Voilà!
*appare con la stessa grazia di Marzio e poi inciampa nel mantello*
Come al solito, le mie letture sono sempre sofferte e sono passati GIORNI prima che riuscissi finalmente a trovare un minutino per passare da queste parti, tanto che alla fine mi hai battuta sul tempo ç_ç
Di minuti, al momento, ne ho esattamente 44, come i gatti, quindi vediamo cosa riesco a tirar fuori, tempo tiranno! (spoiler: questa intro è invecchiata male, perché ho scritto questa recensione in tre tempi, ma va bene lo stesso).
Allora, iniziamo col dire che questa storia è ansia e patema d'animo puri, ma in quel modo così perfettamente godibile che non ti fa mai stancare di leggere ♥ Della serie, "amo soffrire e so che qui potrò farlo".
Innanzitutto, perché le descrizioni in questa storia le ho trovate particolarmente fisiche. Ormai un po' il tuo stile lo conosco (e riconosco), e quando descrivi tendi sempre a coinvolgere tutti e cinque i sensi, ma qui ho trovato una prevalenza del tatto, del senso più fisico e viscerale; che, appunto, con l'horror si sposa benissimo.
"Fisico" è anche lo stile di scrittura, perché il testo diventa componente integrante della storia stessa: l'uso delle parentetiche, del grassetto, del maiuscolo, del flusso di coscienza e dei pensieri spezzati o cancellati... mi è piaciuto tantissimo e l'ho trovato assolutamente indicato per il tipo di storia che volevi narrare, per immergere totalmente il lettore nella dimensione da incubo che può essere il Sottosopra, o i semplici pensieri di Steve, Eddie, Dustin e tutti gli altri personaggi. Tra l'altro, davvero chapeau per aver voluto inserire tutti, in modo puù o meno approfondito, e donare a ciascuno il suo momento di rilievo: era molto difficile da fare senza risultare pesante e affollare la scena, ma trovo che qui scorra tutto a meraviglia. Nell'ultima sezione, ho proprio visto un "pan" cinematografico e poi dei cambi d'inquadratura singoli su ogni personaggio. È propro l'impostazione stessa della storia a essere filmica e l'ho adorata tantissimo.
A questo proposito... scusa, chi è che aveva difficoltà a descrivere? Perché anche questo è descrizione, costruzione di una scena. Magari a livello puramente ambientale non offri descrizioni minuziose, ma non è una mancanza che si percepisca, perché con singole, studiate immagini riesci comunque a trascinare nel qui e ora. Ad esempio, quella "E" che penzola attaccata a un filo... con una singola immagine sei riuscita a cavarmi fuori il cuore dal petto e questo non lo chiamerei proprio "avere difficoltà", piuttosto essere perfettamente in grado di centellinare le descrizioni solo quando servono e renderle perfettamente funzionali alla scena, ai pensieri, agli intenti dei personaggi. Ho parlato!
Detto questo, io ti mando a casa l'avvocato per aver calpestato i miei sentimenti e sei tu che hai un bidone dell'immondizia al posto del cuore, ok?
Il confronto tra Steve e Dustin in auto, tutti i non detti, e poi i detti che non si vogliono dire, il risveglio di Eddie nella disperazione più nera che setta tutto il ritmo della storia tra un rintocco e l'altro... tra l'altro, mi spieghi come fai a non togliere mai il piede dall'accelatore mentre scrivi? Gli eventi si concatenano uno dopo l'altro, ti trascinano e tu vuoi solo andare avanti, scoprire tutto ciò che hai da raccontare. Non si ha mai l'impressione che ci sia qualcosa di affrettato o di "saltato". Se ci metti il fatto di dover rimanere in un certo tot di parole, io boh, mi ritiro dalle scene ahahah kudos to you!
Tornando all'horror in sé. Ho amato ogni sezione in cui hai calcato di più la mano in questo senso. Rendere il gore ei l body horror per iscritto è molto difficile e tu, nelle descrizioni di Eddie ormai praticamente zombificato, hai veramente creato un'immagine da incubo. E nonostante ciò, anche nel corpo ormai privo di mente e controllo di Eddie, si riesce a provare pietà per lui nel modo spasmodico in cui, oltre la fame bestiale, non vuole rimanere solo laggiù, chiuso nel Sottosopra. Nel modo in cui, comunque, continua a cercare Steve e Dustin. Me li hai fatti amare nella shot spensierata di Natale e li ho amati ancor di più in questo contesto di assoluta disperazione ♥ Loro tre, avviluppati in una lotta all'ultimo sangue contro Vecna così come prima, nel mondo reale, erano uniti dai sentimenti, è un immagine raccapricciante e potentissima al contempo.
Dicevo, l'horror. Anzi, scusa, l'azione. Ecco, la scena di Vecna che prende il sopravvento su tutto e tutti è assolutamente sublime. Mi piace come anche le tue scene d'azione non perdano mai la verve poetica che ti contraddistingue. Le azioni diventano serrate, veloci, brutali, ma rimangono pennellate vivide e aggraziate anche nel descrivere qualcosa di turpe (le lune pallide tra i jeans strappati mi sono rimaste particolarmente impresse, io ti giuro che non capisco come fai a cesellare le parole in questo modo assurdo. INSEGNAMI).
Sai, non speravo affatto nel lieto fine. Mi ero già preparata psicologicamente a una versione di Stranger Things in cui i nostri perdono contro Vecna o, almeno, in cui molti di loro perdono.
Invece, per fortuna, hai voluto dare speranza, sia ai ragazzi con nuovo un futuro, sia a una Hawkins che forse potrà rimettere insieme i pezzi. Penso che la tua versione dei fatti, anche volendola vedere fuor di ship, non stonerebbe affatto come finale canonico (ti prego, sostituisciti ai registi). Sarà pur vero che hai glissato sulle altre storyline, per ragioni di tempo e spazio, ma ciò che accade ha senso. Anche che Will abbia un qualche tipo di influenza su Vecna: da lui è cominciato e con lui deve finire; ed è anche una metafora bellissima di riscatto e riconquista della propria vita, dimostrando che non servono i superpoteri di El per farsi valere. Quindi... sì, ecco, chiudo uno, due, pure tre occhi su tutto plot-wise e mi prendo tutto per me questo finale, riservandomi di ritenerlo canonico in caso d'emergenza.
Perché, di fatto, qua dentro c'è tutto ciò che Stranger Things è: l'horror, l'amicizia, il coraggio insieme e da soli, le battute sfrontate di fronte al pericolo, la sconsideratezza di un gruppo di ragazzini che si crede immortale nonostante tutte le perdite che ha subito... veramente, sembra un episodio uscito dalla serie e per questo hai solo la mia ammirazione. Mi sono divertita (soffrendo) moltissimo a leggerlo ed ero totalmente calata nelle atmosfere della serie.
Ora inizia la sezione della recensione in cui dico cose a caso slegate tra loro perché non sapevo dove ficcarle:
1. La "E" che penzola: vedo che la figura dell'appeso/impiccato torna anche qui e vederla nelle tua parole è sempre un marchio di fabbrica che vuol dire angst qualità ♥)
2. "Eddie– (Chi?)" – Ouch. Non dico altro. Questo passaggio dovevo citartelo perché mi ha spaccato il cuoricino. Che male che riesci a fare con una singola frase. Questo è il momento in cui mi sono ricordata che tu, coi personaggi, non hai pietà alcuna, e che sarei arrivata alla fine della storia agonizzante.
3. Stupendo il gioco di parole tra "Dustin" e "dust"; l'ho apprezzato veramente tanto ed è un qualcosa di geniale!
4. GIUSTIZIA PER WILL. Ho adorato come finalmente tu gli renda giustizia, dicendo che è lui il cuore del gruppo e non quella triglia di Mike (ops, l'ho detto).
5. Il modo in cui il ricordo di Bob riemerge il Will, donandogli la forza per scacciare l'incubo, potrebbe avermi fatto commuovere.
Chiudo brutalmente il papiro perché sennò mi mandi la postale.
M'è garbata, ok? Se non si fosse capito.
Un abbraccio,
-Light-
(Recensione modificata il 28/01/2024 - 02:44 pm) |