Recensioni per
Red Russian Blood - Rosso Sangue Russo
di Rota

Questa storia ha ottenuto 19 recensioni.
Positive : 18
Neutre o critiche: 1 (guarda)


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Recensore Veterano
18/10/12, ore 14:37

"-Michail, io non posso essere il Mondo ma posso farne parte... Possiamo farne parte, tutti quanti!-" Davvero una frase meravigliosa complimenti :) è come il risveglio dopo un lungo sonno rosso...
Eh, si povera Ucraina: mi sono documentato e so che in realtà il suo buon fratellino gliene ha fatte passare tante
La tua fic è grandiosa ^_^

Recensore Veterano
17/08/12, ore 14:58
Cap. 16:

Un evento davvero tragico: anche io ho più volte immaginato di scrivere qualcosa del genere, mostrare Ungheria sanguinante tra le case distrutte, e Ivan, troppo potente e troppo pazzo per capire il male che fa, sorridere oppure, come hai scritto tu, fare il rassicurante, come fosse stata lei a sbagliare ribellandosi anziché lui, così buono da "perdonarla" coi suoi carri armati...

Complimenti, scrivi molto bene :)

Recensore Junior
13/07/12, ore 14:09

Possibile che nessuno commenti più questo fantastico compendio della storia russa? Io di solito non recensisco quasi mai ma non mi sembra affatto giusto che tu ti affanni dietro a date e riferimenti precisi senza che nessuno si congratuli con te. Ebbene quando tutti se ne vanno Akai resta!xD
Ti ammiro tantissimo per il lavoro che stai facendo, per la caratterizzazione puntuale di tutti i personaggi(non solo Russia e le altre nazioni ma anche e soprattutto dei personaggi storici come Stalin, Lenin, Pietro il Grande), per la precisione incredibile con cui in poche righe la fai sentire veramente, la presenza della storia.
Dopo tanti capitoli sui problemi interni della Russia(lo scorso capitolo mi ha depresso per tutto il giorno e questo è un bene!) si arriverà allo scontro con Germania, nevvero? Non vedo l'ora:)
Continua così, d'ora in poi ti lascerò sempre un commento, promesso!
Akai

Recensore Master
18/04/12, ore 21:50

Io sono una persona fiducia e ottimista di natura, ergo non dispero di poter vedere questa storia tra le scelte del sito. Che è /giustramente/ il posto che merita, diamine.
Ergo, anche se in ritardo non cronico, di più diciamo patologico, continuo nell'impresa di non lasciare nemmeno un capitolo di questa opera priva di recensioni: potrò metterci secoli e millenni, ma non sarebbe giusto lasciare senza un commento ogni singola parola della fan fiction, ecco.
Ivan, qui, era una figura monolitica, non so se riesco a spiegarmi: in mezzo a tutta quella foschia -fisica e ideale-, è l'unica certezza fissa, la /certezza/ che lui è esistito, esiste e sempre esisterà è la sola cosa, la sola realtà e verità in un mondo confusionario dove certezze granitiche si fa davvero molta fatica a trovarle. Da una parte i rossi, i bolscevichi, l'ideale, dall'altra i bianchi, gli zaristi, sostenuti da quell'Europa che comincia a intravedere il pericolo celato dalla /foschia/ della Rivoluzione. Ma la foschia che dovrebbe fungere quasi da barriera verso il mondo esterno, un velo che lascia intravedere ben poco della vera realtà della politica russa, ha messo radici nel territorio stesso della steppa, nascondendo la verà realtà alla propria gente -del popolo e primus inter pares che sia. Se la foschia copre, non fa distinzioni.
Persino Troskij non riesce a strappare il velo e, nemmeno per propria colpa, non è in grado di vedere quello che sarà il destino che lo attende: la foschia gli ha tirato un brutto scherzo, perchè gli ha fatto pensare ad un futuro ben diverso dall'esilio, ha reso opachi gli occhi di Stalin celando quelle che si potrebbero chiamare "le vere intenzioni" riguardo la sua persona.
Ma Ivan vede, Ivan sa.
Ed è allo stesso tempo dono e maledizione.
-Dipende dai punti di vista. Ho pianto più lacrime di quante voi tutti assieme possiate mai fare...-.
Bhè, direi che questa frase esprime nel pieno quello che ho malamente tentato di dire, no?
Complimenti, donnaH!
E perdona questa immonda puzzona (sì, questa volta me lo dico da sola), che si fa attendere millenni per mettere insieme qualche accozzaglia di parole nelle speranza di far capire quello che ha provato leggendo.
Alla prossima,
Nemeryal

Recensore Master
10/03/12, ore 14:54
Cap. 12:

*Arriva in scivolata e si spiaccica contro lo schermo del pc*...Vabbè, l'intenzione c'era.
E con il ritardo cronico e perenne che mi contraddistingue, eccomi che arrivo! Ti ero mancata, vero? <3 *E dalla regia(?) si sentì un "NO!" secco." Dicevamo.
L'Inverno è duro da affrontare. Perchè l'Inverno è la neve bianca che copre ogni cosa, che dà l'illusione di un mondo staccato dalla realtà -immoto ed immobile. L'Inverno è una coperta sulle spalle ed una cioccalata calda tra le mani. L'Inverno è, per dirla così, un'immagine quasi /dolce/.
Ma è anche gelo che ti morde le carni, freddo che ti trapassa il petto e ti infiamme le guance, facendoti lacrimare gli occhi. E' tutto e il contrario di tutto, qualcosa di doppio e ambiguo -proprio come Ivan.
Tutta la narrazione, poi, ti lascia la sensazione di essere sul filo del rasoio. Anzi, per rendere meglio l'idea, ti dà l'impressione di essere su una lastra di ghiaccio tanto fine che basterebbe il respiro a ridurla in frantumi. Ti mette l'ansia, quel rischio. I brividi, come l'Inverno che si fa sempre più vicino e si non può fare nulla per evitare che accada (quasi fosse una /semplice/ stagione.)
E alla fine (Ti giuro, le tue chiusure sono da oscar! Sono perfette, donnaH!), il ghiaccio ti crepa e tu cadi nell'acqua gelida e annaspi, tra i crampi e lo shock.
Ottimo lavoro!
Mi è piaciuto tantissimo, questo capitolo <3
Alla prossima,
Nemeryal

Recensore Master
08/02/12, ore 11:49

Posso citare l'intero capitolo? Posso? Posso? Dici che non si può, eh? Va bene, allora mi limiterò a citare solo il pezzo d'inizio:
Ivan aveva sempre avuto una vaga idea di cosa la gente comune intendesse per compleanno.
Gli uomini avevano un inizio - quindi necessariamente anche una fine, una ben sancita dimensione all'interno dei secoli - e per ricordarsi il passare del tempo, forse per scandire meglio qualcosa che non poteva essere quantificato, segnavano date e avvenimenti, periodi e intervalli. Quello più comune era, appunto, il compleanno: decretava l'inizio, l'inizio di qualcosa di importante o comunque notevole.
Per Braginski il concetto del tempo non poteva essere uguale a quello degli uomini, lo intuiva egli stesso.
La sua non era stata una vera e propria nascita, così come quella di Kiev non era stata una vera e propria morte. In realtà, Ivan pensava che alla base di tutto stava la diversa dimensione del vivere, tra uomo e Nazione. Un uomo viveva senza la sua Nazione, ma una Nazione non poteva vivere senza i suoi uomini, frutto com'era della loro volontà, dei loro sogni e della loro determinazione.
Era anche vero che gli uomini potevano cambiare, che l'aspetto preponderante di una società era mutevole così come era mutevole il concetto di norma e di legge. Ma era l'anima a rimanere la stessa, il nocciolo più intimo, e questa legava uomini e Stati in un vincolo unico che non si sarebbe potuto mai spezzare.


Ora, per l'amore di Pugaciov, spiegami perchè ci sono solo io a recensire questa storia? Non ha senso. Non ne ha.
*Sospira* Quello che mi piace del fandom di Hetalia è la possibilità di scrivere delle Nazioni che incontrano, parlano, interagiscono con i personaggi più importanti della loro storia. Detta in poche parole, questo capitolo mi ha fatto impazzire.
Vuoi per la riflessione iniziale, vuoi per come questi personaggi sono stati messi a parlare e a conversare tra loro (tutta la scena è per loro, per la Russia, anzi, per l'Unione Sovietica in piena fioritura e Lenin in lenta decadenza), per il brindisi e la Vodka (Che io mi immagino essere la Kalinka, perchè, diamine, Ivan è la Russia e la Russia non può che capirsene di Vodka). Per tutto, ecco.
Per come hai mescolato insieme tutti questi elementi.
Davvero, un altro capitolo perfetto. Mi è piaciuto tantissimo!
Davvero, non riesco nemmeno a spiegare il perchè, ma l'ho adorato. Mi ha colpito, mi ha lasciato qualcosa dentro che nemmeno riesco a chiarire a parole.
Splendido U_U
Ottimo lavoro!
Complimenti!
Alla prossima,
Nemeryal

Recensore Master

Ah! Muwahahaha! Con la Consolatio appena finita, questa mattinata è tutta dedicata a Red Russian Bloood U_U Niente può fermarmi! (forse).
Un capitolo su Lenin! Quale personaggio controverso ed affascinante e di difficile trattazione in effetti! Lui che è stato aiutato dalle forze nemiche a tornare in patria, lui che proponeva la disfatta del proprio paese, lui che, al contrario di quanto diceva Marx, la Rivoluzione sarebbe scoppiata in Russia e non in Germania perchè essa poteva nascere solamente in un paese che avesse sopportato con maggior difficoltà lo sforzo economico di una guerra *moderna* (Quindi, chi meglio della Russia stessa?), lui che, nonostante le votazioni fossero contrarie, ha portato il partito bolscevico al potere, lui che, alla fine, stroncato dalla malattia, non voleva lasciare nelle mani di Stalin tutto quello che aveva creato a costo di migliaia di vite, quell'Unione Sovietica ancora giovane e macchiata di sangue.
Bello, sto svarionando
Mi piace come hai caratterizzato questo personaggio così complicato e difficile da gestire, e Ivan..te l'ho mai detto che amo il tuo Ivan? Sì? No? Forse? Oh bhè, ribadirlo ancora una volta non farà male, da? Amo la caratterizzazione del tuo Ivan, il modo di porsi all'interno della sua stessa storia, di relazionarsi con i personaggi che l'hanno costruita -nel bene e nel male-, con la curiosità di un bambino e la fermezza della Nazione che è -e che sarà, visto l'epoca di questo capitolo in particolare-

Per quanto la storia si faccia da secoli, per quanto la storia non si interessi dei singoli uomini ma delle semplici popolazioni, Ivan imparò l'importanza delle piccole cose - come giornate, attimi, parole.
E nella storia rossa di quegli anni, ci furono giorni che non gli fu possibile più dimenticare.


Poi, vabbè, se mi concludi il capitolo così, io come faccio? Non è leale!
Complimenti immonda puzzona!
Alla prossima,
Nemeryal

Recensore Master
27/01/12, ore 10:52

In ritardo, ma arrivo! Seneca non mi avrà! I Tiranni di Grecia neppure! (Le ultime parole famose..)
Ipocrisia. Ah, che argomento difficile da trattare, soprattutto quando si parla di politica e affini.
-Significa nascondere nelle parole più significati...- dice Kerenskij e di parole, di significati nascosti in rigiri retorici, ne sono state dette.
-Tu mi piaci molto, Kerenskij. Vedi di non morire!-. risponde Russia. Il che, all'inizio, fa quasi ben pensare: sì, insomma, un'esclamazione normale come tante, detta da un Rappresentante al proprio uomo di governo. Già, parole come tante.."Nascondere nelle parole più significati". Ti martella dentro la testa dopo un po' che ci pensi, no? "Vedi di non morire!" e invece, il destino del governo di Kerenskij è stato ben altro. Lo stesso governo che sperava di proteggere la propria patria del fuoco dei bolscevichi , è caduto sotto i colpi, sotto la rabbia, la fame e la miseria della stessa Russia. Soprattutto se consideriamo che Lenin all'inizio proponeva la linea del disfattismo contro il proprio paese. La lotta per la sconfitta della Russia.
Ma che recensione misera dopo tutto questo tempo che mi faccio aspettare D:
Sono un essere orribile, decisamente.
Ciò non toglie, però, che questo capitolo è ottimo come al solito! Davvero complimenti, donnaH! Non è facile trattare di un argomento come la storia russa, con tutte le contraddizioni che essa comporta. Però, mi piace come sta riuscendo!
Prometto che mi rifarò con la prossima recensione!
Nemeryal
(Recensione modificata il 27/01/2012 - 10:56 am)

Recensore Master
01/12/11, ore 21:27

Questo punto di vista per narrare lo sterminio della famiglia Romanov è quanto mai inusuale..per questo mi piace! Credo che nell'immaginario comune [Tra cui mi ci infilo anche io, deh!] si sia radicata l'immagine di Russia che punta il fucile contro i Romanov e faccia fuoco (con scene più o meno lacrimevoli e/o approfondimenti vari e variegati sul passato del nostro beneamato Ivan con la famiglia degli zar). Ecco, leggere o meglio, "vedere" questa scena secondo un'altra prospettiva è davvero un'ottima cosa.
L'immagine di Russia che rimane rintanato nell'armadio, che spia la tragedia -e ne rimane in qualche modo intoccato, uno spettatore esterno- è qualcosa di straziante, proprio come la domanda che rivolge a Jurovskij:
-Posso uscire, ora?-
Perchè sa tanto, tanto di bambino spaventato. Ti stringe il cuore e ti fa commuovere, perchè è come se Ivan lasciasse la propria innocenza, in quell'armadio. Come se quel tanto di "infantile" (se si può parlare correttamente di infanzia e infantile con una Nazione come la Russia) che ancora gli rimaneva fossero rimasto lì, nell'ombra dell'armadio. E come un bambino Russia deve crescere, spalancare gli occhi sul mondo che lo circonda e imparare a viverci, non più protetto dalla scintillante realtà della vita di palazzo.
Ivan comincia davvero a crescere, entra nella maturità battezzato dal sangue di una famiglia con cui aveva convissuto per 300 anni. Un nuovo mondo per Ivan, una nuova Russia per il mondo.
Ecco, questo capitolo entra diretto nella mia personalissima lista di capitoli preferiti. Perchè è davvero ottimo, è spettacolare. Non ci sono parole, anche ad analizzarlo, ci sarebbe sempre una sfumatura in più da scoprire, cogliere e assaporare.
Quindi, sì, complimenti, davvero un ottimo lavoro <3
Complimenti!
Alla prossima,
Nemeryal

Recensore Master
13/11/11, ore 13:42

(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte)
Pensare ad Hetalia e alla Storia (quella con la S maiuscola) può far storcere il naso: in fondo, Axis Powers Hetalia è un manga/anime parodistico, dove della storia sono presi i fatti più curiosi e i clichè tipici di ogni Nazione (anche se non mancano, nella versione cartacea, strip dedicate a momenti più seri, vedi la Rivoluzione del 1905 in Russia o la Guerra di Indipendenza America -sul cui episodio si è tanto spesso abusato nel fandom). I personaggi che Himaruya ci presenta e ci fa amare e apprezzare, arrivano così, fatti e finiti. Il bello di legare Hetalia alla Storia è quello di ricostruire attraverso ulteriori eventi non citati dal manga/anime il loro carattere, la loro formazione, dagli episodi più leggeri a quelli più drammatici, dai letterati ai pittori, dalle battaglie alle guerre.
Ed è quello che succede in questa storia: Russia nella completezza della sua storia così complessa, nella formazione del suo carattere, grazie (e anche a causa) ai momenti e ai personaggi che ne hanno forgiato la figura, nel bene e nel male. Lenin, Rasputin, Gengis Khan, senza dimenticare i rapporti più o meno burrascosi intercorsi tra le altre Nazioni e le altre potenze che dominavano il resto del mondo.
Perchè spesso Ivan Braginski è mostrato, nel fandom, come un folle scriteriato armato di rubinetto che non sa fare altro che tracannare Vodka, spasimare per posti caldi e girasoli, e minacciare tutti di diventare una cosa sola con lui.
Ma come si è arrivati a questo punto? Come si è giunto alla "pazzia" che intacca la mente e il carattere di Russia?
"Red Russian Blood - Rosso Sangue Russo " è lavoro ottimo, scritto con uno stile davvero godibile, che cerca di dare una risposta, che costruisce pezzo per pezzo Russia, nella complessità del personaggio e di una storia nazionale da non molti conosciuta, unendo la sua controparte Hetaliana alla Storia vera e propria.
(Recensione modificata il 13/11/2011 - 01:47 pm)
(Recensione modificata il 13/11/2011 - 01:49 pm)

Recensore Master
13/11/11, ore 13:32
Cap. 7:

*parte musichetta fAIga* Ta-dah! I'm here! Yes! So che sembra strano, che il mondo crollerà e noi non diventeremo una cosa sola con la Grande Madre Russia da, ma sto recensendo in orario, lo stesso giorno della pubblicazione! (E il fatto che in realtà io sia in palese ritardo, perchè non ho commentato l'altro capitolo prima che questo venisse postato su EFP, è soltanto una diceria messa in giro dai miei nemici mortali, ecco. Non credere a nulla di quello che ti diranno!)
Ah-ehm *tossicchia*
Uh, Sadiq! Un bel personaggio di cui non so praticamente nulla, che non viene molto valorizzato all'interno del fandom. Il che è un vero peccato, considerando l'influenza e il peso non indifferente che ha avuto l'impero Ottomano (coi suoi scontri, ma anche coi suoi incontri) sulla storia dell'Occidente.
Mi garba assai vederlo qui relazionarsi con Russia, in una battaglia di orgoglio, lenta ma inesorabile, di un Impero immenso, ma ormai stanco, logorato dagli anni, ed una potenza giovane, ma non per questo meno pericolosa, in un territorio altrettanto vasto. Uno contro l'altro, costantemente.
E il brivido di Sadiq è più che mai comprensibile: non tanto di paura, o almeno io non l'ho interpretato in questo modo, quanto di attesa, di qualcosa che si sa avverrà, ma non quando né come..
Un altro ottimo lavoro :3
Amo davvero tanto questa storia!
Alla prossima,
Nemeryal

Recensore Master
13/11/11, ore 12:33

Ecco, io sono un tonno. Ma di quelli molto pesciosi, eh. Molto pesciosi e molto stupidi, chiariamo la situazione. Mi meriterei di essere presentata davanti a Natalia con in mano l'atto di matrimonio (falsificato ad arte) tra me e Ivan.
Ho aspettato secoli prima di recensire perchè volevo fare un commento come si deve, e alla fine sono arrivata in ritardo mostruoso. Ma prendetemi a padellate, che magari divento intelligente!
Bah, chiedo umilmente perdono per la mancata recensione a questo capitolo D: Bene, adessi rimedio, eccome se rimedio!
Mi piace molto questo frammento, questo ultimo incontro tra Russia e Rasputin: una figura affascinante questo mistico -che la tradizione della Dreamwsorks ci riporta ad un essere scheletrucolo, barbuto e "leggermente" sclerato. E con gli arti che si staccano, ma questi sono dettagli. Era solo un po' morto e putrefatto, in fondo-, che è riuscito ad incantare l'intera corte di Nikolaj, a salvare la vita del piccolo Aleksej con quei suoi poteri-non poteri (ipnosi? Cessazione delle dosi di aspirina date dai medici? Preghiere? Non si sa) e ad ottenere sempre più potere.
La descrizione di Rasputin affogato è quasi tangibile. Fa venire i brividi.
E la domanda di Ivan, bhè, è qualcosa di così..non saprei bene come dire. Malinconia, curiosità, addirittura speranza. Perchè certo nemmeno Russia poteva rimanere intoccato dal fascino mistico di Rasputin.
Davvero un bel capitolo. Evocativo, scuro, ti mette i brividi e anche un po' d'ansia addosso.
Ancora complimenti e scusa per il ritardo immane D:
Alla prossima (ma anche subito, direi!)
Nemeryal

Recensore Master
01/10/11, ore 11:11

Chiedo perdono per l'immenso ritardo con cui vengo a recensire questo capitolo!
Brr. Ecco, riesco a sentire lo stesso freddo di Ivan: un gelo che non è dovuto alle basse temperature delle steppe di Russia, ma qualcosa che ti viene da dentro, che ti morde le ossa e non ti lascia andare. Un gelo che viene dalla consapevolezza della rottura, dello squarcio che la firma di Nikolaj (strano pensare a come una semplice sequenza di lettere vergate con l'inchiostro possa cambiare il futuro di una Nazione) aprirà tra il passato e il futuro, tra lo zarismo e il comunismo. E' un freddo che Nikolaj non può calmare, nemmeno dando ad Ivan il suo mantello, perchè non c'è davvero niente che lo zar possa fare per una Russia che oramai non gli appartiene più. Che appartiene a se stessa, ora, che appartiene a quella bandiera rossa (Ed alla bandiera Rossa della gloriosa Patria saremo sempre leali con abnegazione recita l'Inno Sovietico), alla falce e al martello.
Mi ha davvero colpito questo capitolo, i richiami a Marx (Il Fantasma del Comunismo, quella Rivoluzione che il filosofo tedesco diceva si sarebbe realizzata in Germania -là, dove classe operaia e capitalismo erano più forti-, ma per Lenin sarebbe scoppiata in Russia, l'unica che avrebbe dovuto sopportare con maggiori difficoltà lo sforzo economico per sostenere la Guerra), e l'umanità di Nikolaj, quello zar tanto tristemente famoso che sermbra così piccolo dinanzi al foglio bianco, l'inchiostro e i rappresentanti della Duma.
Fa davvero strano pensare al lato umano di quest'uomo, a colui che, durante le 5 giornate di Pietrogrado, mandoò questo messaggio a Chabalov:
“Ordino che, a partire da domani, nella capitale vengano fatti cessare i disordini che non è possibile tollerare in questa difficile ora di guerra con la Germania e l’Austria”
cui il generale rispose:
Questo telegramma, come potrei dire? Ecco, per essere franco e sincero, fu per me un fulmine a ciel sereno. “Far cessare i disordini”? Finché avevano chiesto del pane, si dava pane, e la faccenda era chiusa. Ma quando sugli striscioni è scritto “Abbasso l’autocrazia” non c’è pane che tenga. Che restava dunque da fare? Ciò che lo zar aveva ordinato: sparare”.
Eppure è lo stessa umanità che si può cogliere nelle parole successive all'abicazione:
“Ho deciso di abdicare. Fino alle tre di ieri avevo pensato che l’avrei fatto in favore di mio figlio Alessio. Ma ho cambiato idea a favore di mio fratello Michele. Spero che voi comprenderete i sentimenti di un padre..”
Davvero un ottimo capitolo. Scusa per l'immenso ritardo e per il poema che ho scritto. Però, davvero, questo capitolo era fantastico.
Complimenti!
Alla prossima,
Nemeryal

Recensore Master
08/09/11, ore 11:03

*w* Credo di poter amare questi capitoli incentrati sul rapporto tra Russia ed il suo Zar. Anzi no, non credo, ne sono sicura.
-Voi vi fidate delle dicerie o del vostro Zar?-
Domanda estremamente difficile, davvero. Si capisce il perchè Nikolaj voglia a tutti i costi avere una risposta e non una pallida divagazione.
Perchè in quella domanda sta il fulcro di tutte le vicende successive. LA domanda: a chi è più fedele, Russia, al suo popolo o allo Zar? Perchè la Russia è il suo popolo, ma lo Zar?
...No, vabbè, dai, questa mia parte di commento è stato uno sclero assurdo, senza capo né coda.
Però non mi sarebbe mai venuto in mente se non avessi letto questo capitolo (E, a proposito, scusa per l'immenso ritardo).
Si sente la preoccupazione, si sente il gelo anche se tutto è immerso nel verde del giardino. Perchè qualcosa non va, qualcosa si sta incrinando. Russia lo sente, ma anche Nikolaj, sebbene questi non sembra volerlo affrontare direttamente.
Amo questa storia sempre di più.
Davvero complimenti, Rota, un ottimo lavoro!
Alla prossima,
Nemeryal

Recensore Master
16/08/11, ore 10:41

*arrivata di corsa buttando giù la porta* Ci sono ci sono ci sono ci sono! In ritardo mostruoso a recensire questo capitolo, ma ci sono! Chiedo venia, chiedo umilmente venia!
Ah, Nikolaj! L'ultimo zar di tutte le Russie..! Fa strano vederlo così, nell'ombra e nel buio, con la testa fasciata e con in mente il solo desidero di sposare Alessandra. All'inizio, uno quasi non ci pensa che saranno entrambi origine e vittime della Rivoluzione. Torna in mente quando Ivan ripensa alla sensazione che ha avuto vedendo la futura zarina. E allora si sente come un brivido che corre lungo la schiena.
Leggendo questa frase:
Certo che la ricordava: era stato lui a fargliela notare, sentendo come in lei il destino che poi si sarebbe compiuto sulle sue terre(5). Ivan era, un po' come tutti i russi, un po' come la stessa terra immensa e nostalgica di Russia, melodrammatico e fatalista nel suo più intimo essere - eppure quella tedesca gli era piaciuta davvero tanto.
oltre ad essermi piaciuta oltre limite concesso da Ginevra, ho avuto una sorta di flash.
Ivan, ancora alla corte di Nikolaj, con lo sguardo rivolto ai sovrani. Poi, bum! il destino che si compie e la sala spoglia del palazzo di Ekateninburg, e lo sguardo di Russia rivolto sì agli oramai deposti sovrani, ma di certo non più con la stessa dolcezza che riserva loro in questo capitolo (direttamente -A Nikolaj- e indirettamente -ad Alessandra-)
Poi, io sono melodrammatica per postulato assiomico Aristotelico, quindi questi filmini mentali sono per me all'ordine del giorno XD Oramai non mi stupisco nemmeno più degli sproloqui che la mia testa bacata riesce a tirar fuori.
In sintesi -si fa per dire- davvero un bel capitolo.
Complimenti,
Nemeryal

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