[E dopo averti fatto sapere con largo anticipo cosa penso del capitolo, e siccome mi è d'obbligo ripeterlo anche qui, mi sembra giusto avere qualcosina da dire!]
Avevi detto che era un capitolo particolarmente triste, ed avevi ragione. Ma, oltre a questo, l'ho trovato particolamente forte.
Hai saputo trattare con grande perizia e grande tatto il tema centrale che era quello della perdita, trasmettendo nel lettore ognuna di quelle emozioni, così abilmente descritte, facendole provare come se fossero state realmente sue.
Per ovvie ragioni, come ben sai, il capitolo mi ha coinvolto particolamente. Sebbene si tratti solo di una fanfiction, non ho potuto fare a meno, paradossalmente, di sentirmi vicino a James, di sentirmi James: lo sgomento della perdita, la consapevolezza che giunge solo dopo la funzione, il dolore che ti paralizza nei giorni a seguire. Sei riuscita, attraverso gli artefici linguistici, a trascinarmi nella testa di James, a vedere il mondo con i suoi occhi.
E, accanto a ciò, mi è piaciuto il modo in cui hai trattato l'argomento: hai dato una visione realistica di quella che è una perdita, vivida, quasi cruda nel suo essere vera, ma pur sempre distaccata e discreta, come una sorta di tacito rispetto nei confronti del lettore e del personaggio stesso. Hai descritto l'essenziale, senza perderti in dettagli superficiali che anzi avrebbero rovinato il lavoro e questo non ti fa che onore.
E ho particolarmente apprezzato la reazione di James, perchè è estremamente vera. Hai saputo dipingere la forza di un uomo sgretolarsi contro l'ostacolo più grande che è il dolore, mostrandone la debolezza senza tuttavia denudarla, senza renderla motivo di commiserazione o pietà; al contrario, il lettore, davanti ad un James distrutto dalla morte della madre, non può far altro che provare pena e compassione, provando quasi il folle desiderio di stringergli la spalla in una confortante morsa.
Estremamente vera quanto purtroppo sgradevole è stata l'immagine che hai creato del funerale magico: un funerale al quale hanno presenziato soggetti che erano lì non per offrire un sostegno, ma per il dovere delle circostanze, mostrando volti freddi, duri, insensibili, come ahimè spesso accade nella realtà. A capo di questa cerchia naturalmente hai posto, com'era giusto che fosse, i genitori di Sirius, la personificazione di tutto quel che ho detto sopra. E per fortuna, a questa cerchia, si è opposta una piccola èlite di persona che la ci volevano stare davvero, che avevano un motivo per esserci, primi tra tutti i genitori di Alice, veramente e palesemente coinvolti.
Ma nonostante tutto, tu ne hai solo accennato la presenza, concentrandoti su ciò che era più giusto: il dolore dello stesso James.
Hai saputo creare un'atmosfera assolutamente reale, tanto che, se avessi alzato lo sguardo dal monitor in quel momento, avrei avuto la scena nel salotto di casa mia. Il dolore di James era l'impotenza dei suoi amici e ti sei ritrovata, volontariamente o meno, a far convergere la personalità dei Malandrini con il lettore stesso, quasi incarnasse seriamente uno di quei personaggi.
Hai mostrato un tatto che è molto difficile da ricreare nella finzione di una fanfiction, scegliendo nella maniera più accurata i gesti e le parole di ognuno dei personaggi, mostrandone il dolore attraverso il velo sottile della discrezione, come ho già detto.
Grande importanza hanno avuto anche gli incubi di James, che non hanno fatto altro che agigungere un ulteriore tocco di realtà al capitolo: non ti sei soffermata a descriverli, non hai portato il lettore nell'immagine di un macabro omicidio, ma ti sei limitato a lasciarlo lì, sulla soglia, ad assistere quasi con rispetto alla scena e questo è qualcosa che ho gradito particolarmente.
Quanto a Lily, se possibile, mi ci sono rispecchiata ancora di più. L'apatia è la sensazione che si avverte maggiormente e che sei riuscita a ritrarre fin troppo bene. Eppure non l'hai lasciata a crogiolarsi nel dolore, non l'hai lasciata vittima di vecchi ricordi del passato, ma hai dato alla sua sofferenza una dignità, mostrando come ci si può rialzare, piano, da una brutta caduta; per questo mi ha strappato un sorriso la risata di Lily alla vista di un James alle prese con la sveglia mattutina, disordinato ed assonnato. Hai mostrato come, sebbene il dolore tenda ad offuscare tutto, Lily sia stata più forte, così da cogliere un sorriso in tutto quel mare di desolazione.
E qui si arriva al punto più sgradevole del capitolo: non per come è stato scritto, sia ben chiaro, ma per il fatto in sè. L'odio accecante di Petunia, la collera nei confronti della sorella, nella loro drammaticità ed antipatia, non hanno per nulla stonato col contesto; coonosciuta la situazione di Lily, sarebbe stato impossibile non aspettarsi questo confronto. Un confronto che ha portato Lily, tramite le parole velenose della sorella, a prendere atto di una realtà dalla quale, inconsciamente o meno, rifuggiva: il suo stato di sangue magico, l'improvvisa consapevolezza di essere stata rifiutata da Sirius per quel motivo e come lui, da tutti i maghi e streghe purosangue. Una consapevolezza resa ancora più orribile dall'instabilità delle emozioni di Lily che, devo dirlo, hai saputo farle controllare senza scadere nel banale o nel depressivo. Certo è che lo sgomento che prova è più che giustificato, non sarebbe stato IC, altrimenti.
Veritiero anche l'aspetto degli invitati che dicono parole vuote, scarne, fredde, che in realtà non dicono nulla: spesso è proprio così e l'unica reazione possibile è la medesima di Lily,che ho trovato giusta e coerente.
Ma il vero aspetto di questo capitolo che mi ha letteralmente mandata in brodo di giuggiole è stato decisamente la continua presenza del contatto fisico. Ora, è difficile trovare le parole adatte per esprimere quel che penso, ma ci proverò ugualmente. I contatti tra Lily e James, dal semplice sfiorarsi allo stringersi tanto da farsi male, li vedo come una sorta di scambio di forze reciproco; accomunati dalla stessa situazione e quindi dalle stesse emozioni, traggono forza l'una dall'altro, senza mai scambiarsi una parola, ma restando sempre e costantemente in contatto fisico. Da come li hai descritti, spesso sono involontari e mai interrotti ed è questo che mi è piaciuto di più: l'inconsapevolezza dei due personaggi principali di essere dipendenti l'uno dall'altra, dal trasformare il dolore reciproco in forza. Come due fenici che rinascono l'uno dalle ceneri dell'altra. La scena emblema di questo concetto è senz'altro il finale, degno punto di chiusura dell'intero capitolo. James e Lily stesi uno accanto all'altra, uno tra le braccia dell'altra, in attesa dell'alba e non solo, in attesa di un sole che non è una stella ma qualcosa di più complesso, astratto e profondo. In attesa della rinascita, del cambiamento, della vita stessa.
Lo stile è il tuo: liscio, in grado letteralmente di trascinarti via tra le righe di pixel, che ti imprime tanta di quella curiosità che ti spinge ad andare avanti e non perchè devi concludere il capitolo, ma perchè vuoi realmente farlo, perchè sei realmente interessato a quel che stai leggendo.
Uno stile dinamico, quasi vivo, che tende quasi a staccarsi dalla mano del creatore per farsi strada da sè.
La grammatica è altrettando impeccabile e molto strategica si è rivelata la scelta di vocaboli che non erano pomposi o formali e che nella loro semplicità hanno saputo ricreare un ambiente assolutamente profondo e quanto più verosimile alla realtà.
Brava: un lavoro eccellente, eccellente, eccellente! |