Recensioni per
Fior di Ciliegio.
di Gwendin Luthol
Sei bravissima nel descrivere la drammaticità del momento senza scomporti, in modo diretto e semplice, così da colpire chi sta leggendo. |
Dunque la madre di Taro muore nel terremoto. Questo dà una piega tutta diversa alla storia. La scena è descritta molto bene, essenziale, senza essere melodrammatica, ma in modo da colpire. E' particolarmente bella l'immagine iniziale della sala che sembra dentro una boccia con la neve, mi piace :-) |
Piango, seriamente... |
Dopo questo dovrei scrivere qualcosa... |
Un capitolo brevissimo, ma che dà veramente i brividi nella descrizione e nel ricordo spaventoso del terremoto. Bello il finale "il tuo cuore ha tremato peggio di tutto ciò". |
E' straziante quello che sei riuscita a scrivere... |
Questo capitolo ha un bellissimo inizio e una fine molto malinconica, ma anche profonda. Hai espresso molto bene la goffaggine deliziosa di Midori e l'arroganza un po' addolcita di Taro e quel "ti stanno crescendo i capelli" è come una specie di riconoscimento. Ah, ci sono un paio di errori di battitura, ma roba da poco. Per il resto sarei felice se continuassi questa storia perché mi sembra molto bella. |
Lo sai quanto adorassi questa storia e quanto io continui ad adorarla. |
Sai, le cose più belle e particolari vengono sempre messe da parte. |
Ho letto tutto d'un fiato questa storia che mi ha saputo prendere molto, sia per la cura con cui hai descritto i personaggi, sia per lo stile asciutto e scorrevole. Aspetto il seguito :-) |
Eeeeh... *sospira* |
Cavolo questo capitoli mi è piaciuto troppo! Davvero, è commuovente. La descrizione lieve della tristezza, di un ragazzino che ormai deve diventare grande e maturo e questa malattia che rende la madre ormai come una bambina. Davvero commovente e anche il finale devo dire che mi è piaciuto, diverso dal solito. Bravissima! *_* |
I tuoi capitoli mi regalano sempre una nota di dolcezza e di calore... Davvero, splendido anche questo... |
Innanzitutto fucilami. Violentemente. Mi dispiace c.c |
“Ma non ti isolano troppo?” domandò la ragazza. |