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Autore: Aoimoku_kitsune    24/03/2012    6 recensioni
Ti posso sentire e so di amarti.
***
E' una MPREG: Gravidanza tutta al maschile.
Dopo una serata il legame di Naruto e Sasuke sembra spezzarsi sempre di più, ma una maledizione (Da parte di Naruto) o uno splendido miracolo (Da parte di Sasuke), renderà le cose più complicate o semplicemente riuscirà ad aggiustarle? E Naruto si troverà davanti ad una scelta difficile, che farà provare a Sasuke, di nuovo, il dolore per la perdita di una famiglia.
***
-Sai..
Disse Naruto, fissando lo schermo colorato.
-.. Stavo pensando..
-Tu che pensi?
Lo sfotté Sasuke, quasi serio, nascondendo il divertimento.
Naruto alzò lo sguardo, fissandolo di sbieco, reclinando il capo verso di lui.
-Teme.. Smettila di prendermi sempre in giro.
E la linguaccia fu inevitabile.
Sasuke ridacchiò, sommessamente, appoggiando il mento sul capo di Naruto.
-Su dimmi.
Sentì un piccolo sbuffo dal basso e poi Naruto parlare.
-Il nome per il bambino. Non lo abbiamo ancora deciso.
Sasuke fece una strana smorfia di disappunto.
***
-Cosa c’è?
-Mi sento sempre appesantito.. È strano.
Rispose, incerto se i termini che aveva espresso potevano giustificare quelle strane sensazioni.
-E’ normale.. Ormai sei alla fine.
Naruto annuì, guardando, con i suoi formidabili occhi azzurri, Sasuke.
-Tsunade ha detto la prossima settimana.
***
Era leggero il suo bambino, fragile tra le sue braccia.
Genere: Fluff, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: OOC | Avvertimenti: Mpreg | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'I'd come for you'
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Cof.. Cof.. mmhh.. ciao! Ragaaaa.. sto malissimo. Mi è salita la febbre in un batter di ciglia e mi sto contorcendo sulla scrivania. Ahhh.. che roba, poi il fine settimama, e dire che stasera dovevo andare al Matis.. roba da matti.
Questo capitolo poi, è proprio un tributo alla febbre.. Non dico altro. Buona lettura e un bacione a tutti quelli che leggono e commentano. Per chi amasse cho: il segno della farfalla, ho messo un piccolo extra, come richiesto da alcune ragazze, che sognavano un piccolo continuo. E' tutto dedicato a loro. Ciao!

***


Si appoggiò appena in tempo, piegandosi in due e vomitò la misera porzione di cibo che aveva mangiato poco prima con Sai.
Fece strisciare le dita affusolate sulla parete umida del vicolo dove si era nascosto, e le chiuse nel palmo, sentenndo sotto i polpastrelli l'unido del muro scuro.
Si alzò appena, gli occhi colmi di lacrime che non voleva far uscire, e poi si ripiegò ancora, tossendo con la bocca aperta.
Sentiva l’acido dei succhi gastrici in gola e, stringendo le palpebre, cercò di sputare la saliva amara che aveva sulla lingua, lasciandogli un saporaccio sulle papille gustative.
La busta dei dango non sapeva neanche dove l’aveva lanciata, per quanto potente il senso di vomito lo aveva colpito.
Aprì la bocca, cercando di far entrare nei polmoni più aria possibile; la gola che gli bruciava a ogni respiro smorzato.
Si sentiva tremendamente male, e leggero allo stesso tempo.
Socchiuse gli occhi, per non guardare più il vicolo che aveva iniziato a vorticare intorno a lui, intensificandogli la nausea.
Le gambe cedettero sotto il suo peso, e aspettò l’impatto al suolo che non avvenne.
Erano stati solo questioni di secondi, quando aveva sentito qualcuno afferrarlo per la vita, tenendolo stretto a se.
Per un primo momento pensò che si trattasse di Sasuke, e ne sussurrò il nome piano.
-.. Naruto kun, sono Sai, stai bene?
Domandò il moro, guardando con preoccupazione il biondo che annuì, gli occhi stretti e le labbra socchiuse, ansimante.
Sai appoggiò la busta dei dango, che aveva visto sul ciglio della strada, su un cassonetto, e accompagnò un braccio di Naruto intorno al suo collo.
-Ti porto all’ospeda..
-No.. Sto bene.
Rispose Naruto, staccandosi per poi barcollare e cadere sulle ginocchia.
Sai si avvicinò, sedendosi sui talloni e adagiò una mano sul viso del biondo.
-Sei rosso e scotti. Forse è meglio andare all’ospedale.
Cercò di convincerlo, alzandolo in braccio a mo di principessa.
Naruto appoggiò il capo sul petto di Sai, afferrando la maglia corta tra le mani.
-Da Sasuke.. Portami lì.
Ansimò, chiudendo stancamente gli occhi, lasciandosi cullare dal movimento di Sai.
Il moro lo guardò, voltandosi prese la busta e spiccò un salto, arrampicandosi sui tetti, dirigendosi verso il lato del villaggio dove si ergeva la struttura del clan Uchiha.
Quella sarebbe stata la sua prima volta, e non era sicuro che Sasuke lo avrebbe visto di buon occhio, contando il fatto che Naruto era tra le sue braccia.
Stringendo Naruto a se, si accorse distrattamente che il ragazzo biondo era leggermente ingrassato. I fianchi si erano fatti più morbidi, eppure il biondo era sempre stato attento alla sua linea, anche se ingurgitava una marea di ramen.

Sasuke si alzò di scatto dal divano, sbattendo i piedi sul tatami, avviandosi verso la porta.
Quando la aprì, il fiato gli si strozzò in gola, così come il nome del biondo.
-Mi è svenuto tra le braccia poco fa. Ha la febbre, ma non è voluto andare all’ospedale.
Sasuke annuì distrattamente, allungando le braccia, prendendo Naruto da Sai che lasciò la presa.
Se lo strinse al petto, guardandolo con crescente preoccupazione.
-Tieni, c’è anche questo. Devo chiamarti Sakura chan?
Domandò Sai, allungando il sacchetto, appoggiandolo sul comò delle scarpe, all’entrata.
-Ci penso io.
Rispose atono Sasuke, guardandolo, facendo un segno di saluto col capo.
L’artista guardò i due ragazzi, salutando e scompari in una nuvola di fumo bianca.
Chiudendo la porta, con passi veloci e sostenuti si avviò al piano superiore, adagiando Naruto sul letto della camera.
Lo appoggiò con estrema cura, delicatezza che non pensava di avere e guardò il biondo ansimare che lentamente aprì le palpebre, mostrando le iridi azzurre, leggermente scure e lucidi per la febbre.
Sasuke si drizzò, voltandosi e scomparendo del bagno, dove ne uscì con un bacinella d’acqua e una pezza pulita.
Appoggiò gli oggetti sul comò, lì accanto e, recandosi verso il suo armadio, ne tirò fuori uno yukata nero, per casa, appoggiandolo aperto sul letto.
Naruto aveva perso la percezione del tempo e dello spazio. Riusciva solo a vedere immagini sfocate, ogni tanto o macchie nere.
Le ossa gli dolevano come quando si sforzava troppo in un allenamento, la testa era leggera e gli occhi pesanti che faticava a tenerli aperti.
Distrattamente sentì gli abiti scivolare dal suo corpo, e le mani grandi di Sasuke sfiorarlo, scottandogli ancora di più la pelle calda e umida quando venivano in contatto con lui.
Sasuke gli legò il laccio di tessuto dell’indumento, mettendo Naruto sotto le spesse coperte dopo averlo sciacquato con l’acqua fresca.
Appoggiando la pezza fresca sulla fronte dell’amante, lo guardò per l’ultima volte e scese di sotto.

Naruto serrava le labbra, non volendole aprire quando il cucchiaio gli si premeva contro.
Sasuke non era mai stato un tipo paziente, e adesso stava proprio perdendo la calma che lo caratterizzava.
Quel dobe non aveva nessuna voglia di mangiare il semolino che Tsunade aveva consigliato di fargli mangiare, con l’antibiotico mischiato all’interno.
-Naruto..
Disse il nome del ragazzo con voce bassa, quasi come un ringhio.
-Apri la bocca, subito!
Naruto scosse il capo, cercando di guardarlo male.
-Smettila.. Di fare il finto.. Preoccupato..
Ansimò stancamente, appoggiando la testa alla testata del letto, il codino sfatto che ricadde sulla spalla.
Le parole di Karin gli vorticavano in testa, e la malattia sembrava sempre peggiorare a quel ricordo. Quella voce gracchiata…
-.. Tanto sono solo.. Un’inutile scocciatura..
Sasuke stinse così tanto il cucchiaio in ferro, da piegarlo tra le dita. Il semolino, di un color chiaro, gli imbrattò il pavimento.
Con stizza appoggiò la ciotola e il cucchiaio sfatto, sul comodino di legno, cercando di calmarsi.
-Ascoltami bene! Karin è una stupida ragazzina e ti giuro, Naruto che non ho mai detto che sei un peso per me.
La voce di Sasuke era decisa; parlava piano, sillabando ogni parola con calma, guardando Naruto negli occhi lucidi.
-..Lei..
Sasuke si sporse, sedendosi sul bordo del letto, non distogliendo lo sguardo da quello ceruleo.
-Lei è come tutte le altre, come tutti gli altri. Pensano di conoscermi ma non è così. Cercano di capirmi, ma non saranno mai in grado di farlo.
Si avvicinò lentamente col viso, a quello di un Naruto rosso per la temperatura.
-.. C’è solo una persona che mi comprende, mi conosce, e non è una scocciatura. Quindi Naruto, credimi quando ti dico che sei l’unica persone di cui mi tingerei le mani di rosso, pur di poter vivere insieme a te.
Naruto tremò, incespicò nelle poche parole che avrebbe voluto dire, e il sorriso che si formò fu del tutto imprevedibile.
Forse era la febbre, l’aria viziata che c’era in quella stanza, la presenza di un chakra diverso, ma allo stesso tempo simile a loro, ma si sentiva tremendamente felice per quelle parole dette così naturalmente.
Sasuke alzò un lato di un labbro, creando un piccolo sorriso e lentamente si portò il biondo tra le gambe, facendogli appoggiare la schiena contro il suo torace.
Naruto non obbiettò, afferrò solo la coperta, coprendosi fino al busto, così come le gambe snelle di Sasuke e sprofondò nel petto dietro di se, ansimando piano.
Il moro afferrò la ciotola ancora fumante e il cucchiaio piegato, aggiustandolo.
Naruto questa volta aprì le labbra, accogliendo il cucchiaio, cercando di mandare giù quel poco che riusciva ad ingurgitare.
-Basta così?
Domandò Sasuke, dopo quattro cucchiate mandate già con fatica da parte del malato.
-Si..
Ansimò Naruto, scostandosi dall’abbraccio di Sasuke e stendendosi sul letto, esausto e spostato.
Alzandosi, Sasuke sistemò meglio le coperte di Naruto e scese nella cucina per posare la ciotola.

La notte era scesa e Konoha veniva illuminata dalla luce fioca dei lampioni e dalle luminose stelle che ne solcavano il cielo nero.
Un aria fresca si aggirava per le vie deserte, muovendo le erbacce, e producendo un leggero rumore.
Sasuke chiuse la finestra della stanza da letto, movendosi poi verso Naruto, prendendogli il termometro e coprendolo di nuovo.
Assottigliò lo sguardo, imprecando con voce bassa.
-Hai la febbre alta..
Naruto si era accucciato in posizione fetale, i denti che sbattevano tra loro incontrollati e il viso era diventato di un rosso fuoco.
-.. E ora anche i brividi.
Constatò, guardando Naruto senza sapere cosa fare. Tsunade sarebbe andata da loro il giorno seguente, e fino ad allora Sasuke doveva fare il modo che la febbre scendesse di qualche tacca.
-.. Suke.. Ho freddo. Dammi un’altra coperta…
La voce di Naruto era bassa, rauca per lo sforzo di parlare.
-E’ inutile aggiungerne un’altra.. Ne hai già quattro.
Ma Naruto tremava per il freddo, come se questo si intrufolasse nelle coperte, provocandogli un dolore alle ossa, come se tanti spilli entrassero e uscissero dalla pelle.
Ormai il moro non sapeva cosa fare, le aveva provate tutte.
Si morse un labbro, guardando il viso di Naruto, e gemendo frustato, iniziò a spogliarsi dello yukata, davanti allo sguardo appannato di Naruto.
Scostò le coperte, Naruto si voltò steso sulla schiena, non capendo cosa stesse succedendo.
Poi Sasuke lo affiancò, con un unico movimento fluido si intrufolò nel letto caldo, spogliando Naruto dalla yukata umido di sudore.
Naruto tremò, e cercò di allontanarsi per quello che poteva, spingendo via Sasuke, con le poche forze che aveva, lontano da lui.
-.. Sas’ke.. No…
Sasuke lo afferrò, stretto, dietro alla nuca. Le dita affusolate e chiare che artigliarono i morbidi capelli color dell’oro.
Lo attirò a se, il viso di Naruto che s scontrò con la pelle calda e liscia del petto di Sasuke.
Si calmò sentendo quel calore intossicante su di se, intorno a se. E sospirò, i tremiti di freddo che lo abbandonarono lentamente.
Che calore piacevole…
Il moro artigliò, con l’altra mano, il fianco di Naruto, spostandoselo più vicino a se, sentendo il piccolo rigonfiamento del ventre sul suo.
Lo strinse ancora, accogliendolo in un abbraccio caloroso; Naruto che strinse i pugni sul petto di Sasuke.
-Hai freddo, nonostante il tuo corpo sia così caldo.
Sussurrò il moro, sentendo sotto i polpastrelli la pelle liscia e morbida del ragazzo.
Il corpo di Sasuke è così muscoloso… e mi abbraccia così forte da farmi male.
Naruto si ritrovò ad ammirare ogni linea del ragazzo più grande, ad ansimare più profondamente, col cuore quasi in gola.
Tuttavia, stare tra le sue braccia, è più piacevole che essere avvolti in una coperta soffice.
Socchiuse le palpebre, allungando le braccia verso il corpo di Sasuke, afferrando le spalle larghe, fermandosi con le mani sulla schiena.
I volti si avvicinarono sempre di più, il fiato che si mischiava con quello dell’altro.
Sasuke azzerò le distanze, Naruto chiuse gli occhi e le loro labbra si incontrarono in un leggero bacio, un premersi, semplicemente, delle loro labbra.
Naruto sentiva le farfalle nello stomaco, mentre afferrava, con presa più decisa le spalle di Sasuke, portandoselo più vicino.
Non sapeva cosa stava facendo, ma in quel momento non gliene fregava poi molto, voleva solo che Sasuke non si staccasse da lui, era come se si volesse fondere col ragazzo moro che si staccò lentamente, e si riappropriò di quelle labbra, approfondendo il bacio e intrufolando la lingua in quell’antro umido e caldo, cercando il muscolo dell’altro, che si mosse in simbiosi col suo. Sembrava una danza sensuale. Le lingue si staccavano appena, per poi rincontrarsi sempre più veraci di prima.
Il moro si alzò, facendo perno su un gomito, e sovrastò Naruto, spingendosi sempre più vicino a lui, spingendo l'altro sempre più già, premendolo contro il materasso.. Dall’altro canto, Naruto spostò un gamba di lato, fornendo spazio al corpo di Sasuke si sistemarsi meglio tra lui e lo attirò per un altro bacio.
Sasuke si portò sul collo, poi sullo sterno, baciando e succhiando lentamente, accarezzando con la lingua la pelle bollente di Naruto che, sotto di lui ansimava pesantemente, in cerca sempre di più contatto.
Era in se, ma allo stesso tempo non lo era. Era come se la febbre gli bloccasse la poca razionalità che aveva, liberando tutta la sua passione che provava per il moro.
Il moro scese sempre di più, scostando appena le coperte pesanti, baciando la pancia dura e gonfia dell’amante, accarezzandola dolcemente. Le lunghe ciocche nero corvino sfioravano appena la pelle nuda di Naruto, procurandogli la pelle d’oca.
Si portò in ginocchio tra le gambe snelle di Naruto, guardandolo e scosse il capo divertito e leggermente frustato.
Naruto si era addormentato sotto di lui, forse troppo preso per tutto quel calore improvviso e la stanchezza della febbre.
Si sdraiò accanto, facendogli appoggiare la testa sopra al suo braccio e lo abbracciò, posando la mano sul ventre di Naruto, chiudendola a coppa su quel gonfiore amato.
Lo baciò a fior di labbra, accostando la fronte alla tempia di Naruto, addormentandosi.
.. Suke?.. È normale che ora senta tanto caldo?

   
 
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