Oh my God. Che capitolo!!!!
Ciao Crazyfred, è sempre un piacere ritrovare te e la tua bella storia.
Mi è piaciuto molto lo scambio di battute che abbiamo avuto nelle recensioni al capitolo precedente. Ti ringrazio per aver speso del tempo a rispondermi punto per punto. Dal canto mio, posso dirti - prendendo spunto da quello che hai detto su Claudia - che ciò che amo dei tuoi personaggi (di tutti), è il loro essere tremendamente realistici, con i loro pregi e i loro difetti; nessuno ha torto e nessuno ha ragione al 100%. E, come qualsiasi altro essere umano, sono tutti più o meno complessi.
È vero, forse un litigio in salotto davanti ai figli sarebbe stato sgradevole, e ci vuole grande forza e amore, oltre che intelligenza, a mettere i figli sempre avanti a tutto, soprattutto ai rancori. Ma - come hai detto tu - i due coniugi avranno di che parlare, ed entrambi hanno le loro colpe in questa storia: del resto, quando un matrimonio va male, e un amore finisce, la colpa è quasi sempre 50 e 50. Ma ci sarà tempo per questo.
Ora, voglio concentrarmi su questo capitolo, che è stato - fino ad ora - uno dei più intensi.
Tra Alex e Maya il punto di non ritorno era già avvenuto, secondo me. Quando - seduti a pranzo fuori - lui si era aperto a lei. Credo sia stato lì che abbiano smesso di essere il capo e la dipendente, il signor Bonelli e la sig.na Alberici, e siano diventati semplicemente Alex e Maya. E tutto questo, non poteva che precipitare rovinosamente.
Gli argini si sono rotti, si è creata una sottile complicità e da qui in avanti sarà una esplosione, visto che in questo capitolo c'è stato un assaggio del fuoco che arde in entrambi.
In tutto il capitolo, in quei 50mq di casa, si è respirata una attrazione ed una tensione sessuale tra i due, che difficilmente entrambi potranno ignorate. Questa serata - che è appena iniziata - sarà il momento della svolta.
Maya è stata audace. Lei vuole sempre essere spavalda e sicura di sé, è la sua maschera, la sua corazza, il giubbotto salvagente che le serve per non mostrarsi debole e precipitare a picco nell'oceano delle sue fragilità. E questo le ha indotto di far entrare Alex a casa sua, nella sua intimità.
E non è cosa da poco. La casa è il proprio nido, e non ci fai entrare chiunque. Lui si, perché alla fine si fida. E questo è davvero il punto massimo delle sue riflessioni: lei così diffidente e distaccata, di Alex si fida, tanto è vero che non ha avuto esitazione nel dire a lui, apertamente, di dover lasciare quella casa ai Parioli perché non può più permettersi di pagarla (e lei, di questo, se ne vergogna e lo nasconde a tutti; a lui invece lo ha detto con grande leggerezza, un po' come se dovesse sfogarsi un po' anche lei, in un certo senso).
Per il suo volersi mostrare sempre sicira di sé, ha fatto entrare nel suo mondo, di prepotenza, l'unica persona con cui può davvero spogliarsi dei suoi artifizi ed essere semplicemente Maya (credo che questo sarà poi il vero nodo del loro rapporto).
Dal canto suo, Alex è rimasto affascinato dalla bellezza e dalla sensualità di Maya. Lei, così avvenente, eppure così a suo agio, così innocente. Una dea l'ha definita nella sua testa; perfetta ha detto ad alta voce.
In quello sfiorarsi di mani sulla schiena, e di perdersi nei profumi reciproci, entrambi hanno risvegliato dentro di sé pulsioni, emozioni, che non sapevano nemmeno di provare. Sicuramente, non immaginavano di poterli provare l'uno per l'altro.
È stato un momento molto bello. Perché quegli sfioramenti, quegli sguardi, i profumi e soprattutto i pensieri sono i preliminari migliori che ci siano. E non c'entra che è perché entrambi non ha no qualcuno da un po': l'attrazione non è cosa automatica per me, e nasce solo con determinate persone, perché è l'istinto, la pelle a guidarti verso quella persona.
Devo confessarlo una volta per tutte. Se non si fosse capito, adoro Alex. Sarà anche un uomo pieno di fissazioni e sue manie, ma io lo trovo un vero gentiluomo. La sua compostezza nello girare per una casa che non è la sua, quell'indugiare nel cercare le cose, per non violare la privacy della sua giovane dipendente sono dei veri gesti di accortezza. Oltre che la galanteria nel volere a tutti i costi andare a prenderla per andare insieme al galà (non è cosa scontata, poteva pagarle un taxi ed evitare di allungare la strada) e il chiederle del soprabito, per evitare che potesse infreddolirsi troppo. E poi, io amo tutte le persone che si sono fatte da sole, che sono arrivate in alto con le proprie sole forze, ma non hanno mai dimenticato le radici: e lui, a queste ultime, è rimasto profondamente ancorato, ricorda con gioia la sua infanzia e si perde sempre nella bellezza di una Roma che lo porta, con ma sua magia, indietro nel tempo. Un vero gentleman di strada, come lo ha definito Maya: mai definizione poteva dirsi più azzeccata.
Più rilassata la conversione in auto. Anche quella indice di una complicità che non si ha, né si vuole avere con tutti. Maya è sfrontata, ostinata ma è una maschera. E su questo ha scelto di non aprirsi con lui: non perché non si fidasse di lui, ma perché non si fida di se stessa, di quella che si sta rivelando con lui, e non vuole mostrarsi più di così. Essere spogliati delle proprio soprastrutture è la punta massima della nudità dell'anima.
E poi, entrambi - almeno per ora - vogliono mettere a tacere quelle pulsioni che hanno avuto: infondo, sono Alex e Maya, il capo e la sua assistente personale e non possono superare una certa linea (per me, già valicata da un bel po').
Il galà sta per iniziare e sarà una serata davvero interessante, non vedo l'ora di vedere come si svolgerà.
Alla prossima settimana, un abbraccio |