Storia partecipante al FLASH CONTEST! “…l’amor che move il sole e l’altre stelle”: solo Epiloghi, editi ed inediti indetto da jakefan sul Forum di Efp
Giudizio elaborato da Kukiness
“Resta, resta con me.”
Gli esseri umani graffiano, scalciano, quando sono convinti di una qualche ingiustizia (sono convinti di aver subito un’ingiustizia, quando sono convinti che sia stata commessa un’ingiustizia, quando sono convinti di aver assistito a un’ingiustizia) e lui aveva imparato a farlo sin dal suo primo anno di vita.
Aveva sbarrato gli occhi, fissando la sua amica con apprensione, lottando per liberarsi da quelle funi invisibili. Come quel fuscello che non si lascia abbattere dalla furia del vento: le sue radici seppur deboli lo trattengono, lo stringono a sé, (Le radici non stringono il fuscello a sé, le radici sono parte del fuscello; semmai lo ancorano al terreno)evitando che venga strappato via dal suo habitat. (Habitat non è sinonimo di terreno, è un concetto diverso, e qui è improprio)
“Harry.” Si era chinata su di lui per sentir(n)e il calore, per aggrapparsi a quella speranza. E lui aveva percepito l’odore caratteristico di Hermione; era qualcosa di forte, di pulito. Qualcosa che lo calmava e che gli ricordava sempre la bellezza delle cose, la semplicità, il coraggio di non arrendersi mai.
L’aveva sentito anche quel giorno sulle scale, quando lui (Puoi togliere il lui, perché è chiaro che il soggetto sia Harry)aveva deciso di morire, di sacrificarsi per salvare lei e gli altri. Anche allora Hermione l’aveva abbracciato come solo lei sapeva fare. E come quel giorno, Harry si aggrappò.
A lei e a quel foglio bianco ancora da scrivere.
Come ho detto degli epiloghi precedenti, anche qui c’è un piacevole senso di compiutezza. Anche senza aver letto la fanfiction si capisce immediatamente che si tratta del finale di qualcosa, e mi sembra anche che ci sia un chiaro tentativo di dare un senso ad alcune immagini ricorrenti (il fuscello e la pagina bianca) e l’idea della circolarità non è mai priva di fascino.
Il problema principale consiste nell’utilizzo che hai fatto delle metafore e delle similitudini, e per certi versi anche del lessico.
Aveva sbarrato gli occhi, fissando la sua amica con apprensione, lottando per liberarsi da quelle funi invisibili. Come quel fuscello che non si lascia abbattere dalla furia del vento: le sue radici seppur deboli lo trattengono, lo stringono a sé, evitando che venga strappato via dal suo habitat.
Qui usi una, due, ben tre immagini diverse: quella delle funi, quella del fuscello al vento e quella delle radici. Fuscello e radici vanno anche d’accordo, ma le funi proprio sono di troppo. Il mio consiglio è quello di concentrarsi sull’immagine del fuscello e delle radici che hanno una duplice valenza: da una parte ti tengono ancorato al suolo, nel senso che ti permettono di rimanere stabile durante le difficoltà, ma dall’altra ti danno anche il senso di vincolo e di oppressione.
“Harry.” Si era chinata su di lui per sentire il calore, per aggrapparsi a quella speranza. E lui aveva percepito l’odore caratteristico di Hermione; era qualcosa di forte, di pulito. Qualcosa che lo calmava e che gli ricordava sempre la bellezza delle cose, la semplicità, il coraggio di non arrendersi mai.
La frase iniziale (“Si era chinata su di lui per sentire il calore, per aggrapparsi a quella speranza”) è scritta dal punto di vista di Hermione, quindi non va bene lì, visto che il resto del testo è scritto dal punto di vista di Harry. Sostituirei poi “odore” con “profumo”, e “forte” con “intenso” o un altro aggettivo che ne renda l’intensità, perché “un odore forte” di solito richiama l’idea della puzza, o comunque di un odore che non accosta alla “pulizia”, perché quando sei pulito il tuo odore naturale viene coperto e indebolito. Attenta poi che le cose che il profumo di Hermione ricorda a Harry (lo calma, e gli ricorda la bellezza delle cose, la semplicità, il coraggio di non arrendersi mai) sono un po’ troppe. Il troppo stroppia, perché non permette di concentrarsi bene su niente.
Mi piace la conclusione dell’aggrapparsi e del foglio bianco che ritorna, anche se non sono persuasa dall’accostamento di questo verbo con questo particolare oggetto (aggrapparsi a un foglio ancora da scrivere? Mmmh). Il mio suggerimento è quello di chiarirsi le idee su quali immagini giocarsi e sceglierne poche, ma di svilupparle bene.
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