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Autore: LADY ROSIEL    25/03/2012    3 recensioni
{ Pairing: SHIKA/INO }
In passato non avrei mai creduto che il bianco e il nero, seppur così diversi, avrebbero potuto accostarsi e fondersi insieme così bene.
Tempo fa osservavo il cielo sorprendendomi di quanto fosse sconfinato ed imprevedibile mentre la mia vita scorreva con una certa noiosa routine. Nulla e nessuno era mai riuscito ad esaltarmi a tal punto da non farmi mai annoiare fino a quando, la sua esistenza non entrò prepotentemente a far parte della mia vita, sconvolgendola totalmente.
In quel periodo lei era fra le matricole più popolari dell’intero istituto.
«Perché mi conosci?» le domandai poi, fingendomi quasi indifferente alla sua vicinanza.
«Perché ti ho visto molte volte passeggiare nel cortile. Sei estremamente colto e brillante nonostante la tua parvenza possa dire il contrario.»
[...]
Alla mia domanda Ino non rispose, preferiva piuttosto continuare a guardami e a sorridermi, parlandomi con la sua straordinaria mimica facciale .
Si divertiva così tanto a farmi i dispetti, la mia cara Miss?
Sai Ino, forse sarò un masochista, ma continuo a desiderare di poter restare insieme a te.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Ino Yamanaka, Shikamaru Nara | Coppie: Shikamaru/Ino
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto, Contesto generale/vago
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BLACK WHITE REV


 

Black & White

I Tempi Supplementari dell'Amore

bbbbbbab BLACK WHITE REV


Tempo fa osservavo il cielo sorprendendomi di quanto fosse sconfinato ed imprevedibile mentre la mia vita scorreva con una certa noiosa routine. Non mi importava più di tanto del mondo e delle persone che mi circondavano, tranne di Choji che da sempre era il mio miglior amico. Mi ripetevo di continuo che non c’era nulla che attirasse la mia particolare attenzione, se non l’osservare quella grande distesa marina sopra la mia testa e il veloce circumnavigare di quelle spumose candide nuvole.
Ero sempre stato una persona colta che metteva la zucca in tutto quello che faceva ma, al contempo, ero sfaticato e tremendamente pigro. Nulla e nessuno era mai riuscito ad esaltarmi a tal punto da non farmi mai annoiare fino a quando, la sua esistenza non entrò prepotentemente a far parte della mia vita, sconvolgendola totalmente.

«Se devi dirmi qualcosa: parla!» Esortai leggermente contrariato della sua invadenza. 
«Non devo dirti nulla.» mi rispose lei fingendosi offesa.
«Allora perché continui a fissarmi da più di mezz’ora?» le feci poi notare, perentorio.
«Perché non posso fingere che tu non sia qui, mi sembra evidente!»
«Sì, ma io sto cercando di studiare, Ino-chan!» sbottai rassegnato. 
No, quando lei era a casa mia studiare era improponibile!
«Che ne dici se andiamo al cinema?» propose lei, ammirandosi le nuove unghie laccate e decorate fresche fresche di estetista. 
«Ino!» tentai invano di rimproverarla.
Era assolutamente impossibile concentrarsi!
A volte mi chiedevo come fosse possibile che un ragazzo come me, avesse scelto di stare al fianco di una ragazza come lei… Molto probabilmente dovevo essere sotto l’effetto di qualche stregoneria, anzi, quasi sicuramente!

Ripresi a leggere il manuale di fisica quantistica, pregando di riuscire ad applicarmi seriamente ma, in men che non si dica, il volume dello stereo alle mie spalle mi perforò l’udito facendomi sobbalzare per lo spavento preso.
Sorpreso, la guardai mentre a tempo di musica ripeteva i passi della milionesima coreografia che aveva imparato guardando i suoi idoli preferiti alla televisione.
Era sempre così tremenda!
Sbattei la mano sulla scrivania in segno di protesta, mi alzai e spensi immediatamente lo stereo, fingendomi poi adirato. 
«Non ti avevo detto di startene tranquilla?»
Alla mia domanda lei non rispose, preferiva piuttosto continuare a guardami e a sorridermi parlandomi con la sua straordinaria mimica facciale.
Lo sapeva di essere davvero dispettosa
Era così dannatamente egocentrica e piena di vita che mi sfiniva!

Senza parlarmi accese nuovamente lo stereo e prima che io potessi fermarla inserì l’attacco delle cuffie e riprese a danzare, ovviamente per quanto le era concesso fare, senza attorcigliarsi con il filo che penzolava da una parte all’altra.
Era una peste
Si divertiva  così tanto a farmi i dispetti, la mia cara Miss?

Non le contavo nemmeno le volte in cui mi aveva deliberatamente fatto indispettire.
Non ho mai capito perché ma si divertiva nel vedermi perdere le staffe. Le piaceva prendermi in giro per la mia capigliatura disordinata e adorava farmi la predica se puntualizzavo di non essere disposto a svaligiare il prossimo negozio solo perché era periodo di saldi.
Ogni mattina desiderava che la passassi a prendere in bicicletta per andare a scuola, salvo poi fare un predicozzo infernale quando pioveva e non mi ero ricordato di portarle un ombrello.  
Desiderava trascorrere ogni pomeriggio inoltrato in mia compagnia, dimenticandosi però che a volte, vi erano anche i compiti da svolgere e soprattutto molto da studiare. Lei però mi era sempre sembrata completamente allergica a tale attività, eccetto che non si svolgesse nelle ore scolastiche. 
Non di rado arrivavo alla sera stremato e assonnato per aver assecondato ogni santo giorno un ciclone chiamato Yamanaka Ino, ma ugualmente tentavo di studiare quanto più potevo. E quando, quelle volte, capitava che distrattamente mi assopissi sulla scrivania o sul letto senza averle mandato come minimo tre messaggi, l’indomani era capace di tenermi il broncio tutta la giornata. Senza contare poi, tutte le volte che per puro caso mi aveva visto conversare con delle ragazze di altre classi che lei non conosceva… Tutte le volte partiva una filippica immane sul fatto che non dovessi flirtare con le altre se uscivo con lei.

Ricordo ancora la prima volta che l’avevo incontrata.
In quel periodo lei era fra le matricole più popolari dell’intero istituto.
Quel giorno ci incontrammo per puro caso mentre l’un l’altra guardavamo assorti il cortile.  Dapprima percepii il suo profumo fruttato invadere le mie narici e poi ne scorsi immediatamente la figura longilinea alle mie spalle.
Dire che fosse bellissima è un eufemismo!
In quel momento pareva quasi una Dea eterea.
La sua bellezza mi ammagliò completamente e quando fu lei a rivolgermi la parola me ne stupii, poiché mai avrei creduto che una ragazza così bella e popolare potesse rivolgere la parola a qualcuno di così distante e inadatto per lei. 

«Sei Nara Shikamaru, vero? – mi domandò arricciando le labbra in un sorriso rassicurante – Io sono Yamanaka Ino, piacere di conoscerti.» E si protese dalla veranda al pian terreno nella mia direzione porgendomi la sua candida mano.
«Il piacere è tutto mio.» affermai stringendole delicatamente la mano per paura di farle male. Restai qualche istante a guardarla attentamente cogliendone ogni minimo particolare: dai grandi occhi turchesi, ai capelli biondo naturale, al suo trucco deciso dello stesso colore dei suoi occhi, agli orecchini che portava, alle spalle larghe e alle mani sottili e morbide. Ed inevitabilmente, per la prima volta, mi soffermai a guardarle le labbra tinte di rosa ciliegio. 
«Perché mi conosci?» le domandai poi, fingendomi quasi indifferente alla sua vicinanza.
«Perché ti ho visto molte volte passeggiare nel cortile. Sei estremamente colto e brillante nonostante la tua parvenza possa dire il contrario. Questo è quello che si dice sul tuo conto.»
«Non do molto credito a quello che la gente può pensare su di me. Preferisco riflettere guardando le nuvole nel cielo.»
«E’ per questo che mi piaci.» ammise lei prontamente e con una tale sicurezza da cogliermi totalmente impreparato. Forse non avevo compreso bene quello che voleva dirmi, o forse avevo le allucinazioni e confondevo la realtà con la fantasia. Poi però, avvertii distintamente le sue mani poggiarsi delicatamente sulle mie spalle e le sue labbra sulle mie.
Non capii più nulla. 
Immaginai solamente che se l’amore avesse potuto avere un profumo, certamente sarebbe stato lo stesso di Ino: fruttato al mandarino, con un cuore di gelsomino e ylang-ylang e con un tocco di vaniglia e bergamotto.  
L’essenza del piacere.
In quel medesimo attimo compresi che ero stato letteralmente travolto da quella ragazza.
Forse, esistevano per davvero i colpi di fulmine.

Sicuramente altri tempi.
Ora che conoscevo il vero carattere di Ino potevo inequivocabilmente affermare che era una ragazza intransigente e decisamente eccentrica. Amava tante cose quante ne odiasse. Era allergica alla polvere, non sopportava la vista di insetti, aracnidi e scarafaggi e quando ne incontrava uno si metteva ad urlare indipendentemente dal luogo in cui si trovava, suscitando stupore e a volte una reazione piccata nella gente. 
Era impulsiva, sfacciata e molto capricciosa. 
Odiava le persone volgari, rozze e di mentalità ristretta ma allo stesso tempo non le piacevano quelle troppo formali e vagamente snob. 

Forse, a ben guardare, possedeva molti più difetti che pregi, tuttavia ero fermamente convinto che non avrei mai trovato un’altra ragazza come lei, anche se avessi cercato fra mille galassie.  
La vera forza di Ino era indubbiamente la sua solarità.  
Era spavalda, loquace, sensibile e amava preoccuparsi per il prossimo. 
Una sognatrice accanita e una colta acculturata. 

In passato non avrei mai creduto che il bianco e il nero, seppur così diversi, avrebbero potuto accostarsi e fondersi insieme così bene.
Proprio come Ino e me.
Come il Sole e la Luna. O il giorno e la notte, il cielo e le nuvole.
Eravamo così diversi, quasi inconciliabili ma, allo stesso tempo così uguali e inseparabili.

«Ho comprato le patate dolci in quel chiosco laggiù, ne vuoi?» mi domandasti, quel tardi giovedì pomeriggio, offrendomi il sacchetto fumante, mentre tu addentavi la tua porzione con nonchalance.
«Vorrei sapere perché continuo a darti corda. Non era la giornata del cinema, oggi.»
«Guarda che se non le vuoi, me le mangio tutte io!»
«Eh? Non ho detto che non le voglio…» ammisi assaggiandone anche io una. E percependo poi, una ritrovata serenità non appena avvertii il tuo braccio intrecciarsi al mio.

   Sai Ino, forse sarò un masochista, ma continuo a desiderare di poter restare insieme a te.
Spero che la nostra vita possa continuare così: ridendo, divertendoci, litigando e amandoci l’un l’altra sotto lo stesso immenso unico cielo.

 


NOTE D'AUTRICE: 
Essendo una fan accanita della coppia SHIKA/INO, non potevo di certo farmi scappare l'idea di scrivere qualcosina su di loro!  Il titolo della fiction e la concezione intera della stessa mi son venute alla mente canticchiando la canzone:
 "Black & White" di G.NA.
Consiglio a tutti di ascoltarla, poiché è molto piacevole e divertente come canzone.
- Official MV/PV:  https://www.youtube.com/watch?v=ntkLP26htZA
- SUB ITA/Traduzione:   https://www.youtube.com/watch?v=jJ6VS3reNEA

   
 
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