Recensioni per
Noi saremo gli avi di nipoti che ridono
di Old Fashioned

Questa storia ha ottenuto 39 recensioni.
Positive : 39
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
06/02/23, ore 13:05
Cap. 3:

Eccomi, sono in ritardo ma ci sono!
Un capitolo che io percepisco come molto intimista. All’inizio sono rimasta colpita dall’affresco di immagini nitide che ci regali, portandoci direttamente sul posto, con i tuoi soldati. E’ innegabile quanto tu sia bravo e misurato, dote assai rara, nel descrivere i paesaggi e le scene in generale. Non hai bisogno di strafare e questo lo apprezzo tantissimo in un autore.
Mi ha toccato la delicatezza con cui Schultz si accosta ad Hofmann, in questa frase c’è un tale umanità che mi ha fatta commuovere:
Lo so che fa male,” disse Schultz. Un’altra carezza. “Ma vedrà… vedrai che presto ne usciremo. Com’è che fai di nome, a proposito?”
Sembra quasi una madre che parla con un figlio, davvero una scena evocativa quella in cui cerca di dare conforto al ferito che soffre, e a cui non può neppure dare un po’ di morfina.
Poi l’altra scena che mi ha davvero colpita è quella scritta in grassetto e riferita alla ragazza polacca che, come facilmente si intuisce, non porta conforto, ma morte. E’ bellissima e poetica nella sua crudeltà, la metafora con la gonna e la medusa è meravigliosa, l’ho vista gonfiarsi e muoversi come se ce l’avessi davanti. Direi  che è quasi una riflessione sulla tragicità della guerra che trasforma uomini innocui in assassini feroci.
Credo di aver terminato la mia scorta di complimenti, leggerti è davvero bello, appagante e come ti ho già detto, sei una fonte a cui mi abbevero per poter migliorarmi, oltre che per il puro piacere di farlo. No, non sono una leccac*lo, detesto la suddetta categoria e giammai vorrei farne parte, semplicemente lo penso e questo capitolo mi è piaciuto moltissimo.
Grazie, un caro saluto e a presto!
 
(Recensione modificata il 06/02/2023 - 09:17 pm)

Nuovo recensore
03/02/23, ore 19:56
Cap. 3:

Le cose si complicano per i poveri soldati tedeschi! Diciamo che la campagna di Russia è un posto dove financo la Lonely Planet non riuscirebbe a trovare un lato positivo (“le bianche distese di neve, i mezzi nemici distrutti e il cadavere di un soldato che si spera sia maggiorenne sono ciò che caratterizza questa splendida terra dai tempi delle guerre napoleoniche”).
Senti, io te lo ripeto per quella che, provo a prometterti, è l’ultima volta: se non fosse che hai descritto il buon Weber come un armadio a due ante alto due metri e io sono un fuscello più basso di venti centimetri buoni (per non parlare del fatto che, ecco, io esisto e lui no), vorrei tanto abbracciarlo, si merita molto supporto.
Anche il povero sergente si merita tanto supporto (e mi sa che tu conosci bene il tuo pubblico, perché direi che per tutti quanti l’Hurt/comfort è un evergreen. Come dicono nelle colonie, “I’m a sucker for it”).
E rinnovo il mio amore&simpatia per il capitano Schultz. È davvero un personaggio azzeccato e perfetto nel suo contesto, nonché un bravo ufficiale.
Per quanto riguarda lo stile e la scrittura valgono tutti i commenti fatti poc’anzi sull’altra recensione: sempre perfetti.
Vado a recensire l’altro capitolo^^

Recensore Master
30/01/23, ore 17:18
Cap. 3:

La missione si rende sempre più difficile e pericolosa: addentrandosi nel territorio di Minsk, all'epoca sotto l'egida dell'Unione Sovietica, i soldati tedeschi rivivono un po' le difficoltà di più di un secolo addietro vissute da Napoleone. La Russia non è per tutti, non lo è mai stata, del resto, neppure nelle vesti della Santa Madre Russia, come non lo è come Unione Sovietica. Neppure un esercito ben organizzato come quello tedesco è in grado di affrontare un simile nemico, refrattario ad ogni genere di invasione. 
Il nostro Capitano cerca sempre di fronteggiare la situazione contingente nel modo migliore, forte della sua esperienza e potendo contare su soldati e giovani ufficiali molto capaci e coraggiosi. Persino il monello del gruppo, Hans Welfe, che mi ricorda tanto Gavroche di Hugo, si rivela scaltro e coraggioso, capace di sgattaiolare come un topolino per poter consegnare un messaggio, che può significare la salvezza della squadra, tanto più che ora ci sono dei feriti, tra cui anche il povero Hofmann.
Ancora una volta, Schultz si rivela un buon comandante, che tiene alla salvaguardia dei suoi uomini: il salvataggio del giovane sergente è senz'altro eroico e rivela la sua notevole statura morale: è un ufficiale, ma non dimentica di essere un uomo, prima di ogni cosa.
Il tuo racconto è sempre più bello ed avvincente e sono davvero felice di seguirti: attendo con piacere il tuo prossimo aggiornamento!
Buon inizio di settimana, caro Amico!
(Recensione modificata il 30/01/2023 - 05:20 pm)

Recensore Master
29/01/23, ore 11:58
Cap. 3:

Ho sempre di più l'impressione di portare sfiga. Stavo giusto pensando "chissà come se la cavano i nostri cari soldatini mangiakrauten". Ed ecco che, tra il lusco e il brusco, arriva la sorpresina dritta dritta dove non batte il sole. E per di più, sono in pieno territorio nemico, coi soldati sovietici che saranno senz'altro più che disposti a fargli gratis un'allargamento del pertugio. Spero che il buon Schultz non me ne voglia, ma...

(all'improvviso, alle spalle di Spangler compare Schultz armato fino ai denti e incazzato nero)

SCHULTZ: Adesso me la paghi, italianen portasfiga di stokazzen!

SPANGLER: Ehm...meglio che chiudo qui, caro Old. Alla prossima!

Recensore Master
28/01/23, ore 13:36
Cap. 3:

Carissimo ogni movimentazione delle truppe è la tappa di un viaggio verso l'inferno, davvero come dicevi tu si è trattato di una guerra strada per strada e casa per casa.
In questo capitolo la situazione, già delicata, è precipitata ulteriormente a causa dell'attacco esplosivo.
Schultz coi suoi è rimasto isolato in pieno territorio nemico con ben poche speranze che possa arrivare una missione di recupero.
Senza i mezzi tecnologici di oggi deve fare affidamento su una giovane staffetta e già questo la dice lunga su quanto sia precaria la situazione, la ha la responsabilità del comando ma credo che in casi come questi al di là dell'esperienza conti la determinazione, la fiducia nei propri soldati.
Anche se c'è stato un momento in cui ha considerato che un colpo di pistola per Hofmann fosse più misericordioso di una morte tra le fiamme, sono sicura che il capitano voglia spendere prima tutte le risorse per resistere e sopravvivere.

 

Recensore Master
28/01/23, ore 12:39
Cap. 3:

Carissimo!
Weber è la vera macchina da guerra, panzer o altro, non è solo un appoggio per il suo comandante. Il fatto che non sorrida mai mi attrae in senso inquisitorio, soprattutto pensando alla storia già letta, che lo vede in primo piano. Vorrei comprendere presto il suo percorso antecedente (e so che ci stai lavorando). ^^
Anche Schultz in fondo non lo conosce, ma a giudicare dal fatto che lo incuriosisca e lo stimi, contando che ha esperienza di situazioni e uomini, è indicativo.
Felice (si fa per dire) di apprendere che Hoffmann è solo ferito, il suo punto di vista e il suo modo di considerare le situazioni mi piacciono molto, vicino a Shultz crea un buon equilibrio, oltre a essere un uomo efficiente. Peraltro le sue condizioni critiche sono l'occasione per leggere nell'ufficiale più alto in grado un lato paterno e protettivo. Non credo si tratti solo del rapporto con un subalterno che è il suo attendente, penso farebbe così con tutti.
Mi piacciono molto i tuoi flashback, al punto giusto, spiegano senza riassumere e chiariscono bene i vissuti e le personalità dei protagonisti.
Alla prossima! :)

Recensore Master
28/01/23, ore 06:09
Cap. 3:

Buongiorno
Trovarsi in una situazione del genere dev'essere davvero orribile.
Insomma, ora serve tutto il coraggio e la forza di questi uomini per sopravvivere in questa situazione!
Isolati, senza sapere se qualcuno tornerà a cercarli o se riusciranno a ritrovare i compagni, oppure se il nemico li individuerà e annienterà.
In questo capitolo ci mostri chiaramente quanto sia importante il gruppo e l'unità tra i componenti al fine di cercare di affrontare nel modo migliore possibile ogni difficoltà, anche estrema.
I ragazzi sono forti, preparati, decisi... Credono nelle loro idee e nei loro corpi, anche se feriti. In qualche modo ce la faranno.

Recensore Veterano
27/01/23, ore 19:29
Cap. 3:

Carissimo, sono io che (anche se in criminale ritardo) provo una particolare commozione approcciando questo capitolo.
Un po' perché sono stata in quella zona e mi ricordo ancora il freddo pungente, umido, che ti penetra fin nelle ossa. Sento ancora il morso dei geloni alle mani. Non è stato difficile immaginare il viale dove è ambientato l'attentato, e ti dirò di più.
Di fronte all'albergo in cui alloggiavo c'era (e c'è tuttora) un cinema: il Pieramoha. Adesso è stato restaurato, ma quando andai io era diroccato, scrostato, piuttosto malmesso e, se la memoria non m'inganna, l'insegna era diversa, forse c'era addirittura una falce e martello in stucco bianco al suo posto. Ecco, nella mia testa ho sempre ambientato lì questo racconto.
Mi commuovo, innanzitutto, perché so che hai fatto tutto il possibile per soddisfare le mie richieste e questo mi tocca nel profondo del cuore. Ma mi commuovo anche, e soprattutto, vedendo un giovane forte e coraggioso, un uomo buono, come Hofmann ridotto in quello stato. Ogni volta che rileggo questo racconto sento una fitta al cuore per lui. E mi commuovo anche leggendo dell'abnegazione con cui Shultz si prende cura di lui, arrivando addirittura a levarsi la giacca per stendergliela addosso e donargli un poco più di calore.
Che fa davvero la differenza, in quelle zone. Io non mi sono mai trovata in una situazione del genere, ma un giorno (complice la giornata di sole) ho pensato male di uscire a fotografare il lungo fiume senza giacca pensando che tanto il felpone imbottito sarebbe stato sufficiente. Tempo un'ora e avevo già i geloni sulle mani. Sono rimasta un'ora in albergo, avviluppata nel piumone a fissare il vuoto tremando nel tentativo di scaldarmi.
Posso solo immaginare come dovesse stare Hofmann, ferito, febbricitante e spaventato, magari, in quel freddo terribile. In una circostanza simile anche un gesto in apparenza banale, come stendergli addosso la propria giubba a mo' di coperta, anche se è poco, può fare una differenza enorme. E di certo non è poco per Schultz, che si priva di un indumento indispensabile per proteggere il proprio subalterno. Come un padre che si toglie il pane di bocca per il proprio figlio.
Vorrai perdonare la mia superbia, carissimo, ma credo che la mia commozione sia un po' più grande della tua.
No, no, non sto piangendo: mi è solo finito un blindato nell'occhio.

Recensore Master
27/01/23, ore 18:26
Cap. 3:

Carissimo^^
I nostri soldati sono vittime di una violenta imboscata, ancora una volta il capitano Schultz si ritrova ad affrontare una situazione drammatica. I suoi uomini sono feriti, isolati e con ben poche speranze di sopravvivenza, ma non tutto è perduto.
Ci ricordi come questi soldati siano semplicemente dei ragazzi, come il giovanissimo caporale Altendorf. Ma nonostante la loro giovane età possiedono coraggio e un'enorme forza di volontà.
Il fidato sergente Hofmann è in gravi condizioni, ma è ancora vivo grazie alla fredda determinazione del suo superiore. E' stato commovente vedere come Schultz si prende cura dei suoi sottoposti, preoccupandosi per loro quasi come un padre.
Schultz è un buon comandante, non mente ai suoi uomini per rassicurarli, ma cerca di infonder loro coraggio e fiducia senza illuderli.
Il flashback ci dimostra che Schultz ha sempre anteposto il dovere ad ogni cosa, non per crudeltà, ma perché è un uomo che conosce bene le regole della guerra.
I ragazzi sono in difficoltà, ma almeno possono considerarsi in buone mani sotto il comando del capitano.
Il povero soldato Welke sembra essere corso incontro al pericolo...voglio sperare che non faccia una brutta fine. Attendo con ansia il prossimo capitolo.
Complimenti, è sempre un piacere leggere i tuoi racconti di guerra, intensi e appassionanti, ma anche pieni di umanità.
Alla prossima! :)