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Autore: Aitch    25/03/2012    2 recensioni
“Shhh…” mi sussurrò vicino all’orecchio e cominciò a baciarmi il collo. Con le braccia mi aggrappai alla sua schiena, mentre il suo viso si era spostato, le mie labbra danzavano con le sue, la sua lingua, ormai padrona, abbracciava la mia. Sentivo una leggera e piacevole pressione del suo bacino sul mio. In quel preciso istante non ero più Cora, non ero più un essere umano, ero semplicemente un’anima in balia di quell’angelo riccio. Non mi importava della gente che avevamo attorno a noi, forse avrebbero potuto perfino denunciarci. Sicuramente un luogo con così tanti bambini non era adatto per scambiarsi certe effusioni, ma tra le sue braccia nulla aveva più importanza. Il vocio della gente presente era scomparso, così come la musica di sottofondo. Eravamo solo io, lui e i nostri respiri leggermente affannosi. Restammo legati così per molto tempo, anche se sapevo che mai sarebbe stato abbastanza.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Image and video hosting by TinyPicPoco dopo realizzai a pieno la situazione in cui mi ero ritrovata all’improvviso: ora ero sola con Harry. Le farfalle nel mio stomaco ripresero a volare. Il cuore ricominciò ad accelerare il suo battito.
Guardai Harry, sorrideva. Dio, quanto era bello.
“Andiamo a farci un giro, Co?” propose lui,
“Certo…” gli risposi a bassa voce. Non potevo certo negare di essere un po’ imbarazzata, avevo paura di risultare stupida e insicura ai suoi occhi e temevo che avesse notato il mio imbarazzo quindi, proprio per questo cercai di calmarmi, presi un respiro e decisi di lasciarmi andare, di comportarmi come se lui fosse un ragazzo qualsiasi. Ben presto ricominciai ad essere più me stessa, lasciando da parte la timidezza e ricominciando a scherzare come prima.
“Mi è venuta un po’ di fame…” disse lui ad un tratto mettendosi una mano sullo stomaco,
“Ti va se ci andiamo a prendere una cioccolata?” mi chiese. Effettivamente anche io avevo un certo languorino,
“Ok, ci sto!” gli risposi sorridendo. Harry mi portò al piano dedicato ai dolci e i miei occhi si illuminarono: biscotti, cioccolata, muffin, lollipop e dolciumi vari erano ovunque. Ero una ragazza particolarmente golosa e se si trattava di certi alimenti non sapevo tirarmi indietro. Ci sedemmo ad un tavolino e Harry ordinò per tutti e due una cioccolata calda accompagnata dai tipici cookies inglesi, quanto li adoravo. Io però chiesi alla cameriera di portarmi anche un muffin al cioccolato con scaglie di cioccolato bianco.
“Andresti molto d’accordo con Niall, sai?” mi disse lui ridendo,
“Effettivamente lo credo anche io…uh, Niall! Chissà se Louis è riuscito a salvarlo!” risposi,
“Louis può tutto! Di sicuro ci è riuscito…”
La cioccolata arrivò dopo pochi minuti, seguita dal piattino di cookies e dal mio super muffin. Erano una libidine.
“Allora, ti è piaciuto il giro turistico per Londra?” mi chiese il riccio rubandomi l’ultimo biscotto rimasto,
“Assolutamente! Londra è fantastica, mi piacerebbe da morire venire a vivere qui, anche se forse lo farò sul serio perché pensavo di venirci a studiare fotografia il prossimo anno. Sarebbe un sogno!”
“Wow, quindi sei una fotografa?” mi disse ammiccando,
“Beh, non direi fotografa. Adoro scattare, e approfondire la mia conoscenza sull’argomento mi piacerebbe molto, tutto qui.”
“E Harrods invece? Cosa ne pensi?”
“Ci passerei dei giorni qui dentro! Mi piace un sacco guardare le vetrine, provare vestiti e fare acquisti! Hai comprato qualcosa Harry?” gli chiesi,
“Niente di che, un paio di scarpe e una maglietta, tu?”
“Io ho comprato tante belle cose, guarda qua: un paio di scarpe con tacco, un paio di jeans, qualche gadget tipico di Harrods come questa bustina plastificata con i gattini e il marchio del negozio, non è bellissima? Poi ho preso qualche regalino per la mia famiglia e i miei amici - gli dissi cominciando a tirare fuori dalle buste i miei acquisti – e infine, il pezzo forte.” Dopo aver messo in ordine, presi la bustina del negozietto di accessori e ne rovesciai il contenuto sul tavolo. Oltre ai due paia di orecchini e alla collana che mi ero comprata, uscì anche un piccolo pacchetto regalo. Il gattino. Il suo gattino. Me l’ero completamente dimenticato.
“Non so come facciate voi donne a spendere così tanti soldi in queste cose…” disse con aria un po’ confusa mentre osservava gli orecchini,
“E questo?” aggiunse prendendo in mano il pacchettino. Cavolo. E adesso come faccio? Arrossii leggermente e probabilmente lui se ne accorse perché mi chiese se andava tutto bene,
“Si certo, benissimo – gli risposi – questo è, si insomma, l’ho visto nel negozio e ho pensato che, cioè…pfff, questo è per te.” Ammisi alla fine addentando il muffin cercando di nascondere il mio imbarazzo.
“Davvero? E, posso aprirlo?” mi chiese avvicinando sempre di più la sua sedia alla mia,
“Certo, che domande, se è per te è ovvio che puoi aprirlo!” e se non gli piaceva? E se avesse cominciato a pensare che ero proprio uguale a tutte quelle ragazzette urlanti che coprono di regali smielosi i loro idoli? In ogni caso, ormai era troppo tardi per fermarlo. Il ciondolino pendeva dalla sua mano che si alzò fino all’altezza dei suoi occhi. Osservò in silenzio l’animaletto per qualche secondo, quel tempo mi sembrò infinito. Non gli piaceva sul serio? Finalmente distolse lo sguardo dal micino e lo puntò su di me,
“Guarda che se non ti piace lo posso cambiare con qualcos…” cominciai io
“E’ stupendo Cora” mi interruppe lui e cominciò a sorridere,
“Sei stata molto dolce a pensare a me, ma anche io a dire la verità ho qualcosa per te…” aggiunse voltandosi e prendendo la borsa di carta che Nate gli aveva dato all’Hard Rock, me la posò sulle gambe. Nel frattempo continuava a sorridere. Quel suo sorriso mi stava quasi uccidendo. Ero rimasta spiazzata, non mi sarei mai aspetta una cosa del genere. Perché poi?
“Dai aprilo!” disse lui impaziente. Cominciai ad aprire il pacchetto e con mio grande stupore vi trovai al suo interno quella famosa maglietta dell’Hard Rock Cafe che poche ore prima non avevo trovato della mia taglia. Come diavolo aveva fatto a pensare che mi sarebbe piaciuta da morire proprio quella maglietta? E, aveva chiamato il suo amico per farsela mettere da parte?
“Oddio Harry! E’ stupenda! Grazie, grazie, grazie! Come facevi a sapere che l’avrei adorata?” non riuscii a trattenermi e lo abbracciai dalla felicità. Ero abbastanza strana, poco prima avrei voluto sotterrarmi per l’imbarazzo e ora invece ero avvinghiata al collo di quel riccio così, così adorbile.
“Ahaha. Figurati, diciamo solo che sono abbastanza bravo a capire le persone” rispose ridendo per la mia reazione forse un po’ esagerata.
“Ok, aspettami qui, torno subito” gli dissi alzandomi e lasciandolo leggermente interdetto. Corsi verso il bagno con la maglietta, volevo mettermela subito, era troppo bella. Tornai da lui che non appena mi vide mi regalò uno dei suoi meravigliosi sorrisi,
“Allora? Come mi sta?” gli chiesi facendo un giro su me stessa prima di tornare a sedermi.
“Sei bellissima” mi disse facendomi arrossire,
“Ma va là!” replicai io ridendo e ritornando a concentrarmi sulla mia cioccolata. Con un ultimo sorso la finii, poi ad un tratto mi venne in mente una domanda,
“Harry, ma perché mi hai regalato questa maglietta?” gli chiesi seria,
“Per lo stesso motivo per cui tu mi hai comprato il gattino” disse lui guardandomi dritto negli occhi. E’ vero, perché gli avevo comprato il ciondolo? Dopo tutto quello che era successo mi pareva abbastanza chiaro il fatto che io non volessi innamorarmi di una star, anche perché, come sarebbe andata a finire? I miei pensieri furono interrotti da una leggera risata del riccio che poi aggiunse,
“Ti è rimasta della cioccolata sulle labbra” indicando sulla sua bocca con il dito il punto in cui la cioccolata era rimasta sulle mie labbra. Feci per prendere il tovagliolo per pulirmi ma il ragazzo fermò il mio braccio e senza smettere di fissarmi si avvicinò. Ero come paralizzata. Non potevo reagire, qualunque cosa lui avesse voluto fare, l’avrebbe fatta. Harry era sempre più vicino al mio viso, fino a quando appoggiò delicatamente le sue labbra sull’angolo destro della mia bocca, rubando la cioccolata che era rimasta lì. Qualche secondo dopo Harry tornò a sedersi in maniera composta, quasi come non fosse successo niente, e cominciò a giocare con il ciondolino che poco dopo attaccò al cellulare. Non sapevo cosa dire, ma sapevo che dovevo parlargli, mettere in chiaro certe cose e spiegargli che la mia vita era già abbastanza incasinata. Non era un bacio vero e proprio, eppure ero agitata come se lo fosse stato.
“Harry – cominciai io – senti, io ti ho comprato la tartaruga perché non appena l’ho vista ti ho pensato. Tu sei un ragazzo fantastico, ma non so veramente come possa funzionare... Da quando mi hai fatto quel discorso sulla ruota panoramica io non ho fatto altro che pensare alle tue parole e a te. Però, è complicato, soprattutto perché credo che tu mi piaccia. Ed è proprio per questo che non voglio fare casini, non so se riesci a capire…” lui ascoltava in silenzio. Non riuscivo ad interpretare il suo sguardo, era un misto di sorpresa ma allo stesso tempo di delusione. Aspettavo che dicesse qualcosa, ma dalle sue labbra non usciva una singola parola.
“Ti prego dimmi qualcosa, qualsiasi cosa. In questi due giorni abbiamo costruito una bella amicizia e non potrei sopportare l’idea di perderla.”
“Cora, è chiaro quello che stai cercando di dirmi. Mi dispiace di averti confuso le idee, ti giuro che non volevo. Anzi, ora è meglio se vado.” Disse alzandosi e allontanandosi dal tavolino.
I miei occhi lo guardarono allontanarsi. Che cazzo avevo combinato? Ma possibile che non ero capace di essere semplicemente me stessa una volta tanto, senza preoccuparmi troppo delle conseguenze? In pochi secondi mi percorsero nella mente una miriade di pensieri, ma quello che era certo era che non potevo lasciarlo andare così. Non potevo. Cora, tutto quello di cui hai bisogno ce l’hai avuto davanti agli occhi per troppo tempo, vuoi aprirli si o no? Vuoi deciderti ad ammettere a te stessa che ne hai bisogno? C’era qualcosa dentro di me che voleva uscire. Una scarica di adrenalina mi percorreva in tutto il corpo, mi diceva di muovermi ad alzarmi e a seguire quel ragazzo prima che fosse troppo tardi. Quella tipica sensazione che si prova un millesimo di secondo prima di fare qualcosa che potrebbe cambiare le carte in tavola, che potrebbe portare alla vittoria o che semplicemente potrebbe liberare da quello che si ha dentro. Basta pensare, era il momento di agire. Lasciai che l’adrenalina accumulatasi dentro il mio corpo scorresse fuori liberandosi, così mi alzai improvvisamente e lo rincorsi per il breve tratto di strada che aveva fatto.
“Harry!” lo chiamai ma probabilmente non mi aveva sentito perché non si girò,
“Harry Edward Styles, ti ordino di fermarti!” gridai a pieni polmoni senza curarmi minimamente della gente che stava attorno a me. Harry si girò con aria stupita mentre gli correvo incontro.
“Ho combinato un casino, e proprio quando ti sei alzato lasciandomi lì da sola ho capito di essere una grande scema. Harry, tu mi piaci, e mi piaci adesso. Non mi importa di quello che sarà perché anche se un giorno dovremm…”
“Tu parli troppo” mi interruppe. Con un movimento deciso mi prese i fianchi avvicinandomi a lui, la mia mano sinistra si appoggiò sulla sua spalla mentre con la destra feci scorrere le mie dita tra i suoi ricci perfetti e finalmente ci baciammo. Un bacio vero. Il suo volto era abbassato verso il mio. Le nostre labbra si muovevano timidamente ma allo stesso tempo con desiderio. Sentivo il suo profumo inebriarmi la mente e la sua salda presa su di me che non era intenzionata a lasciarmi. Il mondo avrebbe potuto esplodere in quel momento e non me ne sarei resa conto. Rimanemmo così per un tempo che mi sembrò infinito, fino a quando fummo costretti a dividerci perché richiamati da qualcuno,
“Ragazzi, dove pensate di andare? Qualcuno deve pagare qua!” era il cameriere, infastidito per quello che era successo. Non potemmo fare a meno di metterci a ridere,
“Ora capisco perché mi hai fermato, volevi che pagassi il conto, eh?” mi disse restando vicino al mio viso,
“Certamente, era tutta una finta la mia” gli risposi sorridendo,
Mi diede un ultimo bacio prima di staccarsi completamente da me per andare a pagare e dopo di che ci allontanammo tenendoci per mano. Non sapevo cosa sarebbe successo, volevo scoprirlo momento dopo momento. Per la prima volta nella mia vita, non era la testa a guidarmi, ma il cuore.



Hola.
Tornata ieri dalla Spagna, è stato un bel viaggio ma non mi sono dimenticata del mio racconto e come promesso, ecco qui il nuovo capitolo. 
Finalmente Cora si è lasciata andare, era ora! Chissà che succederà... :3
Se qualche anima buona ha letto mi piacerebbe veramente sapere cosa ne pensa, tenetemi informata.
Un beso,
Fe.

  
  
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