I
PRIMO POSTO, CON UN TOTALE DI 47,55/50
Il mio nuovo nome, di Nina Ninetta
Grammatica e Stile: 7,55/10 (media tra 6,6/10 di g. e 8,5/10 di s.)
La grammatica è generalmente buona, ma a causa della lunghezza del racconto ti sono sfuggiti un po’ di errori di distrazione e di concordanza.
“alla Saint Louis University per poi” inserire una virgola dopo University per chiudere l’inciso -0,20
“cinque miglia” – “cinquecento miglia” errore di distrazione -0,10
“non avrebbe giovato nessuno” – “non avrebbe giovato a nessuno” -0,10
“allo scuro” – “all’oscuro” -0,20
“quaranta mila” – “quarantamila” -0,10
“Qualcuno si lamentò, incitandola a farli passare” – qualcuno è singolare, e così dovrebbe esserlo anche “farlo passare”. Errore di concordanza -0,50
“Esclamò Mattew, ormai prossimi alla fine della banchina” – “ormai prossimo”, come sopra, oppure “quando ormai erano prossimi…” -0,50
“solo domani mattina” – “l’indomani mattina” -0,20
“quest’ultima gliela strinse” – “quest’ultimo”, il soggetto è Mattew -0,50
“sarebbe già al creatore” – “sarebbe già stata al creatore” -1,00
Non ci sono altri errori. Il punteggio è 6,6/10.
Anche stilisticamente, ho riscontrato qualche piccola imprecisione, soprattutto nella gestione delle virgole. Non ho trovato situazioni in cui la virgola andava a separare soggetto o verbo o a creare un errore grammaticale, ma in generale ne ho riscontrato un utilizzo un pochino confusionario, che mi ha ogni tanto portato a perdere il filo del discorso (e penso che la stessa cosa sia successa anche a te durante la rilettura, visto che le frasi che ti ho segnalato nel parametro grammaticale per gli errori di concordanza risultano tutte eccessivamente lunghe o complesse come punteggiatura. Probabilmente è per questo motivo che hai perso di vista il soggetto fisso con cui far concordare verbi e aggettivi). A parte questo e ad alcuni colloquialismi nella prosa, per esempio usati come intercalari (nel discorso diretto mi piacciono moltissimo, ma negli stacchi narrativi li trovo un pochino ridondanti), non ho nulla da segnalare, se non in positivo!
Sono infatti due i principali pregi della tua scrittura, che hanno permesso alla trama di brillare: i dialoghi e le descrizioni ambientali. Queste ultime hanno davvero caratterizzato i paesaggi americani con inquadrature degne di un film d’azione on the road: la desolazione texana, il motel, la stazione di provincia… tutte reali davanti agli occhi del lettore, proprio come se si fossero improvvisamente materializzate. I discorsi diretti mi sono arrivati anch’essi come spontanei, reali, adatti sia a completare la caratterizzazione dei personaggi, sia a differenziarne molto bene gli stati d’animo: si nota quanto Sarah si sforzi di rimanere nel personaggio che si era costruita e quanto ciò cambi a mano a mano che la vera lei emerge, finché non si trova a parlare a carte scoperte come Lucia nella scena conclusiva. E anche in Matt ciò si nota, tramite gli spostamenti del registro linguistico negli stati d’ira e di agitazione. Il lessico, piccoli colloquialismi nella prosa a parte, nei discorsi diretti e indiretti (e negli stacchi introspettivi su Matt) risulta perfetto se relazionato al suo background personale.
Considerando pregi e difetti, assegno un punteggio di 8,5/10 da ponderare con quello grammaticale, ma davvero, con una leggera limatura della punteggiatura non avrei trovato nulla di diverso rispetto a un romanzo americano (il tuo modo di scrivere questa storia mi ha ricordato molto Grisham, che sto leggendo di recente).
Trama e Originalità: 10/10
Il racconto segue lo schema classico di un thriller all’americana on the road, ma non per questo mi è sembrato di leggere un racconto stantio o già visto, probabilmente grazie all’ottimo equilibrio tra dialoghi tra i due protagonisti, scene d’azione e passaggi più introspettivi costruiti intorno a Matt.
L’originalità deriva proprio dall’ampio spazio che hai dato all’evoluzione dei due e ai loro pensieri, piuttosto che all’inseguimento soltanto, e in parte anche dal finale, visto che non mi aspettavo che i malavitosi appartenessero a un semplice giro internazionale di droga, e non legati persino alla compravendita di organi!
L’incipit mi ha da subito catturato grazie alla duplice introduzione, ambientale e psicologica, al contesto e al protagonista Mattew. Non c’è la sensazione fastidiosa di “riassunto del passato” in quanto le informazioni sulla sua vita sono spalmate nei primi due capitoli grazie anche all’espediente del curriculum ritrovato da Sarah nel cruscotto, ma il tutto inizia in modo molto lento e naturale ed è anche per questo che la comparsa della clandestina armata dà subito un brivido, una gran botta di adrenalina che fatto entrare il lettore nel vivo dell’avventura.
A livello narrativo la storia regge molto bene grazie al sopracitato equilibrio tra le sue diverse componenti. A risaltare maggiormente sono sì gli inseguimenti e le scene d’azione, come anche richiesto dal genere scelto, sia per la loro preminenza, sia anche per l’ottimo modo in cui sono scritte, non risultando mai confusionarie nell’ordine in cui avvengono le azioni né negli spostamenti dei protagonisti, facili da seguire e non banali nonostante un po’ “si sapeva già in partenza” che alla fine Matt e Sarah sarebbero riusciti a raggiungere la loro meta sani e salvi (anche se, effettivamente, a Washington non ci sono arrivati).
Il finale mi è piaciuto molto, come poi approfondirò nel parametro della caratterizzazione, perché non solo scioglie il mistero riguardante il tablet e l’identità di Sarah/Lucia, ma riesce ad essere complesso e stratificato: nel primo tratto dell’epilogo Matt si sente spacciato e in pericolo, teme per la vita di Sarah e anche per se stesso, rischiando di essere accusato di chissà quanti crimini, mentre invece poi al risveglio di lei emerge molto vivido il lato sentimentale e umano dei due personaggi principali, al di là del ruolo di pedine che hanno rivestito più o meno consapevolmente nella missione della CIA in cui era arruolata Lucia. La nota ironica e speranzosa verso il futuro in conclusione è una giusta ciliegina sulla torta per un racconto d’azione, ma anche di formazione personale. Tutto perfetto, non c’è che dire!
Caratterizzazione e introspezione dei personaggi: 10/10
Gli unici personaggi a non rivestire un ruolo “standard” e a non limitarsi ad essere figure di sottofondo (come i malavitosi colombiani, il capo esigente, gli agenti dell’FBI) sono i due protagonisti, come da grande classico del thriller all’americana. Tuttavia, la cosa non mi è affatto dispiaciuta perché ti ha dato modo di approfondirli al meglio, esplorandone convinzioni e obiettivi nella loro graduale evoluzione lungo il percorso. Mattew è frustrato e infelice della sua vita, tanto da aver deciso di rassegnare le dimissioni in ogni caso: e sapere di non avere in ogni caso nulla da perdere è forse il vero motivo che l’ha spinto a seguire e ad aiutare Sarah anche una volta che la minaccia dell’arma era cessata, per il puro desiderio di restare con lei, aiutarla. In pochi giorni il ragazzo ha avuto una vera evoluzione, in termini di autostima ma anche di approccio alla vita, capendo di dover rincorrere ciò che davvero desidera nonostante la strada non gli sia stata apparecchiata. E forse davvero l’occasione di provare a costruire qualcosa di nuovo con Sarah lo cambierà definitivamente.
Quest’ultima mi è piaciuta molto, nella sua costante ambiguità: si capisce che ci sia qualcosa di davvero importante e riservato, riguardo al suo passato e alle informazioni costudite nel tablet, ma al tempo stesso si nota un grande desiderio di proteggere Mattew, innocente coinvolto in questa storia proprio da lei, pur controvoglia: come le fai pensare, lei ha dei principi profondi, e mai avrebbe potuto sparargli. Non avevo capito che lei fosse un’agente sotto copertura (e ciò ha spiegato molte cose riguardo ai suoi comportamenti), ma questo senso d’onesta era ben visibile anche quando nei primi capitoli ha compiuto azioni criminose, costringendo Mattew a seguirla e a rubare il pickup.
E infine mi è piaciuto tantissimo vedere emergere la sua natura di donna nella scena finale, al di là del suo ruolo e della missione, quando finalmente si è aperta al suo compagno di viaggio e alla sua emotività.
Hai costruito due personaggi veramente reali, completi a tutto tondo nei loro punti di forza e nella loro crescita, anche passando attraverso situazioni pericolose, insicurezze e difetti. Davvero complimenti!
Bonus: 10/10
Luogo – America: La storia è ambientata on the road, attraversando gran parte degli Stati Uniti centrali e meridionali. Le ambientazioni sono descritte con attenzione, includendo indicazioni geografiche e dettagli specifici dei luoghi attraversati dai protagonisti. 2,5/2,5
Genere – Thriller: Questo è stato il tuo primo racconto thriller, ma non posso che farti i miei complimenti per come hai gestito bene le caratteristiche del genere: suspense e tensione, mistero, spionaggio, inseguimenti adrenalinici… e l’ambientazione americana non fa che risaltarli ancora di più. 2,5/2,5
Colore – Rosso: Il colore rosso è qui rappresentato a più riprese dal sangue, tramite molte descrizioni: a colpirmi sono state maggiormente quella della guancia di Mattew sporca dopo l’incidente, e ovviamente quella del sedile del pickup una volta che Sarah viene sollevata dal personale medico. 2,5/2,5
Oggetto – Tablet: L’oggetto è importante fin dall’inizio del racconto, visto quanto Sarah lo tiene stretto a sé, e nel finale diventa l’elemento decisivo per scoprire la sua identità e chiamare in causa l’FBI e la CIA. 2,5/2,5
Titolo: 5/5
Il titolo mi è piaciuto davvero molto, soprattutto in relazione al finale del racconto in cui viene direttamente citato: Lucia, abbandonando la vita precedente per divenire una privata cittadina in incognito, cambia il proprio nome in Sarah. Ma ad essermi piaciuto molto di questo titolo è il richiamo all’intero processo di cambiamento che entrambi i protagonisti attraversano lungo l’intero racconto, scoprendo nuovi lati di sé (quello d’azione Mattew, e quello d’interesse per il ragazzo Sarah/Lucia) e modificando le proprie identità e le proprie convinzioni. Un vero titolo da film di spionaggio, che merita assolutamente il punteggio pieno.
Gradimento Personale: 5/5
La storia mi è piaciuta veramente moltissimo, tanto che nonostante la lunghezza l’ho letta tutta d’un fiato senza il minimo problema. Ottime descrizioni e ambientazioni, ottimi dialoghi, ottimo ritmo: le scene d’azione sono state movimentate ma mai confusionarie e mi hanno coinvolto, facendomi temere per la sorte di Matt e, a mano a mano che cresceva l’affetto di lui per lei, di Sarah. Mi è dispiaciuto un pochino solo per le imprecisioni grammaticali e stilistiche, anche se non mi hanno disturbato durante la lettura, tanto che, se non avessi dovuto tenere d’occhio la grammatica, probabilmente ne avrei notate giusto un paio. Sarà anche stato il tuo primo tentativo con il genere thriller, ma senza alcun dubbio si è trattato di un grandissimo successo! E chissà se prima o poi ti rimangerai quel “mai più” … io ci spero! |