Recensioni per
Le quattro stagioni
di _camus_

Questa storia ha ottenuto 28 recensioni.
Positive : 28
Neutre o critiche: 0


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
[Precedente] 1 2 [Prossimo]
Recensore Junior
04/09/14, ore 09:56
Cap. 1:

Stupenda!
Anche se non ne ho viste molte in giro, mi piacciano un sacco le fiction che parlano di Mur e Kiki come fratelli.
Davvero bella

Nuovo recensore
14/04/12, ore 17:52
Cap. 4:

Shaka e Saga sono forse i miei personaggi preferiti di Saint Seiya: dunque non ho potuto fare a meno di apprezzare questa one shot, che li vede ritratti insieme (cosa rara).
Nonostante la tenera età si percepisce tutta la superbia di Virgo, superbia che solo le parole di Gemini riescono a temperare: Saga sa bene cosa significhi pensare di essere superiore a tutto e tutti ma, dall'alto della sua maggiore esperienza, sa anche quanto questo pensiero sia spesso controproducente.
Magnifico che poi, anni e anni dopo, sia invece Shaka a ricordarlo al più anziano che, dimenticando i suoi saggi consigli impartiti al bambino, ha portato se stesso e chi l'ha seguito alla rovina. Complimenti!

Nuovo recensore
18/12/11, ore 15:26
Cap. 1:

Uff, ma l'ho preso come un lavoro! Eccomi finalmente giunta all'ultimo capitolo (che poi sarebbe il primo.. sempre controcorrente, io!).
Questo è l'esatto opposto di Estate e Inverno: da una situazione critica si passa allo scioglimento della vicenda.
Prima il dramma della morte della madre: povero Mu, lui in genere così umano si ritrova a provare dei sentimenti astiosi porprio verso la creatura che più dovrebbe amare, anche solo per il semplice legame di sangue. " avevano cercato di consolarlo mettendogli in braccio quella creaturina indifesa, che ai suoi occhi altro non era che un assassino, piccolo,piangente, crudele.". La frase colpisce per la sua tremenda veridicità: in passato, quando la morte per parto era più frequente, chissà quante volte deve essere stata pensata!
Aries è saggio, e a distanza di tempo, a freddo, si rende conto di aver sbagliato approccio, ma non riesce a cambaire del tutto atteggiamento.. certe cose sono spontanee.
Però ci prova: la volontà di instaurare un qualcosa è evidente.
Questo suo sforzo, viene ripagato dalla scoperta che, un giorno, anche Kiki come lui, diverrà un cavaliere, un messaggero delle stelle. La sequenza di pensieri che accompagnano la descrizione della scena fanno venire alla mente i normali pensieri di un normale fratello maggiore che immagina cosa potrà fare con il minore una volta che sarà cresciuto (che discorso schifoso.. spero tu mi abbia inteso XD).
" La vita genera morte, così come la morte genera vita" sussurrò Mu, recitando un antico detto che gli pareva aver sentito pronunciare a Shaka " nello stesso modo l'Inverno genera la Primavera".
Filosofico, un tipico discorso che Mu potrebbe davvero fare.
Insomma, la raccolta mi è piaciuta molto.. l'ho anche segnalata nel programma recensioni, perchè anche altri possano dargli il giusto merito :)

Nuovo recensore
18/12/11, ore 14:57
Cap. 2:

Gli altri tre capitoli sono belli, ma questo secondo me è in assoluto il migliore.
Un Camus assolutamente IC (a parer mio) ! Allora è vero, che quando parli di lui alzi il tiro... i miei sospetti della recensione di Autunno erano fondati :D
" Lì la Bora sussurra di leggende arcane a chi la sa ascoltare, e lo scintillio dei cristalli ghiacciati sul terreno ricorda il brillare di una gemma preziosa: di notte il fulgore delle stelle accende la landa di luce propria, e sembra di camminare fra terra e cielo.
Luogo magico, la Siberia, pieno di misteri, capace di plasmarti nel profondo dell'anima".

Un passo bellissimo, che fa percepire a chi legge l'amore che Aquarius ha nei confronti della terra in cui è cresciuto. E che ha imparato a guardare da sotto lo strato superficiale di gelo e morte che a primo impatto comunica.
" senza pulsioni saremmo solo automi, ricordalo."
Mi ricorda un pò la frase " senza emozioni saremmo solo macchine" (o qualcosa del genere) della pubblicità della Giulietta XD
E poi, come da copione, arriva Milo incazzato nero: quel " Duro, duro come il ghiaccio: nessuna comprensione, o di me non resterà che acqua"  mi ha colpito, non so dirti perchè. Ce lo vedo Camus, a evitare lo sguardo dell'amico (amico poi non tanto) e a rispondergli malamente:  da la sensazione di essere uno che , quando si sente in torto, attacca.
Il colpo di testa successivo lo hai reso bene, sembra di vedere il vorticare frenetico dei suoi pensieri: " Aveva preferito fare come il ghiaccio, e quando questo si era sgretolato, lui era andato in polvere.
 Se avesse accettato di sciogliersi come neve al calore di ciò che provava per Milo, al calore che Milo stesso emanava, ancora più caldo di quello estivo fuori dalle mura, forse sarebbe rimasto acqua.
Dalla polvere non si genera nuovo ghiaccio; dall'acqua però può riformarsi neve.".

E bravo Camus, finalmente ti sei dato una mossa! Sole e neve: due opposizioni che in natura non vanno d'accordo, ma che rimandano bene all'idea del rapporto fra Milo e Camus :)
Il pezzo finale (come sempre, quello più ricco di pathos) mi ha lasciato mezza scema. Specialmente l'ultima frase: " Muore così, con il corpo gelido e l'anima piena di Estate.".
OH, mio Dio!!



Nuovo recensore
16/12/11, ore 23:51
Cap. 3:

A me, l'Autunno piace moltissimo. Ti dona una pace incredibile, che è un toccasana dopo la naturale frenesia estiva.
Bellissime e assolutamente reali le riflessioni che fa Milo, sono pensieri particolari nella loro normalità: qualunque persona potrebbe rimuginare sopra gli stessi argomenti, e tuttavia giungere a risultati diversi perchè lo Scorpione ha un modo di vedere le cose tutto suo. Disarmante.
" L'Autunno stava nel mezzo, in mezzo fra il caldo e il freddo, fra il chiarore e le tenebre, fra la vita e la morte.
L'Autunno era la stagione dei colori brillanti e degli alberi spogli, delle giornate terse e di quelle fitte di nebbia.
Tutto stava nel decidere se apprezzare o meno le mezze misure.
".
Fantastica. Un misto fra poesia e prosa perfetto!
Il rapporto che intercorre fra lui, Aiolia e Aldebaran è venuto fuori così spontaneo e naturale, senza tutte le irreali formalità che altri autori gli appiccicano( poi, vabbè, dipende dal contesto, non voleva essere una critica a nessuno in particolare XD)!
Poi arriva Camus e passi alla lirica. Davvero, ho fatto caso che quando introduci l'Acquario, almeno qui, il tono si eleva: " Un pregiato blocco di marmo divenuto splendida statua grazie all'opera di un artista abile e paziente.".
Sembra di guardarlo con gli occhi di Milo, di assumere la stessa espressione ammirata che immagino abbia assunto lui.
" Le foglie cadute che il vento gli faceva vorticare intorno parevano avere origine da quella chioma del colore dei tizzoni ardenti, e i tiepidi raggi di sole, finendogli negli occhi, accrescevano la luminosità delle iridi dorate: un essere intessuto di giallo e rosso.
Un essere, bellissimo, intessuto d'Autunno.
."
Valeva la pena di riportare anche questa, anche se ora, più che una recensione, sembra il riassunto del capitolo!!

Nuovo recensore
16/12/11, ore 20:10
Cap. 4:

Questa raccolta mi era proprio sfuggita. E visto che ormai con te mi sono messa d'impegno, l'ho letta tutta( per questo sono partita dall'ultimo capitolo) e ho deciso di recensirla, perchè merita.
Mi dispiace che sia passata un pò inosservata..errori di svista di sicuro, non credo che l'abbiano snobbata per il contenuto.
Come ormai saprai, detesto Shaka di Virgo: mi è talmente antipatico che ha finito per non piacermi neanche "fisicamente". Però, a dispetto dei suoi soliti modi da superiore, il ricordo che hai immaginato l'ha reso molto umano e fragile, come un qualsiasi cristiano.
Il disagio durante il viaggio, acuito dall'essere attorniato da persone ignoranti e invadenti che lo considerano come un qualunque bambino, l'impossibilità di meditare (devono essergli sembrati i giorni più lunghi della sua vita, ahah) lo portano a irritarsi parecchio, a giudicare dalle belle risposte che da! " Non sono affari che la possano riguardare in alcun modo, signore."
Dio mio, che schiaffi!!
Menomale che almeno davanti a Saga si da una calmata.
Anche se breve, è splendida la descrizione che dai di Gemini: solenne e alla mano insieme, un dio che si fa uomo (direttamente dalla santa messa, questa).
E poi, almeno lui riesce a far scendere dal trono la Vergine (il primo e l'unico, prima di Ikki)!
Questa frase fa inquietare: " Avrai così pochi pari e così tanti sottoposti che arriverai a sentirti solo nella tua perfezione e sapienza."
E' vero, alla fine ciò che condannerà i Gold nella battaglia delle dodici case sarà proprio il fatto di sentirsi troppo superiori.
Infine, il pezzo finale è sublime.
E' la prima volta che leggo dei pensieri istantanei sulla fine di Saga e inutile ripeterti che l'idea mi ha fatto una buonissima impressione!

Recensore Junior
18/11/11, ore 19:19
Cap. 4:

No. No. E no. Non può essere finita! Sì, lo so, quattro stagioni per quattro capitoli -o viceversa!- ma no!!! Ho adorato questa raccolta, dal primo all'ulitmo capitolo, dalla prima all'ultima riga. E ora è finita. Ed è questa la cosa negativa, in tutto il capitolo. La sua fine. Ecco. Per il resto io ti rinnovo con maggior convinzione che mai i miei complimenti: per come scrivi, per quello che scrivi. Hai dato un'interpretazione di Shaka così asciutta, pulita, umana. Non ne ho lette di migliori. E' solo un bambino, sa di essere ben altro. Eccome se lo sa. Eppure è ancora fragile, trema di freddo e stanchezza ma col suo solito piglio da essere divino rifiuta tutto e tutti. Fino a che, Saga non gli parla come lui vuole che gli si parli. E complimenti anche qua: il tuo Saga mi è piaciuto tantissimo. Ne hai dato una descrizione prima fisica e poi psicologia che in pochi hanno osato: asciutta, pulita, veritieria, umana. La nebbia, che accoglie Shaka al suo arrivo in Grecia. La nebbia che genera in lui un'infantile quanto spontanea curiosità. La nebbia che avvolge il cuore e il cosmo di Gemini fino all'attimo cruciale. La parte finale, in prima persona è quanto di più perfetto stilisticamente, in contenuti, metafore e immagini io abbia mai letto: parole di Shaka verso Saga, due esseri simili che hanno commesso lo stesso peccato (hybris) con la sola, determinante, differenza che l'uno l'ha capito in tempo, grazie all'aiuto di un ragazzino mentre l'altro, bè l'altro forse quell'aiuto non l'ha accettato.
Degnissimo finale. Complimenti ancora. E alla prossima!!!

Recensore Master
05/11/11, ore 22:51
Cap. 3:

Io ti ringrazio infinitamente, intanto, per avermi avvisato che questo capitolo sarebbe stato su Milo. Ho sempre poco tempo per leggere, ma questo capitolo non potevo perdermelo. Leggerò anche gli altri, ma prima questo, assolutamente. E cercherò di non divagare troppo (quando si parla di Milo divago un sacco. E quando una storia mi piace lascio recensioni chilometriche).
Parto col dire che quello è Milo. E' Milo, sono sicura. Non saprei definire Milo, visto quanto è complicato ma ce lo vedo perfettamente ad agire così come lo hai descritto. Lui che parla ad Aldebaran dell'istinto di sopravvivenza: anche quella frase, detta da lui piuttosto che dal Saint del Leone,l'ho trovata azzeccata.

Poi, Milo che parla di Camus. E' sempre bellissimo leggere di Milo che parla di Camus o viceversa: poi, uno interpreta come vuole il loro rapporto (sia solo amicizia o qualcosa di più) ma tra quei due c'è un'alchimia incredibile. E tu l'hai resa benissimo con tutte quelle foglie, quel rosso... Con tutte le parole che usa Milo.
Le foglie cadute che il vento gli faceva vorticare intorno parevano avere origine da quella chioma del colore dei tizzoni ardenti, e i tiepidi raggi di sole, finendogli negli occhi, accrescevano la luminosità delle iridi dorate: un essere intessuto di giallo e rosso.
Un essere, bellissimo, intessuto d'Autunno.
Se le mezze misure assomigliavano tutte a lui, allora valeva la pena di amarle, Autunno compreso.

E' stato un finale stupendo: hai legato una semplice riflessione sull'autunno (fatta poco prima da Milo) ad una ben più profonda riflessione legata ad un rapporto di amicizia. Ed è venuta bene. Molto. Anche perchè non solo la riflessione del Saint dello Scorpione su Camus è bella, ma anche quella sull'Autunno.

Perchè per quanto semplice è intensa e, inoltre, fa vedere quanto, sebbene Milo sia un Saint è anche un uomo. Spesso, tra tutto quell'oro e quelle battaglie, anche loro si dimenticano che, in partenza, sono uomini. Milo fa una riflessione che  potrei fare anche io: e questo lo rende stupendo ancora di pù.
era rimasto sconvolto da tutto quell'oro su di se, quasi sentisse di non meritarselo. Anche questo lo rende umano. Il dubbio, nonostante si sia guadagnato tutto quell'oro, fatica a credere che possa meritarselo.

dammi retta amico, la sicurezza e l'espressione sadica che assumi mentre scagli lo Scarlett Needle non hanno nulla da spartire con l'aria da innocentino dietro cui ti nascondi! Questa affermazione, insieme al discorso di Aldebaran, ci danno la possibilità di vedere non solo come si vede Milo (per quello ci sono le sue riflessioni) ma ci da la possibilità di capire come lo vedono gli altri Saint (sorvoliamo sul fatto che io mi sono innamorata di Milo proprio per la sua mimica facciale)

Bene, concludo questo papiro facendoti, nuovamente i complimenti. Penso tu abbia capito quanto ho apprezzato. E poi, hai messo insieme Milo (e sai che è il mio preferito) con l'Autunno. E l'Autunno è la stagione in cui sono nata, quella che amo proprio per via dei suoi colori. Al posto di Milo, avrei fatto una riflessione un pò come la sua. Mi hai fatto sentire "vicina", diciamo così, al mio Saint preferito. E non mi era mai capitato prima.
Modificata perchè: avevo dimenticato un pezzo! xD
(Recensione modificata il 06/11/2011 - 01:04 pm)

Recensore Junior
05/11/11, ore 19:52
Cap. 3:

Le foglie cadute che il vento gli faceva vorticare intorno parevano avere origine da quella chioma del colore dei tizzoni ardenti, e i tiepidi raggi di sole, finendogli negli occhi, accrescevano la luminosità delle iridi dorate: un essere intessuto di giallo e rosso.
Un essere, bellissimo, intessuto d'Autunno.

Oh dèi!!!! Questo solo basta a farmi adorare l'Autunno. Che pure a me non entusiasma particolarmente. Eppure, questi colori, queste sensazioni accennate, sprazzi di attimi e immagini che nel freddo ancora non tanto freddo della stagione infondono un tepore piacevole. Mi piace davvero, questo tuo Milo! Mi piace che sia così Milo! Che si senta in un certo senso non solo un santo d'oro, ma anche Milo, il ragazzo allegro, curioso, che si perde nei suoi pensieri. Mi piace l'amicizia che lega questi giovani, e Aiolia che non è il solito brontolone col muso, ma anche lui un ragazzo che sa assaporare attimi di complicità con i suoi compagni. E Camus? Ah, bè. Camus è Camus! Il tuo Camus è così...rosso! Così caldo, così presente e vicino.
Stupenda!

Recensore Master
23/10/11, ore 10:39
Cap. 2:

E' bellissima, meravigliosa, triste, angosciante, malinconica e .... mi ha fatto soffrire con lui. Ho sentito passo per passo la sofferenza di Camus. Dapprima nel prologo iniziale prima di morire, durante tutto il suo ricordo del primo bacio e poi nel momento stesso in cui muore.Povero Camus, sa di non poter più essere scaldato da quel caldo sole che per lui era e rimarrà solo Milo e perchè no, ho sentito anche nel ricordo di Camus, la sofferenza di Milo nel stargli lontano tutto quel tempo. Sei stata davvero brava, hai descritto perfettamente il vero Camus e il suo animo combattuto ogni qualvolta si parla di sentimenti. Poi questa coppia se la si descrive in tutta la perfetta storia dell'anime e manga, non si può far altro che pensare all'amiciza, all'amore e al dolore per la perdita della morte di Camus ... e di come entrambi soffrano quel terribile giorno in cui Hyoga ha deciso finalmente di dare soddisfazione al suo maestro.
Mi hai lascito dentro tantissime emozioni, belle e al tempo stesso tremendamente sofferte!!!!
grazie
ciao

Recensore Junior
21/10/11, ore 18:32
Cap. 2:

Bellissima. Bellissima. Bellissima. Ancora una volta: bellissima! Che meraviglia! Davvero, non ho altro da dire. Cioè, ne avrei da dire ma ora...appena finito di leggere, di assaporare queste parole, non riesco a formulare pensieri coerenti e di un senso logico decente.
"Devo fare come la neve, come la neve, come la neve"
"Duro, duro come il ghiaccio: nessuna comprensione, o di me non resterà che acqua"
Questo è Camus! Non c'è definizione migliore, non ci sono parole più adatte a descriverlo. Non c'è modo di renderlo se non con queste tue parole. Se non con questa narrazione.
Camus che sta per morire.
Camus sta per sciogliersi.
Non diventerà polvere, no.
Si scioglierà come la neve. Resterà sempre sul cuore di Milo, lo pizzicherà con un tocco glaciale, ma sciogliendosi ogni volta al suo ricordo lo delizierà di un calore che nemmeno il Sole di Grecia potrebbero infondergli.
Bellissima.

Recensore Master
13/10/11, ore 09:57
Cap. 1:

davvero molto carina e dolce, complimenti.
diciamo che hai descritto il Grande Mur come una persona umana... vera ... nonostante debbano essere perfetti nel comportamento e nelle regole dettategli dal Santuario, comunque sono umani e non possono tirarsi indietro di fronte ai sentimenti che accomunano tutti gli esseri viventi del pianeta!!
E' normale che guardi il fratellino con odio, gli ha portato via l'amore e l'affetto di sua madre, anche se non ha colpe ... e tenendolo in braccio e guardandolo si accorge poi piano piano che sua madre gli ha lasciato qualcosa di sè .. diversamente cosa gli sarebbe rimasto? nulla .. solo il ricordo .. ora invece oltre al ricordo c'è anche qualcosa di cui prendersi cura, come si lo stesse facendo di lei....
si sentono bene i sentimenti che percepisce il Grande Mur e mi ha fatta molta ma molta tenerezza ....
ora vediamo il prossimo chi sarà .. non ti nascondo che attendo trepidante l'arrivo del mio Camus!!!
ciao

Recensore Junior
09/10/11, ore 19:40
Cap. 1:

Che dolcezza! Davvero, hai raccontato un momento così tremendo con una dolcezza unica. A parte che è scritto davvero bene, i ritmi sono cadenzati al punto giusto, ogni passaggio si assapora quanto necessario! Vocaboli semplici e diretti, come piace a me, per trasmettere un messaggio semplice e diretto: l'inverno è seguito dalla primavera, così come la morte può generare in sè la vita. Il sacrificio della donna dalla quale Mu prende così tanto, e che gli dona una vita da proteggere e accudire. Il piccolo Kiki, terrificante -non sapevo avesse questo significato!- è un legame che congiunge l'inverno alla primavera, la morte alla vita. E per un santo di Athena è fondamentale restare ancorati a entrambi.
Mi piace davvero il loro legame fraterno, che nel manga ci sia o meno non importa. Mu e Kiki sono fratelli, di cosmo.
Ora aspetto le altre tre stagioni, l'estate è la mia preferita -nella versione Vivaldi, intendo!

[Precedente] 1 2 [Prossimo]