Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
Segui la storia  |       
Autore: Sibilla Delfica    25/03/2012    2 recensioni
Nel mio mondo esistevano tre regole importanti: la prima era, mai cedere alla tentazione, come se non l'avessi già fatto, la seconda diceva di non lasciarsi trasportare dalla passione carnale per una persona e terza mai avere rapporti con gli umani.
Naturalmente accompagnate da quelle più ovvie non uccidere e non rivelare la propria vera natura agli umani.
Non sono umano.
Sono un Angelo, la creatura più bella che esista nel intero universo, io sono la tentazione vivente per ogni umana esistente sulla terra.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

-Bryan mi vuoi far tirar su, ho sete!- protestava la mia dolce metà accanto a me, secondo lei l'avrei lasciata andare tanto facilmente.

Eravamo a terra accanto al letto che era in origine il nostro obbiettivo, ma il desiderio non mi aveva permesso di raggiungerlo, il suo viso era appoggiato sul mio petto, ed io con un braccio la tenevo con forza legata a me, quanto avrei voluto stare così per sempre.

-Amore non ti ho avuta per due mesi, ora non mi dispiacerebbe se stessi un altro po' qui nelle mie braccia- le dissi accarezzando la sua schiena nuda, Giada tremò e si lasciò andare contro il mio petto, vedevo che la sete gli era passata!

-Bryan non sai quanto ti amo e ti voglio- le sue labbra si attaccarono al mio collo, e poi tutto si fermò, il tempo si era fermato un'altra volta, un odore dolce colpì il mio naso, ci scommettevo i miei vestiti che qualcuno di nome Paride mi stava venendo a fare una visita, certo che sapeva trovare proprio il momento più adatto!

Mi tirai su i gomiti e attesi.

Infatti come volevasi dimostrare Paride apparse in tutta la sua luminosità!

-Paride non so se hai notato, ma avevo da fare...- e dicendo questo indicai Giada accanto a me che si era bloccata con le labbra contratte intenta a baciare un collo immaginario.

-Bryan alzati e vestiti, se non chiedo troppo!- allora non aveva capito.

-Paride non è che magari puoi tornare più tardi?- anche se la risposta era ovvia, io ci tentai comunque.

-NO! Muoviti, devo dire che sei troppo rilassato per i miei gusti, ti preferivo quando eri triste almeno evitavo la tua stupidità- che carino, a questo Serafino li dovevano dare il nobel per la simpatia.

Mi alzai, mi diressi verso i vestiti ammucchiati in un angolo e me li misi addosso , feci il tutto molto velocemente e fissato da Paride: adesso non mi era concessa neanche la privasi per vestirmi!

-Ok parla- mi piazzai davanti a lui e aspettai che parlasse ticchettando nervosamente il piede.

-Sei un coglione- aveva detto una parolaccia, alleluia, alleluia, il mio Paride aveva perso finalmente la sua impostazione seria e scrupolosa alcune volte pensavo che fosse qualcosa di più simile ad una macchina.

-Cosa ho fatto?- chiesi con calma.

-Bryan cosa hai fatto? Hai aggravato la tua situazione di molto, sei caduto di nuovo in tentazione, e adesso hanno messo in mezzo Giada in modo definitivo- me lo dovevo aspettare, che questa mia scelta si sarebbe ritorta contro di me, ma non pensavo che anche Giada mi avrebbe seguita a ruota, sono un coglione!

-Sono un coglione!- obbiettai dandogli ragione per la prima volta.

-Lo so, io quando ti dicevo vai a prendere Giada e nascondila nella Grotta delle Meraviglie, non intendevo vai portatela a letto e poi accompagnala nella Grotta delle Meraviglie- in verità al letto non ci eravamo mai arrivati! Forse questo però non gli interessava, anzi forse avrebbe peggiorato la mia già squallida situazione.

-Hai ragione, ma è colpa mia se desidero troppo quella ragazza, è colpa mia se la amo- sbraitai.

-Non hai altro modo di dimostrare il tuo amore?- mi domandò questa volta con calma.

-Ehi io non la vedevo da due santissimi e benedettissimi mesi, il mio corpo ne reagisse di conseguenza e... Ma cosa parlo a fare con te di queste cose non sai neanche cosa sono o come sono! Sono un coglione! Chiudiamola così!- Paride mio caro Paride tu non capisci un emerito cazzo, ma questo lo sapevo già.

-Hai bisogno di qualcos'altro?- mi chiese Paride con eleganza.

-Sì, ho bisogno di un permesso per Giada la porto con me- ero deciso, avevo deciso e non importava più se Paride avesse cambiato idea o avesse le palle girate o se non ne avesse voglia, mi doveva fare il permesso se no gli avrebbero dato il nobel come miglior morto.

-Tieni- l'aveva già fatto? Ma stava tutto il tempo a spiarci?

-Caro Paride ti devi proprio trovare un hobby- mi guardò perplesso, ma io continuai comunque, mi piaceva troppo stuzzicarlo – ti voglio fare una domanda, ma ci hai spiato anche mentre “ero tentato dalla sua pelle”?- l'ultimo pezzo della frase lo dissi cercando di imitare il tono del Serafino che mi aveva letto le accuse.

-Bryan...- i suo occhi erano diventati abbastanza incandescenti da farmi capire che forse era l'ora di smettere di stuzzicare il povero Paride, alla fine secondo me l'avrebbero fatto Santo, si Santo Paride martire ( naturalmente martire delle battute di Bryan il sottoscritto).

-L'ho sempre saputo che sei un guardone- questa ultima mia frase ci stava, lo so, avrei dovuto pensare al processo, ma più ci pensavo e più mi deprimevo, mi sembrava impossibile vincere contro quei cinquanta Serafini, soprattutto però contro il Signore, certo io avevo qualcosa in mano facevo paura al Signore, ma siamo sicuri che lui non avrebbe trovato una soluzione? Insomma il Signore era sempre onnipotente, veramente un Angelo debole come lo ero io poteva mettergli il bastone tra le ruote?

Siccome avevo paura di rispondere a queste domande, anche il solo ipotizzare risposte, facevo il coglione.

-Ho paura Paride è questa la verità, ho paura della fine che potrebbe fare Giada se io venissi giudicato colpevole, Paride ho paura- questa volta parlai sinceramente senza usufruire della mia stupidità, Paride annuì con la testa, lui percepiva benissimo quello che sentivo, Paride era un Serafino diverso, non si faceva condizionare da niente, mi leggeva dentro l'anima e riconosceva che era amore vero quello che provavo per Giada, solo per questo mi stava difendendo, aveva capito anche lui che il Regno Supremo stava diventando il luogo più falso che poteva esistere su questa Terra, capiva perfettamente che nessuno all'interno del Regno riusciva a comprendere le emozioni, i sentimenti, aveva capito che il popolo angelico stava diventando freddo, indifferente, spietato, caratteristiche che appartenevano più al Regno di Lucifero.

Questo voleva dire solo una cosa che la conquista del Regno Supremo da parte di Lucifero era già iniziata, e solo se qualcuno avrebbe riconosciuto i sentimenti si sarebbe fermata, solo se quei Serafini avrebbero riconosciuto l'amore mio e di Giada.

-Grazie Paride, vai che soffri qua- Paride sparì all'istante, e Giada cadde con la faccia a terra.

-Ma dove sei scappato?- domandò cercando i miei occhi, e trovandoli subito.

-Giada dobbiamo andare-

-Così subito? Dai Bryan vieni un po' qua...- non sa quanto avrei esaudito i suoi desideri, ma non era il momento di ascoltare i miei ormoni impazziti ( o dovrei dire qualcos'altro...).

-Giada vestiti, te lo chiedo per favore- doveva vestirsi, le motivazioni erano semplici: non volevo far processare tutti gli Angeli in massa come si dice la carne è debole, non volevo impazzire lo ammetto ero debole anche io, nessuno a parte me ( Paride non conta per lui la nudità è come un Angelo che lo stuzzica non gli fa effetto! ) l'avrebbe dovuta vedere nuda e doveva rendersi un poco presentabile ( anche se forse per me il concetto di “presentabile” era un tantino diverso).

-Va bene- mi aveva ascoltata, miracolo!

-Grazie signorina- stavo per avvicinarmi, quando capii che forse era meglio tenersi a debite distanze per almeno dieci minuti da ora.

-Mi posso fare una doccia mio padrone Bryan?- aveva capito bene Giada lei era mia!

-Questo glielo concedo Signorina- mi guardò dubbiosa e poi mi fece una domanda tranello.

-Mi vuole seguire padrone?- ecco di nuovo gli ormoni impazziti:” respira, ragiona e comprendi la doccia voleva dire acqua e a me non piace l'acqua, si ma quell'acqua avrebbe attraversato il suo corpo lentamente, l'avrebbe avvolto e...” stavo sbavando, la domanda giusta era:”Sono un coglione?” e la risposta era:”Sì”.

-Naturalmente, devo controllare se ti lavi bene- ero proprio un coglione, ma cosa ci posso fare se sono debole? E se colei che avrebbe dovuto essere la mia preda era in realtà la cacciatrice più pericolosa?

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni / Vai alla pagina dell'autore: Sibilla Delfica