And
I've lost who I am,
and I can't understand
Why my heart is so
broken,
rejecting your love, without,
love gone wrong;
lifeless words carry on
But I know, all I know's that the end's
beginning
who I am from the start,
take me home to my heart
Let me go and I will run,
I will not be silent, all this time
spent in vain; wasted years wasted gain
All is lost but hope
remains and this war's not over
There's a light, there's a sun
taking all these shattered ones
To the place we belong
and
his love will conquer all
***
E
ho perso chi sono
E
non riesco a capire
Perchè
il mio cuore è infranto?
Rigettando
il tuo amore, senza amore va male,
Parole
senza forme prendono forma
Ma
lo so, tutto quello che so è che la fine sta cominciando
Chi
sono dal principio
Portami
a casa dal mio cuore
Lasciami
andare e correrò
Non
starò zitto
Per
tutto questo tempo, versato invano
Anni
sprecati, guadagni buttati
Tutto
è perduto, ma la speranza rimane e questa guerra non è finita
C'è
una luce, c'è un sole
Che
raccoglie tutti questi frantumi
Li
porta al luogo in cui apparteniamo
Ed
il suo amore conquisterà tutti
{Trading Yesterday ~ Shattered}
Il vento era forte
quel giorno, faceva muovere le chiome degli alberi e i capelli
sembravano quasi perdersi tra quelle correnti. Camminava come se
fosse quello che le stava attorno non le importasse, anche se le
ciocche rosse le andavano davanti al viso, anche se queste le
finivano negli occhi. Alzò lo sguardo e vide in lontananza il
profilo di un cancello, con un sospiro entrò facendo il segno della
croce, cosa che faceva più per abitudine che per vera fede... fede,
ormai le era rimasta ben poca.
Tra le mani
stringeva un mazzo di gardenie bianche, le preferite di sua nonna.
Camminò lentamente tra le varie lapidi, fino ad arrivare a quella
per cui era lì, la foto dell'anziana la guardava sorridendo con
quegli occhi che aveva ereditato, verdi intensi come le
foglie di un sempreverde. Mise nel vaso i fiori, lentamente, senza
fretta e si sedette lì di fianco. La terra era stata appena smossa,
ma non le importava di sporcare i pantaloni.
Erano passate solo
due settimane dal funerale eppure le sembrava fossero passati anni
che le pesavano sulle spalle come macigni.
Per di più sua
madre era andata su tutte le furie quando aveva scoperto che la nonna
le aveva lasciato tutto Emma fece una smorfia, come se lei lo
volesse, come se non avrebbe dato tutto via pur di vederla tornare.
Non sapeva cosa
l'aveva spinta ad andare lì, era dal funerale che non ci metteva
piede, oppure lo sapeva bene. Sospirò guardando ancora quella foto,
sapeva benissimo che presto non avrebbe più potuto vedere quella
tomba, come sapeva benissimo che non avrebbe preso bene quello che
aveva deciso, ma che altro fare? E poi... lei non c'era più.
Sollevò una mano
e accarezzò la foto, sfiorando il volto.
-È la scelta
migliore...- bisbigliò quasi stesse parlando con lei.
Rimase come in
attesa, quasi aspettasse una risposta che ovviamente non poteva
ricevere. Abbassò il capo, cosa si aspettava? Un'illuminazione per
caso? Scosse la testa e con un ultima carezza lasciò quel posto.
Il sole spuntava
dalle nuvole che cospargevano il cielo, Emma lo guardava e non sapeva
se credere davvero che sua nonna sarebbe davvero stata sempre al suo
fianco nei momenti in cui avrebbe avuto più bisogno, in quel momento
ne aveva eppure non la sentiva.
A casa arrivò
presto, forse troppo. Guardava sua madre che frenetica dirigeva gli
uomini che stavano trasportando via mobili e altro, cercò di non
farsi notare ma ovviamente la vide.
-Tu! Vai subito a
finire le valige! Alle sei hai il volo!- disse imperiosa.
Emma sollevò gli
occhi al cielo trascinandosi in camera, era forse quella ancora
intatta in quella casa, o almeno i mobili lo erano, aveva le sue cose
impacchettate e pronte per essere spedite. Le valige che aveva
preparato da portarsi subito dietro erano ancora mezze vuote, non era
mai stato così difficile come in quel momento dover mettere via ogni
cosa, ma ce la fece.
Andò sul suo
balconcino a guardare un'ultima volta il panorama da lì, il vento si
era un poco calmato e poteva stare tranquilla in quei pochi minuti
che le erano rimasti.
Respirò a fondo
l'aria e chiuse gli occhi, forse era veramente stata una pazzia
accettare, ma che alternative aveva? Restare in quella città piena
di ricordi, piena di posti che a fatica riusciva ad attraversare...
forse si stava davvero comportando da vigliacca, ma per lei era
meglio così, accettare di andare ad Oxford era stata la decisione
giusta.
Come se ne era
andato lui così poteva anche lei, avrebbe dato il massimo per
diventare chirurgo, sarebbe andata avanti come se non ci fosse stato
mai lui nella sua vita, era una bugia bella e buona lo sapeva, ma che
altro poteva fare? Non voleva piangersi addosso e far vedere agli
altri che era andata avanti avrebbe forse convinto anche lei.
Dirlo alle altre
era stato difficile, non volevano crederci ed erano quasi arrivate a
litigare, ma dopo parole e silenzi avevano capito che per lei era
davvero troppo stare in quella città. Sarebbero venute a salutarla
all'aeroporto, sapeva già che avrebbero pianto, ma voleva dire addio
almeno a loro.
Diede un'ultima
occhiata e chiuse dietro di sé la portafinestra, era ora di andare.
Prese le valige, dopo aver salutato in fretta sua madre, anche lei si
sarebbe trasferita a Londra insieme allo scrittore, partì alla volta
dell'aeroporto.
Arrivata trascinò
le valige, non pensava fossero così pensanti. Fece tutto quello che
doveva fare e si sedette sulle sedie aspettando che il suo volo
venisse chiamato.
Alice stava
aspettando che Ele venisse a prenderla, stringeva la borsa a sé,
quel giorno sarebbe stato davvero pessimo. Emma stava per andare via,
a Londra per fuggire da una città che non faceva che ricordarle cosa
aveva perso.
Capiva perchè
l'amica avesse preso una scelta del genere eppure non riusciva a
sorridere mentre una sua amica stava andando via. In quel momento
arrivò Ele, dentro c'era già Bea e dalle loro facce che non era
l'unica a pensare che Emma sarebbe mancata davvero tanto a tutte e
tre.
-Se ne va
davvero...- esordì Bea.
Alice la guardò,
era triste e si vedeva... aveva detto quello che pensava anche lei.
Sospirò, davvero... se ne stava andando, sarebbe mai tornata?
-Si Bea, va
davvero- le rispose guardando fuori dal finestrino.
Non dissero più
niente fino all'aeroporto, lì scesero ed entrarono. Videro subito la
rossa seduta e appena anche lei si accorse di loro corsero e Bea
l'abbracciò subito.
-Ragazze...-
mormorò stringendo anche lei l'amica.
Le altre la
guardarono sorridendo malinconiche, Emma ricambiò, capiva
perfettamente come si sentivano.
Quando Bea sciolse
l'abbraccio cercò di trattenere le lacrime, si girò di scatto e con
la coda dell'occhio vide un movimento, qualcosa dietro alla colonna
si era mossa... un'ombra.
Emma rimase
perplessa, qualcosa infondo al cuore le si smosse e non riusciva a
capire che era successo, ma le altre stavano parlando e scosse la
testa, scacciando quei pensieri dalla testa.
-Sarà bello
vivere a Londra no?- cercò di sollevare il morale Ele.
-Già! È una
bella città... piena di cose da fare...- disse esitante Alice.
-Sarò al
campus... non so quanto potrò andare in giro...-
-Be verremo noi a
farti uscire!- statuì Bea.
Risero tutte e si
guardarono, certo sarebbero venute a trovarla, non riusciva a
immaginare di poter passare anni senza vederle o almeno parlare con
loro
-Odio gli
addii...- disse improvvisamente Ele.
Bea le tirò un
pungo al braccio.
-Ahia! Ma sei
scema?!-
-No! Lo sei te!
Questo non è un addio!-
-Ma è come se lo
fosse!-
-Se lo fosse non
la vedremmo più! Invece la vedremo ancora! Certo che ti si deve
sempre spiegare le cose!-
-Ma sentila! Che
per riuscire a capire un problema di geometria ci mette almeno una
settimana come minimo!-
-Tu...!-
-Ragazze!
Possibile che dovete litigare anche adesso!?- esclamò Alice
guardandole male.
Emma sorrise
triste, le sarebbero mancate da morire quelle tre, ancora non si
capacitava di come era riuscita a sopravvivere senza di loro. Le
abbracciò mentre si sbraitavano contro, chissà quando le avrebbe
riviste, sarebbe stata a Londra tutti gli anni del college, sperava
davvero che venissero a trovarla, sperava che sarebbero riuscite a
camminare per i parchi, a fare un po' di shopping, ad andare sul
London Eye... a fare tutte quelle cose che si facevano quando uno era
a Londra e non poteva farle da sola, voleva condividerle con loro.
Guardandole così
tristi si era sentita in colpa, sapeva che quella era una fuga bella
e buona, ma non riusciva a rimanere lì, così vicina a lui e... alla
tomba di sua nonna.
-Mi mancherete...-
disse sommessamente.
-A noi di più!-
rispose Bea con gli occhi appannati.
-Si, cerca solo di
tornare presto, noi siamo qui...- disse Alice lasciando cadere
qualche lacrime prontamente cancellata.
Ele non disse
altro, non riusciva a dire niente, il magone le impediva di
pronunciare una sillaba.
-Certo... magari
non subito, ma di certo tornerò- quelle parole le sentiva amare
sulla lingua, sapevano di bugia, ma forse no.
Stavano per
rispondere quando chiamarono il suo volo proprio in quel momento,
vide nei loro occhi delle ombre, era davvero venuto il momento
dell'addio.
Un ultimo saluto,
un ultimo abbraccio e si girò voltando le spalle a quelle che in
quei mesi erano diventate come sorelle per lei, voltando le spalle a
quella che era stata la sua vita fino a quel momento, voltando le spalle a
lui, al suo cuore sperando di poter vivere senza, sperando di poter
dimenticare, sperava... ma sapeva che qualunque cosa fosse successa
non ci sarebbe mai riuscita.
Fine...?
Oddio, non ci credo...
è davvero finita? O.O Non avete idea di quanto tempo ho passato
per questa storia, nata quasi per gioco, mi ricordo era luglio ero in
Valchiavenna e ho incrociato questo ragazzo, inutile dire che aveva
degli occhi azzurri come ghiaccio mi avevano impessionato
davvero molto, tornata a casa la trama si era quasi formata del tutto
in testa, ma era una storia del tutto diversa da questa, solo dopo aver
visto per l'ennesima volta "Piccoli problemi di cuore" ho pensato, e se
fosse la storia tra una prof e un'alunna? E da lì sono nati
Francesco e Emma, Alice, Bea, Ele e tutti gli altri personaggi che sono
stati in questa storia.
Ringrazio Bea, per
avermi supportato, per avermi minacciato (xD), per aver pianto a
leggere questa fine e per aver fatto sì che questa storia avesse
una fine anche se so che avrebbe voluto che fosse infinita x), I
love you sweetheart e questa storia la dedico a te sperando che anche
per te arriverà un Mirko tutto tuo =)
Certo avrete visto il punto di domanda... e si, vi dirò che ci
sarà un seguito! Non potevo certo la sciare che finisse davvero
così ;) Si intitolerà After All This Time, è
già in fase di scrittura e spero di pubblicare il primo capitolo
presto e che lo seguirete come avete seguito My Only Desire.
Alla prossima storia!
Baci^^