Ciao Shoshin,
Racconto ben costruito che nella sua brevità racconta di come Oji, che si ritrova in una classe dove non conosce nessuno, riesca a trovare uno spiraglio nella sua difficoltà di farsi delle amicizie. La sorella maggiore è sempre pronta a stargli vicino e a spronarlo, ma in questo campo bisogna necessariamente arrangiarsi. Nonostante l'affetto che lei gli riversa, è divertente leggere come lui, invece, dovendola descrivere a un suo coetaneo, proprio non è capace di trovare delle belle parole.
Lo stile è piacevole e vi ho trovato solo qualche piccola cosetta che ti segnalo sperando di far cosa gradita:
> Oji aveva pensato a sua sorella, a come la sua amica e anche quell’altra di cui non ricordava il nome erano rimaste al suo fianco anche se in classi differenti.
Nella stessa frase non bisognerebbe usare suo/sua cambiando il soggetto. Quindi dovrebbe essere "Oji aveva pensato alla sorella" o "Oji aveva pensato alla propria sorella"
> Cerchiò un esercizio sul suo libro ed Oji pensò perché credesse che lui fosse migliore in matematica
Almeno a me, "pensò" dà l'idea che Oji conosca la risposta ma, magari, non la comprenda del tutto, ragion per cui continua pensarci sopra.
Forse, più che "pensò", ci sarebbe stato bene "si domandò", che rende più chiaramente l'idea di una risposta mancante.
> stropiccinadolo -> stropicciandolo
> Senza Yoshi o Kyo, finiti in classe insieme, qualche sezione più giù e non c’era più posto per Oji.
In questa frase credo ci sia qualcosa che non va...
Alla prossima!
E grazie per i ringraziamenti sul forum 😊 |