Recensioni per
La leonessa di Francia.
di _Agrifoglio_

Questa storia ha ottenuto 1539 recensioni.
Positive : 1537
Neutre o critiche: 2 (guarda)


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Povero Marchese, cornuto e quasi mazziato!
Paolina è tremenda...

Finalmente, il Re è tornato e può ricongiungersi a sua madre.

Un bellissimo capitolo come tutti i tuoi, cara Agrifoglio che si apre con Napoleone incollerito dalle prime rivelazioni a lui sfavorevoli : il re è stato liberato dalla sua prigione in Corsica ed il papa non presenzierà alla sua cerimonia di incoronazione Napoleone reagisce con grande aplomb inglese esclamando “ merde!” ,ahahhahah!!!!!! ed apprende subito che dietro c’è quella dannata donna con le palle ,come lui definisce Oscar……… L’odio per la leonessa di Francia cresce a dismisura ma bisogna fare buon viso a cattivo gioco perché è il compleanno dell’adorata sorella Paolina e l’allegria va mantenuta Emblematica è la parte in cui Napoleone esce dalla stanza ,a passo nervoso , schiaffeggiandosi una gamba per rassettare una piega…..
I guai però sono appena iniziati perché c’è una rappresentazione teatrale organizzata dalla sorelle Bonaparte che non esitano a mettere in scena una pièce che è una parodia sgangherata e pecoreccia della vita e dell’attuale condizione di Joséphine de Beauharnais La viscontessa è molto umiliata e mi sono piaciute molto la lacrima sfuggita furtivamente ed il suo essere combattuta tra il desiderio che tutto terminasse e la paura che tutto terminasse così da dover affrontare i cortigiani Tutti hanno capito tutto tranne le sorelle Bonaparte che non hanno capito un bel niente ma si limitano ad ocheggiare La loro madre ,quella Maria Letizia Ramolino tutta d’un pezzo, lancia occhiate sprezzanti a destra e a manca, i Girodelle ed i Canterbury compatiscono , il marchese de Saint Quentin già studia da futuro marito e pensa al predicozzo che farà alla moglie su carità cristiana e compassione verso il prossimo mentre il più saggio di tutti è il principe Borghese che se ne è tornato a Roma ,dato che con questi pazzi non si sa mai ,ahahahahah!!!!!!
Paolina però non pensa soltanto allo scherzo di cattivo gusto che ha orchestrato insieme alle sorelle ed ha già la mente persa altrove……. Dove? Nella sala delle udienze private dove l’attende lo sfacciato granatiere che avevamo incrociato pochi capitoli fa .Joséphine de Beauharnais la segue per farle una scenata e la sgama.Il marchese di Saint Quentin la segue per consegnarle un bracciale di zaffiri e brillanti (ad avercene di fidanzati così!!!!!! ) ,si imbatte in madame de Beauharnais che per vendicarsi lo mette sulle tracce di Paolina e la trova avvinghiata ad un altro .Napoleone segue tutti per evitare ulteriori noie e se ne trova fra capo e collo una ancora più grande che lo scuote negli affetti familiari
In tutto ciò mi sono piaciute le caratterizzazioni: il marchese de Saint Quentin che ha le braccia pesanti ,non vuole procedere, teme il responso del fato ma è anche spinto da una forza misteriosa ad andare avanti…….. e con che paura mista a nervosismo getta via quel paravento…….. La realtà gli piove addosso come una doccia gelata e lui la apprende con uno stato d’animo inorridito manifestato da quel gesto con cui scaglia via il bracciale prima pegno d’amore poi quasi un tizzone ardente che gli brucia la mano…… Paolina è scoperta in flagrante ma , ostinata prepotente e mai sconfitta come il fratello nega l’evidenza fino alla fine….. che fantastico miscuglio di infantilismo e di lascivia che è !!!! Il granatiere si ricompone con nonchalance, non dice una parola ma alza eloquentemente le sopracciglia……. E Napoleone che non si scompone ma con due parole manda la sorella nelle sue stanze ,il granatiere a combattere in prima linea e poi se ne va via anche lui marziale e nervoso come era entrato………
Belli poi lo scambio fra i due fratelli ed il pov del marchese di Saint Quentin . Paolina continua nel suo mix di bambinaggine e prepotenza A Roma proprio non ci vuole andare ma deve chinare il capo di fronte all’adirato fratello ( così impara a fare arrabbiare Napoleone ahahahahah!!!!! ) che le impone il matrimonio riparatore col principe Camillo Borghese o con uno stalliere, a scelta…. Napoleone nutre una predilezione per quella sorella così simile a lui ma allo stesso tempo capisce che sta diventando sempre più ingestibile e che deve metterci un freno.
Il marchese de Saint Quentin invece fa un mea culpa spietato ,ripassa mentalmente la sua storia con la bella Paolina e vede tutto ciò che prima si era ostinato a non vedere…… Povero diavolo……
I guai però arrivano a grappoli in questo splendido capitolo ed ecco che Napoleone già punto dalle ortiche si vede arrivare l’ennesimo treno in faccia: la sconfitta di Trafalgar……. de Villeneuve è un vigliacco i marinai sono degli incapaci e lui deve mettere la parola fine al suo proposito di invadere l’Inghilterra…. Li prenderà per fame e basta o almeno ci proverà…. E poiché la madre dei malvagi è sempre incinta come quella dei cretini il conte di Compiègne si leva l’antico sassolino contro la famiglia de Saint Quentin e calunnia il povero marchese .Napoleone è sfiancato dalla frustrazione e dalla rabbia , già di suo non poteva vedere il giovane ed ordina l’immediato arresto con fucilazione annessa del mancato cognato senza verificare l’attendibilità del conte di Compiègne che però già rientrava nel novero delle persone da disprezzare….. Le sorti del poveraccio sarebbero irrimediabilmente segnate se il cognato e Girodelle non prendessero a cuore la vicenda e non costringessero Napoleone a fare marcia indietro con minacce ed avvertimenti Napoleone deve incassare per l’ennesima volta in pochissimi giorni ed ordina la liberazione del marchese de Saint Quentin , ma la sua antipatia per Girodelle si incista in odio vero e proprio e ciò ,se ti conosco ,non porta a nulla di buono……
Struggente l’ultimo paragrafo con il battello che arriva a Parigi via fiume, in un’alba che si libera sempre più del buio e della nebbia così come gli animi dei vari personaggi si sciolgono a poco a poco per erompere nelle emozioni E mentre i portuali guardano allibiti il primo uomo di colore che hanno incontrato nella loro vita , il generale de Jarjayes esprime tutto il suo orgoglio alla figlia mentre la regina Maria Antonietta (il fuso era il conte di Fersen? ) si getta nelle braccia del figlio che ritrova emaciato e sofferente E con quel “sono tornato madre “ che ricorda un po’ Sam alla fine del signore degli anelli termina questo spettacolare capitolo
Ti prego aggiorna presto e non farci aspettare troppo

E così, per parafrasare Gino & Michele, "anche gli imperatori, nel loro piccolo, si inc....avolano": nello specifico questo capitolo ci porta dentro la famiglia Bonaparte, per la quale gli storici contemporanei non esitano a usare la definizione di "clan": un clan coeso, in cui il successo strepitoso di Napoleone doveva fare da volano all'affermazione di tutto il resto della famiglia, con tutti i membri solidali e pronti a seguire una strategia supervisionata dalla matriarca, Letizia. Ma Maria Paola, alias Paolina, la più piccola, e anche la più bella ed eroticamente irrequieta delle sorelle, ha sempre dato problemi al fratello, che le ha fatto, insieme a Girolamo, anche un po' da padre. Nello specifico, qui vediamo una sua disavventura torinese, che manda a monte il matrimonio auspicato con il marchese di Saint-Quentin, e che spiana la strada al principe Borghese (quest'ultimo e Paolina saranno, di lì a qualche tempo, ormai sposasti, i padrini di battesimo di Camillo Benso di Cavour). Certo, l'incidente diplomatico è aiutato dall'azione di Joséphine, giustamente in cerca di vendetta dopo la sguaiata commedia in cui è stata messa alla berlina davanti a tutto il teatro, e che ben sa di non essere amata dalle donne di casa Bonaparte (memorabili saranno le loro lagne e proteste in ordine al cerimoniale dell'incoronazione, perché le sorelle rifiuteranno inizialmente di reggere lo strascico dellìImperatrice, e, obbligate, si comporteranno comicamente male...). Insomma: che bel nido di vipere! Si capisce perché Napoleone fosse sempre in guerra: almeno, nell'armata, i soldati gli obbedivano senza fiatare!
Grazie, cara, e alla prossima!
Dora

Ciao,
la storia prosegue con questa commedia degli equivoci molto divertente e carina fino a giungere all'emozione del rientro a casa di Oscar e famiglia e l'abbraccio di una madre che credeva perso il figlio.
Si passa quindi dalle risate alla commozione.
A presto!

Mia gentile Madame Agrifoglio,
sono lieto di constatare che finalmente Vi siete ricordate di me, di questo povero generale, di questo padre preoccupato.
Madame, sono fiero della mia dolce e determinata figliola, ed anche di mio genero, lo devo ammettere.
Ora Vi lascio, attendo il seguito.
Con affetto

Ciao,
capitolo interessante e molto ravvicinato al precedente, grazie mille per l'aggiornamento così rapido.
La rappresentazione realizzata dalla sorelle di Napoleone è eccezionale, il marchese di Saint-Quintin ha scoperto sulla propria pelle che donna stava per sposare e finalmente Victor tira fuori gli attributi, era ora!
E poi .... che dire, ricompare il mio personaggio preferito, il mitico generale!
A presto quindi!

Ciao Agrifoglio. Sono lieta stia pubblicando a maggior ritmo, deve essere un periodo molto produttivo. Nel leggere il titolo del capitolo mi sono incuriosita. Posso prima di tutto immaginare la rabbia dell'Imperatore nei confronti di Oscar. L'uomo è protagonista in questo capitolo e ne ha di problemi, dove emerge anche in queste circostanze il suo carattere. La parte che ha catturato di più la mia attenzione e che hai ben descritto riguarda Paolina. Ho letto con interesse nelle note che quanto accaduto con quel soldato sembra essere vero. Napoleone pensa che l'unica soluzione sia un matrimonio imposto. Mi ha fatto piacere ritrovare Oscar e André. Commovente il finale. Al prossimo capitolo. Un caro saluto.
(Recensione modificata il 08/10/2021 - 04:45 pm)
(Recensione modificata il 08/10/2021 - 04:48 pm)

Un nuovo capitolo, cara Agrifoglio, decisamente succulento, nel quale avvengono molte cose che vedono lo splendore dell’Imperatore Napoleone appannarsi ad ogni notizia negativa che raggiungeva la sua augusta persona.
Inizia con l’apprendere dal Generale Junot che il re Luigi XVII era stato liberato ed era ora ospite presso il Vaticano e poi, ciliegina sulla torta, che il Papa non avrebbe presenziato alla sua incoronazione. E come se ciò non fosse abbastanza, in quella giornata infausta, la notizia circa le modalità che afferiscono alla liberazione del re ad opera nuovamente di Oscar che Napoleone definisce come una “maledetta donna con le palle”. Non gli era mai andata a genio, poiché dal suo sguardo aveva capito che fosse una donna che combatteva e mai si sarebbe piegata, e che aveva deciso di mettersi sulla sua strada per il dominio del mondo ostacolandolo in ogni modo.
Ma questi sono giorni in cui si deve festeggiare il compleanno dell’amata Paolina che, però, insieme alle sorelle ha voluto mettere in scena una piece teatrale con l’intento, non tanto nascosto, di denigrare la Viscontessa de Beauharnais, la quale assiste alla rappresentazione in maniera irreprensibile, celando dentro di sé le lacrime e mantenendo un eccezionale controllo della sua persona. Il tutto avviene sotto lo sguardo furente dell’imperatore, il quale proprio non riesce a mettere un freno verso quella sorella che su di lui fa brillare il suo ascendente.
Nel frattempo anche il marchese di Saint Quentin non vede l’ora di donare il regalo di compleanno alla sua fidanzata e non fa altro che attenderla pazientemente. Ma la vendetta di Josephine non si fa attendere a lungo incontrando proprio il giovane marchese in cerca della sua bella che si trova appartata con un granatiere in una delle stanze reali e che viene scoperta sul fatto dal giovane, il quale resta affranto ma fortunatamente rinsavisce, ripensando alle accorate parole di sua sorella che lo aveva messo in guardia circa la personalità controversa di Paolina.
Anche Bonaparte si fa però sentire, comprendendo che questa volta la sorella avesse oltrepassato il segno, mettendo in ridicolo l’intera famiglia e soprattutto la figura dell’imperatore, intimandole di andare a Roma dove il suo vecchio corteggiatore l’avrebbe sposata comunque tenendola lontana dalla possibilità di fare eccessivi danni.
Ma le giornate di Napoleone si complicano ulteriormente quando viene ad apprendere la notizia della debacle subita dalla sua flotta al largo di Capo Trafalgar, dove il povero comandante de Villeneuve non era stato in grado di sbaragliare le forze inglesi ed era stato fatto prigioniero. La rabbia di Bonaparte è alle stelle e sta già riflettendo che piano predisporre per ridurre i suoi nemici alla fame, magari iniziando a distruggere la loro economia danneggiando le rotte commerciali e quindi i loro traffici.
Ma quel 28 ottobre porta anche novità da parte di quell’intrigante del conte di Compiegne, andato per riferire all’imperatore delle voci che corrono e messe in giro, a detta sua, dal marchese di Saint Quentin sulla sua ex fidanzata, costringendo Napoleone a ordinare gli arresti del giovane che rischia addirittura di venire fucilato senza processo se Girodelle e suo cognato il conte di Canterbury non avessero messo alle strette Bonaparte intimandogli di liberare il giovane o loro avrebbero rivelato quale effettivamente fosse stato il comportamento di Paolina, mettendo quindi alla berlina l’intera famiglia. Molto forte il confronto tra Napoleone e i due uomini che non si fanno intimorire da colui che hanno di fronte e lo costringono a capitolare e revocare gli arresti del giovane marchese.
Un capitolo a tutto danno di Napoleone che perde un po’ del suo lustro e che si conclude con una bellissima immagine dell’incontro del re con sua madre sulla banchina del porto di Parigi, in quell’alba fumosa, dove le figure non si distinguevano quasi, ma si percepiva che qualcosa di commovente stava per avvenire. Un abbraccio atteso e anelato per lunghi anni si scioglie tra Maria Antonietta e il figlio.
Sei stata in grado, mediante l’armonia delle parole no scelte a caso, di farci percepire in pieno l’atmosfera che tutti i protagonisti di lì a poco avrebbero vissuto, calandoli perfettamente in quell’ambientazione quasi ovattata nella quale hai immaginato di calarli, come se volessi avvolgere l’intera scena in un abbraccio morbido.
Spettatori di quella conclusione, oltre ai lavoranti del porto, attirati dalla figura del nero colosso che scendeva dall’imbarcazione, vi erano Oscar e André insieme al Generale e alla moglie, questi ultimi accorsi insieme alla regina per accompagnarla e per dare il primo saluto al vero re di Francia, e non da ultimo, per ribadire alla figlia e al genero quanto fosse fiero di entrambi per la condotta tenuta in quei pericolosi frangenti.
Un altro passaggio narrato benissimo con la consueta cura dei particolari, tutto da leggere e tutto da assaporare parola per parola, in quel continuo intreccio che porti avanti con maestria.
Un caro saluto sperando di rileggerti quanto prima!

All'inizio , quando il generale Junot comunica a Napoleone le brutte notizie, credevo avrebbe riportato anche quella della battaglia di Trafalgar invece non era ancora arrivato il giorno, arriva più avanti cosicché le notizie "sgradevoli " diverranno 3, poi 4 se mettiamo sul conto anche la notizia falsa riferita dal malvagio Maxence.
Nella vita c'è sempre chi imbroglia e chi si fa imbrogliare , nel tuo caso, Camille Alexandre , prima turlupinato dalla fidanzata ,poi accusato ingiustamente rischia la fucilazione, devo dire che Girodel in questo capitolo si è comportato veramente bene. E Napoleone piano piano inizia sensibilmente a cedere, a perdere punti ,nella sua grande autorità. .
Oscar è diventata per lui una spina sul fianco, ha capito benissimo che soltanto lei poteva esser l' artefice della liberazione di Luigi 18° e soltanto lei poteva aver convinto il papa a non presenziare alla sua gloriosa cerimonia.
Fortunatamente crede ancora che il giovane re sia nascosto presso il Vaticano e non sa che Oscar e André lo hanno riportato siano e salvo alla corte di Versailles.
Il capitolo, straordinario come sempre e molto vivo, si arricchisce di poesia e sentimento nell' ultima parte....cioè questa, che mi è piaciuta moltissimo e ho letto più volte:

"Il battello si accostava lentamente all’area del molo che gli era stata assegnata per l’attracco, seguito da una placida scia di onde che si allargavano, disperdendosi nelle acque del fiume.
Le figure che stazionavano dritte sul ponte, intabarrate nei loro lunghi mantelli di lana e avvolte dalla foschia, si stagliavano scure contro il cielo blu cobalto, sopra la Senna ancora nera, sebbene rischiarata, a intervalli regolari, dai riflessi allungati delle luci dei lampioni.
Il silenzio era interrotto, di quando in quando, da qualche frase breve e decisa, urlata dagli uomini di fatica che si affaccendavano a terra.
Mentre l’imbarcazione percorreva l’ultimo tratto di fiume, videro sulla riva due macchie scure, la cui immobilità contrastava con la concitata frenesia di mozzi e scaricatori. La prima di queste pareva una piramide, affiancata da un lungo fuso. A mano a mano che si avvicinavano e che l’oscurità del cielo era progressivamente attenuata dai primi chiarori del giorno, si avvidero che la piramide altro non era che un mantello che dalla testa si allungava fino alla gonna. Dopo alcuni istanti, qualche passo indietro alla piramide e al fuso, altre due figure sfumate emersero dalla nebbia e dall’oscurità.
Il battello finalmente si fermò e, mentre i marinai lanciavano le funi di ormeggio ai mozzi di terra affinché le avvolgessero intorno alle bitte, Oscar e André riconobbero le figure avvolte nella foschia e i loro occhi traboccarono di commozione. Contemporaneamente, accanto a loro, il Re ebbe un sussulto.
Scesero in fila indiana su un’asse di legno e raggiunsero la banchina, con il cielo, sopra di loro, che un poco rischiarava.
Il Generale de Jarjayes fece alcuni passi in avanti, tenendo saldamente sotto braccio la consorte e, con gli occhi lucidi, carichi di fierezza addolcita dall’età, disse:
– Sono molto orgoglioso di te, Oscar e anche di te, André!
I mozzi del battello, intanto, scaricavano le casse e i bauli e alcuni uomini di fatica di stanza al molo dimenticarono per qualche istante il lavoro, appoggiarono i loro fardelli sulla banchina e restarono attoniti a guardare il colosso nero come la pece che scendeva dall’imbarcazione.
La piramide lasciò il braccio del fuso e corse verso il Re mentre il cappuccio le scivolava all’indietro, lasciando scoperti i capelli. Gli strinse le dita intorno al volto ossuto e gli occhi le si riempirono di lacrime nel contemplarne il pallore e le profonde occhiaie. Lui, che la sovrastava di tutta la testa, le appoggiò le mani sulle spalle e, poi, afferrò quelle di lei, gliele baciò e due grosse lacrime gli scesero lungo le gote.
– Sono tornato, Madre."

Piccolo capolavoro ove viene menzionato il generale de Jarjayes che è proprio come lo immagino io con lo sguardo pieno di fierezza , addolcito dall'età.
Ci lasci sul più bello e non vedo l'ora di leggere l'incontro madre/ figlio.
A presto
(Recensione modificata il 08/10/2021 - 10:04 am)

Veramente indisponenti le sorelle Bonaparte, Paolina in testa. Riesci a descriverle talmente bene che me le hai fatte odiare all'istante!
E decisamente significativa l'espressione di Napoleone:
"Avrei dovuto immaginarlo!! Tutte le volte, c’è sempre di mezzo quella maledetta donna con le palle!!"
Oscar era proprio questo: tenacia e coraggio, forza e giustizia; tutte qualità rimaste intonse nonostante la piega che hai dato alla sua vita. Il fatto di essere moglie e madre potrebbe anche averle rese ancora più profonde. A presto!

Napoleone...un grande stratega affossato dal delirio di onnipotenza e da una sorella amorale... Non mi stupisco che l'episodio col granatiere abbia un fondo di verità, ma mi incanta sempre più la tua abilità nell'inserire fatti realmente accaduti con la tua storia. Napoleone sta proprio perdendo terreno su tutti i fronti: famigliari e strategici, il tentativo di far fuori l'ex fidanzato della sorella è di grande bassezza, infatti è farina del sacco di Compiègne e viene immediatamente smomtato da Girodel e Canterbury. Bellissimo l'incontro tra i coniugi Jarjayes e Oscar e André, commovente quello tra il Re e Maria Antonietta. Sempre più brava, complimenti.

Napoleone ha ben meritato tutto, le sue manie di grandezza avrebbero fatto solo del male! Si può ben capire il suo desiderio di riscatto dopo le umiliazioni patite alla scuola militare, ma se voleva essere un grande avrebbe dovuto compiere opere buone grandi, ed essere ricordato per quelle, non distruggere ed assoggettare tutto e tutti!