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di Sofifi

Questa storia ha ottenuto 7 recensioni.
Positive : 7
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
31/01/24, ore 08:26

Ciao Sofifi! Sono molto contenta di avere avuto l'occasione di conoscere questa storia, che ho trovato sorprendente sotto diversi punti di vista, a partire dall'idea di partenza: Albus e Scorpius entrambi Magonò, un modo particolare per riscrivere il tema della diversità e dell'incapacità di sentirsi parte della famiglia. Il parallelismo tra le due famiglie è stata, in questo senso, una chiave di lettura azzeccatissima - specialmente con il confronto finale, con un dialogo che non ha bisogno di ulteriori spiegazioni. Ma riuscita è secondo me anche la scrittura e l'introspezione, con un utilizzo della seconda persona che hai saputo gestire molto bene. Insomma, mi è piaciuta davvero tanto, ti faccio i miei complimenti!

Recensore Master
24/05/23, ore 17:34

3° CLASSIFICATA AL NEW GENERATION CONTEST E VINCITRICE DEL PREMIO ORIGINALITA'

STILE E GRAMMATICA = 10/10

“Harry Potter ha accostato per la prima volta il termine Magonò con l'aggettivo fiero”
Il verbo “accostare”, nell'accezione che gli hai dato, dovrebbe essere seguito da una preposizione diversa: “ha accostato il termine Magonò all'aggettivo fiero.” (“Accostare con” si può utilizzare per i complementi di mezzo o modo, per esempio “accostare con la macchina/accostare con lentezza.”)

Come vedi, il punteggio rimane sempre un dieci e ora posso passare ai meritatissimi complimenti!
Hai adottato uno stile molto particolare, concedendoti quelle che mi piace definire delle licenze stilistiche: ripetizioni, frasi in rima, battute costituite solo da puntini di sospensione, un utilizzo atipico della punteggiatura.
In un altro contesto avrei potuto considerarli errori ma, nel tuo caso, ognuno di questi elementi è applicato con cognizione di causa, non risulta mai fuori luogo e ha una precisa funzione comunicativa.
“Vuole andare, ma non vuole passare quella festa lontano da te, ma le formalità sono importanti, ma quante chiacchiere se si presenta senza il figlio – Ma dov'è?”
La ripetizione di quel “ma” non risulta affatto ridondante, anzi, funziona benissimo nel trasmettere al lettore il senso di frenesia e dubbio che si agitano nella mente di Draco, il suo conflitto interiore tra l'affetto che nutre per il figlio e la preoccupazione per le apparenze e le norme sociali.
“Smettetela. Di. Sperare.”/“Sempre. Con. Sé.” La punteggiatura enfatizza per l'appunto degli stati d'animo: nel primo caso la tristezza di Scorpius ma anche una forma di rabbia e rancore verso i familiari che si ostinano ad aggrapparsi a una speranza futile. Nel secondo caso c'è una rimarcazione dell'ossessività che caratterizza Draco e in un certo senso anche Scorpius; “le ossessioni son di casa.”
Il tuo stile a volte risulta quasi poetico, il tutto attraverso una grande semplicità: riesci ad arrivare, a incantare, a trasmettere senza ricorrere a particolari complessità ma utilizzando termini semplici, frasi brevi, secche e proprio per questo incisive, che colpiscono a livello emotivo e rendono il ritmo della storia sempre leggero e scorrevole.
Per esempio; “Ultimamente gli adulti hanno smesso di parlare di te: si sono spenti come il potenziale delle giornate – nessuna lettera, nessuna fioritura tardiva” e questo passaggio che suona quasi come una cantilena pregna di una tristezza letteralmente palpabile; “Mamma è morta. Mamma è morta ma i ragazzi sul giornale sorridono ancora. Lo fanno persino oltre le lacrime – altrove, lontani. Mamma è morta ma nel ritaglio successivo due genitori abbracciano comunque loro figlio – fieri.”

PERSONAGGI = 9,50/10

La tua storia è incentrata sulla presa di coscienza interiore di Scorpius: il rendersi conto di appartenere a una categoria emarginata, il percorso di smarrimento e sofferenza alla fine del quale trova il coraggio di vivere apertamente la sua identità senza vergogna. Ritengo che il tutto sia stato tratteggiato molto bene se non con una minuscola carenza che evidenzierò più avanti.
Parto dagli aspetti positivi: c'è un'introspezione molto profonda e vivida dello stato d'animo di Scorpius e trovo credibile che, nel tentativo di lenire il dolore, lui si aggrappi a quella che possiamo definire un'illusione: la famiglia Potter e in particolare Albus, una persona che non conosce se non attraverso le foto su un giornale ma che finisce per rappresentare una speranza simbolica, addirittura una forma di ossessione, a cui aggrapparsi per colmare un vuoto. (Questa è una reazione comune e realistica per una persona giovanissima e sola al mondo che vive una condizione di profonda sofferenza: mi ha ricordato un po' la tendenza, soprattutto negli adolescenti, a instaurare delle relazioni parasociali e rifugiarsi in maniera quasi ossessiva in mondi e personaggi di fantasia per proteggersi dalle problematiche della vita reale)
Da questo emergono poi le contrapposizioni simboliche della famiglia Potter e della famiglia Malfoy. Le loro reazioni così differenti di fronte alla stessa situazione sono verosimili, coerenti al canon: da una parte i Potter che sono vicini al figlio, al punto da parlarne pubblicamente e dichiararsi fieri di lui di fronte all'intera società magica. Certo, ciò non significa che Albus non possa soffrire a suo modo, ma si tratta sicuramente di una sofferenza lenita grazie al solido supporto di un'ampia rete familiare.
Dall'altra parte abbiamo i Malfoy per i quali la natura di Magonò di Scorpius rappresenta invece una delusione, addirittura una tragedia familiare, un tabù. Di conseguenza Scorpius vive nel silenzio, nella solitudine, nella sofferenza, addirittura nella paura di essere rinnegato dal sangue del suo sangue.
Passo adesso alla mia unica, piccola osservazione critica. A differenza di Draco il personaggio di Astoria rimane molto più in ombra, non emerge come una persona a sé: non so se si tratta di una scelta voluta ai fini dell'atmosfera del racconto ma l'ho percepita come una mancanza, nel complesso non gravissima ma a suo modo significativa, perché dopotutto parliamo della madre di Scorpius, una figura di riferimento fondamentale, importante tanto quanto il padre.
Sicuramente descrivi benissimo il senso di vuoto e angoscia lasciato dietro dalla sua perdita (come questa influisce su Draco, Scorpius che riflette su come questa morte li abbia “uniti allo stesso filo del destino” rendendoli entrambi i tabù di Villa Malfoy) però mi sembra strano che Scorpius non si soffermi mai a pensare alla madre in una maniera più intima e personale, per esempio ricordando un loro momento condiviso, qualcosa che gli manca di lei.
“La sua famiglia che sorride in un resto di giornale è l'unico futuro accettabile per te” è una frase che ho letto non sono come una reazione al suo scoprirsi Magonò ma anche alla morte di Astoria (perché questa ossessione per Albus e la famiglia Potter parte proprio in seguito alla perdita della madre) lasciandomi però con un senso di dubbio irrisolto.
Certo, a Villa Malfoy già non si respirava una bella atmosfera e il lutto non può che peggiorare la situazione; Scorpius è sempre più solo in questa casa così vuota e silenziosa, con un padre sempre più distante e assorbito dal lavoro. Tuttavia questa frase potrebbe anche lasciar intendere che forse Astoria avesse un atteggiamento un po' più comprensivo nei confronti del figlio rispetto al resto della famiglia. Non al punto da accettarlo senza battere ciglio e offrirgli apertamente il suo supporto (sempre nella sfera intima e non pubblica) ma potrebbe esserci stata una leggera differenza di comportamento tra lei e gli altri Malfoy, magari una maggiore capacità di nascondere la delusione davanti all'assenza di magia di Scorpius. Forse il lutto ha rappresentato per lui la perdita di quell'unica, piccola fonte di conforto familiare e supporto indiretto che ha contribuito ancora di più al suo aggrapparsi ossessivamente agli articoli su Albus, al punto da credere che, una volta persa la madre, la famiglia Potter possa rappresentare l'unico futuro accettabile per lui.
Tutto questo rimane però ambiguo, nella storia non viene mai evidenziata una particolarità di comportamento da parte di Astoria e non ho trovato una vera e propria risposta ai miei quesiti.
Passo ora al personaggio di Draco, che trovo riuscito alla perfezione.
Comprensibile che un figlio Magonò rappresenti per lui una tragedia familiare, una vera e propria ferita personale, qualcosa che può imparare ad accettare solo con estrema difficoltà. La Rowling avrà anche dichiarato canonico il cambiamento di mentalità di Draco dopo la guerra ma ritrovarsi addirittura un Magonò in famiglia dev'essere una storia un po' diversa!
Tuttavia il tuo Draco non è assolutamente un mostro insensibile. In lui ho ritrovato un uomo adulto, maturo, che nonostante tutto ama il figlio e non potrebbe mai rinnegarlo. Mostra affetto e premura nei suoi confronti, certamente anche compiendo degli sbagli, per esempio nel tentativo di tenerlo lontano dalla società magica perché convinto che questa sia la cosa migliore per lui.
Vedo il Draco della Rowling anche nella sua reazione alla morte di Astoria: una persona non abituata ad entrare in contatto con la sua interiorità e mostrare apertamente le sue emozioni, per cui gli riesce naturale non affrontare direttamente il trauma ma girarci attorno, sobbarcandosi sempre più di lavoro, tornando a casa sempre più tardi, evitando addirittura di nominare la moglie.
Magistrale questa descrizione che in poche, semplici parole dipinge un vero e proprio ritratto di Draco creando un'atmosfera narrativa quasi claustrofobica (termine che uso con accezione positiva): “da voi, in fondo, le ossessioni son di casa. Papà solitamente nasconde le sue assieme agli scheletri nel nero dell'armadio a doppiofondo; quando ce n'è una che non riesce proprio ad abbandonare, però... allora se la infila addirittura nella tasca della giacca. Caviale. Pane. Smanie. Sei stato cresciuto così.”
Qui c'è il Draco caratterizzato dall'ossessività, dalla preoccupazione per le apparenze; tratti che ritornano in passaggi come “Ha una lettera firmata dal Ministro in persona nella tasca della giacca. Sempre. Con. Sé.” e “Vuole andare, ma non vuole passare quella festa lontano da te, ma le formalità sono importanti, ma quante chiacchiere se si presenta senza il figlio – Ma dov'è?” (Quel “non vuole passare quella festa lontano da te” mi ha fatto un sacco di tenerezza!)
Il finale racchiude la conclusione della presa di coscienza di Scorpius, finalmente pronto a uscire allo scoperto e vivere senza vergogna perché ha compreso di non essere solo al mondo, e ci presenta finalmente un punto di incontro tra i Potter e i Malfoy.
Il dialogo finale fa un ottimo lavoro nel caratterizzare i personaggi attraverso delle semplici battute; queste, nella loro brevità o addirittura nella loro assenza, dicono moltissimo.
Ce lo vedo proprio, Draco che ignora le condoglianze di Harry e cerca subito di sviare il discorso, riuscendo finalmente ad aprirsi seppur con una certa ritorsia, esternando il suo conflitto interiore in quel “Come... come siete riusciti ad accettarlo?”
Da una parte abbiamo la loquacità, l'idealismo e l'altruismo di Harry, dall'altra il silenzio, il pessimismo e la disillusione di Draco che si esprime in maniera molto più amara e concisa.

TRAMA = 9,50/10

La tua storia è divisa in tre parti, ognuna delle quali si apre con una frase concisa e ad effetto che riesce nell'intento di suscitare curiosità nel lettore, di calarlo a pieno nella narrazione, di spiazzarlo.
Certo, nel momento in cui leggiamo “Mamma sta male” possiamo già intuire il destino di questo personaggio ma ciò non toglie che quel “Mamma è morta”, così diretto, secco e conciso, trasmetta un forte senso di spiazzamento e tristezza.
Nella sua brevità la tua storia racchiude molto dell'arco della breve vita di Scorpius, un dipanarsi di eventi nei quali prendono forma vari dettagli e sfaccettature: le sue ricerche sui Magonò e la presa di consapevolezza di essere lui stesso parte di questa categoria, le dinamiche familiari dei Malfoy e dei Potter, la malattia e la morte di Astoria, il cambiamento nelle abitudini di Draco, l'ossessione per Albus Severus. (Il mezzo punto che ho scalato riguarda sempre il discorso relativo ad Astoria. Qualche piccolo dettaglio in più sul suo personaggio avrebbe creato un quadro perfetto delle dinamiche familiari dei Malfoy e dell'arco personale di Scorpius, così invece è come se alla fine mancasse un pezzettino del puzzle, apparentemente piccolo ma significativo.)
C'è poi la conclusione, incentrata unicamente sul dialogo tra Harry e Draco, e la frase finale che rispecchia quella iniziale rappresentando la conclusione dell'arco personale del protagonista: ottima la scelta del corsivo che dà a queste parti la giusta enfasi.
La tua storia è l'unica What If partecipante al contest ma, a scanso di equivoci, per me questo non ti ha fatta partire avvantaggiata nella vittoria del premio Originalità. Almeno nella mia esperienza, le What If sono spesso piene di luoghi comuni o comunque idee che in me non suscitano una particolare curiosità o stupore. (Per intenderci, non avrei assegnato questo premio a una storia in cui Rose e Hugo vanno a vivere a Villa Malfoy perché Hermione ha divorziato da Ron per mettersi con Draco o in cui Scorpius ha una sorella gemella che si innamora di Albus)
Tu invece presenti una situazione non solo inedita ma anche ben pensata e ben costruita, altro fattore per me indispensabile nell'assegnazione di questo premio.
Non possiamo esattamente definire la storia una Albus/Scorpius ma la scelta di rendere entrambi Magonò crea un ponte, un legame tra i due personaggi, ancor prima che questi si conoscano. Un legame che per il momento vive solo nell'immaginazione di Scorpius, caratterizzato da qualcosa che non si può definire vero e proprio romanticismo ma una forte emotività che rimanda a un ideale, una fantasia, una forma di “amore” infantile. Capiamo infine che questo legame ha finalmente la possibilità di concretizzarsi ma non necessariamente in un'accezione romantica, data anche la giovane età dei personaggi. (I quali tra l'altro non interagiscono direttamente in scena)
Nella descrizione di questa emotività ho trovato rimandi a molti altri piani altrettanto importanti e profondi: Albus rappresenta una speranza simbolica, il riconoscimento di un eguale, un'anima affine, un'identificazione importantissima per un giovane che fa parte di una categoria emarginata se non addirittura invisibile. Proprio attraverso questa identificazione Scorpius trova la forza di accettarsi il coraggio di ricominciare a vivere: dopotutto la persona uguale a lui non è neanche una persona “qualunque” ma addirittura il figlio del salvatore del mondo magico!
Il piano più importante richiamato da questa emotività è quello sociale: la tematica che hai trattato in questa storia mi è sembrata una chiara metafora di quelle che sono le discriminazioni purtroppo esistenti nella vita reale e le battaglie che ne conseguono, rivistate ovviamente in chiave Potteriana.
È stato un modo molto interessante di creare un punto d'incontro non solo tra Albus e Scorpius ma anche tra le loro famiglie, da sempre distinte da ideali del tutto opposti tra loro, per quanto la mentalità di questi Malfoy sia decisamente morigerata rispetto al passato.
Concludo questo discorso riportandoti due dettagli che ho apprezzato particolarmente.
Il primo è il riferimento alla malattia di Astoria; è chiaramente ispirato a The Cursed Child ma naturalmente la tua storia non ha nulla a che fare con quest'opera. Sei stata brava a riprendere questo dettaglio inserendolo nella tua narrazione in maniera molto coerente e naturale, evidenziando anche l'impatto della morte di Astoria sul flusso degli eventi, in particolare sul comportamento di Draco che, forse, proprio attraverso questa perdita comprende a pieno quanto l'amore familiare sia più importante di qualsiasi preconcetto e inizia, seppur faticosamente, il suo percorso di accettazione del figlio.
Il secondo è un dettaglio apparentemente banale: “ti trasformerai anche tu in un riccio?”
Un riferimento canonico ma fondamentalmente sconosciuto dell'universo Potteriano, adoro ritrovare queste sottigliezze nelle fanfiction!

UTILIZZO DEL PROMPT = 0/3

Non è stato utilizzato alcun prompt.

GRADIMENTO PERSONALE = 5/5

Faccio sempre fatica a trovare le parole per esprimermi quando una storia mi colpisce dritta al cuore. Sei riuscita quasi a farmi piangere sul finale e questa non è una cosa da poco!
La presa di coscienza finale di Scorpius, che non si vergogna più di essere se stesso ed è pronto a vivere la sua identità senza vergogna, mi ha toccata particolarmente: questo è lo scopo a cui tutti, a prescindere dal perché ci sentiamo diversi e dissonanti dalla società, dobbiamo arrivare, ognuno ovviamente a modo suo e con i suoi tempi. È questo di cui mi piace leggere, di percorsi di dolore e insicurezza alla fine dei quali si sboccia, si fiorisce e si riconosce la propria forza interiore.
Inoltre ho adorato gli accenni Albus/Scorpius (ovvio, qui non sono una coppia, ma il modo in cui descrivi il legame che Scorpius instaura con Albus nella sua immaginazione mi ha rubato il cuore) e il rapporto di Scorpius con il padre. Il loro è un legame a cui sono sempre stata molto interessata, il modo in cui lo presenti tu è non solo potenzialmente canonico ma anche molto vicino alla mia visione personale di questi personaggi.

TOTALE = 34/38

Recensore Master
26/12/22, ore 11:18

Buon Natale (in ritardo)!
Finalmente riesco a recuperar questa storia 👀
Mi è piaciuta tantissimo. Tratta un tema importante ed è davvero ben scritta: ho amato lo stile e ho amato la struttura, con le tre parti principali e il dialogo (incorniciato dalle stelline che, se ho ben interpretato, rappresentano Scorpius e Albus 🥺) tra Harry e Draco, senza contare la frase che apre e chiude la storia, rendendone bene il senso. Aaaaaaaa!!!
Povero Scorpius. Hai reso benissimo il senso di essere tabù, con Scorpius che origlia conversazioni che non dovrebbero raggiungerlo (che non dovrebbero proprio esistere, veramente, ma che possiamo pretendere da Lucius Malfoy?) e vive isolato dal mondo, con un padre che preferisce gettarsi sul lavoro invece di passare tempo a legare con suo figlio, anche (soprattutto?) dopo la morte di Astoria.
Me lo sono proprio immaginata, Scorpius che vede un padre annunciare con fierezza che suo figlio non ha dato segni di possedere la magia (mi è piaciuto tanto, tra l'altro, come Harry sia un eroe anche in questa situazione! Ciò che fa dovrebbe essere normale amministrazione, ma non lo è, e quindi kudos a lui che sfida ancora una volta le convinzioni della società magica) e sogna e inizia a sperare in una vita diversa, ma soprattutto inizia a comprendere che non è sbagliato, non è in difetto, va bene così com'è. Proprio come Albus Severus. (E avrei tanto voluto vederli fare amicizia, questi due bambini legati da un destino simile ma al contempo diversissimo.)
Ma possiamo parlare del dialogo tra Harry e Draco? Parliamone.
Harry ha ragionissima, ma ho anche apprezzato che si mostri comprensivo verso il dilemma di Draco, gli spieghi con tranquillità che i maghi non sono superiori come credono e che la società deve cambiare. Ottimista, forse, ma giusto. (E io lo so che sullo sfondo Scorpius e Albus stanno chiacchierando e diventando migliori amici!! Non mi inganni non raccontandolo!)
Insomma, brava brava bravissima, davvero!
Un abbraccio,
Mari

Recensore Veterano
10/01/22, ore 17:24

Ed eccomi qui, finalmente sono arrivata per lo scambio.
Che dire? Mi ha sorpreso.
L'ho riletta due volte prima di lasciare la recensione perché non volevo sbagliare l'interpretazione del protagonista (nonostante tu abbia anche specificato chi sia nella intro, lo so, ma io sono scema e non ci ho prestato attenzione). La storia tratta bene quei sentimenti di coloro che pur essendo maghi non mostrano la consueta scintilla, quella magia che li contraddistingue. Un egual sorte toccata ad entrambi i figli degli acerrimi rivali, un dualismo che ho particolarmente apprezzato. Purosangue o mezzosangue la cosa non cambia, può capitare in qualunque famiglia il venir meno di quel talento naturale ma ciò non deve essere una vergogna. Scorpius mi ha trasmesso tanta trstezza, solitario nella sua villa a sentir parlare i grandi che poi decidono di tacere per non parlare e rendere reale quella che alla fine è la realtà.
Il problema da non nominare come la mamma scomparsa.

Una storia molto profonda che mi ha lasciato l'amaro in bocca, non per la scrittura, anzi, quella ti è uscita magnificamente. Lo stile adottato trascina dall'inizio alla fine e fa risltare perfettamente tutte le emozioni di Scorpius. La situazione rispecchia quella del mondo dei babbani, quando non è la magia a mancare ma altro e partono le etichette brutte, maligne. La storia come l'intera saga di Harry Potter ha un bel potenziale, è attuale più di quanto uno creda, perché diversi non vuol dire sbagliati. Ed è qui che si incastra bene la reazione opposta non solo per Harry e Draco nel constatare tale realtà ma tra lo stesso padre e il figlio. Scorpius è diverso da Draco, al contrario del padre non vuole essere un emarginato da quel mondo che l'ha rifiutato mentre Draco non riesce a capacitarsi della situazione, arrivando persino a chiedere a Harry una spiegazione con una difficoltà non indifferente. 

Sabato nove settembre del 2017 Harry Potter rompe secoli di silenzio stampa, secoli di tradizione – in un certo senso è la scintilla di una rivoluzione.
Questa frase penso sia la vera rivoluzione del capitolo!
Bella e d'impatto, sia per chi legge che per il protagonista della stessa storia.

Per concludere, una storia davvero ben riuscita che mi ha inaspettatamente colpito. :3

Alla prossima,
Aky

Recensore Master
27/12/21, ore 17:30

Ciao, cara!

Passo al volo da questa storia che è veramente un gioiellino, davvero, ti faccio tantissimi complimenti ♥
è un what if davvero molto interessante quello che costruisci: abbiamo due mondi diversi a confronto, quello dei maghi e quello delle persone normali, così come il mondo Potter e il mondo Malfoy. Draco e Harry sono finalmente accomunati da qualcosa, l'aver avuto un figlio senza magia nelle vene. Se per un purosangue come Malfoy questa potrebbe quasi essere una maledizione, una punizione divina, per Harry invece è l'occasione per provare a cambiare una delle tante cose che non vanno nel mondo magico, ossia l'emarginazione del diverso. Voglio sperare che Harry e i suoi amici, dopo tutto quello che hanno dovuto passare, si sarebbero battuti lo stesso per questa causa, e non solo perché Albus è nato così. E' veramente un tema interessantissimo quello dei Maghino e mi è davvero piaciuto molto come ne hai parlato.
Il confronto fra Harry e Draco è stupendo: mentre fra i loro figli, che sono ancora dei bambini, è tutto più facile, fra loro due invece va prima abbattuta una barriera di preconcetti e pregiudizi.
Il primo passo l'anno fatto, ora possono solo che migliorare ^^

Complimenti e grazie per aver condiviso :D

Benni

Recensore Master
15/12/21, ore 23:33

Ciao!
Io, di nuovo, vorrei saperti ringraziare come si deve, perché questo regalo è stata una vera e propria sorpresa, ma è un regalo davvero bellissimo e io l'ho apprezzato immensamente.
Davvero, grazie di cuore, sono felicissima che tu abbia deciso di dedicarmi un pensiero e che questo pensiero verta proprio attorno a un tema che mi sta così tanto a cuore, perché credo davvero che questa sia una delle tematiche più interessanti offerte dal canon (e con un sacco di spunti meravigliosi per riflettere anche sul nostro mondo), ma per qualche motivo non è una tematica particolarmente apprezzata per le fanfiction. O meglio, da un lato capisco il motivo di questa situazione, perché tutti noi fan in fondo vorremmo poter andare a Hogwarts, e scrivere fanfiction è un po' un modo per esaudire questo desiderio, quindi capisco bene che la tentazione sia rinchiudersi nel mondo magico (e io stessa, per quanto tenga a questa tematica, non ne ho praticamente mai scritto, se non piccolissime eccezioni).
Quindi, insomma, sono felicissima che tu abbia scritto questa storia, che mi ha spezzato il cuore e poi l'ha anche ricomposto, infondendomi speranza.
Ho apprezzato moltissimo la struttura della storia, che si prende tutto il suo tempo per arrivare a narrare i fatti, si prende il suo tempo per dipingerci due bambini e le loro famiglie, le aspettative e i silenzi, le delusioni e gli argomenti non affrontati a gran voce. Davvero, è interessantissimo vedere i diversi approcci dei Potter e dei Malfoy alla stessa situazione, ed è bellissimo vedere come, seppur in modo diverso, le cose siano difficili da entrambe le parti.
Albus mi ha davvero stretto il cuore, con i discorsi che nessuno osa fare davanti a lui ma che lui riesce ad ascoltare, con le informazioni che raccoglie e che mette insieme, con le bacchette che non vengono comprate e i treni che partono e che lo lasciano a casa. Vivere una simile condizione, anche con i più aperti e comprensivi dei genitori, credo sia sempre e comunque piuttosto difficile. Ma viverla in quanto figlio di Harry Potter, con gli occhi non solo di tutta la famiglia, ma di tutta la comunità magica puntati addosso, dev'essere difficilissimo. E insomma, la conferenza con cui Harry decide di rompere il silenzio e la tradizione mi ha davvero scaldato il cuore, perché non cancellerà del tutto le sofferenze di Albus, ma è sicuramente un passo importantissimo.
Ed è la bellissima dimostrazione che certi passi non aiutano solo noi stessi, perché certi passi coraggiosi servono anche e soprattutto agli altri. Sono precedenti ed esempi, e questo lo dimostri bene mostrando la condizione di Scorpius, che davvero, io avrei solo voluto abbracciare, in questa storia.
Il finale è bellissimo, lascia davvero il cuore leggero e pieno di speranza, e il dialogo fra Harry e Draco è assolutamente stupendo.
Insomma, grazie davvero, davvero di cuore, ho amato immensamente questa storia e sono felicissima che tu me l'abbia voluta regalare!
Un abbraccio grande!

Recensore Master
15/12/21, ore 17:34

Ciao Marti,
spero apprezzerai questa recensione. Oggi ho del tempo libero e, visto che ho notato il tuo post su Facebook, non ho potuto fare a meno di passare.
Ammetto di essere rimasta inizialmente turbate dalla prima parte. Abbiamo un bambino che è consapevole dei bisbigli dei genitori alle proprie spalle. Non può provare che un velo di frustrazione e di paura dietro quelle discussioni che si ripetono sempre su di lui.
Capisce di essere diverso, di non essere come il resto della sua famiglia – che non sembra affatto rassegnarsi sulla sua “mancanza”.
(Avevo intuito che il bambino in questione fosse Albus ma ne ho avuto conferma solo alla fine)
Passiamo poi a Scorpius. Qui è ancor più palese la sua sofferenza e la delusione che gli altri gli hanno riversato addosso. Immagino che essendo l'unico figlio ed erede dei Malfoy, ci fossero grandi aspettative sul suo conto.
Eppure, lui e tutti i suoi parenti, si sono dovuti rassegnare all'evidenza di avere un parente Maganò nell'albero genealogico dei Malfoy. Maganò che è l'unico a poter tramandare il suo nome, tra l'altro. Ironia della sorte!
In più qui assistiamo anche a un lutto famigliare. Forse per Draco non sarà stato facile accettare che il figlio è tutto quello che ha sempre disprezzato ma ciò viene anche gravato dall'assenza di Astoria, assenza che si percepisce chiaramente nell'amarezza di Scorpius. Lei forse avrebbe fatto capire al marito che, sì, lavorare è importante così come prendere parte agli eventi organizzati dal Ministero, ma che non c'è nulla di cui vergognarsi se il proprio figlio non è un mago.
Mi è piaciuto che hai saputo unire Albus e Scorpius verso la fine della seconda parte, quando Harry annuncia al mondo di voler bene al proprio figlio nonostante la sua incapacità di utilizzare la bacchetta e di esserne fiero. Un gesto audace, che ha creato un precedente nella storia della società magica.
Questo ha aperto uno scorcio di luce e rassicurazione perché Scorpius si è reso conto di non essere l'unico a portare un simile peso sulle spalle.
Arriviamo infine alla parte in cui i due padri si incontrano e discutono dei propri figli. Si confrontano, si scambiano opinioni e cercano anche un appoggio. Draco gli chiede palesemente aiuto, incapace di riuscire a gestire una situazione nella quale mai pensava di trovarsi. Harry si mostra fiducioso nei confronti del futuro e cerca di infondergli un po' di ottimismo, di ricordargli quello che davvero è importante. Non lo dice chiaramente ma è come se gli dicesse che, no, essere un mago alla fine non è così importante.
E' una bella storia, Marti, davvero.
Un abbraccio,
Eli