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Autore: twobirdsonesong    25/03/2012    4 recensioni
Una serie di adorabili racconti sui fratelli Anderson, dalla loro infanzia all'adolescenza, narrati in tanti brevi capitoletti; momenti di vita quotidiana, problemi, lacrime e risate, sempre all'insegna dell'amore fraterno.
Traduzione della fan fiction americana "No Fortress so Strong" di Twobirdsonesong, su Scarves&Cofee.net
Basically backstory about the relationship between the Anderson brothers.
Told in a series of vignettes.
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Nuovo personaggio
Note: Raccolta, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Blaine fa coming out con suo fratello.



 

 


Blaine aveva tredici anni quando lo disse a suo fratello.

Cooper era ritornato per le vacanze di primavera e la situazione in casa era piuttosto tesa, le conversazioni forzate, le interazioni fredde; fu la prima visita di Cooper, da dopo il suo grande atto di ribellione. Aveva appena compiuto ventun anni, si era guadagnato l' accesso al suo fondo fiduciario e grazie alla sua nuova libertà finaziaria si era ritirato da Harvard - dalla facoltà di legge, dalla vita che suo padre aveva programmato per lui sin dalla nascita -  e trasferito alla Columbia, per intraprendere gli studi in arti liberali. Ancora non sapeva che cosa ne avrebbe fatto, ma sapeva di non volere più seguire gli stessi passi di suo padre.

Non vi era stato alcun Natale in famiglia quell'anno, non per lui; i suoi genitori non lo avevano raggiunto, e lui non si era preoccupato di loro. Piuttosto, aveva trascorso il Natale da solo nell'appartamento che era solito condividere con un compagno di corso, ricevendo telefonate furtive da Blaine per tutto il giorno e sorseggiando un bicchiere di vino rosso a buon mercato. 

Aveva portato un piccolo albero di Natale di Charlie Brown e lo aveva piazzato sul davanzale della finestra, senza mai preoccuparsi di decorarlo.

Ma era a casa adesso.

Cooper sospettava che Blaine avesse qualcosa a che fare con questa faccenda; riusciva solo ad immaginare quanto spesso suo fratello avesse tormentato i loro genitori per farlo ritornare a casa, anche solo per poco tempo. Non aveva pianto, non  aveva implorato nè si era lamentato,  aveva solamente chiesto - più e più volte - quando avrebbe avuto la possibilità di vedere di nuovo Coop.

Cooper poteva solo immaginare il volto di suo fratello, così teneramente implorante, e i suoi occhi enormi ed innocenti nascondere tanto facilmente quelle macchinazioni nella sua testolina. 

Amava così tanto suo fratello, a volte.

Era tornato nella sua vecchia stanza e si stava preparando per andare a dormire, quando ad un tratto udì un leggero colpo di nocche contro la porta aperta; Blaine era in piedi sull' uscio, con indosso un pigiama di colore blu, che risultava un po' troppo lungo alle braccia e alle gambe.

Cooper sapeva che, nonostante fosse cresciuto un po', Blaine non sare mai stato alto quanto lui o come loro padre; aveva preso troppe cose da sua madre: i suoi occhi, e anche i suoi capelli.

Cooper gli sorrise: << Hey fratellino, che succede? >>

<< Posso.. ehm... parlarti di una cosa? >>  le guance di Blaine erano rosee, e si stava nervosamente grattando il retro del collo.

Il sorriso di Cooper si affievolì di fronte all'insolito tono esitante di Blaine; corrugò la fronte, intuendo che ci fosse qualcosa sotto.

<< Certamente; su, entra. >>

Cooper si sedette sul letto e diede un colpetto al materasso, di fianco a lui; guardò curiosamente Blaine, mentre si richiudeva la porta alle spalle prima di mettersi a sedere sul letto.

<< Mi sento come se non ti vedessi da sempre. >> disse, facendo scontrare le sue spalle contro quelle di Blaine << Mi sei mancato. >>

<< Mi sei mancato anche tu, Coop. >>

Il silenzio si protrasse a lungo e per Cooper fu come riuscire a sentire ogni singola rotella nella testa riccioluta di Blaine girare senza sosta. 

<< Gesù, sputa il rospo oppure sarò costretto ad utilizzare delle misure drastiche! Non sei troppo cresciuto da non permettermi di farti il solletico! >>

Ebbe l'effetto che si aspettava: Blaine si lasciò sfuggire una sonora risata e si lasciò scivolare di fianco a Cooper.

<< Tu puoi dirmi qualsiasi cosa, lo sai. Qualsiasi. >> disse Cooper, avvolgendo un braccio attorno alle spalle di Blaine ed attorcigliandosi i capelli del fratello fra le dita.

<< Lo so.. lo so. >> Blaine lo ripetè con convinzione e Cooper trattenne il respiro, in attesa.

Ed era vero: Blaine gli aveva raccontato tutto della sua vita.

Gli aveva raccontato di quanto aveva perso i suoi spartiti musicali da qualche parte a scuola quando aveva sette anni, e Cooper lo aveva aiutato a rimpiazzarli prima che sua mamma lo scoprisse; aveva confessato a Cooper di aver rotto uno dei piatti del servizio da cena di sua madre cercando di farlo roteare sul suo dito; lui era stato il solo a cui Blaine aveva rivelato che la ragione per cui si era fatto un buco nei pantaloni era perchè aveva cercato di saltare giù da uno degli scivoli del parcogiochi e si era fatto male durante l'atterraggio, dicendo invece ai suoi genitori che era rimasto incastrato con i pantaloni in un oggetto appuntito. 

Blaine gli aveva sempre raccontato ogni cosa fino a quel momento, e gli avrebbe raccontato anche questo.

<< Coop, io... io penso di essere gay. >>

La voce di Blaine era così sottile, così nervosa che spezzò il cuore di Cooper; strinse il suo braccio attorno alle spalle di Blaine e lo tirò più vicino a sè, più che potè. Sentì la fronte di Blaine premuta contro le sue spalle e posò un bacio sopra la sua testa.

<< Ti voglio bene, Blainers. >> disse con fierezza, orgogliosamente.

<< Non chiamarmi così! >> rispose Blaine in tono flebile, e Coopers riuscì a percepire le lacrime nella sua voce. Si domandò per quanto a lungo Blaine avesse dovuto convivere con questa cosa, trattenere questa realizzazione riguardo a sè stesso - questa verità - nel profondo del suo cuore, senza nessun altro a cui parlarne.

<< Grazie per avermelo detto. >>

<< Grazie per aver ascoltato. >>

Cooper si chiese allora quante volte Blaine avesse cercato di dire ai suoi genitori qualcosa, qualsiasi cosa, con il solo risultato di venire ignorato da loro; si domandò quante volte Blaine avesse  cercato di introdurre una conversazione riguardo a quanto stessero diventando miserabili le sue giornate a scuola; quante lezioni di piano avesse rovinato, pur conoscendo il pezzo ormai alla perfezione; quante vole suo padre avesse semplicemente mugolato distrattamente, troppo impegnato a lavorare per prestare veramente ascolto, e sua madre avesse semplicemente annuito, rispondendo " Che cosa carina, tesoro".

In quel momento si odiò per essere stato tanto lontato per così a lungo.

Arretrando, Cooper si spostò fino a che non si ritrovò a sedere con in volto perfettamente di fronte a quello di Blaine; lo afferrò per le spalle e lo forzò a guardarlo dritto in faccia. Gli occhi di Blaine erano luminosi e splendenti, a causa delle lacrime non ancora versate.

In quel momento, Cooper si sorprese di quanto adulto stesse diventando l'aspetto di Blaine, di come stesse perdendo la sua rotondità infantile e il suo viso stesse acquisendo le stesse spigolosità di quello di sua madre.

Era cresciuto e Cooper se lo era perso.

<< Dico sul serio: io voglio che tu ti senta in grado di dirmi tutto. Voglio che tu mi chiami e che mi racconti del ragazzo della tua classe che trovi carino; voglio che tu mi dica quanto ti senti nervoso all'idea di invitare qualcuno ad uscire per la prima volta; voglio sapere del tuo primo bacio. Tutto, Blaine. Tu puoi fidarti di me, riguardo a qualsiasi cosa. >>

Qualche lacrima scivolò fra di loro, ma poi Blaine sorrise.

<< Sei davvero il miglior fratello del mondo, Coop. >>

<< Sì, beh.. ho un fratello piuttosto meraviglioso con cui far pratica. >>

Blaine ridacchiò e si asciugò il viso con il bordo della sua manica.

<< E' bello poterlo dire a voce alta. >> prese un lungo, lento respiro << Sono gay. >>

Cooper imprigionò suo fratello in un altro abbraccio; si domandò quando sarebbe mai arrivato il momento in cui Blaine sarebbe diventato troppo grande per voler essere abbracciato in quel modo.

<< Sì, lo sei. E io ti voglio bene. E adesso andiamo, ci prepariamo un po' di cioccolata calda e tu potrai incominciare a raccontarmi di tutti i ragazzi della tua classe. >>

Blaine avvampò fino alla punta della sue orecchie.

<< Dio, Coop..smettila! >>

Cooper rise e abbandonò il suo letto per dirigersi in cucina: cioccolata calda con mashmallows, un vecchio musical in bianco e nero e suo fratello.

Non aveva bisogno di nient'altro.









 
  
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