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Autore: lella23    24/03/2012    4 recensioni
Lo guardavo... e sapevo che non dovevo ...
Lo pensavo... e sapevo che era proibito...
Lo desideravo... e sapevo che era impossibile...
Eppure...

Emma, Alice, Beatrice e Eleonora
Quattro nomi, quattro ragazze e un nuovo anno scolastico, l'ultimo.
L'ultimo anno di spensieratezza prima di entrare nel mondo degli adulti, l'ultimo anno prima che la vita vera le possa reclamare.
L'anno delle scelte, dei dubbi e degli amori...
Proibiti, dolorosi, impossibili, involontari...
Quattro ragazze e la vita... giusta o sbagliata che sia.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'All You Need Is Love '
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Addio

And I've lost who I am,
and I can't understand
Why my heart is so broken,
rejecting your love, without,
love gone wrong; lifeless words carry on
But I know, all I know's that the end's beginning
who I am from the start,
take me home to my heart
Let me go and I will run,
I will not be silent, all this time
spent in vain; wasted years wasted gain
All is lost but hope remains and this war's not over
There's a light, there's a sun
taking all these shattered ones
To the place we belong
and his love will conquer all

***

E ho perso chi sono
E non riesco a capire
Perchè il mio cuore è infranto?
Rigettando il tuo amore, senza amore va male,
Parole senza forme prendono forma
Ma lo so, tutto quello che so è che la fine sta cominciando
Chi sono dal principio
Portami a casa dal mio cuore
Lasciami andare e correrò
Non starò zitto
Per tutto questo tempo, versato invano
Anni sprecati, guadagni buttati
Tutto è perduto, ma la speranza rimane e questa guerra non è finita
C'è una luce, c'è un sole
Che raccoglie tutti questi frantumi
Li porta al luogo in cui apparteniamo
Ed il suo amore conquisterà tutti


{Trading Yesterday ~ Shattered}


Il vento era forte quel giorno, faceva muovere le chiome degli alberi e i capelli sembravano quasi perdersi tra quelle correnti. Camminava come se fosse quello che le stava attorno non le importasse, anche se le ciocche rosse le andavano davanti al viso, anche se queste le finivano negli occhi. Alzò lo sguardo e vide in lontananza il profilo di un cancello, con un sospiro entrò facendo il segno della croce, cosa che faceva più per abitudine che per vera fede... fede, ormai le era rimasta ben poca.
Tra le mani stringeva un mazzo di gardenie bianche, le preferite di sua nonna. Camminò lentamente tra le varie lapidi, fino ad arrivare a quella per cui era lì, la foto dell'anziana la guardava sorridendo con quegli occhi che aveva ereditato, verdi intensi come le foglie di un sempreverde. Mise nel vaso i fiori, lentamente, senza fretta e si sedette lì di fianco. La terra era stata appena smossa, ma non le importava di sporcare i pantaloni.
Erano passate solo due settimane dal funerale eppure le sembrava fossero passati anni che le pesavano sulle spalle come macigni.
Per di più sua madre era andata su tutte le furie quando aveva scoperto che la nonna le aveva lasciato tutto Emma fece una smorfia, come se lei lo volesse, come se non avrebbe dato tutto via pur di vederla tornare.
Non sapeva cosa l'aveva spinta ad andare lì, era dal funerale che non ci metteva piede, oppure lo sapeva bene. Sospirò guardando ancora quella foto, sapeva benissimo che presto non avrebbe più potuto vedere quella tomba, come sapeva benissimo che non avrebbe preso bene quello che aveva deciso, ma che altro fare? E poi... lei non c'era più.
Sollevò una mano e accarezzò la foto, sfiorando il volto.
-È la scelta migliore...- bisbigliò quasi stesse parlando con lei.
Rimase come in attesa, quasi aspettasse una risposta che ovviamente non poteva ricevere. Abbassò il capo, cosa si aspettava? Un'illuminazione per caso? Scosse la testa e con un ultima carezza lasciò quel posto.
Il sole spuntava dalle nuvole che cospargevano il cielo, Emma lo guardava e non sapeva se credere davvero che sua nonna sarebbe davvero stata sempre al suo fianco nei momenti in cui avrebbe avuto più bisogno, in quel momento ne aveva eppure non la sentiva.
A casa arrivò presto, forse troppo. Guardava sua madre che frenetica dirigeva gli uomini che stavano trasportando via mobili e altro, cercò di non farsi notare ma ovviamente la vide.
-Tu! Vai subito a finire le valige! Alle sei hai il volo!- disse imperiosa.
Emma sollevò gli occhi al cielo trascinandosi in camera, era forse quella ancora intatta in quella casa, o almeno i mobili lo erano, aveva le sue cose impacchettate e pronte per essere spedite. Le valige che aveva preparato da portarsi subito dietro erano ancora mezze vuote, non era mai stato così difficile come in quel momento dover mettere via ogni cosa, ma ce la fece.
Andò sul suo balconcino a guardare un'ultima volta il panorama da lì, il vento si era un poco calmato e poteva stare tranquilla in quei pochi minuti che le erano rimasti.
Respirò a fondo l'aria e chiuse gli occhi, forse era veramente stata una pazzia accettare, ma che alternative aveva? Restare in quella città piena di ricordi, piena di posti che a fatica riusciva ad attraversare... forse si stava davvero comportando da vigliacca, ma per lei era meglio così, accettare di andare ad Oxford era stata la decisione giusta.
Come se ne era andato lui così poteva anche lei, avrebbe dato il massimo per diventare chirurgo, sarebbe andata avanti come se non ci fosse stato mai lui nella sua vita, era una bugia bella e buona lo sapeva, ma che altro poteva fare? Non voleva piangersi addosso e far vedere agli altri che era andata avanti avrebbe forse convinto anche lei.
Dirlo alle altre era stato difficile, non volevano crederci ed erano quasi arrivate a litigare, ma dopo parole e silenzi avevano capito che per lei era davvero troppo stare in quella città. Sarebbero venute a salutarla all'aeroporto, sapeva già che avrebbero pianto, ma voleva dire addio almeno a loro.
Diede un'ultima occhiata e chiuse dietro di sé la portafinestra, era ora di andare. Prese le valige, dopo aver salutato in fretta sua madre, anche lei si sarebbe trasferita a Londra insieme allo scrittore, partì alla volta dell'aeroporto.
Arrivata trascinò le valige, non pensava fossero così pensanti. Fece tutto quello che doveva fare e si sedette sulle sedie aspettando che il suo volo venisse chiamato.


Alice stava aspettando che Ele venisse a prenderla, stringeva la borsa a sé, quel giorno sarebbe stato davvero pessimo. Emma stava per andare via, a Londra per fuggire da una città che non faceva che ricordarle cosa aveva perso.
Capiva perchè l'amica avesse preso una scelta del genere eppure non riusciva a sorridere mentre una sua amica stava andando via. In quel momento arrivò Ele, dentro c'era già Bea e dalle loro facce che non era l'unica a pensare che Emma sarebbe mancata davvero tanto a tutte e tre.
-Se ne va davvero...- esordì Bea.
Alice la guardò, era triste e si vedeva... aveva detto quello che pensava anche lei. Sospirò, davvero... se ne stava andando, sarebbe mai tornata?
-Si Bea, va davvero- le rispose guardando fuori dal finestrino.
Non dissero più niente fino all'aeroporto, lì scesero ed entrarono. Videro subito la rossa seduta e appena anche lei si accorse di loro corsero e Bea l'abbracciò subito.
-Ragazze...- mormorò stringendo anche lei l'amica.
Le altre la guardarono sorridendo malinconiche, Emma ricambiò, capiva perfettamente come si sentivano.
Quando Bea sciolse l'abbraccio cercò di trattenere le lacrime, si girò di scatto e con la coda dell'occhio vide un movimento, qualcosa dietro alla colonna si era mossa... un'ombra.
Emma rimase perplessa, qualcosa infondo al cuore le si smosse e non riusciva a capire che era successo, ma le altre stavano parlando e scosse la testa, scacciando quei pensieri dalla testa.
-Sarà bello vivere a Londra no?- cercò di sollevare il morale Ele.
-Già! È una bella città... piena di cose da fare...- disse esitante Alice.
-Sarò al campus... non so quanto potrò andare in giro...-
-Be verremo noi a farti uscire!- statuì Bea.
Risero tutte e si guardarono, certo sarebbero venute a trovarla, non riusciva a immaginare di poter passare anni senza vederle o almeno parlare con loro
-Odio gli addii...- disse improvvisamente Ele.
Bea le tirò un pungo al braccio.
-Ahia! Ma sei scema?!-
-No! Lo sei te! Questo non è un addio!-
-Ma è come se lo fosse!-
-Se lo fosse non la vedremmo più! Invece la vedremo ancora! Certo che ti si deve sempre spiegare le cose!-
-Ma sentila! Che per riuscire a capire un problema di geometria ci mette almeno una settimana come minimo!-
-Tu...!-
-Ragazze! Possibile che dovete litigare anche adesso!?- esclamò Alice guardandole male.
Emma sorrise triste, le sarebbero mancate da morire quelle tre, ancora non si capacitava di come era riuscita a sopravvivere senza di loro. Le abbracciò mentre si sbraitavano contro, chissà quando le avrebbe riviste, sarebbe stata a Londra tutti gli anni del college, sperava davvero che venissero a trovarla, sperava che sarebbero riuscite a camminare per i parchi, a fare un po' di shopping, ad andare sul London Eye... a fare tutte quelle cose che si facevano quando uno era a Londra e non poteva farle da sola, voleva condividerle con loro.
Guardandole così tristi si era sentita in colpa, sapeva che quella era una fuga bella e buona, ma non riusciva a rimanere lì, così vicina a lui e... alla tomba di sua nonna.
-Mi mancherete...- disse sommessamente.
-A noi di più!- rispose Bea con gli occhi appannati.
-Si, cerca solo di tornare presto, noi siamo qui...- disse Alice lasciando cadere qualche lacrime prontamente cancellata.
Ele non disse altro, non riusciva a dire niente, il magone le impediva di pronunciare una sillaba.
-Certo... magari non subito, ma di certo tornerò- quelle parole le sentiva amare sulla lingua, sapevano di bugia, ma forse no.
Stavano per rispondere quando chiamarono il suo volo proprio in quel momento, vide nei loro occhi delle ombre, era davvero venuto il momento dell'addio.
Un ultimo saluto, un ultimo abbraccio e si girò voltando le spalle a quelle che in quei mesi erano diventate come sorelle per lei, voltando le spalle a quella che era stata la sua vita fino a quel momento, voltando le spalle a lui, al suo cuore sperando di poter vivere senza, sperando di poter dimenticare, sperava... ma sapeva che qualunque cosa fosse successa non ci sarebbe mai riuscita.



Fine...? 








Oddio, non ci credo... è davvero finita? O.O Non avete idea di quanto tempo ho passato per questa storia, nata quasi per gioco, mi ricordo era luglio ero in Valchiavenna e ho incrociato questo ragazzo, inutile dire che aveva degli occhi azzurri come ghiaccio mi avevano impessionato davvero molto, tornata a casa la trama si era quasi formata del tutto in testa, ma era una storia del tutto diversa da questa, solo dopo aver visto per l'ennesima volta "Piccoli problemi di cuore" ho pensato, e se fosse la storia tra una prof e un'alunna? E da lì sono nati Francesco e Emma, Alice, Bea, Ele e tutti gli altri personaggi che sono stati in questa storia. 
Ringrazio Bea, per avermi supportato, per avermi minacciato (xD), per aver pianto a leggere questa fine e per aver fatto sì che questa storia avesse una fine anche se so che avrebbe voluto che fosse infinita x), I love you sweetheart e questa storia la dedico a te sperando che anche per te arriverà un Mirko tutto tuo =)
Certo avrete visto il punto di domanda... e si, vi dirò che ci sarà un seguito! Non potevo certo la sciare che finisse davvero così ;) Si intitolerà After All This Time, è già in fase di scrittura e spero di pubblicare il primo capitolo presto e che lo seguirete come avete seguito My Only Desire. 

Alla prossima storia!

Baci^^

   
 
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