Ciao Franci!
Arrivo qua per il mio primo tiro di dado ma questa storia era già sotto i miei riflettori da un po’ (maledetto il poco tempo!). Non so se sai che la Oliver/Marcus è una delle mie OTP quindi, con qualche guizzo masochistico, adoro vedere con chi e soprattutto come gli altri declinino l’interesse di Oliver verso altre persone. L’unica cosa secondo me che unisce tutte come un filo invisibile – non potrebbe essere altrimenti! – è che centri, irrimediabilmente, il Quidditch. Altrimenti, se non fosse nell’equazione, qualsiasi altra persona sarebbe gelosa dello smodato amore di Oliver per questo (tanto da sottrarre tempo anche al vero fidanzato/fidanzata).
Scusa questa piccola premessa, arrivo alla storia: come anticipato, secondo me la coppia Charlie/Oliver può benissimo funzionare e, infatti, nella tua storia funziona. Quando ho immaginato di loro, anche solo dallo specchietto introduttivo, ho pensato proprio a questo: Oliver ammira Charlie. Traspare dai libri quanto fosse attaccato e “innamorato” del modo di giocare del suo vecchio Capitano, come ricordasse i tempi con lui come gli ultimi “bei tempi” della squadra (e se uno guarda in fondo, magari anche suoi).
Un particolare che ho amato molto, oltre l’amicizia Percy/Oliver che funziona nonostante possano sembrare entrambi così diversi (la puntualità come elemento comune è fantastica!), è quando Percy invita ad Oliver ad allenarsi con il fratello e lui capisce al volo che sia Charlie. “Istinto!” e una connessione che già dopo pochissimi giorni li aveva fatti comprendere. È poetico come lui, prima di tutto, si innamori di lui come giocatore, del modo in cui si muove sulla scopa e di come questa risponda ai suoi comandi e ai suoi tocchi (è quasi “erotico”, in un modo strano e particolare). Nella bravura e nella bellezza (in senso più ampio di quella solo fisica) ci sono le chiavi per aprire ogni interesse: Oliver in lui scorge entrambe e, irrimediabilmente, finisce per prendere Charlie come esempio, e poi come amico, e poi come compagno di notti insonni a parlare di sogni e futuro. Solo uno gli fa pizzicare lo stomaco, però: quello che può portarlo più lontano da lui. Oliver sembra egoista qua, ma chi non lo sarebbe? È capitato a chiunque che, nonostante l’amore, l’affetto e la voglia del meglio per l’altra persona, vederla allontanarsi per il suo bene (che siano i sogni, il lavoro, ecc) faccia irrimediabilmente male a noi. E per questo, anche solo inconsciamente, tentiamo di ostacolare questa decisione, per non doverci privare di quello che amiamo e che è nostro. E per questo lo vogliamo vicino.
Invece, ho amato Charlie, così fedele a sé stesso da rinunciare anche a due squadre, felice come poche volte solo di fronte a tre cuccioli, luminosi, di unicorno. Così tanto, che decide di portare Oliver lì: anche se per lui non è bello altrettanto, per Charlie è fargli un regalo immenso. Regalargli un momento di bellezza sconfinata ma non solo; un momento di sé, della passione che è solo sua per le creature magiche ma che vuole condividere con lui, vuole renderlo partecipe di questo pezzo di sé. Ed è di fronte a quella bellezza così naturale è sconfinata che loro non possono fare altro che confessarsi quello che avrebbero dovuto dirsi molto prima: voglio te, voglio stare con te (e quello che non riescono a dirsi: non mi lasciare, resta qua).
Ma quando i sogni sono troppo grandi occupano tutto lo spazio e loro sono troppo giovani, presi, per poter rinunciare e fare un passo indietro. Fanno bene, dopotutto. Il tuo sogno e il tuo lavoro restano tuoi anche quando le relazioni finiscono e crollano, sono cose solo tue che nessuno può sottrarti ed è giusto tenersi stretti. Però poi arriva la guerra che sposta ogni equilibrio, ridimensiona le priorità, fa sentire soli, con tutto il peso della perdita addosso. Fred non c’è più, nonostante Charlie abbia corso con Lumacorno verso il castello e lì abbia combattuto, per la sua famiglia e per Oliver. Colin non c’è più: Oliver lo ha portato in braccio e sdraiato in una Sala Grande piena di dolore e, in qualche modo, di sollievo per i sopravvissuti. Li immagino essersi incontrati, in mezzo alla Hogwarts distrutta, abbracciati nella cenere e nella polvere, con tanti lutti da consolarsi. Fred era un fratello e un amico: Fred non c’è più e la vita è troppo labile per stare lontano dalle persone che si amano. Il pensiero che Charlie abbia stretto la mano di Oliver mentre diceva l’addio davvero più doloroso della sua vita, un po’ mi consola.
E niente, questa recensione è una recensione o è soltanto uno sproloquio? Ai posteri l’ardua sentenza! A te bravissima e, visto che hai detto che era un esperimento, ti invito a provare a scrivere di loro anche in altri contesti. Mi piacerebbe immaginarli mentre si “innamorano”, pian piano; oppure dopo la guerra, quando il loro rapporto va rispolverato e riscoperto.
Un abbraccio grande, a presto! |