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Autore: ReaderNotViewer    25/03/2012    1 recensioni
Dieci scene tratte da un'ipotetica ottava stagione. Dieci gocce, tutte rigorosamente commestibili
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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LATTE



“Che cosa stai facendo?” chiese Jess.
“Papà vuole che scatti delle fotografie di famiglia” spiegò April, camminando all’indietro per inquadrare meglio i due cugini. Guardò nel mirino della macchina digitale, tentando di decidere se fosse il caso di includere anche l’insegna del locale di suo padre.
Clic.
“Non mi piacciono le fotografie” protestò Jess. “Vengo sempre con la faccia da scemo.”
“Vieni sempre con la faccia da scemo nelle fotografie che ti fanno mio padre o tua madre” concordò April. “Non in quelle fatte da me.”
‘A meno naturalmente che tu non stia facendo lo scemo, proprio come adesso’ pensò divertita.
Clic.
Doula osservò con interesse la macchina fotografica, senza per questo lasciare la presa sul suo biberon di latte, che Jess fingeva di non voler lasciare andare. Guardò il fratello con espressione incerta.
“Falla ridere” lo sollecitò April.
“Ti sembro un clown?” protestò Jess. Fece solletico alla sorellina proprio sul collo grassoccio.
Doula si mise immediatamente a ridere a crepapelle e accennò persino, senza troppa convinzione, a un tentativo di fuga, presto rientrato innanzitutto perché la sua merenda, il biberon di latte in cui erano stati sciolti i suoi biscotti preferiti, era ancora in mano al fratello maggiore. Inoltre la piccola si sarebbe lasciata fare qualsiasi cosa da Jess, sempre pronto a diventare la sua volonterosa cavalcatura o una struttura vivente su cui potersi arrampicare o a soddisfare prontamente qualsiasi altra brillante idea passasse per la sua graziosa testolina. Il legame di reciproca adorazione si approfondiva sempre più, giacché nell’anno e mezzo di vita di Doula, Jess era venuto a Stars Hollows molte più volte di quante si fosse fatto vedere nei tre anni precedenti.
Clic. Clic. Clic.
“Ahi, mi tiri i capelli! Vuoi che diventi calvo come tuo padre?”
Clic. Clic.
“Ah, lo vuoi il tuo latte, allora? Non bere mentre ridi, altrimenti ti strozzi!”
Nella sua sobria saggezza di quattordicenne, April sorrise indulgente alle bambinate di quei due, uno solo dei quali aveva l’attenuante di essere veramente un infante. April era contenta di avere un cugino come Jess, che gestiva una libreria a Philadelphia e poteva dire addirittura di aver scritto un vero libro. Non capiva un accidente di scienza, ma nessuno è perfetto. Era intelligente e simpatico. E non nel modo in cui era simpatica la zia Liz, che sembrava un po’ matta.
Era stato strano scoprire di avere, oltre a un padre che non aveva mai saputo della sua esistenza, tutta una serie di parenti nuovi di zecca. Ai quali si era aggiunta di recente la piccola Doula, che però era nuova per tutti, non solo per April.
La bambina lasciò cadere il biberon e Jess lo raccolse al volo, prima che toccasse terra. Fece finta di non volerglielo restituire.
Clic.
Con interesse da scienziato, April osservò i lineamenti del piccolo volto paffuto incresparsi in un inizio di magone.
“Così la fai piangere.”
“No che non la faccio piangere. Non ti faccio piangere, vero? Ecco qui il tuo biberon, tieni” il fratello si affrettò a rimetterglielo in mano e le diede un buffetto affettuoso sulla guancia.
“È stato strano non essere più figlio unico?” indagò April, riponendo la macchina fotografica nella sua custodia.
Jess si rimise in piedi, sgranchendosi la schiena. Considerò seriamente la domanda della cugina, che trattava da pari a pari, nonostante la differenza di età.
“Divertente. Un po’ sorprendente. Ma non direi strano.”
“Lo definiresti un evento positivo, quindi.”
“Molto positivo, ma perché… Oh, non mi dire.”
April nascose un sorriso: Jess capiva sempre le cose al volo.
“Tua madre o Luke?” le chiese.
“Papà.”
“Mi sorprende che mia madre non mi abbia detto niente” osservò Jess. Erano passati i tempi in cui la chiamava Liz: si poteva anzi dire che avesse imparato a dire mamma insieme a Doula.
“Magari lei non lo sa ancora. Io lo so soltanto perché ho sentito per caso Lorelai parlare al telefono con il dottore. Mi hanno detto che vogliono essere sicuri che vada tutto bene, prima di annunciarlo ufficialmente.”
“Allora perché lo stai dicendo a me?”
April alzò le spalle.
“I Danes aumentano a rotta di collo” gli disse facendo un gesto con la mano che includeva la piccola Doula e se stessa.
Jess rise.
“Hai ragione.”
“Tutto sommato, credo che mi piacerebbe di più un fratellino” dichiarò April, pensierosa. “Penso che anche Rori lo preferirebbe: lei ha già una sorella. È buffa. La sorella di Rori, intendo dire.”
“Sì, Rori non è buffa” convenne Jess gravemente.
Sembrava impossibile, ma April aveva il sospetto che suo cugino non avesse dimenticato del tutto la figlia di Lorelai. Dopo il matrimonio della stessa Lorelai con Luke, che era zio materno di Jess oltre che padre di April, l’intreccio di parentele si era complicato. Meglio che Rori e Jess non si rimettessero mai insieme, perciò, altrimenti in famiglia le presentazioni sarebbero diventate un incubo.
Naturalmente April si guardò bene dal dividere questa sua ultima considerazione con suo cugino.
“Dalle tempo” concluse invece scherzando. “Se farà anche lei la scema con il suo nuovo fratellino o nuova sorellina come fai tu con Doula, sarà buffa anche Rori.”

N.d.A: alcune note sparse:

(1) che all’inizio della primavera dell’ottava stagione Doula debba avere circa un anno e mezzo è frutto di calcoli relativamente precisi da parte della sottoscritta

(2) alla fine della serie April vive in New Mexico con sua madre ma dato che Luke ha ottenuto la custodia congiunta è ragionevole supporre che venga spesso a Stars Hollows. Non credo che in questo periodo dell’anno ci siano vacanze scolastiche, quindi lascio a voi l’onere di immaginare una buona ragione perché si trovi a casa di Luke…

(3) che Jess non abbia dimenticato Rori è pura speculazione da parte mia, e si basa su un’idea che mi sono fatta del suo (brutto) carattere. Sui sentimenti di Rori non avanzo ipotesi, perciò se siete shipper di questa coppia o di altre non sarò io a rompervi le uova nel paniere.

(4) sì, lo so: le macchine fotografiche digitali non fanno esattamente clic, ma non conosco l’onomatopea del rumore che fanno, perciò...
  
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