trovo sia una riflessione non solo centrata per Rose e per quello che sta attraversando, ma proprio una riflessione bellissima anche estrapolata dal contesto. E poi l’idea dell’essere “smarriti”, un pochino mi ha richiamato i bimbi sperduti di Peter Pan, che è la loro favola ormai, capovolgendo il concetto, dato che quelli sperduti sono perché non possono più crescere. Non so se fosse intenzionale, so che la mia testa ha subito fatto questa associazione, e mi ha accompagnata un po’ per tutto il seguito del testo.
A livello di struttura, come sempre ho amato il tuo stile così inconfondibile e ricco, che sa dare voce in modo stupendo ai personaggi e a cosa li anima, restituendo con grande potenza e coinvolgimento fin la più piccola scena; e poi mi è piaciuto moltissimo l’intervallare speculare sia nelle riflessioni di Lorcan che di Rose, di quelle sensazioni/emozioni/domande che tacciono all’altro.
Mi spiace tantissimo che questa recensione sia più breve di quanto vorrei, e sicuramente avrò dimenticato fuori metà delle cose (e che sono anche talmente indietro con le recensioni che un giorno mi seppelliranno), però appena ho visto mi sono detta che dovevo dedicare subito la mia pausa a loro, o sarei finita per allungare la lista delle cose da cui passare se avessi atteso un momento in cui avere più testa e tempo.
Però rinnovo, come sempre, il mio grazie per scrivere di loro e averli creati, e per questa storia, e il mio amore per loro che non scema mai, sappilo.
Un abbraccio,
Maqry
Ps: spero che per Pasqua tu abbia mangiato molti calderotti 💙❤ |