Valutazione epr il contest "Storie alfabetiche"
Grammatica e stile: 9/10 (grammatica: 5/5 + stile: 4/5)
La grammatica è ottima: nessun errore o refuso.
Per quanto riguarda lo stile, l’ho trovato anch’esso molto buono, anche se ho alcuni appunti da farti.
Il punto forte del tuo stile sono le immagini che riesci a evocare: ci sono delle descrizioni assolutamente non banali, che crei attraverso collegamenti insoliti ma molto efficaci e suggestivi. i gelati nelle vaschette si trasformavano in miniature di paesaggi: le onde del ribes erano piste da sci decorate da bacche di brina e zucchero; il loto era verde profondo, come l’acqua su cui il fiore si alza diritto, per poi sbocciare aprendo la punta delle dita. -> Questa è la prima descrizione che troviamo, che accoglie nella lettura e che di fatti subito fa percepire al lettore un’immagine ben precisa, e una poesia che si può trovare anche in qualcosa di prosaico apparentemente, come le vaschette di gelati. Questa capacità, di cui ti ho segnalato questa frase, ma si nota anche in altre parti del testo, è resa possibile da un lessico molto curato e con punte versoi l registro alto, senza mai esagerare però e senza che le espressioni e i rimandi creati scadano nell’incomprensibile. C’è poesia nelle descrizioni, ma è sempre una poesia comprensibile, e per questo sentita e subito evocativa.
Per quanto riguarda le cose che non mi hanno convinta, si tratta di scelte generali e non di singole frasi nello specifico, in quanto quest’ultime sono al loro interno sempre ben funzionali e articolate.
Un primo aspetto riguarda la punteggiatura: le frasi hanno tutte la giusta lunghezza e una corretta punteggiatura. Tuttavia, il punto e virgola e soprattutto i due punti sono davvero abusati. È una cosa che non credo sia troppo funzionale, perché fa perdere la funzione specifica dei due punti se ricorre in molti periodi.
Altro problema è l’andare a capo: in questo caso, trattandosi perlopiù di parti descrittive, le avrei accorpate molto di più, per non spezzare la narrazione. Ad esempio, A, B, C, D, ed E le avrei messe tutte di seguito (oppure comunque più accorpate tra loro) per rendere bene la scena.
Per finire, non ho ben capito l’uso che hai fatto dei corsivi:
Hu hu -> lo avrei messo in corsivo, come onomatopea.
Chignon -> lo avrei messo senza corsivo, perché pur essendo una parola straniera è pienamente integrata nel vocabolario italiano.
Qui ci vorrebbe una base di vaniglia senz’altro, pensava Snoopy tra sé –> Ottimo qui l’utilizzo del corsivo per indicare i pensieri di Snoopy, tuttavia non mantieni questa tecnica successivamente: forse si accenderà tra poco, aveva pensato Snoopy -> qui hai tolto il corsivo per il pensiero. Ora, entrambe le scelte andrebbero bene, ma è bene mantenere una scelta unica per tutta la storia.
Lo stile è comunque molto intenso, maturo e interessante.
Trama e personaggi: 9/10
La storia è uno sguardo quasi dall’alto su una gelateria e la vita del suo gelataio, mentre a sua volta lancia uno sguardo a un ballerino. È una conoscenza che si muove senza parole, senza che succeda davvero niente, eppure si sviluppa in qualche modo nel tempo ed è capace di creare dolore quando svanisce. Nessuno dei due personaggi principali è indagato bene, ma trovo che la carenza di caratterizzazione sia funzionale. Chi è quel ballerino? Non lo sapremo mai, a partire dal nome, di cui abbiamo solo l’impressione rimasta a Snoopy: Zenzero e pepe nero. Di Snoopy, invece, sappiamo di più, lo descrivi attraverso gesti e soprattutto emozioni (la curiosità che lo porta verso il ballerino e il lutto che prova sul finale). Non hai detto molto di loro, ma hai detto abbastanza – come hai detto abbastanza di quelle fugaci comparse che rendono “vivace” la storia e la scena. Una cosa molto apprezzata sono poi le varie metafore attraverso il “gelato” come elemento materiale da cui partire: trattandosi di un gelataio, è un espediente in cui lo stile si piega alla trama, nella direzione di un “tone of voice” o meglio di “ottica interna”. La pecca che invece ho trovato è più che altro nell’impostazione: considerata la brevità della storia (brevità imposta dal gioco alfabetico, in fondo, quindi dal contest stesso), ho trovato la parte descrittiva iniziale un po’ troppo lunga. Snoopy compare soltanto nella lettera H. Questo “ritardo” in qualche modo toglie focus alla storia e il dolore finale è per questo “frettoloso” se posto in comparazione alle proporzioni dell’intera storia.
Titolo: 3/3
Il titolo è perfetto: accosta due parole (due ingredienti, per meglio dire) non abitualmente abbinati, suona bene ed è adatto alla storia – in quanto nome fittizio del ballerino nella testa del gelataio, oltre che essenza del suo lutto. È un titolo che resta enigmatico fino alla frase finale dove si “scioglie” nel suo significato.
Sviluppo della traccia: 9.5/10
La consegna è rispettata: ci sono 21 frasi, tutte le lettere sono presenti e nessuna è ripetuta più volte.
Nessuna parola iniziale stona e credo tu abbia fatto un lavoro molto azzeccato soprattutto con la H (l’onomatopea) e la Z (l’utilizzo di quel “zenzero e pepe nero” come soprannome nella mente di Snoopy per il ballerino). Le frasi hanno la giusta lunghezza e non viene mai da chiedersi perché s’interrompono in quel punto. Nessuna spia nel testo che quindi sveli il meccanismo… eccetto, purtroppo, per l’andare a capo. È vero che non sei andato a capo sempre, ma come ti dicevo anche in stile lo hai fatto in maniera comunque un po’ troppo eccessiva, tale da spezzare descrizioni o immagini che sarebbero potute essere unite. Non aiuta, in questo, l’interlinea: un interlinea così netto da un punto di vista grafico rende ancora più evidente qualcosa che, forse, sarebbe potuto essere meno percepibile altrimenti. Proprio per questo dubbio grafico ti ho tolto solo mezzo punto.
Totale: 31.5/33 |