Recensioni per
Tacco 12 o 12 tacchetti?
di flyerthanwind

Questa storia ha ottenuto 21 recensioni.
Positive : 21
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
31/12/21, ore 01:42

Ciao, ho mantenuto la promessa ed eccomi di nuovo qui a commentare. Ho approfittato di queste feste e ho letto tutti i capitoli, in un solo pomeriggio. E confermo tutte le prime impressioni che avevo avuto solo leggendo il prologo.
La famiglia Miller è una sorta di clan familiare, al cui vertice c'è sicuramente la mamma, vera matrona e comandante della famiglia. Il papà è una sorta di compagnone, che condivide ed asseconda le passioni di tutti i suoi figli, in particolare quella di Sam e Lucas per il calcio, e che spesse volte si rende complice delle loro risate, all'oscuro della moglie.
Ho amato molto il legame che c'è tra tutti e 3 i figli. Hanno ognuno di loro delle personalità ben definite e sono molto diversi l'uno dall'altro. Tra Lucas e Sam vedo poca differenza, sono più simili di quanto sembri: entrambi sono l'anima della festa, fanno casino e attirano tutti, fanno molto gioco di squadra e amano scherzare e coinvolgere gli altri. Lucas, comunque, è un omaccione grande e grosso, ma dal cuore tenero, una sorta di gigante buono sempre pronto a proteggere le sue sorelline.
Amelia, invece, è molto più simile alla mamma: sicuramente non ha l'animo da maschiaccio di sua sorella Sam, ma è molto più femminile, sofistica e più intelligente dei fratelli nel non farsi scoprire quando fa una marachella, però anche più chiusa e meno facile di carattere, anzi come più volte è stato detto ha un carattere "particolare", io aggiungerei un po' spigoloso. Però, vivono l'uno per l'altro, e ci sono sempre quando si tratta di spalleggiarsi e di difendersi; ed ognuno di loro riesce a raggiungere con il proprio fratello o sorella un particolare rapporto di complicità a due, che si differisce a seconda della coppia. Tra Lucas e Sam c'è quel loro modo di scherzare un po' manesco e le passioni comuni; tra Amelia e Lucas c'è quel punzecchiare gli altri con lo stesso modo, capendosi al primo colpo. Tra Sam ed Amelia c'è un legame che non può spiegarsi, perché le gemelle vivono in simbiosi, e sentono ognuna quello che sta vivendo l'altra. Tra di loro non ci sta bisogno di parole, perché vivono tutto sottopelle, basta uno sguardo, il solo tenersi la mano, per riuscire a comunicare. E credo che Amelia abbia visto, prima ancora che se ne renda conto Sam, l'interesse e l'affinità tra lei e Austin.
Il giovane Rogers è sicuramente molto chiuso e taciturno, catapultato con il suo volere in una città che non è la sua. A poco a poco sta integrandosi, grazie anche all'aiuto di Sam, che si è dimostrata la sua prima amica in città. Anche se tra di loro, secondo me, sotto sotto ci sta ben più che una amicizia. Il loro è un rapporto fatto di battutine, tanti sguardi ed anche silenzi; Austin ogni tanto cerca il contatto, senza essere mai invadente del tutto. Lei, invece, si perde sempre in quelle iridi così blu, e trova in essere la calma, anche in una giornata brutta come quella appena vissuta, in cui l'arbitro si è comportato come si è comportato. Sicuramente quando si sono trovati vicini fuori al giardino di casa Evans a guardare le stelle, tra di loro si è creata una intimità molto profonda, che nessuno dei due voleva spezzare con le parole; e pure essere sfiorata sulla schiena da Austin, o sentirsi dire da lui che era bella, hanno colpito molto Sam. Così come le piace che lui apprezzi tanto i suoi dolci, che noti quanto non ami affatto i tacchi e la apprezzi per il suo essere una calcatrice. Austin non ha messo in dubbio alcuno la femminilità di Sam, solo per lo sport che lei ha scelto di praticare.
Nel tuo racconto, comunque, in apparenza così leggero, lasci spazio anche a riflessioni molto profonde.
Innanzitutto, ho amato moltissimo il pensiero di Sam sulla solitudine. Su quanto lei, nei momenti in cui è giù, trovi conforto guardando l'immensità del cielo ricoperto di stelle o in cui è visibile solo la Luna. Anche quando hai accanto tante persone che ti vogliono bene, sono inevitabili i momenti in cui ci si perda, e ci si senta profondamente soli con sé stessi. E forse sono momenti anche necessari, perché è importante viversi anche un po' da soli, per riuscire a stare bene insieme agli altri. E perché credo sia qualcosa connaturato al genere umano, quello di essere sempre perennemente insoddisfatti di qualcosa: anche quando si pensa di avere tutto, si sente sempre la mancanza di qualcosa, e non si sa mai cosa. Ho amato questa riflessione così intima di Sam.
Così come la questione ragazzi e femmilita. Hurt ha profondamente offeso Sam, insinuando che non sia una donna per lo sport che pratica. Lei gli ha fatto ingoiare la lingua, dimostrandogli ampiamente come una cosa non escluda l'altra. La femminilità è qualcosa legato all'animo di una persona, e prescinde totalmente da come una persona si veste o dallo sport che pratica, o in generale dalle sue passioni e dal suo lavoro. E io penso che, ad oggi, si possa anche ritenere non più relativo alla natura biologica di un individuo, o alla sua sessualità. Ma qui sconfinerei molto.
Un pensiero anche in ordine al calcio. Io amo il calcio, e prima lo seguivo tantissimo (oggi causa impegni vari non riesco più, anche perché fa una partita al giorno e che vuoi seguire più). Però, è vero che, al giorno di oggi ancora, si ha il pregiudizio che sia un sport prevalentemente maschile, e del calcio femminile si parla poco e nulla. Ancora c'è chi dice che le donne non possano nemmeno parlare di calcio, perché non me capiscono nulla, quando invece non è affatto vero. Anche perché i soldi veri girano intorno alla Serie A maschile, e a tutti i campionati collegati, per cui il calcio femminile è considerato meno di zero. Chissà quando verranno superati definitivamente questi pregiudizi e diventerà chiaro a tutti che non esistono sport maschili o spor femminili, lo sport è sport, passione ed ognuno può praticare ciò che vuole.
Un'ultima considerazione mi viene, molto importante, grazie a questo ultimo capitolo. L'arbitro/gelataio, per ben due volte, si è dimostrato tutto ciò che in uomo non dovrebbe mai essere: un borioso pieno di spocchia che si permette di lanciare sguardi, fare battutine velate, provarci spudoratamente con le donne, fare complimenti così diretti con arroganza, ed addirittura espellere una giocatrice ed invitarla, in modo piuttosto volgare, nello spogliatoio a chiarire. Anche quel dire "forse mi andrà meglio con la sorella" o il fare subito lo scemotto con un'altra ragazza in gelateria dopo il rifiuto delle gemelle denota come per lui una valga l'altra, non si faccia distinzioni e la donna sia una sorta di oggetto da conquistare; con la divisa da arbitri addosso, poi, si è dato ancora di più delle arie, credendo che il potere gli dess fascino o che, in ragione di questo, la donna di turno dovesse siccombere e mordersi la lingua. Tutto questo è profondamente triste perché - anche se a volte sono prima le donne ad essere nemiche delle donne o stesso loro a porsi in modi che io non condivido, troppi sfacciato - resta fermo che nessuno autorizza un uomo, quale che sia il luogo o la sua posizione, a permettersi di corteggiare così sfacciatamente e volgarmente una donna, a prendersi una confidenza che nessuno gli ha dato o fare inviti volgari, oppure a lanciare sguardi lascivi e penetranti. Comprendo Sam, perché ti resta addosso quella situazione di sporco, di non desiderato, e ti fa sentire come se non riuscissi a difenderti. Per fortuna, ci ha pensato Amelia a cantarne quattro all'arbitro sbruffone, e così sempre dovrebbe essere: mai piegarsi, ma affrontare vis-à-vis.
Infine, adoro che ci sia una sorta di segreto di fondo a tutta questa storia. Il motivo del trasferimento improvviso dei Rogers, è cosa abbia così profondamente preoccupato ed innervosito il papà di Sam. Sono super curiosa di questo.
Alla prossima e ne approfitto per farti gli auguri di buon Natale (in ritardo) e di un felice anno nuovo.

Recensore Master
27/12/21, ore 19:14

Eccomi di nuovo qua! 
Allora, il primo aspetto che conosciamo di Sam è quello più "elegante" diciamo, magari anche un po' impostato, costretto a certe regole e a un'etichetta ben definita. Per fortuna che ad animare una serata che sembrava molto tranquilla, ci pensa Austin che già solo con qualche battuta ne fa presagire delle belle. Sono curiosa di leggere quando Sam e Austin si incontreranno quando potranno essere meno impostati e magari un po' più spensierati! 
Alla prossima recensione! 

Recensore Master
27/12/21, ore 18:48
Cap. 1:

CIao! Ho trovato la tua storia tra i nuovi aggiornamenti e mi ha incuriosito il titolo un po' particolare. Sono così corsa a dare una sbirciata al prologo che, lo devo dire, mi ha particolarmente incuriosito. Credo che a ognuno di noi capiti di ritrovarsi in un momento della vita in cui si pensa di dover scegliere tra vari aspetti del proprio carattere, o delle passioni che magari sembrano così discordanti tra di loro, per poi renderci conto che in noi possono esistere più personalità e che possono andare tutte d'accordo l'una con l'altra. A me, per esempio, è successo anni fa con la scrittura, che pensavo fosse solo un mero passatempo adolescenziale. Si crede che reprimere certi aspetti di sé ci aiuti, ci giovi perché magari pensiamo che non siano adatti all'età adulta, ma chi determina cosa sia giusto o sbaglio? Cosa rientri in una determinata fascia d'età? Nessuno, e quindi perché condizionarsi da solo o limitarsi? Credo che sia stupido. 
Sono proprio curiosa di vedere se Sam sceglierà, o se si renderà conto che è giusto che nella sua vita esistano entrambi i suoi modi di fare e, soprattutto, sono curiosa di vedere come la sua vita verrà sconvolta... 
Alla prossima recensione! 

Recensore Master
02/11/21, ore 15:06
Cap. 1:

Ciao, mi presento sono Sunshine6. È la prima volta che leggo una tua storia e questa, già dal titolo, sembra interessantissima.
Il prologo mi ha solo confermato questa prima impressione.
Ho apprezzato molto la contrapposizione tra i due mondi che hai saputo rappresentare benissimo. Qui c'è una giovane donna, di appena 16 anni, con la passione del calcio; ma che, come tutte le donne, vuol sentirsi ugualmente femminile. Nulla quaestio su tutto ciò che ha detto, lo condividono appieno.
Perché dover scegliere? Praticare uno sport, anche se notoriamente maschile, non fa venire meno l'essere donna; e fuori dal campo ognuno è libero di essere come vuole. Io anche adoro il calcio (e ne capisco più di tanti uomini) sebbene le mie conoscenze si fermino al tifo per la mia squadra del cuore; in generale lo sport amo più guardarlo che praticarlo, bella seduta sul mio divano.
Per rispondere ad una delle domande che poni: non si deve assolutamente sopprimere sé stessi per accontentare una società che crea dei modelli, rinunciando alla propria felicità. Ognuno deve essere felice nel proprio io, prima di tutto, altrimenti non potrà mai esserlo davvero nella collettività.
Detto questo, resta la domanda: tacco 12 o 12 tacchetti? Io propongo la via di mezzo delle scarpette da ginnastica o dello stivale basso, visto il mio odio per il tacco 12 e la mia poca propensione allo sport. Vedremo la protagonista verso cosa indirizzerà la sua scelta, sempre che debba davvero scegliere.
Continuerò nella lettura, e a commentare i singoli capitoli mano mano che li leggo, per lasciarti le mie impressioni.
La storia è molto carina, e sembra davvero leggera e divertente. Una lettura rilassante e coinvolgente al tempo stesso.
A presto.

Nuovo recensore
30/09/21, ore 15:08

Anche questo capitolo non è stato affatto male... mi piace molto il tuo modo di raccontare, è scorrevole ma comunque si sofferma sui dettagli giusti.
Sbaglio o sei pure su wattpad?
Un abbraccio e a presto.
Con affetto,
Js

Nuovo recensore
30/09/21, ore 15:02
Cap. 1:

Ciao,
ho trovato questa storia per caso ma in realtà ti seguo già su Instagram❤️
io gioco a pallone ormai da anni e non potevo farmi mancare questa storia. Come prologo mi ispira già tantissimo e ovviamente mi sono un sacco rispecchiata nelle emozioni della protagonista...... non vedo l'ora di andare avanti,
baci,
js

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