Ciao, Gaia!
Io so di avere davvero tante, troppe cose da recuperare sul tuo profilo, ma quando ho visto l’introduzione di questa storia su facebook, mi sono ritrovata completamente ammaliata, e non ho saputo resistere. Ho letto questo primo capitolo subito, senza riuscire a staccarmene, completamente rapita e ammaliata dalla tua prosa, dalle atmosfere conturbanti di questa storia e dalle immagini stupende che rappresenti qui. E poi l’ho riletto con più calma, perché questo è un capitolo densissimo, composto da una prosa piena di rimandi e parole da soppesare con cura: e sono certa di non aver colto tutto, di aver dimenticato qualcosa o di aver sottovalutato qualcos’altro, ma insomma, ho adorato questa storia, sto adorando questa storia, non vedo l’ora di continuare ad adorare questa storia.
Davvero, ogni volta che ti leggo mi trovo a mangiarmi le mani per non averti mai letta abbastanza: credo davvero che tu abbia una voce assolutamente originalissima, e il modo in cui muovi i tuoi personaggi è straordinario.
Ho apprezzato tantissimo come, partendo dalla citazione del contest, tu sia riuscita ad arrivare ad una situazione tanto particolare e originale: la voce di Asteria è qualcosa di stupendo, è ammaliante, affascinante e al tempo stesso ha quel fascino oscuro e decadente di tutto l’oceano di dolore che si porta dentro. La sua è una voce straziante, perché, pur in questo vedere oltre che sembra quasi accarezzare la follia, ha una lucidità unica, una lucidità che riesce a mettere alle strette tutti quelli che la circondano, inchiodandoli con i giudizi schietti da chi ormai non ha proprio più niente da perdere, nemmeno l’affetto delle persone che normalmente cerchiamo di proteggere dalla parte peggiore di noi.
Non lo so, ma la sua voce, il suo folle scavare a mani nude una fossa che, almeno per lei, vorrebbe essere culla di una vita, una vita che però è contro natura – probabilmente anche contro la natura dello stesso Fred, che chiede di non essere riportato indietro – mi ha completamente ammaliata, e ti giuro, sarei rimasta a leggere i suoi pensieri per ore.
Come sempre, la tua è una prosa che inchioda letteralmente i dettagli: pur avendo ogni cosa un’atmosfera quasi onirica, fatta di una follia strisciante e di discorsi che hanno un sapore un po’ allegorico, ogni cosa è chiarissima, lucidissima e piena di un dolore che non è ostentato, ma è presente, sempre, in ogni riga, e lo è in maniera assolutamente pregnante.
Insomma, vorrei riuscire davvero ad arrivare maggiormente al cuore vero e proprio della storia, ma mi sto rendendo conto che questa recensione continua a rimanere un po’ in superficie, e mi dispiace, ma insomma, sappi che mi hai completamente conquistata, e non vedo l’ora di proseguire nella lettura.
A presto! |