Premessa.
Dov’è scritto che per piacere ad un ragazzo … sia necessario soffrire mal di piedi e freddo?
Mia mamma usava ripetere “Chi bella vuol apparire, un po’ di male deve soffrire” mentre mi asciugava i capelli con il phon e me li tirava involontariamente.
Siamo già condizionate durante l’infanzia?
Impressione.
Nooo, non è affatto carino: troppo alto, smilzo, mani lunghe, gambe storte, capelli che ricadono sul viso, voce roca e miagolante.
Radiografia fatta.
A quando la mappatura dei nei?
Comunque chi disprezza…
Continua la partita. Tira e molla.
Il ragazzo dimostra un atteggiamento insolito.
La ragazza tituba.
Il ragazzo si finge indifferente.
La ragazza simula noncuranza.
Il ragazzo rimane deluso.
La ragazza si impietosisce.
Le mani si toccano.
L’imbarazzo. I sorrisi. Gli sguardi. L’intensità. La sfida.
E poi tutto sembra improvvisamente più semplice, perché ognuno perde il proprio ruolo predefinito e abbandona le proprie difese.
Confidenze e paure.
Smarrimento.
Ormai le posizioni si sono ribaltate e Robert-Art ha preso il controllo: l’imbranato dimostra sicurezza.
Ed io, in trepidante attesa di un qualsiasi culmine, mi aspetto che ci sia un crescendo!
No, ancora quiete. Acc!
Acqua, acqua, fuochino, fuoco.
Lucy, senza accorgersene (tardive facoltà lisergiche della canzone?), da il via!?
Ed eccolo... il crescendo di sensazioni e pensieri ingarbugliati, paragoni e confronti, palpiti e gemiti e respiri affannanti.
“E lui... lui è così.. No! No! Non può essere così... E’... è... è... Enorme!”
Cosa? Cooosa! Cosaaa?
Ci scusiamo per l'interruzione. La trasmissione sarà ripresa il più presto possibile.
Ancora? Uuuffa!
P.S. L'ho già detto che mi piace? Questo secondo capitolo...
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