Non ce la posso fare. ç.ç
Io non so nemmeno come iniziare. Sul serio, questo lavoro mi ha suscitato emozioni forti che trovo complicato circoscrivere a parole, ma son qui e ovviamente ci proverò.
Innanzittutto, hai scelto di scrivere sul mio personaggio preferito di Downton Abbey. Mary l'ho amata dall'inizio e ne ho sempre apprezzato tantissimo il percorso. La sua storia con Matthew è stata una delle più belle ed emozionanti che la serie ci abbia dato e vederla conclusa in quell'incidente stradale mi ha spezzato il cuore a ogni rewatch. Questa flash ha avuto il potere di farlo un'altra volta. Credo che questo sia, almeno per quanto riguarda me, l'indicatore più evidente del fatto che io abbia trovato straordinariamente IC l'analisi che hai prodotto di Mary e del suo stato d'animo in due momenti chiave dello sviluppo del suo personaggio. Ho letteralmente rivissuto quegli attimi della serie e sono passata dalla gioia più pura al dolore più estremo nel giro di qualche riga. Davvero complimenti, perché non reputo Mary un personaggio semplicissimo da cogliere, ma tu l'hai fatto e te ne sono grata nonostante l'angst.
Andando un po' più nel dettaglio, mi è piaciuto moltissimo il fatto che tu abbia trovato il modo di rendere speculari due situazioni così diverse tra loro. Le frasi ripetute, quelle tra parantesi e le domande riguardanti la morte sono tutti elementi che hanno cadenzato lo scritto dando un ritmo, ma soprattutto ricordando a chi legge i punti di contatto e le differenze che intercorrono tra la proposta di matrimonio e il ricordo di Matthew. Questo, soprattutto al momento della lettura della seconda parte, ha un effetto ancora più struggente che nella prima sezione del testo: ritrovare questi accorgimenti stilistici riguardo al lutto, infatti, fa tornare costantemente alla parte precedente, dove c'è gioia, dove la neve è una cornice bellissima per un evento altrettanto meraviglioso, dove la morte è messa in relazione all'impossibilità di contenere tutta la felicità che Mary prova e dove il freddo non esiste, perché il calore del cuore supera le condizioni atmosferiche. Ma tutto questo nel momento in cui Matthew non c'è più sparisce e chi legge lo avverte con una nostalgia fortissima, con un dolore grande che sfuma in malinconia via via che ha la possibilità di comprendere quanto Mary si senta vuota dopo la morte del marito, fredda come la neve che le cade metaforicamente intorno anche se è primavera, anche se è circondata dal calore della sua famiglia e di suo figlio.
Secondo me hai davvero centrato il nucleo emotivo di Mary in quei mesi di buio che la serie non ci ha fatto vedere, riprendendo solo dagli ultimi momenti della sua depressione. Hai mostrato benissimo il suo dolore e lo hai trasmesso in modo diretto, anche quando hai usato immagini e metafore per veicolare il messaggio. Non le ho trovate come dei mezzi per indorare la pillola, diciamo così, ma anzi come qualcosa che ha reso, forse paradossalmente, ancora più crudo quello che stavi scrivendo. Davvero, una flash bellissima e piena di tristezza, ma che è riuscita con tutta sé stessa, grazie a te, a restituire il dramma della perdita a cui è andata incontro Mary dopo così poco tempo da quando aveva creduto di avere la felicità eterna stretta tra le dita - perché questo, in fondo, era il senso di quella promessa tra loro, essere felici insieme, ed è quello che è stato sottratto a tutti e due in un momento di eccitazione.
Non posso che concludere facendoti ancora tantissimi complimenti. Io vado a recuperare i pezzi del mio cuoricino, ma ti ringrazio tantissimo di aver scritto questo spaccato introspettivo: ne valeva davvero la pena.
Un bacione,
Menade Danzante |