Ciao, mia cara^^
La narrazione di questo capitolo è stata ipnotica, hai valorizzato tantissimo l'aspetto psicologico e morale di Rhenn e Yozora.
Commento con ordine e non mi lascio prendere dalle sensazioni.
In questo secondo capitolo hai spostato la narrazione, per un breve frangente, su un altro piano, oserei dire divino, con l'annuncio alle divinità della fine di una guerra lunghissima. Ci hai dato modo di conoscere tra le righe il tuo Pantheon e alcuni degli dei che lo compongono. Ritrovare Irkalla mi ha infuso non poca preoccupazione, specie quando ho scoperto che anche in questa occasione veste i panni del dio distruttore.
Lasci intendere in modo preoccupante che sia successo qualcosa, si è squarciato un equilibrio, segno della guerra combattuta o causa della stessa guerra; per ora sappiamo ancora poco a riguardo, ma è certo che inciderà sugli eventi terreni già compromessi dalle condizioni imposte al termine del conflitto.
Il dio supremo cita il libero arbitrio, ma non manca di ricordare che sia necessario il suo intervento (momentaneamente con le buone visto che non vuole coinvolgere Irkalla).
La narrazione poi ritorna sul fronte delle trattative terrene.
Approfondisci la personalità di Rhenn, lo dipingi come un "uomo" (viste le sue origini mi servo delle virgolette) propenso all'azione e non alla sfera politica. Inoltre, a tal proposito, metti subito in luce le sue fragilità con il fatto che venga considerato dalla famiglia utile solo a proseguire la stirpe, nulla di più, affari più importanti non lo devono riguardare. È un trattamento che non può far piacere a Rhenn e sicuramente il rancore per l'atteggiamento della famiglia nei suoi confronti lo accompagnerà sempre.
La giovane Yozora ha avuto influenza su di lui dal momento che lui in lei ha visto qualità non trascurabili che oltrepassano l'apparenza (è un tema che recuperi a fine capitolo, spiegando implicitamente il motivo della scelta decisa tra le due sorelle, la bellezza della primogenita non è un metro di scelta per lui e il suo popolo).
Il rapporto tra sorelle è carico di affetto ad ogni parola che si scambiano; anche nel momento in cui non è al centro della narrazione, ma funge da motore per la scelta di Rhenn. Yozora si sacrifica per la sorella e non si pente, nonostante le venga data fin da subito l'opportunità di conoscere la portata del vortice che l'ha travolta all'improvviso nelle mani del demone. Il suo è un addio doloroso, ma silenzioso che denota grande prontezza d'animo e orgoglio. Sa tenere testa al nemico nonostante una umana paura, non è affatto debole di spirito e lo dimostra a tratti con incoscienza, come se la sua giovane età le donasse impulsività. Alterna timore per l'ignoto proprio della giovane età alla sfrontatezza che le è naturale.
Si avverte un velo di malinconia nel demone quando pensa al padre malato; credo non sia stato del tutto sincero quando afferma che i demoni non possono provare amore (e più in generale sentimenti), forse non lo ostentano o esibiscono per paura che possa diventare una fonte di debolezza. I demoni preferiscono incutere terrore piuttosto che provarlo per poter dare in questo modo prova di sé e delle loro capacità fisiche (militari suppongo soprattutto) e morali.
La durezza ostentata di lui viene smorzata dalla malinconia della ragazza che nella debolezza del sonno immagina di riposare tra le morbide e sicure braccia della madre. Non penso sia casuale questa sensazione, sia per la protezione che il ricordo della madre può infonderle sia perché inconsciamente può aver percepito qualcosa di profondo oltre la corazza del demone. Colgo una piccola breccia nei gesti che lui dedica a lei, forse proprio perché li rivolge a lei con la quale ha intessuto un legame, pur essendo sempre molto controllato.
Il dialogo finale tra Rhenn e Yozora è molto interessante. Partono dal tema della guerra in cui lei dimostra di tenergli perfettamente testa anche con una certa dose di aggressività nelle parole (pur non essendo esperta di arti belliche), per poi sfociare nella sfera personale della scelta che l'ha spinta tra le braccia di lui. Rhenn ha trovato il modo di piegarla, di smorzare il suo carattere esplosivo, giocando con il suo imbarazzo. Nonostante sia il suo "sequestratore", Yozora teme di essersi mostrata troppo audace come se lo fosse stata davanti a qualunque uomo. È una conversazione che consente ad entrambi di conoscersi meglio, lui sa come renderla psicologicamente debole, riesce quasi a manipolarla nelle motivazioni che hanno guidato le sue scelte e quelle del padre; è pur sempre molto giovane e perciò meno saggia di lui che la comprende più di quanto riesca a fare se stessa.
A partire da questi primi capitoli stai facendo un lavoro introspettivo davvero egregio. Ti faccio i miei più sinceri complimenti, riesci sempre ad ammaliarmi ♡
A presto!
Un abbraccio grande grande
-Vale (sempre tua affezionata lettrice) |