«Caaaaaaaaldooooooooooooo...» Kakashi si abbandonò sulla sedia da spiaggia, allungando i piedi nella piscina gonfiabile. «Quanti giorni mancano alla fine dell'estate?»
«Troppi» bofonchiò Asuma, cercando a tentoni una lattina di birra tra il ghiaccio del secchio accanto a lui. «Certo che se ti togliessi quella dannata mascherina potresti respirare...»
«Ci sono i germi» rispose Kakashi. «Hai presente la proliferazione di germi che c'è in estate?»

La vita in casa Namikaze era impostata su una rigida routine la cui tabella capeggiava in camera da letto perché, come assicuravano tutte le riviste per neo mamme presenti sul comodino di Kushina, per crescere un bimbo sano la regolarità era fondamentale. Perfino i compiti non strettamente legati al pargolo erano divisi: Kushina puliva la casa, Minato cucinava, Jiraiya viziava Naruto come ogni bravo nonno era tenuto a fare.
Regolarità era la parola d'ordine, parola che Kushina, in uno slancio d'entusiasmo, si era convinta a dipingere sulla facciata frontale della loro nuova casa; il pericolo era stato però scongiurato da una notte di sonno e da una buona dose di preghiere recitate a mezza voce dal marito.

«Lo sai che l'acqua di cottura della pasta fa bene ai fiori?»
«Ah sì? Ce l'hai una vaschetta dove metterla?»
«No, no, ma che vaschetta? La versiamo direttamente sui fiori.»

L'impatto è lieve, ma Madara si piega lo stesso in avanti e soffoca un singulto.
Cretino.
Un altro pezzettino di gomma gli colpisce l'orecchio e rotola sul banco fino al primo proiettile.
Cretino.
Il terzo tiro è più preciso, e dopo averlo colpito alla nuca il pezzo di gomma si infila nel colletto della divisa.
«E allora?» sibila Madara, girandosi di scatto. «La vuoi piantare sì o no?»
Hashirama gli sorride malizioso, appoggia la testa al pugno e sfrega sul pavimento le suole delle scarpe. «Vieni in bagno.»

Una delle prime cose che il nuovo Hokage fece, appena insediato, fu di istituire un telefono blu per tutti gli uomini maltrattati che avessero bisogno di aiuto. «Perché l'inferno è sempre più vicino di quanto uno creda» assicurava con tono greve nelle interviste. L'idea piacque a tutti, e mentre le telefonate si moltiplicavano di mese in mese anche gli altri villaggi aderirono all'iniziativa.