Cara Gladia!
Sono così felice di essere riuscita finalmente a passare, nonostante sia stata una domenica incasinatissima! E sono felicissima di entrare nel tuo profilo e di trovarlo ricco di cose nuove da leggere. Che dire, questo capitolo è struggente. In Riley c’è la schiettezza di chi sa che dovrà morire, che sta per morire: ti dico subito che il finale mi ha stesa, perché Riley si allontana giusto in tempo, perché i suoi ultimi pensieri sono per Ellie, perché l’alba, che è il suo momento preferito – così calma, così quieta, così immobile, se vogliamo, viene rotta da una trasformazione inevitabile e violenta, grazie all’immagine così vivida di Riley che si strappa i capelli dalla testa.
I pensieri di Riley hanno una lucidità spiazzante, ma sono anche uno scudo per accettare il destino orribile che le tocca. È più facile dirsi che una storia d’amore vissuta a quattordici anni o a sedici non durerà, che ammetterne la struggente importanza, perché anche se non durerà, in fondo, si tratta del primo amore, di quello che, bene o male, inizia un percorso di educazione sentimentale dell’individuo. Struggente è anche il fatto che si tratta di un amore non vissuto, non confessato, eppure intuito, fatta di esplorazioni, di attese, di supposizioni.
Tutto un mondo che in un altro tempo avrebbe potuto essere vissuto ed esplorato, un amore che avrebbe potuto divampare ed esaurirsi vista la giovane età delle protagoniste (oppure no, chissà), ma che la realtà amarissima di The Last of Us brucia. Riley purtroppo si è dovuta scontrare con la sua vulnerabilità, ma nelle sue parole, nel suo dolce, lucido rimpianto rotto solo dal timore di fare del male a Ellie, c’è il desiderio di proteggerla e c’è la sottile speranza che lei possa vincere, possa sopravvivere. Del resto, negli occhi ha uno sguardo “feroce e bellissimo” – ho adorato.
Un abbraccio forte e scusami infinitamente per questo tremendo ritardo!
Shilyss |