Questa
è la traduzione della storia “In the
dark” pubblicata sul sito
‘fanfiction.net’ da The-shiny-girl.
Potete trovare il link della
versione originale nel profilo.
Ringrazio
chi leggerà questo capitolo e chi già mi segue.
Qualche frasetta è stata
parecchio contorta da tradurre ma, a fine revisione, sono stata
piuttosto
soddisfatta del risultato. Fatemi sapere che ne pensate. A sabato
prossimo, momob.
IN THE DARK
Chapter two: Confrontations
Nel momento
in cui si rese conto che non era più sul campo di battaglia,
Hermione spinse
via da se l’uomo ed arretrò di qualche passo prima
di cadere a terra. Le sue
dita toccarono un solido pavimento freddo il che le suggerì
di trovarsi in una
casa. Il fatto la preoccupava più di tutto.
Perché mai un Mangiamorte l’
avrebbe portata nella sua casa? Cosa stava pianificando di fare con lei?
“Alzati,
ragazza” ordinò lui con voce fredda.
Hermione
non voleva obbedirgli, ma non voleva
nemmeno rimanere sul pavimento di fronte a lui. Prese un respiro
profondo e si
rialzò senza inciampare in qualcosa. Non era ancora abituata
all’oscurità che
la circondava e stava avendo dei problemi a mantenersi in equilibrio.
“Brava
ragazza. Ora guardami.” Ordinò di nuovo ed
Hermione si
ritrovò a chiedersi dove
avesse già sentito quella voce. Le sembrava familiare, ma
non riusciva a
riconoscerla.
Sbatté
le palpebre un paio di volte, girando la
testa verso la direzione della voce.
Ci
fu un silenzio completo per qualche momento,
prima che lui sbottasse: “Che problema hai? Guardami.”
Hermione
sentì un assoluto terrore fluire nelle sue
vene e respirare divenne quasi impossibile. Strinse i denti per la
rabbia. Lei non poteva guardarlo,
non sapeva nemmeno
dove fosse.
“Sei
muta? Rispondimi o devo forse darti un assaggio
della Maledizione Cruciatus?”
Voleva
gridargli contro, dirgli che lo odiava, che
lui sarebbe dovuto morire insieme al resto dei Mangiamorte, che erano
tutti dei
mostri e che lei lo avrebbe ucciso se solo ne avesse avuto la
possibilità, ma le
parole sembravano essere incastrate nella sua bocca. Intuì
che lui stava
diventando impaziente, così si leccò le labbra
esitante e rispose. “I-io non
posso…”
“Tu
non puoi
cosa?” chiese, il divertimento nella sua voce fredda.
Hermione
capì che stava godendo della sua paura,
così decise di tenere la bocca chiusa e di non rispondere
più alle sue domande.
Si
abbracciò la vita ed abbassò la testa come se
stesse fissando il costoso pavimento di marmo. Poteva quasi vedere
piccole macchie
di sangue sulla superficie nera, il suo sangue, sangue che stava ancora
gocciolando dalle sue ferite. Sperò di morire dissanguata.
Poi
sentì una presa sul suo mento e la sua faccia
venne sollevata. Non provò nemmeno a dibattersi, sarebbe
stato inutile.
Lui stava
trattenendo il respiro, capì, perché le
era molto vicino. Quasi troppo
vicino.
I
suoi occhi le stavano osservando il viso e infine
rilasciarono il fiato che aveva trattenuto.
“Sei
cieca.” affermò con calma e le lasciò
il mento.
“Questo rende le cose più difficili per
te.”
Hermione
fece qualche passo indietro finché la sua
schiena colpì il muro.
“Chi
è stato? Chi mi ha privato del mio divertimento
e fatto di te una piccola ragazzina paurosa?” chiese ed lei
notò quanto setosa
fosse la sua voce ed il modo elegante in cui aveva parlato. I
Mangiamorte non
avrebbero dovuto parlare così. La loro voce sarebbe dovuta
essere ruvida e
ferruginosa.
Sussurrò:
“Non so chi fosse.”
“Peccato.”
Disse lui con finto rammarico. “Potrei
punirlo per essersi preso l’onore del divertimento.”
“Chi
sei?” chiese quando finalmente riuscì a trovare
il coraggio.
Lui
rimase silenzioso per un momento prima di
scoppiare in un’oscura, pericolosa, risata priva di
divertimento. “Credevo mi
avessi riconosciuto. Immagino di aver sopravvalutato la tua
intelligenza.”
Le
sue parole la colpirono come uno schiaffo in pieno
viso, ma tenne la bocca chiusa.
Poi
lo sentì avvicinarsi finché la sua mano non le
accarezzò la guancia. “Si potrebbe pensare che tu
abbia riconosciuto la mia
voce. Le persone dicono sia simile a quella di mio figlio e tu lo hai
conosciuto per sei anni.”
Tutta
l’aria fuoriuscì dai polmoni di Hermione alle
sue parole. Lucius Malfoy. Era lui
il
Mangiamorte che l’aveva presa. Un uomo crudele che odiava i
babbani, che
disprezzava qualunque cosa fosse differente, un uomo che detestava
Harry e i
suoi amici.
“Sei
spaventata, ragazza?” le chiese con calma, la
sua bocca a solo uno o due centimetri dal suo orecchio.
Hermione
voleva spingerlo via, era troppo vicino per
i suoi gusti, ma il suo intero corpo era paralizzato dalla paura e
dallo shock.
Tutto
quello che riuscì a fare fu scuotere la testa,
pur sapendo di non esser sembrata convincente.
“No? Bene,
immagino che dovrò fare qualcosa riguardo questo, non
è vero? Presto tu avrai
più paura di me che del diavolo.” La
minacciò ed Hermione capì che lui intendeva
esattamente quel che aveva detto. Era alla mercé di un uomo
spietato, era
perduta.
Prese
un respiro profondo prima di porre finalmente
la domanda che le premeva nella testa fin dal momento che lui
l’aveva scelta
come premio. “Cosa hai intenzione di fare con me?”
Rimase
sorpresa da come suonasse forte la sua voce,
anche si trattava solo di una facciata.
“Questo
sta a me saperlo, tu puoi solo immaginarlo. Tutto
quello che posso dirti e che sarebbe stato meglio se fossi
morta.” disse, privo
di emozioni.
Il
cuore di Hermione sembrava scoppiarle nella cassa
toracica a causa del panico che l’aveva invasa.
Riuscì a respirare di nuovo quando Lucius si
allontanò da lei.
“Sei
disgustosa. Per quanto mi dispiaccia, dovrò
curare le tue ferite, perché starai qui per un bel
po’ e non voglio che tu
sanguini sulle mie coperte costose.” Spiegò e la
prese per un braccio,
spingendola lontano dal muro. Mormorò un incantesimo e mosse
la bacchetta sul suo
corpo, chiudendo tutti i tagli e le ferite sulla pelle.
Ma
Hermione non sentiva nessun sollievo, le parole
che avevano lasciato la bocca di lui solo un secondo prima, erano
bloccate
nella sua mente.
‘Non
voglio che tu sanguini sulle mie coperte costose.’
Coperte? Come le
coperte di un letto?
Perché avrebbe
dovuto stare su un letto? A meno che lui non volesse… no, no, no….
Lucius
le prese le mani all’improvviso e le abbassò lungo
i fianchi. Hermione lottò con tutta la sua forza, ma la
presa sui suoi polsi
era serrata. “Smettila di lottare.”
Sibilò, ma lei non era più in grado di
ascoltare nulla. Era nel panico, tutto quello che voleva era
allontanarsi da
lui.
Aveva bisogno
che la lasciasse sola e per questo era
disposta a tutto.
“Ti
avevo avvertita.” Sibilò prima di schiaffeggiarle
la faccia. Hermione urlò per il dolore improvviso, ma non si
calmò. L’aveva resa
ancora più incontrollabile mentre urlava e scalciava nella
speranza di
colpirlo. Senza alcuna previsione la lasciò, ma la sua
risata fredda le suggerì
che non aveva vinto.
“Crucio!”
Le
gambe cedettero e cadde sul pavimento duro e
freddo. Era come se il suo intero corpo fosse in fiamme e lei non
conoscesse
altro che dolore e agonia. Sembrava come se una scossa di corrente
elettrica
scorresse dentro di lei. Il suo corpo tremò, cercando di
scappare dal dolore,
ma quello non si fermava.
E
quando pensò che non sarebbe più riuscita a
resistere, la maledizione venne sollevata da lei.
Hermione
era ancora sul pavimento, premendo la testa
contro la pietra fredda. Stava tremando, tutto quello era troppo da
sopportare.
Si rannicchiò a palla sperando di proteggere se stessa. Ma
non poteva
proteggersi. Non da lui.
“Perché
sono qui? Tu non vuoi uccidermi.” Constatò
con calma non appena riuscì a prendere fiato.
“Non
illuderti pensando di sapere cosa ho intenzione
di fare con te.” La sua voce era un po’ arrabbiata
ora. “Vero,
io non ti ucciderò. Ma
credimi, mi chiederai la morte.”
Le
sue parole erano così fredde e cattive, piene di
odio. Hermione non capiva come una persona potesse odiare qualcuno solo
per il suo
status di sangue. Che cosa gli aveva fatto per renderlo così
cattivo nei suoi
confronti?
“Tu
vigliacco spregevole.” Sussurrò per poi
comprendere il suo errore. Non aveva intenzione di dirlo,ma come sempre
la sua
lingua era più veloce della sua mente e lei sentì
le sue labbra muoversi,
mettendole silenziosamente le parole in bocca. Ma lui le aveva udite.
All’improvviso
l’afferrò per i capelli e la sollevò
da terra, facendola gridare. Fu gettata rudemente contro il muro.
Hermione
incrociò le braccia sul petto e cercò di smettere
di singhiozzare.
“Non
chiamarmi mai
più vigliacco o parlarmi senza il mio permesso o la tua vita
potrebbe finire molto
prima di quanto tu voglia.” La minacciò lui con un
tono di voce molto basso, ma
lei ne riconobbe il pericolo in essa.
“Tu
feccia.” La insultò. “Non mangerai
stasera. E ti
suggerisco di abituarti.”
Gli
occhi di Hermione continuarono a muoversi,
cercando il suo viso, ma tutto quello che vedeva era
l’oscurità.
Lucius
continuò: “Avevo intenzione di permetterti di
pulirti, ma i Sanguesporco come te non lo meritano.”
La
mano di lui scivolò sul suo braccio e Hermione
trattenne il fiato.
“Sono
stanco, così le tue lezioni dovranno aspettare
fino a domani. Dormirai sul pavimento stanotte,vicino al mio
letto.”
Hermione
si rilassò alle sue parole, contenta di
sapere che non avrebbe dovuto dividere il letto con lui. Probabilmente
era
troppo disgustato da lei da non voler avere niente a che fare con lei
in quel senso.
“Perché
mi stai facendo questo?” sussurrò piano.
“Non ti ho mai fatto nulla!”
La
sua voce divenne più forte mentre le emozioni
fluirono in lei.
“Ti
suggerisco di chiudere la tua sporca bocca se
sai cosa è meglio per te.” Lui si stava
trattenendo. Se Hermione avesse continuato
a chiedere, sarebbe stata solo una questione di tempo prima che
esplodesse.
Sentì
il suo
respiro irregolare e in quel momento fu felice di essere
cieca e di non
poter vedere la rabbia sul suo viso. Ma ancora, non cedette.
Qual’era la cosa
peggiore che potesse farle? Ucciderla? L’avrebbe solo resa
felice.
“Pretendo
che tu mi dica che cosa ti ho fatto!
Perché hai scelto me?”
Forzò le sue
parole ad uscire.
All’improvviso
strinse la sua mano sul collo di lei,
stringendo le dita approssimativamente all’altezza del suo
punto pulsante.
Hermione
si irrigidì ed aspettò che lui continuasse,
ma si accorse di non riuscire a respirare. Aprì la bocca per
aspirare l’aria
nei suoi polmoni, ma era come se qualcuno avesse tolto tutta
l’aria della
stanza. Nel panico, premette le mani contro la gola, cercando
disperatamente di
respirare ma nemmeno un
accenno di
ossigeno entrò nel suo corpo.
Tossì
un paio di volte e solo quando fu certa che
sarebbe morta, la gola si aprì di nuovo e
l’aria riempì i suoi polmoni.
Annaspò, cercando di prende il più possibile
d’ossigeno nel suo corpo tremante.
“Hai
imparato il tuo posto?” Chiese tranquillamente
Lucius.
Hermione
annuì velocemente, non sentendosi
abbastanza forte da disubbidirli di nuovo.
“Bene.”
Con questo la prese per il braccio e la
trascinò dall’altra parte della stanza. Poi la
lasciò. “Qui è dove dormirai. Vicino
al mio letto. Farai meglio a non tentare di far nulla mentre io dormo.
Se mi
accadesse qualcosa, ho organizzato tutto in modo che tu cada nelle
braccia del
più crudele Mangiamorte. Sono stato chiaro?”
Hermione
annuì e lentamente scivolò sul pavimento.
“Sdraiati.
“ordinò lui impaziente.
Hermione
si morse la lingua e si distese sul
pavimento, rannicchiandosi a palla. Chiuse gli occhi, ma era ben
lontana
dall’addormentarsi. Lucius camminò lontano da lei
e iniziò a spogliarsi.
Hermione
si tese come percepì il movimento dei
vestiti, il fruscio del tessuto. Immediatamente capì che lui
si stesse svestendo
e cercò duramente di non pensarci. Alla fine non si ero
aspettato lo stesso da
lei. Per ora. Trattenne il respiro
quando lo sentì togliersi la cintura.
Qualche
istante dopo Lucius si mosse verso il letto
e percepì il fruscio delle coperte, poi silenzio completo.
Quando
fu sicura che non l’avrebbe più disturbata,
Hermione permise a se stessa di pensare a tutto quello che era
accaduto.
Lacrime silenziose scesero lungo le sue guance quando
realizzò che
probabilmente non sarebbe più stata in grado di vedere. Ma
forse questo era un
bene. In quel modo non avrebbe potuto vedere
il viso aristocratico di Lucius Malfoy. Perché
la stava tenendo nella
sua casa? Perché aveva scelto lei?
La
odiava davvero così tanto perché era una babbana?
O c’era una ragione nascosta
dietro il suo comportamento? L’avrebbe scoperto domani. Non
c’era modo di scappare,
era sua prigioniera ora. Completamente alla sua mercé.