Recensioni per
Monster
di Keiko

Questa storia ha ottenuto 58 recensioni.
Positive : 58
Neutre o critiche: 0


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
Recensore Veterano
08/12/12, ore 12:38
Cap. 7:

sei davvero geniale.
se ti presenti con dei capitoli meravigliosi come questo, puoi fare tutti i ritardi che vuoi.
la cosa della tavola ouija e l'unione della morte di Adelaide è semplicemente geniale. no, davvero, non avrei mai saputo come ficcarci la morte di Ady, io.
sto cercando di capire a fondo Steph, anche se mi risulata davvero difficile. ha una vita triste e aspetta solo di essere salvata... chi meglio di Mark? quei due devono avere solo il coraggio di stare insieme.
Tate e Violet li sto amando come non mai. descrivi le loro emozioni benissimo, ci sono delle frasi che sono degne di uno scrittore con i controcoglioni.
ma mi credi che questa tua versione di American Horror Story mi piace quasi più della reale?
hai creato una trama perfetta, davvero.
i miei più sinceri complimenti, te li meriti tutti.
con molto affetto, Marceline- Flavia.

Recensore Master
08/12/12, ore 01:07
Cap. 7:

Adelaide è stato uno di quei personaggi per il quale sono rimasta sinceramente male quando è morto.
Malissimo.
Mi faceva una tenerezza assurda e nel tentativo disperato di Costance di 'legarla' per sempre a quel luogo ho trovato un'intensità straziante.
Violet è stata tratteggiata molto bene. Mi piace il modo in cui si relaziona con gli altri - veritiero - e mi piace questa alternanza del diario di Tate e Violet, dove si intrecciano pensieri comuni, ma dagli sviluppi diversi.
Ho molto apprezzato anche Ben (voglio dire...mi hai fatto venire una voglia matta di picchiarlo)
Tra le tue parole si intravede un uomo codardo, per usare le parole di Violet, un uomo che provoca una sincera reazione di disgusto e di rabbia.
ll suo 'osservare' Vivien come se fosse qualcosa di 'irritante' al confronto di Hayden mi è entrato sotto la pelle e, detto in tutta franchezza, io gli avrei tirato un pugno da fargli saltare il naso.
Quindi, hai i miei più sinceri complimenti per questo capitolo.
Brava! <3

Recensore Junior
06/12/12, ore 17:56
Cap. 1:

American Horror Story mi è piaciuto al di là di ogni mia aspettativa. Ma non così tanto da aver avuto voglia di leggere delle fanfiction... almeno, fino ad oggi è stato così.
Poi arrivo qui... e trovo una storia in cui la vera protagonista del telefilm, la casa, perde la sua connotazione di protagonista per tornare ad essere un elemento della scenografia. E i veri protagonisti diventano i personaggi, anche quelli secondari di cui, ammetto, quasi non ricordavo i nomi. Quelli di cui, invece, il nome lo ricordavo perfettamente, i personaggi principali del telefilm, hanno una caratterizzazione e un’introspezione di cui, mi rendo pienamente conto solo ora, avevo sentito la mancanza durante la visione delle varie puntate.
Su Constance, per esempio, sei riuscita a fare un lavoro egregio nonostante la narrazione non fosse qui incentrata su di lei. Per mezzo di Adelaide, ci fornisci la sua caratterizzazione più vivida: quella sua capacità di paralizzarti con uno sguardo, proprio come se fosse una delle Sorelle Gorgone. È una donna ossessionata dall’apparenza, tutto deve essere rispettabile. A partire dal quartiere in cui vive, dove devono esserci solo famiglie felici per non intaccare la reputazione del luogo e che lei si costringe a visitare, con cordialità forzata. Perché così deve essere.
E Violet. Mamma mia, Violet! Secondo la spiccia diagnosi di suo padre, Violet aveva ereditato da sua madre una diffidenza ingiustificata nei confronti del prossimo: ma è veramente ingiustificata? Soprattutto quando le prime persone a non rendersi conto del male che prova sono i suoi genitori - quelli che più di tutti dovrebbero considerarla importante?
Eppure, allo stesso tempo, fai sì che ci si ritrovi a empatizzare anche con questi genitori distratti. Tutti hanno bisogno di creare dei legami con le altre persone perché, si sa, l’unione fa la forza, ed è umano ambire ad avere un branco all’interno del quale confondersi, e magari anche nascondersi un po’. Eppure è difficilissimo. Anche da adulti. Ecco perché non riesco a biasimare Vivien per la sua ostinazione nel voler tenere in piedi quella precaria torre di mattoncini che era ormai diventata il suo matrimonio.
E, allo stesso tempo, non posso non empatizzare con Violet, schifata da questa situazione. Questo continuo spostarsi da un capo all’altro degli Stati Uniti può, forse, servire ai suoi genitori per non spezzare del tutto il loro matrimonio, ma impedisce alla loro figlia di spezzare la sua solitudine.
La madre è in costante ricerca di nuovi inizi, Violet invece è stata ormai sradicata troppe volte e non ha più nessuna intenzione di rimettersi in gioco. Ha smesso di credere che possa valerne la pena.
A 15 anni ogni cosa ha il valore di una vita (frase meravigliosa) e lei ha già dovuto ripartire da zero troppe volte, sforzandosi di instaurare dei legami che era poi costretta a spezzare prima ancora di averne tratto qualche sollievo. Quindi meglio essere soli.
Eppure quella solitudine la riempiva di un vuoto intollerabile che andava spurgato, fatto sanguinare via... come se soffrisse di un dolore che quasi la ottenebrava e quindi dovesse farsi del male per ricordarsi di essere viva, per accorgersi di riuscire ancora a provare qualcosa...
Ho apprezzato che tu non abbia indugiato troppo o non sia scaduta in melensaggini vittimiste per descrivere i pensieri di Violet mentre si taglia. È un gesto pieno, zeppo di riflessioni e impulsività, non credo che dovrebbe essere spiegato più di così. Non si stava punendo, non voleva sfogare il suo dolore, non era soltanto arrabbiata, o forse sì, un misto di tutte queste cose. Ma, come hai detto tu - sintetizzando in maniera esemplare - Violet è sola, schifosamente sola, e doveva buttar fuori un po’ di questa solitudine e di questo schifo.
E, soprattutto, ha 15 anni. E a 15 anni ogni pretesto è buono per avercela col mondo intero, per convincersi che il mondo intero ce l’abbia con te.
Violet e Tate sono due adolescenti problematici, complessi e soli.
Ma altrettanto problematici, complessi e soli, sono gli adulti che li stanno crescendo.
Chi è il più infantile, il genitore o il figlio? Chi il più sano? Chi il vero mostro?
 
Insomma, è tutto piuttosto meraviglioso, sai?
E scusami per questo... boh, non è un commento ma una divagazione delirantemente sconclusionata... per la quale ti chiedo ancora scusa.
Spero di riuscire a trattenermi di più la prossima volta (eh già, continuerò a seguirti!)

Nuovo recensore
08/11/12, ore 18:46
Cap. 5:

I diari dei tuoi protagonisti sono davvero autentici pezzi di poesia. A leggerli ti sembra davvero di entrare nella testa e nella camera di un adolescente. Sono tutti così realistici che ti senti proprio addosso l'orrore di quello che sta per succedere. Sto empatizzando molto con Violet. L'avevo amata nella serie, ma credo che il tuo ritratto la valorizzi ancora di più.

Nuovo recensore
08/11/12, ore 18:20
Cap. 4:

Tate è davvero meraviglioso: matto da legare, eppure impossibile da ignorare. E' davvero identico alla serie originale e ti assicuro che fatico un sacco, ormai, a distinguere la trama del telefilm dalla tua. A volte mi chiedo: 'ma questo c'era o se l'è inventato?'
Stai facendo davvero un bellissimo lavoro, complimenti!

Recensore Veterano
07/11/12, ore 22:29
Cap. 1:

(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte)
Monster è, al contempo, una storia di rara intensità e di straordinaria professionalità autorale. Il lavoro di documentazione che ogni pagina tradisce, la densità della scrittura e l'attenzione al contesto storico-culturale degli agenti, infatti, porta a viverla come un romanzo, più che come una fanfiction; un romanzo come Ossessione, o come Diciannove minuti, eppure, in qualche modo, più doloroso e più complesso.
Una strage scolastica, che è poi anche il fulcro narrativo, diventa l'occasione per analizzare temi tutt'altro che 'commestibili': la crisi della famiglia, la crisi dell'essere diversi, adolescenti e soli; la tristezza infinita del rifiuto e la pericolosità di un'appartenenza che passa, tuttavia, per lo stato di alterazione persistente della malattia mentale.
Keiko è delicata, eppure spietata. Dialoghi serrati si contrappongono a lunghe (ma non lente) descrizioni; la meccanica cannibale dell'High convive accanto alla tenerezza del primo amore; il fallimento colpevole di adulti distratti e spesso infantili si associa, invece, al fiore dell'amicizia dei 'diversi'.
Monster è una storia molto fedele all'impianto dell'opera originale, eppure la supera, perché ne purifica gli aspetti più inutilmente 'gore', per amplificarne gli infiniti pregi. Su tutto, uno straordinario spaccato di quelli che potrebbero essere i nostri figli.
Una pagina magistrale, che sarei ben felice di far conoscere.

Recensore Veterano
07/11/12, ore 09:29
Cap. 6:

A me questa storia sta facendo male. Si legge troppo bene, perché cresce benissimo, ma ti lascia dentro una sensazione di malessere profondo, come se ti avvelenasse. Credo che il mio lato adulto emerga pagina dopo pagina e dall'empatia volgo alla nausea: Tate mi nausea. E' dolce, ma è belladonna. Non c'è niente di giusto in lui e Violet mi fa pensare a un soffice passerotto tra le fauci di un gatto. Affamato. So che lui la ama e che non le farebbe del male, ma non vedo salvezza in quello che mi sembra, invece, un enorme buco nero. E' difficile empatizzare con questi adolescenti a quasi vent'anni dai giorni in cui avevo quegli anni: così matti e così disperati e così infelici, che vorresti, insieme, abbracciarli e ucciderli.
Scusa la poca coerenza, ma, sul serio: questa storia è un brutto, bruttissimo affare.
E tu meriti molto più amore.

Recensore Veterano
07/11/12, ore 09:08
Cap. 5:

Sta per arrivare il botto e già lo sento: è come il crepitare dell'elettricità statica prima che cada un fulmine e, letteralmente, incendi tutto. Loro sono scintille. Anzi: LUI.
Di questo capitolo vorrei sottolineare soprattutto un profilo, che serpeggia, sì, in tutta la storia, ma che qui esplode davvero con un'evidenza che fa male: la crisi profonda degli adulti. Un dettaglio che avevo adorato di AHS (e che purtroppo rende, a mio parere, intollerabilmente meno affascinante questa seconda riedizione), era l'attenzione al quotidiano orrore domestico, inteso anche come destrutturazione interna della famiglia e assenza di dialogo (sostituito, invece, dal terribile rumore di sottofondo del rancore). In questa storia sei riuscita a riprodurlo BENISSIMO. Mentre una giovane generazione rotola verso il niente, i 'grandi' corrono come criceti pazzi sulla ruota dell'egoismo. Harmon è un escremento umane tale e quale al telefilm. Il mio epidermico fastidio, almeno, urla IC a ogni battuta.

IC! (impiccati, coglione)

Recensore Veterano
07/11/12, ore 08:43
Cap. 4:

Le tue rivisitazioni sono guizzi di genialità evidente. E non per dire. Posso anche essere stata una spettatrice poco attenta alle sfumature, potrei anche seguire centordici serie alla volta (il che produce incredibili minestroni nella mia testa), ma quello che predomina in questa storia è l'armonia e la perfetta consequenzialità degli eventi che puntano alla catastrofe. Ho trovato questo capitolo molto 'Tate'-centrico, nel senso che le altre vicende completano e scolpiscono dall'esterno il personaggio. Persino Ady, in qualche modo, predica la vita del fratello e il suo modo d'essere (colpevole-desiderante) agli occhi della madre.
E' come assistere a un catalogo successivo di tradimenti, in cui l'unica costante, sempre vilipesa, sempre tradita, è la vita nella sua accezione più facile.
Eccellenti e sempre (davvero) esemplificativi gli estratti di diario. Mi piace in modo particolare la differenziazione dei registri espressivi tra i due protagonisti. Un preziosismo che arricchisce ulteriormente la trama.

Recensore Veterano
07/11/12, ore 08:30
Cap. 3:

Io sono sconvolta per l'enormitudine di questi capitoli: enormi come mole ed enormi in termini di contenuto. Non è facile - non lo è PER NIENTE - articolare in una narrazione di un simile respiro una storia che parla, se mi passi il termine, di 'disarticolazione progressiva'. Cadono a pezzi, i personaggi, si smantellano passo dopo passo. Crolla persino Leah, stretta alle sue sicurezze come una reginetta di troppo e di niente, ma vulnerabile davanti alla prima manifestazione di autonomia. Crolla Constance (e su di lei tornerò più volte, perché mai ritratto fu più verosimile e accurato). Crolla la patina di facile luminosità con cui si dipinge l'adolescenza, prima di porne in luce le ombre, che, come mosche carnarie, le si aggirano intorno.
Su tutto, Violet e Tate brillano di una luce propria, ma soffusa. Proprio quella dei lumini che fanno compagnia ai morti.
Ah: mi piace moltissimo Steph! Hai saputo costruire un personaggio che dovrebbe costituire uno stereotipo superando (appunto) la facile stereotipia.

Recensore Veterano
07/11/12, ore 08:23
Cap. 2:

Ti avevo promesso che avrei fatto sul serio e sono determinata a farlo, tanto che oggi ho deciso di inaugurare la giornata proprio con tale proposito. Questa storia, non ne faccio mistero, per me vale un romanzo, perché il lavoro sulla lingua, il taglio delle immagini e, soprattutto, gli scambi dialogici, registrano un rapporto di documentazione e con le fonti che non si improvvisa, né, soprattutto, è poi tanto comune se parliamo di fanfiction. La ricostruzione del mondo spietato, brillante e vorace dell'High americana è perfetto: non solo dà densità al malessere di Violet, ma amplia la dimensione emotiva e spaziale dei comprimari che, nella serie originale, sono semplici ombre. In particolar modo 'esce' così la figura di Tate e prende corpo la dimensione complessiva del suo malessere e chi legge non può che spiarne il fragoroso crescendo.
Bravissima <3

Recensore Master
20/10/12, ore 15:46
Cap. 6:

Io ti ho trovata per caso, gironzolando sul sito in attesa.

"American Horror Story" mi ha appassionato e tenuto sull'attenti fino alla fine. I protagonisti e l'assoluta mancanza di giustizia ne hanno fatto, ai miei occhi, un piccolo capolavoro dei serial televisivi.

Quando ho letto la tua storia - sulla quale ho sbrodolato tutta la mattina - non ho potuto fare a meno di pensare che sì, ne hai colto appieno il significato.

Il nodo centrale tra Tate e Violet (di cui ho trovato sublime la scena in cui scopre il suo stesso cadavere) è reso magnificamente e i personaggi intorno non sono da meno.
Ho provato una pena in cui affogavo il disgusto per il personaggio di Tate, ma la sua fragilità lo rende una vittima che si diverte - o forse no - a fare il carnefice.

Di Violet - l'unica, a mio avviso, a vedere bel oltre il mero orizzonte dei genitori - ho apprezzato ogni scena, sino al suo tentativo - disperato - di nascondere la verità al padre.

In sostanza, ho trovato questa tua fanfiction scritta molto bene, nonché un degno contributo alla serie.

Complimenti! :)
(Recensione modificata il 20/10/2012 - 03:47 pm)

Nuovo recensore
20/10/12, ore 10:07
Cap. 3:

Adesso smetto, lo giuro (dovrei fare un miliardo di cose, ma la tua storia mi ha presa in ostaggio!).
Dovrei quotare tutta la pagina o scriverci sopra un trattato, per come hai colto benissimo (issimo issimo) alcuni aspetti dei personaggi e li hai anche scritti come di sicuro non saprei mai fare. Un concetto mi ha colpito in modo particolare: quando, parlando di Violet, dici che su di lei ricado un po' tutte le malattie che il padre cura. A parte che io detesto dal profondo quell'uomo, mi indignava proprio il fatto sembrasse non accorgersi di tutti i casini della figlia!

Nuovo recensore
20/10/12, ore 09:54
Cap. 2:

Sempre più senza parole: paragrafo dopo paragrafo, è sempre più forte l'impressione di sfogliare davvero un romanzo (e di quelli scritti bene). La vita scolastica americana, i ritratti dei personaggi sono incredibilmente realistici. E' un sollievo, per altro, notare che non ci sono tutti quegli errori grossolani sulle scuole americane che trovi praticamente ovunque. Bravissima (ancora!)

Nuovo recensore
20/10/12, ore 09:49
Cap. 1:

Ma come ho fatto a non vedere prima questa meraviglia? Scrivi in modo SUBLIME e la trama mi ha presa da subito. Tate è così LUI che ne sento già la nostalgia (questa seconda stagione, in realtà, è stata un po' meno colpo di fulmine rispetto alla prima). Perfetta anche l'introduzione del personaggio di Violet: quel figlia disgraziata mi ha strappato un sorriso involontario. Volo al prossimo capitolo!