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Autore: Stella Di Mezzanotte    25/03/2012    8 recensioni
Nella Londra Ottocentesca, un nobile e una cortiggiana vivono un rapporto d'amore difficile. Divisi tra amore e odio Edward e Bella affronteranno una società difficile e un sentimento che non sono disposti ad accettare.
Cosa succedera? Come si conosceranno e ameranno un Nobile ambito e una povera cortigiana?
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alice Cullen, Emmett Cullen, Jasper Hale, Rosalie Hale | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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L’amore è una cosa più
meravigliosa dell’arte.
( Oscar Wilde )

 

 

 

Capitolo Dodici

 

 

Sembrava che dormisse, riversa su quella vecchia poltrona. Indossava una specie di abito, che in realtà era costituito da un telo che le abbracciava il corpo, infine il suo piccolo polso era attaccato a una catena. Sentii il sangue ribollirmi nelle vene, mi avvicinai e le presi il volto tra le mani. Cercai di svegliarla, ma non ci riuscii. Cercai in giro qualcosa per poterla liberare da quella catena e quando fu libera, la presi delicatamente in braccio. La strinsi a me e uscii fuori da quella soffitta. Sentii la voce di Jonathan nella stanza dove si trovava la madre di Carmen e lo raggiunsi.

<< Mio Dio, cosa le è successo? >>

<< Non c’è tempo, andiamo. >>

<< Vi troverà. >> disse sinistramente l’anziana donna.

<< No, saremo noi a cercarla. >> dissi con un ringhio.

Una volta fuori, cercai di sistemarla al meglio sul cavallo e ci riuscii soltanto con l’aiuto di Jonathan, dato che era ancora incosciente. Tremavo all’idea di cosa le sarebbe potuto succedere. Doveva essere svenuta da poco e il suo corpo era debilitato, ma stavo in ansia per il fatto che non si fosse ancora svegliata. La feci poggiare al mio petto e mi diressi in città. Lungo la strada vidi un piccolo ruscello e pensai di fermarmi per sciacquarle il viso. Le avrebbe fatto bene. Come sperai, quando le bagnai il volto, lei riaprii lentamente gli occhi, facendomi sospirare sollevato.

<< Bella, cosa è successo? >> mormorai, accarezzandole i capelli.

I suoi occhi si riempirono lentamente di lacrime e si aggrappò alla mia camicia. Ero felice di riaverla di nuovo con me, anche se vederla in quello stato faceva male.

<< Scusami… James… io… >>

<< Stai tranquilla, so tutto. >>

<< Tutto? >> mi domandò

<< Sì e non capisco perché tu non mi abbia detto niente. >>

<< Ma io non sapevo nulla, infatti, Edward. >>

<< Parlo del fatto che ci siamo già incontrati, molti anni fa. >>

Lei chiuse per un attimo gli occhi, per poi riaprirli subito dopo.

<< Non ne ero sicura. >>

<< Sì, che lo eri. >>

Scosse il capo lentamente e poi provò ad alzarsi.

<< Dove vai? Adesso andiamo da tuo padre. >>

<< No. >>

<< Perché no? Bella sta per morire e ti vuole vedere. >>

<< Non capisci? E’ per questo che Carmen c’è l’ha così tanto con me. Pensa che io voglio rivendicare il mio titolo nobiliare, ma io non ho bisogno di tutto questo. L’ho già visto, volevo conoscerlo, ma non voglio più rivederlo perché sembrerebbe che il mio sia solo interesse personale. >>

Il mio sguardo si addolcì e mi alzai anch’io. Feci per prenderla tra le braccia, ma lei si allontanò.

<< Per tutta la mia vita ho desiderato un padre e una madre. Avevo sempre colpevolizzato solo lei, credendo che mi avesse abbandonato da Tanya, come lei mi aveva detto, invece ho scoperto che è morta per darmi alla luce. Come ti sentiresti al mio posto? Tutto ciò a cui credevo adesso non esiste più. Tra l’altro mio padre si è fatto vivo solo ora. E tutto quello che ho passato io? >>

<< Perdonalo. Piccola, so che a te non interessa un titolo nobiliare, ma ti spetta di diritto. E’ l’ultima cosa che tuo padre può fare per te. >>

<< Ti sbagli. Quello che può fare per me è ormai molto poco. >>

<< Non fare così, ti voglio aiutare. >>

<< Tu mi vuoi aiutare? Ti sei già disturbato abbastanza. Dov’è tua moglie? Non ti è bastato andare a letto pure con mia zia? Mi fai schifo! >>

La presi per un braccio e la feci scontrare contro il mio petto. Lei, ancora debole, barcollò ma la sostenni.

<< Non dire mai più una cosa del genere. Quello che è successo con Janet fa parte del passato. Tutti ne hanno uno, sai? E non ho intenzione di giustificarmi per questo. Non sapevo che fosse tua zia, poi stiamo parlando di cose successe molto prima che ti rivedessi. >>

Lei mi osservò per un po’, vidi la sua rabbia sciogliersi come neve al sole e la lasciai.

<< Hai sempre una moglie. Va da lei, io me la cavo da sola, come ho sempre fatto. >>

<< Sophie non sarà mai sua moglie, non l’hai ancora capito? >>

Entrambi ci voltammo verso Jonathan, mi ero dimenticato della sua presenza. Se ne stava seduto vicino ad un troco d’albero e ci osservava.

<< A me non importa. >> la vidi portarsi le mani al grembo, come a volerlo proteggere e io non capii.

<< Non fingere, Isabella. >> le disse ancora. Anche lui guardò le sue mani e poi si alzò.

<< Forse c’è qualcosa che vuoi dire a Edward? Oltre ad amarlo? Voi due siete stancanti, lasciatevelo dire. >> se andò con un mezzo sorriso e io lo seguii con lo sguardo. Cosa voleva dire?

<< Bella? >>

<< Non c’è nulla da sapere. Torna da tua moglie. >>

<< Ora basta! >> tuonai innervosito.

<< Vai dalla tua amante allora! Va bene così? >>

Feci un passo indietro e tutta la mia rabbia sparì in un attimo. Lei sapeva? E come?

<< James è sempre in contatto con la madre, sai? Sempre. La madre di Sophie è molto pettegola e la figlia non sa tenersi un segreto, nemmeno intimo come quello. >>

Sbiancai e mi sentii in colpa. In realtà lei se ne era andata e poi non c’eravamo promessi nulla.

<< Non ti devo niente. >> dissi pentendomene subito. L’amavo, come sarebbe a dire che non le dovevo niente?

<< Sì, ne a me, ne a lui. >>

<< Lui chi? >>

I miei occhi caddero ancora sulle sue mani e poi sui suoi occhi stanchi. Non poteva essere… no…

<< Isabella… Bella non dirmi che… >>

<< Invece sì. Sono incinta, Duca! Aspetto vostro figlio. >>

Fu come se la terra avesse smesso di girare. Mi sentii mancare il fiato. Non credevo sarebbe mai successa una cosa del genere. Non avevo mai pensato a dei figli, se non in un ipotetico futuro, quando mi sarei sposato. Non potevo credere che la donna che amavo, la mia cortigiana, la piccola bambina indifesa sotto la pioggia, che avevo incontrato anni prima, mi stesse per dare un bambino. Ero incredulo, spaventato e… felice. Quel tuffo al cuore era questo, vero?

Acchiappai Bella prima che scappasse e la strinsi a me con talmente tanta forza, che ebbi paura di farle del male.

<< Tu e mio figlio non andate da nessuna parte. >>

<< E’ solo questo che ti interessa, vero? Ne puoi avere quanti ne vuoi! Va da quella maledetta donna! >>

Mi fece sorridere. Era ovviamente arrabbiata, come mai l’avevo vista e incredibilmente gelosa. Questo poteva solo significare che provava gli stessi miei sentimenti.

<< Mi avevi lasciato e io sono stato talmente male da essermi rifugiato da Sophie. Tu non sai quanto ho sofferto quando, nello stesso istante, ho capito di amarti e di averti persa. >>

<< Bel modo di consolarti! Lasciami andare. >>

Scivolò dalla mia presa e io la seguii e le presi il viso tra le mani.

<< Amore mio, per favore perdonami. E’ stato solo un errore. Non posso dirti che non le voglio bene, ma io amo te. Nessun altra. >>

<< E’ troppo facile così, non ti posso perdonare. >>

<< Devi. >> pronunciai, mentre allungavo una mano tremante verso il suo grembo. I suoi occhi si sgranarono quando capii le mie intenzioni, ma non mi fermò. La sensazione che provai a sentire quel leggero rigonfiamento era qualcosa di indicibile. Un uomo come me, che aveva vissuto tra donne e agi di tutti i generi ora si ritrovava a piangere come un bambino. Avevo paura di averla persa, temevo di dovermi accontentare di una vita infelice, perché nonostante tutto l’affetto che provavo per la mia migliore amica, solo questo sarebbe stato. Mi sarei meritato tutto questo, invece mi ritrovavo dinnanzi alla donna della mia vita e a mio figlio.

<< Ti prego, Bella. >>

Non mi era mai accaduto, ma scoppiai in singhiozzi. Appoggiai la testa al suo petto e dopo qualche secondo sentii le sue mani accarezzarmi i capelli e sospirare profondamente.

<< Vorrei, Edward. Dammi tempo, è difficile per me. Ti amo e non riesco ad accettarlo. >>

Sollevai il viso e mi persi nel colore unico dei suoi occhi.

<< Anch’io ti amo, Bella >>

Lei arrossì e abbassò il volto.

<< Ancora quel nome. Avevi proprio capito male quella sera. >>

Sorrisi e la trascinai giù con me. La baciai, ma lei rimase piuttosto rigida sotto di me. Sapevo che la via del perdono sarebbe stata lunga e travagliata, ma non mi sarei arreso.

<< Mi perdonerai. >>

<< Vedremo, Duca. >> mi sorrise appena e le baciai una guancia.

<< Ehi, ragazzi. Non vorrei mettervi fretta, ma si sta facendo buio, e io avrei un certo appetito. >>

Jonathan riuscii quasi a farci ridere, ma immaginai la sua sofferenza nel sentire di nuovo cosa era accaduto con Sophie. Ci rimettemmo in marcia e arrivammo a casa di Charlie. Il maggiordomo mi fece capire che mancava poco alla sua fine e dopo aver guardato Bella, lei sospirò un paio di volte e senza neppure cambiarsi fece per raggiungere suo padre. La persona più impensata, però, ci fece visita. Quella che doveva essere Carmen, ovvero una donna che portava bene la sua età, con lo sguardo fiero e una crocchia di capelli neri, sotto un capellino rosso, si fermò davanti a noi.

<< E voi chi siete? Come vi siete permesso a portare qui, quell’insulsa ragazzina. >>

<< Non osate chiamarla così. E’ la figlia di vostro marito. La duchessa Swan. >>

George mi battè sul tempo e si mise tra me e quella donna. Lei fremette di rabbia e fulminò Bella, con un occhiataccia.

<< Brava, sei riuscita nel tuo intento. >>

<< Nessun intento duchessa. Vostro marito ha già dato tutti i documenti al notaio. L’ha riconosciuta come sua figlia legittima, c’è ben poco da fare. Farebbe meglio ad andarsene, qui non è gradita. >>

Avrei baciato George se solo non fosse stato un uomo.

<< Carmen, non le perdonerò mai quello che ha fatto a Isabella. Come si è permessa di nasconderla in quella soffitta? >>

George scuoteva il capo, inorridito e Jonathan mi affiancò.

<< Mia cara duchessa è meglio che lei sparisca, se non vuole passare dei guai seri. >>

<< Non può passarla liscia così, Jonathan! >>

<< Edward, ti prego. Falla andare via. Voglio chiudere questa storia e andare da mio padre. >>

Ancora una volta ammirai la mia donna e, con rabbia repressa, feci andare via quell’odiosa donna, che quasi se la diede a gambe. Era inutile e pure ridicola. Ormai aveva perso la sua battaglia, quindi preferiva fuggire. Io e Jonathan aspettammo nel salone, il ritorno di Bella che avvenne quasi un ora dopo.

<< Se ne è andato. >>

Non volevo vederla piangere ancora, ma sapevo che era giusto così.

<< Non volevo quel titolo, ma solo rivederlo. >>

<< Lo so, piccola. Tuo padre ha fatto solo ciò che è giusto. >>

Non mi importava sinceramente del suo titolo. Non avrei rifatto gli stessi errori. Volevo dividere la mia vita con lei e sarei riuscito nel mio intento.

 

 

 

 

 

 

***********************************

 

Eccomi, scusate se vi ho fatto aspettare. Mancano due, forse tre capitoli alla fine. Nel prossimo vedremo cosa sta succedendo con Sophie.
A presto!


  
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