Valutazione del contest "Muoiono entrambi, alla fine"
Primo posto parimerito
Storia vincitrice del premio "Miglior stile"
Titolo: 3/3
Perfetto, efficace, diretto. Ricalca il sistema su cui si regge il tuo Death Cast, che è ottimamente strutturato (come si vede nei parametri dopo), quindi non ho potuto che apprezzare la sua ripresa nel titolo. Ottimo!
Grammatica e stile: 9.98/10
Colin riesce a parlare. Ha un polso dolorante e perde sangue dal taglio suo mento, ma riesce a parlare.
“taglio sul mento”, errore di battitura, - 0.02
Al di là di questo misero errore di battitura, sono veramente contenta del lavoro fatto su questa storia. A livello di stile mi ha colpito davvero molto. L’ho trovato molto trascinante, da tutti i punti di vista. Prima di tutto, ho apprezzato l’inizio, che sembra proprio farci entrare all’interno del Ministero, tra le profezie. Ci presenti subito il mondo magico adattato al DeathCast, con Memento mori, e nel farlo hai fatto delle ottime scelte lessicali. È quasi solenne, poetico, questo inizio. Stai planando dall’alto per raccontarci ciò che vedi da narratore esterno, e penso che sia una scelta ottima che mantieni per tutta la narrazione.
Infatti, ho trovato molto congeniale il ripetere per ogni paragrafo e ogni momento il “Colin Canon non morirà oggi, ma questo non lo sa”, uguale per Penelope. L’ho trovato molto musicale, molto funzionale, e dà sempre la sensazione di narratore esterno che vede sia da lontano, ma anche da vicino e dall’interno i sentimenti dei nostri protagonisti.
Hai alternato un’ottima prosa a momenti in cui invece spezzetti le frasi, andando a capo spesso, come se fosse una poesia, e di solito i momenti che hai scelto per fare questa cosa corrispondano anche ai picchi emotivi della tua one shot, e quindi non l’ho trovato discontinuo, ma azzeccato.
E, scusami se mi ripeto, ma veramente le scelte lessicali che fai per descrivere anche la più piccola delle cose, hanno reso tutto estremamente emotivo. Accarezzi ciò che descrivi con parole efficaci ma non troppo ricercate, non auliche, non astruse che bloccano la scorrevolezza della storia. No, descrivi e imbottigli le emozioni in frasi semplici, in parentesi brevi ma che sono mazzate sui denti. Proprio per questo, nonostante l’errore di battitura che ti sottrae 0.02, credo che questa sia una delle storie riuscite meglio a livello di stile. E per questo ho deciso di assegnare a questa storia il premio “Miglior stile”.
IC dei personaggi: 10/10
Per questa storia hai scelto due personaggi molto secondari. Però, tra i due, Penelope è sicuramente quella più marginale, che si conosce di meno nella saga, e solo come “fidanzata di Percy Weasley”. Quindi, mi ritrovo a valutare più la caratterizzazione che l’IC. Mi è piaciuto molto come l’hai resa, il fatto che sappia essere anche una semplice ragazzina con il cuore spezzato, prima, e una giovane donna che trova il coraggio di andare ad aiutare con le sue conoscenze da infermiera. L’hai resa vera, reale, non una macchietta idealizzata dagli occhi appannati di Colin.
Colin, dall’altra parte, pur essendo un personaggio secondario, ci è più chiaro nel corso della saga, nel suo essere un eterno bambino, che si emoziona per ogni cosa che vede in quanto Nato Babbano, con la sua ossessione per Harry Potter. Mi è piaciuto quando lo descrivi aggrappato alla macchina fotografica come se fosse un salvagente, con la parlantina facile (ma alla fine solo per distrare Penelope da chi le ha spezzato il cuore), con il suo finire per idolatrare anche Penelope, proprio perché è stata gentile con lui dal momento 0.
Infine, anche se qua compare solo lateralmente, ho trovato perfettamente IC anche Percy Weasley. Con il suo diventare subito rosso nello scoprire cosa hanno fatto a Colin, nel diventare sempre più ossessionato dal lavoro poi, tanto da mettere da parte anche la povera Penny. Insomma, per quanto sia quasi una comparsa, l’ho proprio riconosciuto chiaro e tondo.
Resa e coerenza del meccanismo di Death Cast: 10/10
Perfetto. Scusami, questa valutazione sembra tutta lodi e apprezzamenti, ma davvero non ho nulla da dire riguardo a come hai reso il mondo di Death Cast. Apprezzo molto che tu abbia messo le sue radici nell’Ufficio Profezie, quegli Indicibili di cui non sappiamo nulla. Ho notato la cura che ci hai messo sin dalle prime righe, quando hai detto che nascere è un po’ già come una condanna a morire (il che è vero, anche al di là di questo mondo distopico), e che non appena un bambino nasce compare una placca nell’ufficio profezie che contiene il suo nome e la sua data di morte. Alla fine, poi, quello che conta è il trattino che sta in mezzo tra queste due date, ma che sembra diventare estremamente irrilevante davanti alla spaventosa certezza della morte.
Ma non è solo questo che ha reso il tema così centrato. Infatti, anche solo il fatto di come Colin Canon viva questo meccanismo da Nato Babbano, e come ci sia chi faccia scherzi ai Nati Babbani spaventandoli a morte, fa parte del worldbuilding. In effetti, è uno spunto molto interessante giocare intorno all’ignoranza dei Nati Babbani su questo meccanismo. E fa anche molto riflettere che nel momento in cui pensa di morire, corre corre corre senza nemmeno guardare dove mette i piedi, e inciampa rovinosamente. Non si fa particolarmente male eh, ma avrebbe potuto farselo. Ma morire no, perché il biglietto non gli è veramente arrivato. È uno spunto di quella predestinazione che si legge per tutto il romanzo “They both die at the end”.
Allo stesso modo, ho apprezzato come Colin ha reagito quando il biglietto l’ha ricevuto veramente. Ha abbracciato il dolore, ha urlato, non l’ha detto a Dennis per non spaventarlo (ma Dennis l’ha capito). Non ho storto il naso di fronte al fatto che Colin non decida di tornare a casa (per proteggersi), perché tu prima di farlo arrivare alla conclusione di voler restare, ce l’hai fatto vedere piegato in due dal dolore alla notizia della morte. E poi, è pur sempre un Grifondoro, e il suo coraggio è canon anche nella Saga, perché lui avrebbe potuto proteggersi e non combattere invece combatte. Inoltre, come pensa Colin stesso, questo meccanismo è fatto per vivere al meglio il proprio ultimo giorno, ma Colin ha vissuto in quella Hogwarts dilaniata per un intero anno, e non ha più alcuna speranza di poter godere di un ultimo giorno.
Mi è piaciuto, in riferimento a questo parametro, anche il fatto che Penelope abbia comunque paura di morire in guerra, pensando che forse sì, forse nemmeno Memento mori può sapere tutto di cosa succede in una guerra, che forse anche il destino ha certi limiti e le profezie non vedano tutto tutto. È umana perché ha paura, comunque, anche se non ha ricevuto nessun avviso.
Insomma, mi è piaciuta la tua resa, anche se non hai trattato SOLO del giorno della morte, ma facendo proprio un excursus delle volte in cui Colin e Penelope si sono sentiti morire al di là di Death Cast, perché ho notato una buona comprensione e resa del tema proprio dai dettagli, e devo dire che sono molto soddisfatta di questo parametro!
Finale: 7/7
Anche qui, non posso che premiarti per il modo doloroso in cui hai concluso la storia. Non solo ci fai vedere la morte di Colin, ma ci fai vedere anche le reazioni di Penelope – che il biglietto non l’ha ricevuto – a questa morte, e cosa questa morte le ha lasciato. E nel farlo, sei stata molto poetica, proprio per quell’effetto dell’”andare a capo” che ho notato essere più frequente nei momenti più intensi. E fa riflettere anche sull’importanza della morte, in questo mondo, anche per chi non è morto. Ma non solo nel mondo di Death-Cast, in tutti i mondi. Mi è piaciuta!
Totale: 39.98/40 |