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Autore: Lela    22/10/2006    5 recensioni
All'inizio del sesto anno Draco torna ad Hogwarts col marchio oscuro impresso a fuoco sul braccio e tanti segreti nel cuore.
Riuscirà a mantenere celati i suoi segreti o verrà travolto dalla forza prorompente dei suoi sentimenti?
Alcuni segreti non sono destinati a rimanere tali.
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era ormai passata una settimana da quella prima lunghissima notte ad Hogwarts

Era ormai passata una settimana da quella prima lunghissima notte ad Hogwarts.
Ogni cosa aveva ripreso il suo consueto andare: le lezioni, le cene, i compiti nella biblioteca o nella sala comune.
Tutto come era sempre stato.
Tutto tranne quel senso di mancanza, di continua inadeguatezza che ormai lo prendeva ogni volta che osservava Potter.
Draco avrebbe voluto prenderlo a calci e sputargli addosso tutto il suo rancore ma Potter era inavvicinabile, sempre circondato dagli altri grifoni: Weasley, Granger e la rossa pezzente che ormai gli stava appiccicata come una sanguisuga ad ogni suo passo.

Ogni volta che li vedeva assieme si domandava come faceva la Weasley, che era un anno addietro a loro, ad essere sempre incollata al moretto. Non aveva anche lei lezioni da seguire?
Per l’ennesima volta Draco sbuffò contorcendo fra le mani la lunga piuma. Non aveva ancora scritto una parola per la sua ricerca di Pozioni.

 

Malfoy” lo apostrofò Nott avvicinandosi al tavolo dove Draco stava lavorando.

Nott, che vuoi? Non vedi che sto studiando?” lo ammonì il biondino guardandolo storto.

Theodore adocchiò il foglio bianco posato di fronte a Malfoy “Uhm, si lo vedo” sbiascicò impunemente “ed è proprio di questo che ti volevo parlare”
”Ah, davvero?” commentò il prefetto sulle difensive “e si potrebbe sapere cosa diavolo vuoi?”
Be’, solo darti una mano! Siamo amici o perlomeno siamo entrambi Serpeverdi e non mi va di vederti fallire così miseramente.”
”Ma di cosa stai parlando?” chiese l’altro cercando di evitare lo sguardo dell’altro Serpeverde.
”Non fare la commedia con me, Draco! Non attacca! Lo so perfettamente che da quando sei tornato non riesci più a concentrarti. Guardati, non riesci neanche a scrivere mezza riga sulla tua materia preferita! Ma che ti prende?”
Il biondo gli scoccò uno sguardo truce “Non sono affari tuoi!”.
”Sai, immaginavo che mi avresti risposto così! Prendi questa!” e gli consegno con cautela una fialetta direttamente nelle mani.
”Cos’è questa robaccia?” lo ammonì Draco osservando la fialetta contenente un denso liquido verdastro.
Nott gli fece segno di abbassare la voce “Questa, amico, è una pozione che ti aiuterà a stare meglio. Vedrai che dopo che l’avrai presa non avrai più nessun problema di concentrazione o qualsiasi cosa ti stia disturbando”
Draco strinse fra le mani la piccola ampolla di vetro, il viso trasfigurato dalla rabbia.
”Vuoi forse dirmi che mi ha procurato una pozione proibita solo per farmi concentrare meglio?” chiese digrignando i denti.

“Senti, Malfoy, ora è tua. Facci quel che vuoi anche se penso che per l’onore di noi Serpeverdi dovresti proprio prenderla! Non sei un gran esempio ultimamente!” lo canzonò.
”Vattene Theodore e ringrazia che non ho tempo di farti una bella maledizione come si deve! E, per la cronaca, non pensare mai più a portarmi le tue schifezze! Ci siamo capiti?” e detto ciò prese tutti i suoi fogli e si allontanò dalla biblioteca incazzato nero.


**************



La giornata stava andando sempre peggio. La mattina quell’odiosa so tutto l’aveva battuto e per giunta in Pozioni, la sua materia prediletta,  e poi aveva nuovamente incontrato Potter fuori dall’aula, come al solito attorniato da una mezza dozzina di persone adoranti.
E lui, come sempre, sorrideva. Sorrideva a tutti. Gli guardava, gli ascoltava e poi sorrideva.
Quel sorriso che ormai Malfoy aveva imparato a conoscere così bene: prima partiva a labbra tese, gli angoli della bocca si incurvavano lentamente verso l’alto e poi, come un raggio di sole che si apre la strada fra le nuvole più dense, anche il sorriso di Potter si apriva.

Era orribile essere un ignoto spettatore, lontano, non degno.
Ancora.

Il biondo Serpeverde aveva appena svoltato l’angolo del corridoio che stava percorrendo quando dei mugoli lo risvegliarono dai suoi pensieri.
Alzò lo sguardo e li vide. Erano Potter e la Weasley. Il Grifondoro la stava abbracciando e la rossa aveva la testa piegata sulla spalla del moretto.
Malfoy sentì crescere dentro di sé una grande rabbia. Perché loro poteva essere felici quando lui non sentiva altro che dolore in fondo al petto?
Senza rifletterci il biondo si fece strada verso i due che, sentendo i passi, si distaccarono subito.
Malfoy continuò a proseguire finchè non incrociò la rossa e passando le arrivò una spallata facendola cadere a terra.
Malfoy, come osi!” gli urlò Harry aiutando Ginny ad alzarsi.
”Non capisco proprio cosa ci trovi in quella lì Potter! Una babbanofila senza un galeone! La sua famiglia è una vergogna per tutto il mondo magico” la frase voleva far soffrire la piccola Weasley.
”Strano” rispose Potter senza scomporsi “pensavo che la vergogna del mondo magico fosse la tua famiglia, Malfoy!”
”Potter, sei morto!” urlò il biondino aggredendo il grifone.
Ma Harry era già pronto da tempo alla lotta e non si lasciò sorprendere. I due si picchiarono per un po’, ognuno cercando di arrivare più pugni all’altro, finchè Harry non riuscì ad immobilizzare Malfoy alla parete.

“Ora, Malfoy, tu ti scusi con Ginny!” gli soffiò annaspando dalla fatica della lotta.
Draco sentiva le mani di Potter tenerlo fermo, schiacciato alla fredda parete di quel corridoio.
Dove le mani di Potter lo tenevano c’era come un punto dove il dolore per la stretta e la soddisfazione si univano.
Ma le parole di Potter e la sua stretta che si chiudeva torcendogli la pelle lo fece arrabbiare ancora di più.
”Scusarmi…scusarmi…” riuscì a farfugliare “non ci penso proprio, non a una sgualdrina come la tua fidanzata!”
A quelle parole Ginny sussultò e Harry strinse istintivamente la presa sul collo di Malfoy.
Draco poteva vedere la rabbia sul volto di Potter e benché il dolore fosse intenso non poté che pensare che, alla fine, anche lui aveva l’attenzione di Potter.
A fermare Harry però arrivò Ginny che tirando il moretto indietro lo allontanò dal Serpeverde.
”Harry, per favore, andiamocene…non dare retta a quel che dice quella Serpe!” lo supplicò la rossa.
Malfoy, liberò dalla presa di Potter, si portò istintivamente una mano al collo. Lì il dolore era intenso, sicuramente presto si sarebbero formati i segni del suo incontro ravvicinato con Potter ma, alzando gli occhi poté vedere di nuovo la Weasley abbracciata a Potter mentre cercava di calmarlo.
A quella vista sembrò che tutto il suo sangue stesse ribollendo.
Weasley, scommetto che ora hai paura che riveli a Potter quello che ho visto 2 sere fa sulla torre di astronomia?” continuò il biondino avanzando insicuro verso la coppia.
Malfoy, per favore, non era niente di importante!” sussultò la rossa.
Harry a quelle parole si girò di scatto verso la ragazza.
Ginny, tu sai di che cosa sta parlando? Cosa mi stai nascondendo?” chiese il moro guardandola seriamente.
Ginny sembrò rabbrividire a quelle domande, aprì la bocca per tentare di rispondere ma venne preceduta dalla voce melliflua di Draco.
”Ma come Potter? Ormai, lo sanno quasi tutti che la tua ragazza si vede di nascosto con Thomas ogni sera sulla torre di astronomia!”
”Non è possibile!” esclamò Potter incredulo “stai mentendo! Ginny, per favore, dimmi la verità! Ti vedi ancora con Dean?”
La rossa, per tutta risposta, scoppiò a piangere “Harry, te lo giuro, non è niente di importante!”
”Oh, be’ su questo ci metterei la mano sul fuoco” continuò implacabile Malfoy “dopotutto farsi  infilare la lingua in bocca da quel mezzo sangue non potrebbe essere più importante di farsi il grande Harry Potter, giusto?”
Malfoy, non è come dici tu! Smettila!” urlò la piccola Weasley.
Ma Harry proprio in quel momento si sciolse dall’abbraccio della rossa “Ginny, come hai potuto farmi questo! Mi fidavo di te, io…oh, Ginny” e si allontanò senza voltarsi.

Nel corridoio erano rimasti soli, Ginny e Draco.
La rossa singhiozzava pesantemente, mentre le lacrime le rigavano il volto “Perché Malfoy glielo hai dovuto dire? Perché?” chiese sconvolta.
”Non ti meriti Potter, Weasley! In fondo, lo hai sempre saputo, altrimenti non saresti andata a cercare Thomas!” gli rispose il Serpeverde allontanandosi anche lui.

 

***************    ***************  *************


Draco era seduto come al suo solito in mezzo a tutti i suoi compagni del sesto anno.
Il gruppo mangiava scambiandosi ogni tanto qualche commento poco carino nei confronti dei ragazzi delle altre case, ma Draco, diversamente dal solito, non partecipava alla discussione.
Da ormai una mezz’ora osservava il trio riunito alla tavola dei Grifondoro.
Stavano discutendo concitatamente, di questo era sicuro. Sembrava in particolare che ad ogni parola del moro Weasley diventasse più rosso in faccia e la mezzosangue non faceva che interrompere la discussione fra i due ragazzi.

Draco, non pensi anche tu che la Bones sia diventata una vera cozza durante l’estate?” gli chiese Blaise ridacchiando.
”Non che prima fosse meglio!” aggiunse malignamente Pansy provocando le risate del gruppetto.

Ma Draco non rise assieme agli altri.
In verità non aveva nemmeno sentito una parola dei loro discorsi talmente era concentrato nell’osservare Potter. Le labbra del moretto continuavano a muoversi.

Draco le osservava rapito mentre si aprivano. Sul labbro inferiore erano appoggiate poche gocce dell’acqua che il moretto stava bevendo e dischiudendo nuovamente la bocca questi le ripulì con la punta della lingua.
Malfoy si alzò improvvisamente dal tavolo sorprendendo tutti i suoi compagni. “Draco, tesoro, dove vai?” chiese Pansy ma non ottenendo risposta.

Draco continuava a fissare le labbra rosee e carnose del moretto. Perché non stava zitto? Perché continuava a stuzzicarlo?
Involontariamente le sue gambe iniziarono a muoversi verso il tavolo dei Grifondoro, verso Harry.


”Baciami, Draco….Baciami”
Lo avrebbe fatto tacere lui.


Ormai era arrivato di fronte al trio che, ignaro della sua presenza, continuava a discutere.
Ron, mi spiace, è tua sorella lo so, ma perché mi ha fatto questo? Io…”

Draco nel sentire le parole di Potter si riprese completamente e, stufo di sentire parlare della Weasley intervenne “Siamo un po’ egocentrici eh, Potter? Sempre e solo a parlare di te!”
I ragazzi, sorpresi dalle parole di Malfoy, alzarono i volti venendo a contatto con gli occhi grigi di Malfoy.
”Malfoy, non sei stato invitato qui! Ritorno nel tuo nido di Serpi!” lo insultò Ron.
”Ehi, ehi! Io ci andrei piano Weasley, se fossi in te!” lo ammonì il biondo.
”Sono proprio stanco di te, Malfoy! Vattene o te ne penti!” disse freddo Harry.

Draco sentì la collera salirgli dentro “Potter, i tuoi modi mi danno sui nervi! Mi hai stancato pure tu, vediamo di farle finita con questa storia stasera!”
”Mica mi stai proponendo un altro dei tuoi soliti duelli di mezzanotte? Guarda che non ci casco!” lo schernì il moro.
”Fa come vuoi, ma io ed il mio secondo saremo nella stanza delle necessità a mezzanotte. Se non ci sarai sarà solo perché sei un codardo Potter!”
Harry non gli rispose e Malfoy decise di andarsene.

*************  ************  ****************

 

Quella sera Draco non poteva far a meno di essere agitato. Potter avrebbe accettato la sua sfida? Si sarebbero realmente incontrati a mezzanotte nella stanza delle necessità?
Al pensiero di essere da solo con Potter la testa iniziò a girargli.
Voleva sul serio stare solo con il Grifondoro? E poi, perché?
La sua testa continuava a ripetere per spaccargli la faccia ma, dentro di se riusciva anche a sentire qualcos’altro.
Non sapeva come comportarsi e cosa si sarebbe aspettato nella stanza delle necessità. Ormai, era arrivata l’ora di andare e con il cuore in gola uscì dal suo dormitorio.

 

Essendo un prefetto per lui non era certo difficile aggirarsi per la scuola a notte tarda.
Arrivato di fronte alla porta dove aveva appuntamento con Potter si fermò. Una pendola nell’atrio scandiva la mezzanotte in punto, era ora d’entrare.

Concentrandosi iniziò a giacere di fronte al muro vuoto dove sapeva sarebbe apparsa la porta della stanza delle necessità.
Al terzo giro sollevò lo sguardo pronto a vedere la porta ma questa non apparì.
Stupito il biondo riprovò una seconda volta ma ancora niente.
Provò e provò ancora ma la porta non si decideva a materializzarsi.
Tentò ancora di immaginarsi la stanza: qualche tavolo, qualche strumento di lotta….un letto e un sacco di cuscini.
Draco si fermò di colpo…ecco cosa non funzionava, nei suoi pensieri continuava a venir fuori più una camera da letto che una stanza  per duellare!
Arrabbiato prese a calci il muro imprecando sonoramente.

Ad un tratto, dove prima c’era il muro di fredda pietra comparve una porta e dalla suddetta porta uscì Potter.
”Malfoy! Smettila di far casino ed entra!” lo apostrofò il moretto.

Ed il biondo Serpeverde si precipitò dentro la stanza….totalmente adatta ad un duello di mezzanotte e senza letti di nessun tipo.
”Dov’è il tuo secondo, Malfoy?” chiese Ron Weasley notando l’assenza di un compagno con Malfoy.
Draco aprì gli occhi sorpreso. Era stato tutta la sera a riflettere e si era dimenticato il piccolo dettaglio del secondo…oh, be’ poco male.
”Per due come voi non ne ho bisogno!” rispose pungente.
Ron, a quella risposte, si alzò dal tavolo su cui era seduto pronto a prenderlo a pugni sul suo viso spigoloso ma Harry lo fermò.
Ron, aspetta! Con Malfoy ho un conto da saldare…magari quando ho finito con lui te lo lascio!” ridacchiò Harry tirando fuori la bacchetta e puntandola di fronte al viso del Serpeverde.
”Speraci Potter!” lo canzonò il biondo imitando i gesti del moretto.


Ron si mise in mezzo ai due “Al mio tre…uno, due e…tre!”
Harry lanciò una maledizione verso Malfoy che prontamente la schivò e che per risposta ne inviò un’altra che colpì in pieno.
L’incantesimo del Serpeverde colpì in pieno petto Weasley che cadde disteso tramortito.
Harry si avvicinò all’amico per accertarsi che stesse bene “Malfoy, codardo che non sei altro! Questa me la paghi!” gli urlò contro una volta sicuro delle condizioni di Ron.

“Be’, l’ho accontentato no? Mi sembrava che desiderava duellare pure lui!” sogghignò la Serpe.
Ma Harry non era certo ben disposto verso il biondo e si lanciò contro di lui iniziando ad arrivargli pugni allo stomaco.
Malfoy, colto alla sprovvista, cadde per terra ed Harry lo seguì continuando a colpirlo come meglio poteva.
Il biondo prefetto le stava prendendo di brutto. Harry era molto più muscoloso di lui anche se lui era decisamente più alto.
Ma sapeva che doveva far qualcosa altrimenti Potter lo avrebbe ridotto ad una pozza sanguinante. Sforzandosi come non aveva mai fatto in vita sua ribaltò le loro posizioni e questa volta era lui a tenere fermo il grifone al pavimento mentre i suoi pugni lo colpivano.
Ma Harry sembrava non cedere e nonostante lo svantaggio della posizione continuava a lanciare pugni verso il biondo anche se l’intensità era diminuita.

Ad un tratto però si rese conto che le mani del Serpeverde non lo stavano più colpendo e senza un attimo per realizzare il pensiero si sentì afferrare le braccia da Malfoy.
Draco lo stava tenendo immobile ma oltre a ciò non faceva nient’altro tranne fissarlo.
Potter aveva un labbro sanguinante e le gocce di quel prezioso liquido gli stavano colando sulla pelle. Con un gesto istintivo Potter si leccò via alcune gocce di sangue con la lingua mentre sospettoso continuava a fissare negli occhi Malfoy.
Quello che vide non gli piacque per niente. Gli occhi del biondo Serpeverde avevano assunto un’espressione strana e subito dopo le sue labbra si calarono per coprire quelle del Grifondoro.
Il bacio non era certo dei più delicati che il moro ebbe modo di sperimentare.
Malfoy muoveva le sottile labbra con violenza contro le sue e sempre con irruenza si fece largo nella sua bocca, assaggiando, tastando con la lingua ogni più minuscolo dettaglio di quel caldo antro.

Sembrava non saziarsi mai del sapore di Harry, persino il suo sangue mischiato alla saliva lo faceva eccitare incredibilmente.
Ormai preso dal desiderio, il biondo lasciò la bocca del moro per continuare il suo percorso lungo la gola.
Avrebbe voluto strappargli i vestiti di dosso per poter assaggiare con la lingua i muscoli sul petto di Harry fino a scendere verso le pieghe dell’ombelico per poi sprofondare nella sua calda virilità.
A quel pensiero, si sentì fremere da capo a piedi. Lo desiderava, perché nasconderlo? Ormai, non avrebbe più potuto farlo, aveva raggiunto un limite e l’aveva superato.
Senza pensarci ancora lasciò libero Potter per andare a slegare la cintura alla vita del moretto.
Malfoy…che fai?” riuscì a bisbigliare il moretto, completamente preso dalle cure del Serpeverde.
”Lasciami fare…per favore” lo implorò il Serpeverde mentre abbassava i boxer di Harry scoprendo il suo membro visibilmente eccitato.
”No. Malfoy, io non penso che…ahhhh” la protesta del Grifone si spense nel sentire la calda lingua del Serpeverde mentre lambiva la punta della sua virilità.
Draco dopo la prima leccata si sentì come inebriare dal sapore di Potter e, ormai privo di volontà, lo accolse totalmente in bocca.
Harry nel sentire il suo membro stretto fra le calde labbra del biondo iniziò ad agitarsi e a sospirare di piacere.
Draco, conscio dell’effetto che faceva sul moro, intensificò i suoi sforzi succhiandolo e leccandolo nei punti più sensibili.
Harry era ormai sul punto di esplodere e, rinunciando a ragionare, appoggiò le mani sulla testa di Malfoy incoraggiandolo a continuare.
Ma Draco non aveva nessun bisogno di incentivi.

Per la prima volta dopo settimane, mesi, forse addirittura anni, si sentiva completo così con il membro di Potter che gli riempiva la bocca ed ora desiderava solo sentirlo come nessun altro aveva mai fatto prima d’ora.
Harry era, infine, arrivato al culmine del suo piacere e presto lasciò uscire tutto il suo caldo liquido direttamente nella bocca di Malfoy che, senza pensarci, lo inghiottì fino all’ultima goccia.

I due ansimarono a lungo, Potter disteso sul pavimento mentre Draco era avvinghiato a lui.
Dopo qualche minuto Harry si alzò scostandosi di dosso il biondo Serpeverde e avvicinandosi pensieroso all’unica finestra della stanza.
Harry” mormorò Draco alzandosi a sua volta ed osservando la figura che gli dava le spalle.
”Certo che è proprio un bel piano il tuo!” lo canzonò sorridente il moro “stancarmi con il sesso!”
Draco rimase ammutolito mentre osservava per la prima volta Harry rivolgergli un sorriso.
”Non è così…insomma, se l’ho fatto è perché lo volevo!” confesso imbarazzato il biondo.

A quelle parole il sorriso di Potter si aprì ulteriormente “Lo so, ora baciami!”.
Draco si avvicinò a lui e lo strinse fra le braccia incerto.

 

“Baciami, avanti…..baciami, che aspetti……su, baciami…”

 

 

 

****************  *****************  *********************

 

“Si…..si…..ma, ti prego, fallo tu! Ho bisogno di te! Si, fallo tu…”


”Signor Malfoy, signor Malfoy, si svegli avanti”
Draco, svegliati, Draco

Il Serpeverde aprì debolmente gli occhi. La luce del sole sembrò ferirlo e cercò di richiuderli, ma le voci continuarono a tormentarlo finché ormai del tutto conscio non gli riaprì con fatica.

Davanti a lui c’erano Pansy, bianca in volto e visibilmente spaventata, e Madama Chips.
Quest’ultima sembrava parecchio irritata.
”Signor Malfoy, sono lieta che abbia ripreso conoscenza. Ma la devo avvertire che la prossima volta che tenterà di prendere una sostanza proibita dovrò avvertire il preside. E’ già un miracolo che si sia svegliato questa volta”.
Draco fissò perplesso l’infermiera fino a notare su un tavolino poco dietro di loro l’ampolla di pozione che Nott gli aveva dato con l’unica differenza che ora era vuota.
La testa iniziò a dolergli fino a che si ricordò di cosa era successo realmente quel pomeriggio.
Dopo essere uscito dalla biblioteca aveva effettivamente visto la Weasley e Potter soli in quel corridoio, ma non era intervenuto come si era ricordato…si era nascosto dietro ad un angolo e aveva preso la pozione che Nott gli aveva dato.
Si ricordò di aver pensato che se poteva fargli smettere di provare le cose che ora stava sentendo di sicuro avrebbe fatto un monumento a Theodore.
A quanto pare il monumento lo doveva fare ancora a Theo, solo che era un monumento funebre perché appena uscito da lì sarebbe corso ad ucciderlo.

“E’ stato molto fortunato che la signorina Parkinson l’abbia trovato quasi subito e portato qui” commentò severamente l’infermiera.


Draco trascorse altre due ore dopo il suo risveglio in infermeria mentre madama Chips si assicurava che stesse effettivamente bene.
Una volta avute tali rassicurazioni il Serpeverde poté lasciare l’infermeria seguito a ruota da Pansy.

“Senti, Draco, mi domandavo…che cosa stavi farfugliando mentre eri svenuto?” gli chiese sinceramente incuriosita.
Draco le rivolse un’occhiata sospettosa “Niente ..” ma non continuò la frase.
Avrebbe voluto dire niente di importante, ma era veramente così?

 “….Niente che ti riguardi!”
E senza aspettarla si incamminò verso la Sala Comune Serpeverde.

  
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